La guerra a colpi di dossier e file riservati si sposta dal versante delle
diplomazie a quello informatico. Il sito Wikileaks è stato oscurato, ma dopo
alcune ore di black-out è tornato raggiungibile a altri indirizzi. Alle 14
Assange risponde ai lettori sul Guardian.
«Il dominio è stato ucciso dagli Stati Uniti», è l'accusa lanciata da
Wikileaks sulla sua pagina Twitter. Dall'alba fino a metà mattinata non è stato
possibile collegarsi al sito. Anche in Europa il sito non è raggiungibile, se
non all'indirizzo diretto IP (213.251.145.96) o al nuovo indirizzo www.
wikileaks.ch . Secondo il sito della tv americana Cnbc, il provider che forniva
il dominio wikileaks.org, EveryDNS.net, ha reso noto in una dichiarazione di
aver interrotto la fornitura del dominio a Wikileaks.org alle 22 di ieri (ora
della costa orientale americana).
«Il servizio è stato interrotto per violazione della clausola che afferma 'il
membro non deve interferire con l'utilizzo o la fruizione del servizio da parte
di un altro membro o con l'utilizzo e la fruizione di servizi simili da parte
di un altro soggettò». «L'interferenza - prosegue la nota - sorge dal fatto che
wikileaks.org è diventato l'obiettivo di numerosi e diffusi attacchi di rifiuto
di servizio (DDOS). Questi attacchi hanno minacciato (e quelli futuri
potrebbero minacciare) la stabilità dell'infrastruttura di EveryDNS.net, che
premette l'accesso a quasi 500.000 altri siti web».
Intanto Wikileaks cerca casa; e l'avrebbe trovata in un bunker dentro una
montagna svedese, o meglio nel server protetto dal bunker. Mentre una parte del
traffico passerebbe dalla Francia, sul server della società Ovh. Il sito di
Julian Assange (lui stesso ricercato ormai a livello internazionale) è stato
buttato fuori da Amazon.Com e anche Tableau Software, una compagnia che offre
visualizzazione pubblica di dati, ha tolto dal suo sistema i famigerati
dispacci delle ambasciate Usa nel mondo. In ambo i casi, la decisione è stata
presa per le specifiche pressioni del senatore statunitense Joe Lieberman,
presidente della Commissione del Senato Usa sulla sicurezza nazionale. In ambo
i casi le compagnie hanno spiegato che Wikileaks non ha rispettato i termini
del contratto circa l'uso «responsabile» dello strumento offertogli.
D'altra parte l'agenzia Usa per la Sicurezza Sociale, osserva oggi il
quotidiano britannico Guardian (uno dei 5 organi di stampa internazionali che
stanno pubblicando i file segreti delle ambasciate) ha persino informato i suoi
dipendenti che anche leggere i cablogrammi in questione potrebbe configurarsi
come un reato. Solo che impedire al pubblico di vedere i documenti in questione
non è per nulla cosa facile, osserva il Guardian. Intanto ci sono i file che
vengono analizzati e resi pubblici man mano dalle 5 grande testate con cui
Wikileaks si è associata per questa operazione (anche New York Times, El Pais,
Le Monde e Der Spiegel). In secondo luogo i file possono essere trovati in rete
usando Google o il servizio di file sharing Bittorrent. Secondo diverse fonti,
poi, Wikileaks avrebbe trovato una nuova "casa": un bunker della guerra fredda
dentro una montagna svedese, ovvero la sede della compagnia Bahnhof, vicino a
Stoccolma (lo scrivono Forbes, la Associated Press e il sito norvegese VG
Nett).
Secondo la rivista tecnologica dell'università di Boston, la MIT, i tentativi
di bloccare Wikileaks «hanno obbligato i fedeli di Assange a spostare il sito
in un centro dati fortificato da guerra fredda, un bunker anti nucleare chiuso
nella roccia, letteralmente. Il centro dati ospiterà il materiale di WikiLeaks
a 30 metri sotto terra, nel centro di Stoccolma». «Il server ha un'unica
entrata e porte di acciaio spesse mezzo metro, oltre a generatori di backup
presi da sottomarini tedeschi» aggiunge la rivista. Anche il mondo virtuale ha
bisogno di salvaguardie ben materiali.
con lastampa.it
Nessun commento:
Posta un commento