iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per l'omicidio del marito.
Appello per la liberazione dei giornalisti tedeschi arrestati, aderisce anche
il campione Schumacher
TEHERAN - La condanna alla lapidazione per Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la
donna iraniana contro la cui sentenza di morte si è mobilitata la comunità
internazionale, potrebbe essere annullata. Lo ha dichiarato una "alta fonte"
del ministero della Giustizia iraniano all'agenzia iraniana Fars, citata dalla
France Presse.
"Tutto è possibile", ha detto il capo dell'apparato giudiziario della
provincia dell'Azerbaigian dell'Est, Malek Ajdar Sharifi, quando un giornalista
gli ha chiesto se la sentenza possa essere annullata. Secondo Sharifi
permangono "alcuni dubbi" circa le "prove" nel caso della donna, condannata a
morte per lapidazione nel 2006 per adulterio e per l'omicidio del marito.
Questi dubbi avrebbero ritardato una decisione finale sul caso della donna, che
ha provocato una forte mobilitazione internazionale da parte di associazioni
dei diritti umani, governi e stampa.
Rimangono intanto in carcere i due giornalisti tedeschi della Bild am Sonntag
che erano andati in Iran per intervistare il figlio di Sakineh, Sajjad. Un
centinaio di personalità tedesche, tra cui vari ministri, imprenditori e atleti
del calibro del campione di F1 Schumacher, sono scesi in campo per la loro
liberazione. In un appello - pubblicato dal settimanale Bild am Sonntag si
chiede il loro rilascio. "Devono essere liberati e ritornare in Germania il più
rapidamente possibile. Dedicherò tutti i miei sforzi" per questo obiettivo, ha
detto il
ministro degli Esteri Guido Westerwelle tra i firmatari con i 'colleghi' della
Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg, delle finanze, Wolfgang Schäuble, e del
Lavoro, Ursula von der Leyen. L'appello riporta le firme, tra gli altri, anche
dei leader dei partiti di opposizione - il socialdemocratico Sigmar Gabriel,
Green Jürgen Trittin e il capo della 'sinistra' Gregor Gysi - del presidente di
Deutsche Bank, Josef Ackermann, del numero uno di Deutsche Telekom, Rene
Obermann, di quello della Bmw. Tra i campioni dello sport, oltre a Michael
Schumacher, anche il calciatore Philipp Lahm. All'appello ha aderito anche il
Nobel per la Letteratura Herta Müller.
Ieri Sakineh ha parlato dal carcere di Tabriz 1, dove è detenuta, in una
conferenza stampa organizzata dalle autorità. Ha detto di aver chiesto al
figlio di fare causa ai due giornalisti tedeschi - che hanno disonorato lei ed
il Paese, sostiene - insieme ad altre persone, fra cui il suo avvocato, Mina
Ahadi, che dirige il comitato
Internazionale anti-lapidazione con sede a Colonia, e il suo complice
nell'omicidio del marito, Issa Tahe. Poco prima anche il figlio Sajjad aveva
parlato alla stampa internazionale, dicendo che sua madre è colpevole, ma
chiedendo che la sua condanna a morte venga commutata.
con repubblica.it
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