Dopo lo scontro dei giorni scorsi, scoppia la pace tra il ministro
dell'Interno Roberto Maroni e Vieni via con me. Il titolare del Viminale, che
aveva chiesto di replicare di persona al monologo di Roberto Saviano sui
rapporti tra 'ndrangheta e Lega nel Nord Italia, lunedì sarà ospite del
programma di Raitre e leggerà un suo elenco, adeguandosi dunque al format e
accettando la proposta del direttore di rete Paolo Ruffini. Plaudono i vertici
Rai, esulta il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini apprezza l'abbassamento dei toni da
parte di Maroni, ma si schiera con l'autore di Gomorra: «Non capisco come
qualcuno si possa indignare se c'è chi dice che la mafia è anche al Nord. Non è
una polemica contro un partito o contro un territorio nazionale. La mafia è
ovunque c'è un interesse». Il leader del Carroccio Umberto Bossi replica però
con un «fanc...», ammettendo poi che in Brianza c'è la «situazione più
negativa», ma comunque «la Lega è sempre stata lontana, non riescono ad avere
agganci».
A suggellare l'armistizio, in mattinata, l'apertura di Ruffini a Maroni,
peraltro già invitato da Raitre alla prossima puntata di Ballarò e domenica a
In 1/2 ora da Lucia Annunziata. «Se il ministro non intende fare una
precisazione, ma leggere un elenco, una sua lista in veste di ministro degli
Interni, attenendosi al linguaggio del programma, sarà anche in questo caso il
benvenuto», dice il direttore di rete smentendo le indiscrezioni su una sua
"clamorosa rottura" con l'inquilino del Viminale. Vieni via con me, ribadisce
Ruffini, «non è un talk politico» e le parole di Saviano «non sono state in
alcun modo offensive nè per la persona del ministro nè per il movimento
politico al quale il ministro appartiene».
Semmai, a giudizio di Ruffini, lo scrittore «ha chiesto a chi lo ascoltava di
aprire gli occhi. Così come credo che il ministro degli Interni sia il ministro
di tutti. E che sulla lotta alla criminalità organizzata non ci si possa o
debba dividere». Maroni ci sta. «Mi hanno invitato, quindi ho accettato
l'invito. Mi sembra la soluzione più ragionevole e sono soddisfatto di questa
disponibilità», spiega arrivando a Milano, per registrare L'ultima parola,
negli studi di via Mecenate che ospitano anche Vieni via con me. E a chi gli
chiede dell'elenco, probabilmente dedicato ai successi del governo nella lotta
alla mafia, che leggerà in linea con la liturgia del programma, risponde: «Mi
preparerò». Poi dice basta alle polemiche, «che non servono a nulla e a
nessuno, anzi fanno il gioco contrario dividendo il fronte della lotta alla
criminalità organizzata». «Quando ci si incontra nel nome di una civiltà
personale, e in più politica, vince il respiro calmo dell'intelligenza e della
democrazia», commenta Zavoli.
Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ringrazia Maroni «per la
sensibilità dimostrata» e segnala «il lavoro concreto svolto in questa
occasione da Ruffini». Soddisfatto anche il presidente Paolo Garimberti per il
raggiungimento di una soluzione condivisa, che peraltro aveva auspicato in cda
e pubblicamente. Dal consiglio, Nino Rizzo Nervo definisce «saggia» la scelta
di non votare l'ordine del giorno proposto da Giovanna Bianchi Clerici che
avrebbe "imposto" le modalità della replica di Maroni. L'unico "paletto",
replica la Bianchi Clerici, «era la presenza fisica del ministro». «Quando
vince il buon senso, ne guadagna il servizio pubblico», chiosa Antonio Verro.
Intanto, mentre a Vieni via con me si lavora in un clima più sereno alla
puntata di lunedì e sono migliaia le firme di sostegno a Saviano raccolte su
Facebook dal leader Idv Antonio Di Pietro e sul sito di Articolo 21, resta
aperto il fronte delle "ragioni della vita". Avvenire, i cattolici del Pd, un
centinaio di parlamentari di Pdl e Carroccio e anche il leader Udc Pier
Ferdinando Casini chiedono che la Rai dia voce a chi è contrario all'eutanasia,
dopo gli interventi di Beppino Englaro e Mina Welby in trasmissione.
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