sabato 4 dicembre 2010

La nuova veste sacra di Nina Hagen Ora la regina del punk canta Gesù

In Italia l'artista berlinese arriverà il 3 dicembre all'Auditorium Parco
della Musica di Roma, per presentare il nuovo album "Personal Jesus": "Sono
felice di annunciare il Vangelo ma proporrò anche i vecchi successi"

La nuova veste sacra di Nina Hagen Ora la regina del punk canta Gesù Nina
Hagen
ROMA - Ci sono persone che servono a fare le esperienze del mondo intero.
Persone che girano come un disco sul pianeta, provando cose che la maggior
parte dei terrestri sfiora senza toccare. Nina Hagen è una di queste. L'artista
berlinese torna adesso a cantare in Italia - sarà all'Auditorium Parco della
Musica di Roma il 3 dicembre alle 21 -, e va vista. Ascoltare un suo cd può
essere riduttivo se ci si limita a sentirne i suoni. Lei, a 55 anni, è ancora
l'essenza di un linguaggio e di un messaggio che ruota sulla console del mondo
da mezzo secolo. Incoerente perché sperimentale. Non si può sperimentare
ripetendo le stesse cose. E Nina Hagen non ha mai avuto la stessa forma. E'
scappata dal muro che divideva in due la sua città, e dopo averlo fatto, ha
provato tutto il resto.


Il settimanale britannico Melody Maker la definì "il più importante contributo
alla cultura pop tedesca dai tempi di Brecht". Dal suo primo album in piena
epoca punk nel 1978 fino a oggi, Nina Hagen ha fatto sempre parlare di sé e la
musica è stata solo uno dei tanti aspetti con cui ha descritto il mondo. Il
"terrore della borghesia", la regina della rockszene tedesca, fuggita da
Berlino Est, dove viveva con il patrigno Wolf Biermann, cantautore dissidente,
la Hagen fu accusata di comportamento antisociale dovuto alle sue
contestazioni contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia. Andò a Londra,
passò del tempo con i Sex Pistols e Vivienne Westwood. Poi continuò a
spostarsi. Finì ad Amburgo, a Amsterdam, in India.

E girando la Hagen è stata punk, è stata aggressiva e romanica, si è truccata
e struccata, si è scollata e rivestita, è stata bionda e nerissima, ha detto e
scritto su politica e cultura, non si è piegata alle convenzioni, non ha avuto
limiti. Ha fatto l'amore e dichiarato dopo anni di non provare 'più gusto nel
farlo'. Ha dato scandalo, ha rivelato di credere agli Ufo, di interessarsi
all'esoterismo e di ispirarsi ai movimenti religiosi orientali. Si è sciolta
sotto il sole californiano, è diventata mamma (a Los Angeles, nell'81, ha avuto
la prima figlia, Cosma Shiva, con il chitarrista olandese Ferdinand Karmelk. Il
secondo figlio Otis è nato a Ibiza dall'attore Franck Chevallier), ha fatto
cinema, scritto le sue memorie già nel 1988 e messo al mondo diciassette
dischi.

Da "Nina Hagen Band" nel 1978 a "NunSexMonkRock" (1982), da "Nina Hagen In
Ekstacy" (1985) a "Punk Wedding" (1987) ispirato alle sue nozze con un punk di
16 anni (lei ne aveva 31), fino a "Street" (1991) e "Return of the Mother"
(2000), non si è mai fermata, ha svolazzato pesante su punk, rock, jazz,
gospel. L'unica pausa gliel'hanno concessa i figli e gli anni che dedicato a
farli crescere. Una volta grandi e fuori casa, la Hagen è ripartita.

Ora ha completato un giro e ha deciso di avvicinarsi alla religione cristiana,
di ritrovare dio, o quello che significa per lei, e ha pubblicato "Personal
Jesus", l'album uscito a settembre, cantato in inglese e che presenterà
all'Auditorium di Roma. Un disco gospel, ma alla Nina Hagen. Con la sua
rivisitazione del brano dei Depeche da cui l'album prende il nome ma non il
senso, fino alla rilettura della canzone politica di Woody Guthrie "All You
Fascists Bound To Lose". Il tour di Nina Hagen ha già toccato quasi tutta
Europa, compresa la Germania e la Spagna, l'Ungheria, la Francia (dove ha
cantato alla Cité de la Musique di Parigi) e la Repubblica Ceca.

"Sono felice di annunciare il Vangelo con la mia musica gospel e le mie
canzoni - ha detto l'artista berlinese -, ma a Roma proporrò anche i miei
vecchi successi. Però attenzione, io non sono un juke box. Con la mia band
suoneremo fin quando ce la faremo: oltre due ore e anche di più", ha
continuato. Per poi concludere: "Il rock al femminile secondo me sarà sempre
più nel segno della pace, della verità e della bellezza".

Nina Hagen non è affatto stanca. Non è una leggenda che dopo un concerto fu
operata alle corde vocali per averle sforzate oltre il limite. E' semplicemente
così. Si trucca ancora e dal vivo è esplosiva. Parla forte, ha voglia di
cantare. Dice di non sopportare Angela Merkel "perché è come George Bush: manda
soldati in guerra e costruisce nuove centrali nucleari". E se il suo pubblico è
cresciuto, cambiando generazione e abiti, ai suoi concerti ora si uniscono la
vecchia guardia e i coetanei dei suoi figli. Nina Hagen ha girato correndo sul
pianeta e il pianeta in cambio, ogni tanto ha la possibilità di fermarsi a
guardarla.
con repubblica.it

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