ROMA - La pillola anticoncezionale non rappresenta un rischio per la salute della donna. Anzi, la protegge. A sostenerlo è uno studio inglese, durato 39 anni e pubblicato sul British Medical Journal 1, secondo i cui esiti essa riduce del 12% la mortalità in generale. Soprattutto quella correlata a malattie cardiovascolari e tumori di colon retto, utero e ovaie.
I ricercatori dell'Università di Aberdeen hanno iniziato a lavorare nel maggio del 1968 e con test semestrali hanno monitorato ogni anno lo stato di salute di 46.112 donne, analizzando i dati di mortalità offerti dai medici di medicina generale del servizio sanitario inglese. Nel 2007, al termine dello studio, sul totale dei casi analizzati in 39 anni, si sono registrati 2.864 decessi tra le 819.175 donne che facevano uso regolare di contraccettivi orali e 1.747 decessi fra le 378.006 che non ne facevano uso: in termini percentuali, insomma, ed esclusi i casi di morte violenta, fra chi prendeva la pillola risultava un tasso significativamente inferiore (il 12% circa) di decessi per ogni causa.
I ricercatori, analizzando i dati divisi per fascia d'età, hanno inoltre notato che mentre sul breve periodo (sotto i 30 anni) i rischi di malattia sono più alti per le utilizzatrici della pillola, la proporzione si inverte dopo i 50 anni. Questo, si legge nello studio pubblicato lo scorso giugno, dimostra che sul lungo periodo ci sono meno controindicazioni.
Il 73% dei ginecologi italiani è d'accordo con i ricercatori inglesi ed associa all'assunzione dei contraccettivi ormonali un migliore stato di salute. Tale è almeno il risultato del sondaggio condotto su 350 medici italiani tra ottobre e novembre 2010 e appena presentato a Milano al Congresso nazionale della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). L'82% del campione intervistato afferma inoltre che, in base alla propria esperienza, chi assume la pillola ha stili di vita più salutari. In particolare, i ginecologi sono convinti che le donne in cura con la pillola fumino di meno (l'89%), siano più propense a fare attività fisica (il 67%), non siano in sovrappeso (il 56%) e soffrano meno di malattie sessualmente trasmissibili (44%).
Sette medici italiani su dieci, infine, si sono detti convinti che la contraccezione ormonale migliori anche la fertilità. L'effetto "protettivo" dura nel tempo, secondo il 75% degli specialisti e l'81% si attende dati ancora più significativi nei prossimi anni grazie all'introduzione di formulazioni con progestinici di quarta generazione o l'estrogeno naturale. "Questi dati rappresentano una conferma nella pratica clinica di quanto era già stato rilevato dagli studi scientifici - dice Alessandra Graziottin, presidente del Congresso nazionale della Sigo - . In particolare, dall'importantissima ricerca pubblicata quest'anno sul British Medical Journal, che ha dimostrato come, nel lungo termine, le donne che hanno usato contraccettivi orali registrino una minore mortalità complessiva e godano di una migliore salute".
"I dati dello studio inglese ci confortano soprattutto perché sono riferiti a persone che l'hanno assunta anche molto tempo fa, quando le formulazioni erano ben più pesanti - dice Francesco Maria Primiero dell'Università la Sapienza di Roma -. Due milioni e mezzo di italiane oggi la utilizzano. E rispetto a quelle che l'hanno assunta in passato possono beneficiare di compresse con dosaggi ormonali ridotti, con meno effetti indesiderati come ritenzione idrica o aumento di peso".
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