acque di Garden Island
«L'unica cosa importante - avrebbe confessato l'anonimi eroe - è che la
ragazza stia bene»
MILANO - Lo squalo l'ha azzannata più volte ai fianchi e a un'anca. Solo
l'intervento prodigioso di un compagno di snorkeling, che ha tirato la coda al
pericoloso pescecane facendolo scappare, ha evitato una tragedia più grande. In
queste ultime ore i quotidiani e i media australiani stanno celebrando come un
eroe l'anonimo sub che ha salvato la vita alla diciannovenne Elyse Frankcom. La
ragazza, che sabato scorso guidava un gruppo di nuotatori alla ricerca di
delfini nelle acque che costeggiano Garden Island, isola che si trova a una
cinquantina di chilometri da Perth, è stata attaccata da uno squalo bianco,
lungo tre metri, che l'ha ferita gravemente. Dopo l'incidente, la diciannovenne
è stata prontamente soccorsa e trasferita in elicottero al Royal Perth
Hospital. Domenica la Frankcom ha subito un'operazione. Adesso le sue
condizioni sembrano stabili e non è in pericolo di vita.
IL RACCONTO - I testimoni che accompagnavano la Frankcom in questo tour marino
hanno raccontato alla stampa gli attimi di terrore vissuti dalla comitiva. Il
gruppo che procedeva nelle acque dell'Oceano Indiano era accompagnato da due
delfini che nuotavano a fianco della guida. A un certo punto quest'ultima ha
incrociato lo squalo bianco che si è avventato contro di lei procurandole
profonde ferite. Uno dei compagni di snorkeling ha afferrato e tirato la coda
del pescecane e lo squalo si è dileguato. Dopo la fuga del pescecane il sub ha
soccorso la diciannovenne: «La ragazza cominciava ad affondare e lui l'ha
raggiunta, l'ha riportata in superficie e poi l'ha caricata sulla barca - ha
dichiarato Frank Pisani, uno dei soccorritori arrivato sul luogo dell'incidente
- È sicuramente grazie a lui che questa disavventura non si è trasformata in
una tragedia».
NESSUNA INTERVISTA DEL SOCCORRITORE - Samantha, sorella della Frankcom, ha
fatto sapere che la diciannovenne sta bene: «Elyse ha un ottimo umore - ha
dichiarato a un quotidiano - .Continua ad amare il mare. Non è affatto
spaventata e vedrete che presto tornerà ad immergersi nell'Oceano. Questa è la
sua passione da quando era piccola». D'altronde, qualche settimana fa, sulla
sua pagina di Facebook, Elyse parlando del pericolo squali nelle acque
australiane aveva commentato: «Se un giorno fossi attaccata da uno squalo,
morirei felice perché perderei la vita mentre sto facendo ciò che amo». Da
parte sua l'anonimo sub non ha rilasciato interviste e soprattutto non ha
voluto rendere nota la sua identità: «L'unica cosa importante - sembra aver
confessato ai compagni d'avventura - è che la ragazza stia bene». Non è la
prima volta che in queste acque si verifica l'attacco di uno squalo. Nel 2008,
Brian Guest, un pescatore cinquantunenne, fu assalito e ucciso da uno squalo
bianco mentre nuotava al largo dell'isola. Tre mesi fa un altro squalo bianco
ha attaccato il surfista Nicholas Edwards, a Gracetown, morto dissanguato poche
ore dopo. Negli ultimi 50 anni gli attacchi degli squali nelle acque
australiane hanno fatto 53 vittime.
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