«Un programma che vive di calcio, ma dove il calcio vero non si vede - spiega la conduttrice -. Sempre con il nostro stile tra tecnica e ironia. Vorrei che fossimo presi ad esempio da tanti tifosi, perché il calcio è anche divertimento e bisogna sdrammatizzare».
Aggiunge: «Quest'anno abbiamo portato avanti la teoria delle idee low cost, che non sono meno importanti di quelle fatte con grandi mezzi, ma la Rai ci ha chiesto questo sforzo e allora ho pensato di utilizzare lo slogan minima spesa/massima resa. Useremo delle risorse dell'azienda non sfruttate».
Parla anche di «X Factor», Simona Ventura e ne ha per Elio (delle Storie Tese) e la Sony. Rivendica la sua parte nel successo del talent show di cui è stata giudice e dice: «Anche Elio che ha tanto la puzza sotto il naso, dovrebbe ricordare che è entrato in un programma cult che è diventato tale nei primi due anni», quando c'era lei. Poi ribadisce la propria contrarietà alla gestione degli artisti da parte di una major come la Sony: «Avevo chiesto che ci fosse una casa discografica indipendente ad occuparsi unicamente di "X Factor" perché se una casa discografica lancia un cantante a settimana è ovvio che non crescono i precedenti».
Si concede una battuta sugli sms dei telespettatori che scorrevano a «Quelli che il calcio». Si è scoperto che venivano inviati anche da parenti e amici per comunicare con i detenuti al 41 bis: «Quest'anno non ci saranno sms, useremo la videochat, ovviamente ci sarà un filtro. E speriamo bene. Non pensavo che nel carcere duro ci fosse la tv. Ma è anche vero che in televisione ci sono dei programmi che sono un vero supplizio...».
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