MILANO - Il «Koran Burning Day» preoccupa il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. La proposta di bruciare il Corano in occasione dell'11 settembre, anniversario dei tragici attacchi terroristici che nel 2001 causarono numerose vittime innocenti e ingenti danni materiali, è stata stigmatizzata in un comunicato diffuso alla sala stampa vaticana. «A quei deprecabili atti di violenza, infatti, non si può porre rimedio - si legge - contrapponendo un gesto di grave oltraggio al libro considerato sacro da una comunità religiosa. Ogni religione, con i rispettivi libri sacri, luoghi di culto e simboli ha diritto al rispetto ed alla protezione: si tratta del rispetto dovuto alla dignità delle persone che vi aderiscono ed alle loro libere scelte in materia religiosa». All'iniziativa di Terry Jones, pastore di una chiesa evangelica a Gainesville, in Florida, che ha indetto per l'11 settembre, nono anniversario dell'attacco alle torri gemelle, la «Giornata internazionale del Rogo del Corano» invitando i fedeli a bruciare copie del libro sacro dei musulmani, il Pontificio consiglio ribatte con la riflessione che il ricordo dell'11 settembre impone. «Rinnova, anzitutto i sentimenti di solidarietà con quanti sono stati colpiti dagli orrendi attacchi terroristici, sostiene il Pontificio Consiglio. «A tali sentimenti si unisce la nostra preghiera per essi e per i loro cari che hanno perso la vita», si legge ancora. «Tutti i responsabili religiosi e tutti i credenti sono chiamati anche a rinnovare la ferma condanna di ogni forma di violenza, in particolare quella compiuta in nome della religione».
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DIRITTO AL RISPETTO - Ma, afferma il dicastero vaticano: «Ogni religione, con i rispettivi libri sacri, luoghi di culto e simboli ha diritto al rispetto ed alla protezione: si tratta del rispetto dovuto alla dignità delle persone che vi aderiscono ed alle loro libere scelte in materia religiosa». Citando poi parole di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI sull'argomento, il Pontificio Consiglio ribadisce che «tutti i responsabili religiosi e tutti i credenti sono chiamati anche a rinnovare la ferma condanna di ogni forma di violenza, in particolare quella compiuta in nome della religione». Il Pontificio Consiglio, definendo la proposta di bruciare il Corano un «gesto irresponsabile e immorale che non aiuta il dialogo interreligioso», ha fatto riferimento a Papa Giovanni Paolo II che, in passato, ebbe ad affermare: «Il ricorso alla violenza in nome di una credenza religiosa è una perversione degli insegnamenti stessi delle maggiori religioni». E sua Santità il Papa Benedetto XVI ha dichiarato che l'intolleranza e la violenza non possono mai essere giustificate come risposte alle offese, perché non sono compatibili con i sacri principi della religione».
IL DIRITTO DI FARLO - A New York interviene il sindaco Michael Bloomberg. Ha definito la proposta del pastore Terry Jones un'azione «disgustosa». Ma ha anche sostenuto che il pastore battista che ha minacciato tale iniziativa «ha il diritto di farlo». Bloomberg ha detto di essere sicuro che il pastore non gradirebbe l'atto di veder bruciato un libro che considera sacro. «Ma la sua azione è protetta dal diritto alla libertà di espressione - ha aggiunto il sindaco di New York - non possiamo applicare tale diritto solo alle situazioni che approviamo».
LA CONTRAPPOSIZIONE - La «Giornata internazionale del Rogo del Corano» è condannata senza mezzi termini dall'arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako e dall vicario caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. In un messaggio diffuso in occasione di Eid al-Fitr, mons. Sako, nel presentare ai «fratelli musulmani» di Kirkuk, i migliori auguri, per la fine del Ramadan, condanna «l'appello del pastore Terry Jones a bruciare copie del Corano. Condanniamo questo gesto come irresponsabile e immorale, una violenza non solo nei confronti della religione islamica, ma di tutte le religioni. La posizione di questo pastore è individuale e non rappresenta in alcun modo la posizione dei cristiani». Altrettanto ferma è la posizione di mons. Warduni, che, preoccupato che tale gesto possa innescare una ulteriore spirale di violenza contro i cristiani, ha dichiarato di «condannare fermamente l'iniziativa di Jones. Noi cristiani crediamo in un mondo di amore perchè Dio è amore e quindi mi auguro che la condanna per tale iniziativa sia unanime». «Bruciare il Santo Corano - ha aggiunto - può solo portare ad incomprensioni e divisioni tra le religioni ed i popoli mentre invece compito dell'Uomo è unire e non separare, Noi non ci stancheremo mai di predicare la pace e l'amore per Dio e tra tutti gli uomini»
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