sabato 7 giugno 2008

Colpevoli di essere poveri, dunque condannati a morte

Colpevoli di essere poveri, dunque condannati a morte


Migranti in mare

«Siamo partiti mercoledì sera dalle coste libiche, eravamo più di cento, distribuiti su quattro barche»: i primi racconti dei 27 africani tratti in salvo giovedì al largo delle coste libiche dal motopesca "Ariete" delineano una tragedia dalle proporzioni ancora maggiori di quelle finora ipotizzate. I superstiti sono sbarcati sabato mattinaa Porto Empedocle da nave "Sirio" della Marina Militare. Con loro sono stati portati a terra anche i 13 cadaveri caricati sulla stessa unità militare.

Ma altri corpi sono stati restituiti nella notte dal mare. Due cadaveri sono stati recuperati da guardacoste della Guardia di Finanza in un tratto della spiaggia di Linosa e quindi trasferito a Porto Empedocle, mentre un secondo cadavere è stato individuato a 2 miglia a sud di Lampedusa. Difficile dire se anche questi due fossero sulle barche naufragate o su altri battelli. Ma poco cambia nella tragedia.

I migranti superstititi hanno incontrato un funzionario e un mediatore culturale dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. La ricostruzione dei superstiti, tutti dichiaratisi somali, conferma che i corpi recuperati dal pattugliatore non appartengono allo stesso barcone sul quale si trovavano, ma probabilmente a un'altra imbarcazione «gemella», sempre con 27 immigrati, che per alcune ore ha navigato di conserva con la loro. «A un certo punto - spiegano - abbiamo anche avuto una collisione a causa del mare grosso e abbiamo raccolto tre persone finite in mare che erano sull'altro battello. Poi ci siano persi di vista».

All'appello mancherebbero dunque tre dispersi, che erano sulla barca soccorsa dal peschereccio "Ariete", mentre mancano notizie dell'altro barcone con 24 persone, tra cui sei donne. Non è escluso che i 13 corpi recuperati, tutti maschi appartengano proprio a questo gruppo. Le altre due barche, con 26 persone ciascuna, sono riuscite invece a raggiungere Portopalo di Capo Passero.

La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto due distinte inchieste. Quella sui 13 cadaveri recuperati dal pattugliatore "Sirio" della Marina Militare è stata affidata al sostituto procuratore Antonella Pandolfi; del rinvenimento di due corpi sugli scogli di Linosa si sta occupando, invece, il sostituto Santo Fornasier. Il medico legale Gianfranco Pullara, nominato dalla Procura, ha già eseguito l'ispezione sui 13 cadaveri. «Gli immigrati - ha detto il medico legale - sono deceduti tutti per annegamento. I segni dell'asfissia sono evidenti»


Secondo il blog di Gabriele Del Grande (autore di un libro sui viaggi della morte) sarebbero oltre 2600 negli ultimi dieci anni i migranti morti sulla via per l'Italia e oltre 12mila in vent'anni quelli deceduti mentre tentavano di arrivare in Europa.

l'Unita

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