Il j'accuse, pubblicato dalla sconosciuta casa editrice «Chronica Editorial» dopo il rifiuto di tutte le case editrici interpellate (in Spagna vige tutt'oggi il blackout, tranne rarissime eccezioni, su tutto ciò che critica la Monarchia), è lungo 239 pagine: 128 dedicate alla futura sovrana, quelle precedenti riservate alla Corona e alla stirpe dei Borboni. Ma il vetriolo abbonda. A cominciare dal VI capitolo. Titolo: «Letizia Ortiz, la Cenerentola rossa». Il pezzo forte è un presunto rapporto dei servizi segreti su di lei datato 2003, quando ancora la sua liaison con il principe era segreta.
Quando frequentava il liceo - dove conobbe il primo marito, il suo insegnate di letteratura, con cui convisse 11 anni prima del divorzio, nel 2000 - Doña Letizia «venne arrestata per possesso di hashish. Una volta all'università, entrò in contatto con gruppi di estrema sinistra mentre si affiliava al partito socialista e al sindacato della Rosa Ugt, lo stesso dove militava la madre, infermiera». Molto dirompente anche il capitolo VIII: «I segreti meglio custoditi di Letizia Ortiz». Dopo la laurea in giornalismo, la Cenerentola si trasferisce a 23 anni in Messico. Qui adora la tequila, fa il tifo per il SubComandante Marcos, il leader della guerriglia zapatista, diventa amica del pittore cubano Saavedra e intima pure del cantante del gruppo rock Maná, Fher.
Il pittore la dipinge nuda in un quadro, immersa nell'acqua fino all'ombelico e usa il ritratto osé per la copertina di un celebre cd della band, Sueños liquidos. Sempre nello stesso periodo, Letizia resta incinta e decide di abortire nell'ospedale Medica Sur di Mexico D.F.: era il '96 e all'epoca l'interruzione volontaria della gravidanza era vietata. Non solo: per evitare futuri problemi, si fa legare le tube - una sterilizzazione femminile reversibile, tanto che nel 2005 e 2007 partorirà due figlie. Entrata nella tv di Stato, la futura moglie di Felipe non nasconde le sue idee progressiste. «Una delle sue migliori amiche ricorda che la principessa criticava il re Juan Carlos perché sciupafemmine e dell'erede al trono diceva che non era il suo tipo, mancava di preparazione - scrive Cunill -. E ai suoi compagni di lavoro ricordava sempre che lei era repubblicana».
C'è anche il giallo di una foto introvabile, forse scattata durante una manifestazione contro l'intervento della Spagna nella guerra d'Iraq, in cui Letizia è avviluppata in una bandiera tricolore della II Repubblica, il legittimo governo abbattuto dal golpe di Franco. «Le regine di Spagna non devono avere passato», avvertiva il compianto Don Juan de Borbón, padre del monarca. Letizia ce l'ha. E comincia a saltar fuori.
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