La prima lezione è incentrata sulle motivazioni, il "docente di seduzione", un cinquantenne brizzolato del tutto asessuato e molto gigione, chiede alle ragazze perché si trovano lì: nessuna sa rispondere a tono, poi la più estroversa dichiara spudorata che vuole sedurre un milionario. E per raggiungere lo scopo deve imparare a muoversi, vestirsi, comportarsi tanto da convincere un uomo ricco a spendere i suoi soldi per lei, e magari a sposarla. Non è molto, ma è abbastanza per cominciare.
Il corso prevede anche lezioni di danza o ballo pseudo sexy durante le quali le ragazze indossano solo completini intimi, neri. Ma anche nella sequenza più hard del documentario, quando le ragazze giocano in maniera morbosa con una banana da sbucciare, non c'è nulla di scandaloso. Nessuna Lolita tra queste giovani russe che, pur di conquistarsi l'ambita posizione di moglie o amante di uomini ricchi, decidono di frequentare un corso di formazione per aspiranti seduttrici. Poco più di pudiche provinciali a confronto anche alle più timide e caste ragazze italiane selezionate per un qualsiasi reality show televisivo.
"Le ragazze a San Pietroburgo tornano a scuola. Vogliono imparare a sedurre, a sposare e a controllare gli uomini - si legge nella nota che accompagna il film, - sono alla ricerca di una condizione di stabilità, prosperità e di benessere. Vogliono imparare a diventare puttane di successo. La puttana non è una persona isterica e stupidamente gelosa, ma una donna che sa esattamente quello che vuole dalla vita e dall'uomo. E' affascinante, autonoma e sentimentalmente libera".
Ma nel corso dei trenta minuti del film, le varie Ivanova, Olga, Pavlova non sembrano acquistare la fiducia e l'autostima necessarie, non si cancella dai loro volti quell'aria spaesata e nei loro occhi non compare nessuno sguardo ammiccante, ma solo lacrime silenziose di chi si rende conto che non ce la farà mai, ma deve inventarsi qualcosa per poter sfuggire dalla triste condizione che le aspetta. Il loro insegnante ripete in maniera ossessiva "non si può essere sexy se si è spaventate". Si capisce che loro continueranno ad avere paura anche quando il corso sarà finito. Intanto un altro gruppo di ragazze si prepara davanti al portoncino, pieno di speranze prima di oltrepassare quel varco.
da Repubblica.it





1- Não aceitar amizades de pessoas que desconhece
Nel piazzale d’onore di quella che adesso si chiama base Mittiga, dal nome di una bambina uccisa per errore durante un’esercitazione americana, c’era tutto. La banda militare, con divise da circo, uniformi rosse e alamari e bottoni dorati, che uno si aspettava un attacco jazz, e invece erano marcette militari. E poi due lunghe tribune con donne, civili e ufficiali che applaudivano i discorsi e lanciavano slogan. Il picchetto d’onore, nel quale spiccava una evidente presenza di soldati dalla pelle nera, libici del sud, che le cronache tendono a presentare sempre come mercenari (sono semplicemente neri, e spesso nigerini e maliani di antica o recente immigrazione, che Gheddafi ha arruolato nel corso degli ultimi decenni, quale elemento terzo ed equilibratore nel confronto delle tribù). E un cartello con foto color seppia della partenza degli americani.
Tripoli. Segnali di trattativa, forse. Vedremo se Gheddafi sarà capace di offrire un’onorevole via di uscita alla Nato, che ieri notte ha bombardato per inerzia. Perché se le cose andassero avanti così, con Bengasi incapace di vincere sul terreno, coperta di onori diplomatici e buona parte del petrolio, e dall’altra parte Gheddafi pariah della comunità internazionale, forte del suo apparato militare, del consenso di una parte della società, della paura dell’altra e di riserve di gas e uranio è possibile che si arrivi a una spartizione della Libia. Fino a quando la Nato potrà reggere il peso delle sue incerte certezze, di questi bombardamenti esemplari e netti?