Wikileaks è "scomparso" per sei ore dalla Rete. O meglio: dalle 4 del mattino
(ora italiana) il dominio originario del sito di Julian Assange (wikileaks.org)
è stato rimosso e la pagina web è rimasta accessibile solo attraverso un
indirizzo IP. In una dichiarazione ufficiale, il provider americano EveryDNS.
net ha reso noto di aver interrotto la fornitura del dominio alle 22 di giovedì
(ora della costa orientale americana). Al sito ora si può di nuovo accedere
attraverso wikileaks.ch, un host svizzero che rimanda comunque sempre
all'indirizzo IP. La mossa di EveryDNS.net ha fatto andare su tutte le furie la
squadra di Assange, che tramite Twitter, punta il dito contro gli Stati Uniti.
«Il dominio Wikileaks.org è stato ucciso dagli Usa», si legge.
«TROPPI ATTACCHI» - EveryDNS.net, uno dei più grandi provider che forniscono
gratuitamente domini Internet, spiegando che wikileaks.org è finita nel mirino
di una massiccia offensiva di pirateria informatica. «Il servizio è stato
interrotto - afferma EveryDNS.net - per violazione della clausola che afferma
"il membro non deve interferire con l'utilizzo o la fruizione del servizio da
parte di un altro membro o con l'utilizzo e la fruizione di servizi simili da
parte di un altro soggetto"». «L'interferenza - prosegue la nota - sorge dal
fatto che wikileaks.org è diventato l'obiettivo di numerosi e diffusi attacchi
di rifiuto di servizio (DDOS). Questi attacchi hanno minacciato (e quelli
futuri potrebbero minacciare) la stabilità dell'infrastruttura di EveryDNS.net,
che premette l'accesso a quasi 500.000 altri siti web». Il provider ha detto di
aver mandato un messaggio 24 ore prima della sospensione del servizio,
affermando che «ogni inattività del sito wikileaks.org deriva dalla sua
incapacità di usare un altro provider di servizi DNS (Domain Name System)».
SFRATTATO ANCHE DA AMAZON - In precedenza, Wikileaks era stato sfrattato dai
sistemi di Amazon e da Tableau Software, la compagnia che aveva realizzato e
pubblicato i grafici dei cablogrammi diplomatici Usa. Amazon ha motivato il
provvedimento con la violazione del contratto per quanto riguarda l'uso
«responsabile» degli strumenti, ma ha negato che sia dovuto a pressioni
politiche o agli attacchi informatici che, ha sottolineato, «erano stati
respinti con successo». Joe Lieberman, presidente della Commissione del Senato
americano sulla sicurezza nazionale, aveva chiesto chiarimenti sui legami tra
Amazon e Wikileaks. Tableau Public, un servizio gratuito che permette di
mettere in Rete grafici e dati, ha spiegato che si è trattato di una decisione
«non facile» presa in considerazione del fatto che il sito di Assange «non
aveva il diritto di divulgare» quei file. Tuttavia, Tableau ha ammesso che le
pressioni esercitate da Lieberman hanno avuto un ruolo. Secondo indiscrezioni
di stampa, Wikileaks avrebbe trovato ospitalità presso un server che opera da
un bunker sotto una montagna della Svezia.
con corriere.it
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