di Massimo Mezzetti*
Un vecchio adagio popolare recita "altezza è mezza bellezza". Parafrasandolo, oggi c'è chi potrebbe dire "negrezza è mezza colpevolezza"! E sì, questo sembra affermarsi nell'opinione pubblica e, cosa più grave, anche fra quanti dovrebbero essere preposti alla garanzia dell'ordine pubblico e delle leggi dello Stato. Il gravissimo fatto di cronaca che ha visto per protagonisti i vigili della Polizia Municipale di Parma. Questi ultimi si sono accaniti contro lo studente di colore Emmanuel Foster Bonsu, reo di essersi trovato nei paraggi di una operazione antidroga.
E' giusto che vengano svolti tutti i riscontri necessari rispetto alle versioni offerte dai protagonisti di questa triste vicenda. A due giorni dall'accaduto emerge però, comunque, un quadro che inquieta e certamente evidenzia gravi zone oscure rispetto all'operato della Polizia Municipale la quale per prima alimenta dubbi e perplessità nella sua contraddittoria ricostruzione. Il grave fatto ripropone con evidenza la sciaguratezza dell'equazione "immigrato=clandestino=delinquente" che nel tempo si è affermata nell'immaginario collettivo.
Ma non è di questo che voglio parlare. Si sono riempite le pagine d'inchiostro in questi giorni e non aggiungerei nulla di nuovo a quanto già scritto e detto.
Quello che mi preme invece sollevare è il tema che si propone dopo Parma e l'altro episodio simile assurto alle cronache e accaduto a Termoli nel corso dell'estate. Protagonisti sempre i Vigili Urbani locali che hanno rinchiuso a forza nel baule dell'auto di servizio un venditore abusivo immigrato.
Il decreto-legge del 23 maggio 2008 , n. 92, quello delle "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica" che ha ricevuto il plauso, per primi, dei sindaci del centro sinistra, prevede i maggiori poteri in capo ai sindaci e, all'art. 7, la "Collaborazione della polizia municipale nell'ambito dei piani coordinati di controllo del territorio". In sostanza, il decreto, dilata competenze e funzioni della Polizia Municipale, alle dipendenze dei Sindaci, fino ad avvicinarle, con una forzatura d'interpretazione, quasi a quelle degli organi della Polizia di Stato. Questo però avviene in quadro di totale carenza legislativa in merito ai criteri di reclutamento e addestramento degli agenti della P.M. i quali sono ancora soggetti alle normative dei semplici dipendenti comunali. Io credo che si sia in modo errato snaturata la missione originaria dei corpi di Polizia Municipale. Si è teso a rafforzare numericamente il controllo del territorio attraverso l'introduzione surrettizia di una "quarta" forza di polizia che però non è soggetta ai criteri di legge a cui sono sottoposte le forze di Pubblica Sicurezza (PS, Carabinieri e GdF). Da qui il rischio di degenerazioni e di manifestazioni di mancanza di professionalità. In sede di conversione di legge parlamentare si dovrebbe prestare maggiore attenzione a questo aspetto ed è l'invito che dobbiamo rivolgere alle forze di opposizione presenti in Parlamento che, al contrario, sembrano civettare col governo in merito a queste tendenze. Altrimenti Termoli e Parma rischiano di essere solo l'inizio di una pericolosa deriva.
*Coordinamento Nazionale SD
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