MILANO - «Le mie figlie sono come due angioletti, tutt'e due». Nell'incidente
probatorio del 19 novembre Michele Misseri racconta la sua verità sulla morte
della nipote Sarah Scazzi e conferma le accuse nei confronti della figlia,
Sabrina. Ma allo stesso tempo parla di una famiglia unita.
«NON HO MAI TOCCATO I MIEI FIGLI» - «Mi vogliono bene... Cioè, come vi devo
spiegare? Vogliamo bene uno con l'altra. Per questo ho detto che io i miei
figli non li ho mai toccati e non ho mai...». «Non ha mai dato le botte?»
incalza il gip Martino Rosati. «Mai» risponde l'agricoltore. Misseri dice di
aver rivelato a don Saverio, cappellano del carcere, che ad uccidere Sarah è
stata Sabrina molti giorni prima di averlo riferito ai magistrati. «Che cosa le
ha detto?» chiede Daniele Galoppa, difensore di Michele Misseri. «Ha detto: se
non dici la verità, mai ti passerà quello che hai nello stomaco. Perché se non
dici la verità devi fare i conti con Dio quando sarà...». Ancora l'avvocato
Galoppa: «Oggi, guardandoti indietro, chiederesti perdono a Sarah di quello che
comunque tu hai fatto, cioè di averla occultata, di non aver fatto emergere
subito la verità?». Risponde zio Michele: «Certo che l'avrei fatto, mi facevo
perdonare».
«MIA MOGLIE VORRÀ IL DIVORZIO» - Il pm Mariano Buccoliero chiede a Misseri una
spiegazione sull'ultima versione che ha fornito agli inquirenti, quella del 5
novembre in cui accusa la figlia dell'omicidio. «Quando ha preso questa
decisione di accusare sua figlia Sabrina dell'omicidio? Perché ha maturato
questa cosa in carcere? Che cosa è cambiato?» chiede Buccoliero. «Perché dovevo
fare tanti anni se una cosa io non l'ho fatta?» risponde l'agricoltore,
detenuto nel carcere di Taranto dal 7 ottobre. Misseri esclude che la moglie
Cosima Serrano potesse essere a conoscenza dei fatti. Dopo l'arresto, chiede il
gip Rosati, «ha mai avuto preoccupazione per i suoi familiari?». «Eh,
preoccupazione - è la risposta -, mia moglie sicuramente farà il divorzio e i
miei figli non mi potranno vedere mai per tutta la vita».
«DAVANO DA MANGIARE AI GATTI» - Il procuratore aggiunto Pietro Argentino
chiede a Misseri se Sarah fosse mai andata nel garage prima dell'omicidio.
«Scendevano Sabrina e Sarah perché là avevamo pure il mangiare dei gatti -
risponde l'agricoltore -. Cioè avevamo i gatti e scendevano. Delle volte
andavano sopra per spandere la biancheria». Il magistrato, parlando del garage
in cui sarebbe stata uccisa Sarah Scazzi, incalza: «Ma lei l'ha mai vista da
sola Sarah in quel garage?». «Si, qualche volta ci andava da sola». «E che
andava a fare?». «Portava il mangiare ai gattini; la mandava Sabrina e andava».
Misseri dice che stava dormendo quando Sabrina lo chiamò il 26 agosto
chiedendogli di scendere nel garage perché aveva combinato un guaio. Lì l'uomo
ha trovato Sarah a terra con una cintura stretta intorno al collo.
«GIOCHI PERICOLOSI» - Misseri ha dunque ribadito che è stata Sabrina a
uccidere la nipote, ma al tempo stesso ha cercato di alleggerire la posizione
delle ventiduenne parlando di un possibile gioco finito male. «Perché quando
sono sceso giù ho visto che le scarpe sono andate più giù, senz'altro dico
quella, quando è scivolata, l'ha tirata così e la cinta si è... ma non era la
prima volta che giocavano così, che io dicevo sempre che era pericoloso, ma non
con la cinta però, con altre cose». «Che giochi pericolosi facevano?» chiede il
gip Rosati. Risposta: «Sempre giochi a cavallo o... a cavallo mo' intendo dire
che mettevano la corda e camminavano».
con corriere.it
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