MILANO - Gli investigatori non hanno nessun dubbio sul fatto che il diacono
Luca Seidita, 29 anni, originario di Lecce, trovato morto martedì sera nei
pressi della Rupe di Orvieto, si sia tolto la vita. In una lettera scritta al
computer e lasciata nella sua camera il giovane ha spiegato di essersi tolto la
vita a causa del diniego all'ordinazione ricevuto direttamente dal Vaticano.
«Volevo diventare sacerdote e tutta la mia vita è stata dedicata a questo, ma
mi è stato negato», ha scritto Luca. Secondo la Santa Sede il diacono «non era
maturo» per diventare sacerdote. A riferirlo è ora il vescovo di Orvieto,
monsignor Giovanni Scanavino, parlando di «divergenze di valutazione» con i
dicasteri romani. «Per me era pronto a diventare prete», ha sottolineato
Scanavino.
IL «NO» DELLA SANTA SEDE - Il giovane diacono (online un suo articolo sulla
vocazione) era stato chiamato al palazzo vescovile per svolgere le funzioni di
segretario del vescovo, in attesa dell'ordinazione, prevista nei prossimi
giorni. Ma proprio martedì la Santa Sede aveva fermato la cerimonia. E la
vicenda era stata oggetto di un comunicato diffuso dalla diocesi. «Sua
Eccellenza Mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi - informa
l'ufficio stampa della diocesi - ha comunicato che "l'ordinazione sacerdotale
del diacono Luca Seidita, prevista per il 7 dicembre prossimo, è stata sospesa
e rimandata per diretto intervento della Santa Sede. Le ragioni saranno presto
oggetto di chiarificazione e discernimento ecclesiale. Preghiamo perché don
Luca - conclude la nota - si possa presto riprendere da questa grande prova"».
PROBLEMI LEGATI ALLE SUE AMICIZIE - Secondo monsignor Scanavino, ci sarebbero
problemi legati alle sue amicizie alla base dell'esclusione di Luca Seidita da
alcuni seminari. Il vescovo di Orvieto esclude invece di essere stato a
conoscenza che il diacono fosse omosessuale. Né un tale aspetto - ha aggiunto
il vescovo - emerge dai documenti in possesso dei seminari che Seidita ha
frequentato. «Nel periodo trascorso a San Venanzo - ha spiegato il presule - il
diacono aveva recuperato voglia nello studio e di fare». Il vescovo ha quindi
nuovamente escluso di avere notato qualcosa di insolito nel comportamento del
giovane nel periodo trascorso con lui. Il procuratore della Repubblica di
Orvieto, Francesco Novarese, ha riferito che Seidita non ha mai avuto problemi
con la giustizia.
VOLO DI 30 METRI - Seidita si è lanciato martedì sera, tra le 21,30 e le 22,
dalle mura medievali di Orvieto, da un'altezza di 30 metri. A trovare il corpo
è stato un passante che portava a spasso il cane. I primi accertamenti
avrebbero evidenziato sul cadavere lesioni dovute alla caduta ma non segni di
violenza di altro tipo. La salma è comunque a disposizione della magistratura,
che in giornata deciderà sull'autopsia.
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