domenica 12 ottobre 2008

Biografia del giorno: Eugenio Montale

Giorno per giorno i profili di star, miti e personaggi famosi che si sono meritati un posto nella nostra storia oggi: 12/10/08 » S. Serafino
Homepage
 
Eugenio Montale 12 ottobre 1896
12 settembre 1981
L'incessante ricerca poetica

Eugenio Montale
Eugenio Montale, uno dei massimi poeti italiani, nasce a Genova il 12 ottobre 1896 nella zona di Principe. La famiglia commercia prodotti chimici (il padre era cuoriosamente fornitore dell'azienda dello scrittore Italo Svevo). Egenio è ultimo di sei figli.
Trascorre l'infanzia e la sua giovinezza tra Genova e lo splendido paese di Monterosso al Mare, nelle Cinque Terre, dove la famiglia è solita recarsi in vacanza.
Frequenta l'istituto tecnico commerciale e si diploma in Ragioneria nel 1915. Tuttavia Montale coltiva i propri interessi letterari, frequentando le biblioteche della sua città e assistendo alle lezioni private di filosofia della sorella Marianna.

La sua è una formazione da autodidatta: Montale scopre interessi e vocazione attraverso un percorso senza condizionamenti. Le lingue straniere e la letteratura (ha un amore speciale per Dante) sono la sua passione. Negli anni tra il 1915 e il 1923 inoltre studia musica insieme all'ex baritono Eugenio Sivori.

Entra all'Accademia militare di Parma dive richiede di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza in Vallarsa e Val Pusteria, Montale viene congedato nel 1920.
Questi sono gli stessi anni in cui il nome di D'Annunzio è conosciuto in tutta la nazione.

Terminata la prima guerra mondiale Montale inizia a frequentare i circoli culturali liguri e torinesi. Nel 1927 si trasferisce a Firenze dove collabora con l'editore Bemporad. Nella capitale toscana gli anni precedenti erano stati fondamentali per la nascita della poesia italiana moderna. Le prime liriche di Ungaretti per "Lacerba", e l'accoglienza di poeti come Cardarelli e Saba presso gli editori fiorentini avevano gettato le basi di un profondo rinnovamento culturale che neppure la censura fascista avrebbe potuto spegnere. Montale entra in punta di piedi nell'officina della poesia italiana con un "signor biglietto da visita", l'edizione degli "Ossi di Seppia" del 1925.

Nel 1929 è chiamato a dirigere il Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux, dal quale verrà espulso nel 1938 per antifascismo. Nel frattempo collabora con la rivista "Solaria", frequenta il circolo letterario del caffè delle "Giubbe Rosse" - dove tra gli altri conosce Gadda e Vittorini - e scrive per quasi tutte le nuove riviste letterarie che nascono e muoiono in quegli anni.

Mentre la sua fama di poeta cresce, si dedica anche a traduzioni di poesie e testi teatrali, in prevalenza inglesi.
Terminata la Seconda Guerra mondiale si iscrive al Partito d'Azione e inizia un'intensa attività con varie testate giornalistiche. Nel 1948 si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera, per conto del quale compie molti viaggi e si occupa di critica musicale.
Montale raggiunge fama internazionale, attestata dalle numerose traduzioni in svariate lingue delle sue poesie.
Nel 1967 viene nominato senatore a vita.
Nel 1975 arriva il riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la Letteratura.

Muore a Milano il 12 settembre 1981.

«L'uomo dell'avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.»
«L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi.»
«Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.»
«Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.»
«La morte odora di resurrezione.»
«Occorrono troppe vite per farne una.»
«Il rapporto tra l'alfabetismo e l'analfabetismo è costante, ma al giorno d'oggi gli analfabeti sanno leggere.»
«Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.»
«Ho imparato una verità che pochi conoscono: che l'arte largisce le sue consolazioni soprattutto agli artisti falliti.»
«Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.»
Vuoi annullare l'iscrizione?
Clicca qui

Accorcia i tuoi URL: URLin.it

Newsletter: Una biografia al giorno
Per annullare l'iscrizione visita: http://biografie.studenti.it/logon.htm
Accorcia i tuoi URL: URLin.it
Biografieonline.it ©2003-2008 - vietata ogni riproduzione - Creative Commons License - termini di utilizzo - credits - Dizionario economico - Barzellette - Frasi celebri - Banche italiane - Ricette - Urlin.it

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails