sabato 25 giugno 2011

Corsi per escort per trovare un milionario

Un piccolo portoncino di legno in una strada trafficata di San Pietroburgo. Un gruppo di ragazze più o meno giovani si intrattiene prima di entrare a lezione. Non è una scuola, ma un corso per la formazione di escort. Sono loro le protagoniste del documentario Bitch Academy di Alina Rudnickaja, in programma alla 47esima Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro nella sezione dedicata ai documentari russi. Malgrado il titolo, c'è poco di sensuale o erotico nelle immagini che scorrono, a cominciare dal docente che dovrebbe insegnare come sedurre un uomo e stuzzica le sue allieve per tirare fuori motivazioni ed eventuali doti nascoste. La macchina da presa si mette dalla parte delle ragazze e ne registra gli sguardi spaesati e interrogativi, la finta ostentazione di alcune, la fragilità di molte.

La prima lezione è incentrata sulle motivazioni, il "docente di seduzione", un cinquantenne brizzolato del tutto asessuato e molto gigione, chiede alle ragazze perché si trovano lì: nessuna sa rispondere a tono, poi la più estroversa dichiara spudorata che vuole sedurre un milionario. E per raggiungere lo scopo deve imparare a muoversi, vestirsi, comportarsi tanto da convincere un uomo ricco a spendere i suoi soldi per lei, e magari a sposarla. Non è molto, ma è abbastanza per cominciare.

Il corso prevede anche lezioni di danza o ballo pseudo sexy durante le quali le ragazze indossano solo completini intimi, neri. Ma anche nella sequenza più hard del documentario, quando le ragazze giocano in maniera morbosa con una banana da sbucciare, non c'è nulla di scandaloso. Nessuna Lolita tra queste giovani russe che, pur di conquistarsi l'ambita posizione di moglie o amante di uomini ricchi, decidono di frequentare un corso di formazione per aspiranti seduttrici. Poco più di pudiche provinciali a confronto anche alle più timide e caste ragazze italiane selezionate per un qualsiasi reality show televisivo.

"Le ragazze a San Pietroburgo tornano a scuola. Vogliono imparare a sedurre, a sposare e a controllare gli uomini - si legge nella nota che accompagna il film, - sono alla ricerca di una condizione di stabilità, prosperità e di benessere. Vogliono imparare a diventare puttane di successo. La puttana non è una persona isterica e stupidamente gelosa, ma una donna che sa esattamente quello che vuole dalla vita e dall'uomo. E' affascinante, autonoma e sentimentalmente libera".

Ma nel corso dei trenta minuti del film, le varie Ivanova, Olga, Pavlova non sembrano acquistare la fiducia e l'autostima necessarie, non si cancella dai loro volti quell'aria spaesata e nei loro occhi non compare nessuno sguardo ammiccante, ma solo lacrime silenziose di chi si rende conto che non ce la farà mai, ma deve inventarsi qualcosa per poter sfuggire dalla triste condizione che le aspetta. Il loro insegnante ripete in maniera ossessiva "non si può essere sexy se si è spaventate". Si capisce che loro continueranno ad avere paura anche quando il corso sarà finito. Intanto un altro gruppo di ragazze si prepara davanti al portoncino, pieno di speranze prima di oltrepassare quel varco.
da Repubblica.it

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venerdì 24 giugno 2011

VENERDÌ 24 GIUGNO ✮ KIZOMBA ROMANA - DOLCI EMOZIONI ✮ | ZOUK IN ROMA

Location:  Cafè Cretcheu
Via Ancona 13, 00198 Rome, Italia
Rome, Italy

✮ KIZOMBA ROMANA✮

- DOLCI EMOZIONI-


Kizomba | Zouk | Salsa | Afro/Black | Kuduro …

SPECIALE EVENTO dalle 22:00 alle 04:00
al Cafè Cretcheu, in via Ancona 13, 00198 Rome - Piazza Fiume/Porta Pia

Entrata è gratis con obbligo di consumo, E D'ALMENO UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO BIANCO.

Vieni a vedere !

ATTENZIONE
[ I nostri amici sono sempre educati e cortesi sia fuori che dentro al locale! ]

[ Si consiglia di arrivare presto altrimenti che senso c'è arrivare alla fine della serata.]

[ Tutti sono invitati a creare un ambiente famigliare, amichevole, e molto "kizombeiro". Tutti sul palco a ballare!]

Ulteriore informazione:
a) Cliccare su “Invita persone a partecipare” dal menu a destra.
b) Selezionare tutti i tuoi contatti
c) Clicca su “Invia Inviti”
+ siamo e + ci divertiamo!
Per info: 320.5320188 | 338.4994766 | 3490841557

Bce 2011: Mario Draghi formalmente incoronato presidente della Banca centrale europea

Bruxelles - I capi di stato e di governo dell'Unione europea hanno formalmente nominato Mario Draghi alla presidenza della Bce. È quanto emerge dalla bozza delle conclusioni della riunione in corso a Bruxelles del Consiglio europeo.

mario-draghi-e-presidente-bce

La decisione apre la strada al governatore di Bankitalia, 63 anni, alla successione dell'attuale presidente Jean-Claude Trichet, alla scadenza del suo mandato a fine ottobre.

"Il Consiglio europeo ha nominato il signor Mario Draghi presidente della Banca centrale europea dal primo novembre 2011 al 31 ottobre 2019" si legge nella bozza ottenuta da Reuters.

Tuttavia nulla è ancora scontato comunque perché' ci sono resistenze francesi per il posto di Lorenzo Bini Smaghi al direttivo della Banca centrale, che però ha un mandato di otto anni e non si capisce il motivo per cui debba andarsene. Per i francesi convincerlo non sarà così facile e alla fine la sensazione è che l'ex economista di Bankitalia resterà dove si trova.

giovedì 23 giugno 2011

La dieta del melone per l’estate 2011 - Mantenere la linea ed aumentare l'abs

Oggi vi propongo una dieta a base di melone per perdere peso senza drammi e sacrifici gustando questo frutto che è davvero buonissimo e dolce, un piacere per il palato! La dieta del melone è semplice da seguire e c’è una bella notizia: i weekend sono liberi, quindi a patto di non esagerare, potete mangiare quello che volete, un menù più ricco e gustoso in cui potete includere anche una pizza (una a settimana in totale). Questa dieta vi permetterà di perdere fino a 4 chili in un mese, inoltre sarà un vero toccasana per la pelle, un bel concentrato di vitamine per la vostra pelle e per l’organismo.
dieta del melone estate
Mangiare molto melone durante l'estate aiuta a mantenere la linea
Ecco lo schema settimanale:

Lunedì
Colazione: frullato di melone e anguria, 2 fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt magro
Pranzo: petto di tacchino ai ferri, insalata mista, un bicchiere di sorbetto al melone
Merenda: un bicchiere di latte scremato
Cena: 60 g di riso integrale, 70 g di prosciutto crudo con tre fette di melone

Martedì
Colazione: frullato di melone e anguria, 2 fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt magro
Pranzo: tagliata di manzo e verdure alla griglia, 2 palline di gelato al melone
Merenda: un bicchiere di latte scremato
Cena: 100 g di formaggio fresco primosale, una fetta di pane integrale, insalata mista, macedonia di melone e albicocche

Mercoledì
Colazione: frullato di melone e anguria, 2 fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt magro
Pranzo: pesce spada ai ferri con verdure, 3 fette di melone
Merenda: un bicchiere di latte scremato
Cena: 60 g di spaghetti pomodoro e basilico, granita al melone

Giovedì
Colazione: frullato di melone e anguria, 2 fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt magro
Pranzo: una pizza alle verdure, 3 fette di melone
Merenda: un bicchiere di latte scremato
Cena: carpaccio di bresaola con rucola e limone, macedonia di anguria e melone

Venerdì
Colazione: frullato di melone e anguria, 2 fette biscottate integrali
Spuntino: uno yogurt magro
Pranzo: caprese di mozzarella e pomodoro, 2 palline di gelato melone e fragola
Merenda: un bicchiere di latte scremato
Cena: insalatona con verdure, tonno, mais, fagioli e melone, 30 g di pane integrale

Via | Pourfemme

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Le diete del sondino: I medici chiariscono i dubbi sulla sicurezza

Dieta del sondino CSS

La dieta del sondino torna a far discutere e stavolta il Consiglio superiore di sanità, che sollecitato dal ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, sta cercando di chiarire ancora molti dubbi sulla NEC. Purtroppo quando è stata resa pubblica questa tecnica di dimagrimento, si è creata davvero tantissima curiosità e molte persone hanno pensato che fosse un modo per perdere peso facile, veloce e indolore. Non è così. È un trattamento medico e dovrebbe essere consigliato solo in caso di grave obesità. Per adesso questa dieta è diffusa a Roma, Torino, Napoli e Bari. E sono numerose le persone che ne stanno facendo richiesta.

Il Consiglio dovrà valutare se esistono elementi di pericolosità e soprattutto stilare delle linee guida, perché come succede un po’ in tutti i campi, sono molti i professionisti che hanno deciso di applicare il sondino senza averne la reale competenza.

Sei società scientifiche di nutrizione, per esempio, sei mesi fa hanno redatto un documento in cui sostenevano che fosse pericolosa e che non servisse neppure per la cura dell’obesità. Ecco allora che si è fatto necessario l’intervento del CSS. Ma in che cosa consiste la NEC? Al paziente attraverso una sonda naso gastrica viene somministrata una soluzione di elettroliti e aminoacidi (30-40 grammi) per almeno dieci giorni. Questo metodo dovrebbe far perdere circa il 10% del proprio peso.

Il CSS dovrebbe dare il suo parere forse entro l’estate. Al Corriere, Albano Nicolai, nutrizionista degli Ospedali Riuniti di Ancona, ha dichiarato: «Al di là se sia giusta o sbagliata, bisogna capire perché migliaia di persone cercano la dieta del sondino, nuovi farmaci, integratori, pillole miracolose, regimi alimentari spesso bizzarri o naif. Significa che non abbiamo ancora trovato l’approccio terapeutico giusto per combattere l’obesità».

Via | Pourfemme
 
 
 

I migliori esercizi per avere la pancia piatta in una settimana (Bellissimo & Funziona)

Avere una pancia piatta in una settimana è praticamente impossibile se il vostro addome è il risultato di un accumulo di adipe, se invece siete solo un po’ gonfie un po’ di movimento e una dieta corretta potrebbero aiutarvi. Allora il gonfiore, spesso, è dato da un pessimo transito intestinale che può dipendere dal tipo di vita: per esempio non fare mai un po’ di moto impigrisce l’intestino, così come mangiare male e soprattutto poca frutta e verdura. Come bisogna quindi lavorare? Vediamolo insieme.

esercizi addominali
Il meglio della vita


Prima di tutto è bene mettersi a fare moto. Una bella passeggiata, una corsa, quello che vi fa più comodo. Se avete solo una settimana a disposizione direi di ritagliarvi 30 minuti al giorno per deambulare o fare jogging.

Poi fate un po’ di esercizi per rinforzare i muscoli addominali. In questo caso per ottenere qualche risultato ci vogliono dei mesi, ma già iniziare è positivo. Vi consiglio di usare la respirazione diaframmatica per potenziare soprattutto gli addominali alti.

Infine, l’alimentazione. Come detto prima è bene mangiare leggero e dare spazio ai vegetali. Sono ottimi anche i cereali e tutti gli alimenti ricchi di fibre. Inoltre beve molta acqua per favorire la diuresi e ovviamente l’eliminazione dei liquidi, che contribuisce al gonfiore. Infine, usate olio d’oliva a crudo come condimento base dei vostri piatti.

Pourfemme

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Gossip 2011: Elisabetta Canalis e George Clooney: perchè si sono lasciati?

elisabetta canalis e george clooney storia finita
Elisabetta Canalis e George Clooney si sono lasciati, la love story che ha fatto sognare tante donne e ha suscitato l'invidia di tutte le altre si è definitivamente conclusa! La cosa che lascia perplessi è che la storia tra Elisabetta Canalis e George Clooney andava a gonfie vele, fino a pochi giorni prima i due erano stati avvistati a cena insieme, affiatati, complici e sorridenti… chissà cos'è successo, George ha fatto un passo indietro, ha lasciato Eli ed ha rilasciato un secco comunicato stampa.


Elisabetta Canalis e George Clooney si erano innamorati nell'estate del 2009, quello che sembrava solo un flirt si è trasformato in una storia d'amore di due anni e quando cominciavamo a credere che fosse tutto vero e che Ely fosse, una moderna Pretty Woman, tutto è svanito.


Ma perchè si sono lasciati? Questa è la domanda che si pongono tutti! A parlare è Alfonso Signorini che ha intervistato Elisabetta poche settimane fa per "Chi" e ha dichiarato: "Due settimane fa l'abbiamo intervistata e lei era terrorizzata a parlare del privato. Aveva paura che le sue parole fossero travisate e che lui si potesse irritare. Non tanto lui, forse, quanto i suoi avvocati, i procuratori. Lo star system americano non è come il nostro".
 
E aggiunge: "Giusto cinque giorni fa ho passato tutta la giornata con Elisabetta. Dalle cinque del pomeriggio fino all'una di notte eravamo in studio. Lei ha ricevuto da George qualcosa come sessanta-settanta sms. Tanto che le ho detto: "Tesoro, stacca, se non non si va avanti…". Lui si trovava a Londra e si sarebbero incontrati la sera successiva a Villa Oleandra. Passano due giorni e lei comunica che non ci sarebbe stata la puntata successiva, così abbiamo chiamato Belen Rodriguez".
 
Ma Alfonso che la sa lunga insinua anche che ora che Eli è single è super depressa (ha lasciato la villa di George sul lago e ha spento il telefono) e Vieri è di nuovo sulla piazza tra i due potrebbe nascere di nuovo qualcosa… io ho i miei dubbi ma sarebbe bello!

 

"Liberate il nostro Presidente Laurent Gbagbo" l'appello degli ivoriani di Parma

La comunità africana cittadina ha invitato il connazionale Alain Toussaint, consigliere in comunicazione per l’Europa dell’ex capo di stato Laurent Gbagbo - ora prigioniero dei ribelli - per raccontare la crisi del loro Paese e chiedere la liberazione del leader. Sabato 18 alle 14 un presidio in piazzale della Pace

"Liberate il nostro Presidente" l'appello degli ivoriani di Parma
Alain Toussaint

Si rivolge alla stampa cittadina per parlare all’Italia intera: “Aiutateci a liberare il nostro Presidente: è prigioniero senza colpa”. Alain Toussaint, ivoriano, è consigliere in comunicazione per l’Europa dell’ex capo di stato Laurent Gbagbo, destituito lo scorso 11 aprile da una coalizione militare di Francia e Nazioni Unite che – secondo i suoi sostenitori – avrebbero ordito un colpo di stato con l’appoggio dei ribelli guidati dall’oppositore Alassane Ouattara, ora alla guida del paese.
Dopo l’appello lanciato per il golpe (LEGGI), la comunità ivoriana di Parma e provincia oggi ha invitato il loro connazionale per una conferenza stampa tenutasi nel circolo Pd-Oltretorrente, dove Toussaint ha illustrato la situazione in cui versa la Costa D’Avorio, e si è rivolto alle autorità italiane chiedendo la liberazione di Gbagbo.
Secondo Toussaint anche il nostro paese sarebbe “in parte corresponsabile” di quello che sta succedendo nello stato africano. La responsabilità dell’Italia è che – come membro dell’Unione Europea – avrebbe innanzitutto sostenuto il colpo di Stato che ha messo al potere il rivale storico di Gbagbo, Alassane Ouattara, oltre ad aver preso parte ai decreti della Ue che hanno autorizzato l’embargo dei medicinali e dure sanzioni economiche – come la chiusura per mesi delle banche nazionali – che hanno messo in ginocchio la società ivoriana.
“Niente giustifica la cattura di Laurent Gbagbo, di sua moglie Simone e del figlio Michel – sostiene il portavoce africano – perché il nostro, al momento, è uno stato senza diritto dove il contenzioso elettorale tra i due leader non è ancora stato risolto, anche se Ouattara ha dichiarato di aver vinto le elezioni regolarmente”.
Toussaint arriva a Parma dopo aver viaggiato in Canada e Stati Uniti, presentando lo stesso appello a senatori e membri del Congresso. Da mesi è in giro per il mondo per sensibilizzare gli stati occidentali su quello che sta succedendo in Costa d’Avorio dopo il colpo di Stato. “Immagini che le televisioni e i giornali occidentali non trasmettono – dice – di un paese dove è in corso un’epurazione politica ed etnica messa in atto dai mercenari reclutati da Ouattara che razziano, rubano, uccidono e radono al suolo i villaggi del paese”.
Un numero di morti – tra civili e sostenitori politici dell’ex presidente Gbagbo – che supererebbe già le diverse decine di migliaia. “Non possiamo fare un bilancio definitivo – continua Toussaint – ma continuiamo a ricevere messaggi di distruzione e morte dagli abitanti del paese”. Tra le tante segnalazioni, quella di Dider Drogba, il calciatore ivoriano del Chelsea: anche il suo villaggio è stato bruciato. 
DURO J’ACCUSE - Toussaint attribuisce alla Francia, paese dove attualmente vive, la maggiore responsabilità nella crisi ivoriana: “È il vero motore della guerra in Costa d’Avorio – sostiene – che ha messo in atto esclusivamente per interessi politici ed economici”. Il fine sarebbe quello di garantirsi il monopolio delle risorse del paese, che negli ultimi tempi si stava aprendo verso altre potenze emergenti come Cina, Russia, Brasile e Sudafrica.
Dure parole anche per l’Onu, “corresponsabile di tutti i crimini commessi in Costa d’Avorio”, e il suo Consiglio di sicurezza, che “si è lasciato strumentalizzare dalla potenza europea per attuare il colpo di stato”. Per questo gli ivoriani di Parma considerano Alassane Ouattara “una marionetta” che “dirà sempre sì alla Francia senza mai opporsi”.
Proprio a Parigi, il prossimo 2 luglio, i sostenitori di Laurent Gbagbo organizzano una manifestazione internazionale per chiedere direttamente al presidente francese Nicolas Sarkozy di liberare il loro leader, che a tutti gli effetti sarebbe “prigioniero francese sul suolo ivoriano”. Perché tutto in Costa D’Avorio, nelle parole del suo consigliere per l’Europa, ora appartiene alla potenza europea, “anche la pioggia che cade”.

di ALESSANDRO TRENTADUE | Repubblica.it

martedì 21 giugno 2011

Chi è Marika Baldini, sexy tifosa romanista nel tamarreide

marika_baldini_roma_romanista_doc- marika baldini as roma calendario facebook foto gallery

Vida Dogital: Cinco regras básicas para evitar problemas no Facebook

Num mundo interligado por redes sociais e onde as possibilidades da tecnologia estão em constante expansão convém ter noção de que, mesmo na vida virtual, devem existir limites. Nesse sentido, a BBC compilou uma lista de cinco regras básicas a ter em atenção para evitar problemas no Facebook.

1- Não aceitar amizades de pessoas que desconhece

Adicionar como amigo? Pense antes de 'confirmar'.

Nestes dois casos, as pessoas que adicionaram quem mal conheciam acabaram por se arrepender.

Joanne Frail era jurada em julgamentos. Tendo conhecido Jamie Stewart, num processo em que esta era arguida por tráfico de drogas, procurou-a no Facebook e tornou-se sua amiga na rede. O contacto entre ambas chegou ao conhecimento da Justiça e, menos de um ano depois, Frail estava novamente num julgamento, só que desta vez era o seu. Foi constituida arguida por desrespeito às regras da Justiça.

2- Não reclamar da entidade patronal

Se à primeira vista é óbvio que dizer mal do chefe no Facebook pode ser um tiro no escuro, a verdade é que esse problema é surpreendentemente comum.

De acordo com a BBC, recentemente, uma mulher, identificada apenas como Lindsay, declarou no seu perfil: «Meu Deus, como odeio o meu trabalho!», seguido de ataques pessoais ao chefe. Poucas horas depois receberia um post do mesmo (que se encontrava entre os seus amigos) dizendo que ela não precisava de ir trabalhar no dia seguinte e que receberia a carta de demissão pelo correio.

3- Evite colocar fotografias problemáticas na rede

A menos que tenha as suas definições de privacidade bem editadas e actualizadas, o embaraço e vergonha são quase inevitáveis quando certas pessoas vêem determinadas fotografias que coloca no site.

Cuidado redobrado deve quem ocupa cargos públicos. No entanto, isso nem sempre se verifica.

Foi o caso dum vereador do País de Gales que viu publicadas na rede fotos em que estava mascarado de nazi. Essa fotografia levá-lo-ia a ser suspenso das suas funções.

4- Caso tenho dito que está doente para não ter de ir trabalhar fique longe do Facebook.

Mostrar publicamente o quanto está a aproveitar um dia em que, supostamente, estava doente

Uma canadiana Nathalie Blanchard, que estava de licença médica devido a uma depressão, conta que perdeu o subsídio depois da seguradora ter encontrado no Facebook fotos em que aparece divertindo-se, viajando e fazendo noitadas com amigos.

5- NÃO conte segredos

Não é possível guardar segredos no Facebook!

O governo de Israel foi um dos primeiros a preocupar-se com informações sensíveis na Internet  depois da avaliação às páginas dos seus soldados ter revelado que estes publicavam fotografias de bases aéreas, centrais de operações e submarinos.

Após o episódio, as Forças Armadas de Israel estabeleceram novas regras, que proíbem, entre outras coisas, a publicação de fotos de pilotos ou membros de unidades especiais e qualquer coisa que mostre manobras militares específicas.

Via SOL

domenica 19 giugno 2011

Chiedi sempre soldi in prestito ad un pessimista. Non si aspetterà mai di averli indietro.

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Libia/Guerra Nato: Qui base “Mittiga”, dove Gheddafi e libici festeggiano 40 anni di resistenza

Il regime libico ricorda l’addio degli americani allo scalo che fu italiano, tedesco, inglese e russo. Reparti maternità senza ossigeno

Tripoli. Conto alla rovescia. Mica per Gheddafi, no. Per le nostre piccole corrispondenze. L’altro giorno ci hanno portato ad assistere alla cerimonia che solennizzava il giorno di festa nazionale, nell’anniversario dell’ammainabandiera dell’ultima base americana in Libia, nel 1970.

Nel piazzale d’onore di quella che adesso si chiama base Mittiga, dal nome di una bambina uccisa per errore durante un’esercitazione americana, c’era tutto. La banda militare, con divise da circo, uniformi rosse e alamari e bottoni dorati, che uno si aspettava un attacco jazz, e invece erano marcette militari. E poi due lunghe tribune con donne, civili e ufficiali che applaudivano i discorsi e lanciavano slogan. Il picchetto d’onore, nel quale spiccava una evidente presenza di soldati dalla pelle nera, libici del sud, che le cronache tendono a presentare sempre come mercenari (sono semplicemente neri, e spesso nigerini e maliani di antica o recente immigrazione, che Gheddafi ha arruolato nel corso degli ultimi decenni, quale elemento terzo ed equilibratore nel confronto delle tribù). E un cartello con foto color seppia della partenza degli americani.

Una bella storia, quella della base. Costruita dagli italiani nel ’23 – si chiamava Mellaha, allora – usata dalla Luftwaffe nella battaglia del nord Africa, presa dai britannici e poi rinominata Wheelus, in onore di un sottotenente caduto in Iran, dagli americani. Nel 1958 un geologo inglese, partendo da qui per una ricognizione dall’alto nel Sahara, individuò i resti di un aereo B24, il “Lady be good”, scomparso nel nulla durante la Seconda guerra mondiale, il 4 aprile del ’43, di ritorno da un bombardamento sul porto di Napoli.

Una spedizione, da terra, sul posto rintracciò il relitto e ritrovò, dopo lunghe ricerche i corpi di sette dei nove uomini dell’equipaggio. Uno accanto all’aereo, che privo di carburante, era riuscito ad atterrare sulla sabbia. Cinque a 125 chilometri di distanza, uno a 175 chilometri. Si calcolò che fossero sopravvissuti per otto giorni. E, infine, arrivò Gheddafi, che lasciò per un po’ la base ai russi, e poi se la prese. Oggi i suoi celebrano un’altra resistenza, con qualcosa che spiega meglio d’ogni altra il cultural divide: le foto ricordo con i bambini vestiti da soldato, cui gli adulti prestano un fucile per posare. Popolo in armi, secondo loro, che ti vietano tante altre inquadrature, ma ti esibiscono questa, come se fosse accattivante.

Ieri ci hanno mostrato uno stabilimento sulla costa. Centrato a più riprese dai bombardamenti, produceva gas medicinali. Accanto alla fabbrica c’è una distesa di mezzi corazzati bruciati, ci dicono che non c’entra nulla, sono stati messi lì a deposito lontano dalle case, per via dell’uranio impoverito. Il direttore, Abdullah al Maidani, trattiene a stento l’indignazione quando avverte che entro una settimana i 97 reparti maternità della Libia rimarranno senza ossigeno, e tra le altre cose, tutte le incubatrici si fermeranno. Propaganda, vero, falso? Tra una settimana, insciallah, non saremo più qui.

FOGLIO QUOTIDIANO | di Toni Capuozzo

NATO/BOMBE QUI E LA: Ecco ciò che non sapete sull’immigrazione in Libia e dalla Libia

Le domande irrisolte sulla Nato, la cucina tipica, i lavori che i libici non vogliono fare e le code delle mogli ai distributori

Tripoli. Segnali di trattativa, forse. Vedremo se Gheddafi sarà capace di offrire un’onorevole via di uscita alla Nato, che ieri notte ha bombardato per inerzia. Perché se le cose andassero avanti così, con Bengasi incapace di vincere sul terreno, coperta di onori diplomatici e buona parte del petrolio, e dall’altra parte Gheddafi pariah della comunità internazionale, forte del suo apparato militare, del consenso di una parte della società, della paura dell’altra e di riserve di gas e uranio è possibile che si arrivi a una spartizione della Libia. Fino a quando la Nato potrà reggere il peso delle sue incerte certezze, di questi bombardamenti esemplari e netti?

Ho già parlato di alcuni di questi temi, e oggi voglio esercitarmi su temi più futili, parlarvi della decisione con cui la Confederazione africana del calcio ha confermato la Libia come sede della Coppa d’Africa 2013. E’ un’occasione per parlarvi del calcio libico, come si fa nel caffè affacciato sulla piazza verde che conserva foto color seppia che ricordano, come in un Guerin Sportivo, le glorie del rettangolo libico. Dirvi dell’al Ittihad, la squadra  in cui ha giocato Saadi Gheddafi. I tifosi dell’altra squadra di Tripoli, l’al Ahli, sostengono che gli avversari si gettassero a terra, pur di far segnare il rampollo del rais (gli altri, di rimando, affermano che l’al Ahli abbia raccolto l’eredità dello scomparso Maccabi, la squadra della comunità ebraica cancellata dai pogrom). E di come un italiano, Franco Scoglio, chiamato ad allenare la nazionale libica, rifiutò di schierare il rampollo, e approfittò di una trasferta per scappare a Malta, altro che Zamparini.

Avrei voluto parlarvi della cucina, e delle evidenti eredità italiane ed ebraiche. Dei media libici, della qualità – buona – degli spot propagandistici, di quel conduttore, Yosif Shakeir, che tiene ogni sera un talk show dicendo di ispirarsi a Larry King (la sera che annunciò la notizia falsa dell’est riconquistato scatenò una sparatoria di giubilo che spaventò Tripoli). Ma, alla fine, di una sola cosa mi sento debitore, non avendone mai parlato: l’immigrazione. In Italia ci sono molti equivoci, e scambiamo i volti sconvolti da una traversata difficile (a volte mortale) per i volti di chi fugge dalla disperazione. In Libia – sei milioni di abitanti – c’erano tre milioni di immigrati. Molti sono fuggiti subito, tornando ai paesi d’origine o restando nei campi tunisini. Alcuni sono rimasti e inscenano manifestazioni pro Gheddafi, sventolando le bandiere dei propri paesi. Molti sono restati a lavorare, perché i libici non fanno i muratori, né i giardinieri, né i guardiani notturni, né i domestici. La borghesia si lamenta che la scarsità di manodopera ha portato lo stipendio mensile del personale da 230 euro al mese a 370. Chi scappa lo fa cogliendo l’incertezza del futuro, o l’occasione di andare in Europa. E’ facile: l’altro giorno due senegalesi che facevano le pulizie in un albergo sono scomparsi. Un conoscente mi ha detto che li ha contattati il governo, ha dato loro duecento euro a testa, e indicato dove dovevano recarsi. Il governo ha fornito la barca e un telefonino satellitare, e poi si parte con il primo mare calmo.

Beh, non c’è altro da dire. Vedo le file ai distributori allungarsi, e la trovata di assegnare un distributore ai tassisti, uno ai medici e uno alle donne non funziona, scoppiano liti. Qualcuno affida l’auto alla moglie, che ha guidato una sola volta in vita sua, per fare code più brevi. Più modestamente, è solo il mio ultimo giorno a Tripoli. Ma’ assalama.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

di Toni Capuozzo

Guerra sociale in Grecia: Senza una politica economica comune l’Europa è già morta

C’era una volta la Grecia. La Grecia che si parla in questi giorni è ormai lo spettro di un paese che non c’è più. La morte dello Stato greco può essere letta come diretta conseguenza del sonno e/o assenza della politica lì dove avrebbe dovuto intervenire, regolare e controllare: il campo della finanza creativa, i crediti senza, la lotta contro la corruzione, il controllo delle grandi opere, il coinvolgimento della popolazione in vista di grandi cambiamenti, etc. La politica ultraliberista ha scelto di non controllare l’economia del paese mentre i pesce canni dell’economia globale hanno fatto ciò che sanno fare: sottomettere il paese al loro gioco.

Sotto trovate la violenza gratis contro uno dei manifestanti che si oppone alle sconvolgenti misure di austerità che il Governo greco cerca di varare in vista di arginare la crisi totale e dichiarare lo stato di fallimento.

c'era una volta la grecia-guerra-sociale-per-crisiSe questa è la democrazia…

Guerra sociale in Grecia: Dov’è l’UE?

c'era una volta la grecia-guerra-sociale-per-crisiC’era una volta la Grecia: Se le misure di austerità non convincono i cittadini

Castel Volturno: Al via il Festival dell’impegno civile, ma senza i beni: “Sono stati revocati”

logo_de_ Festival_dell’impegno_civile_2011 Castel Volturno. Il Festival dell’Impegno Civile giunge a Baia Verde, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, presso il bene confiscato la Casa di Alice assegnato all’associazione Jerry Essan Masslo presieduta dal Renato Natale. La tappa, però, subirà una modifica rispetto al programma ufficiale, alla luce degli ultimi eventi che hanno riportato la città di Castel Volturno e la comunità di immigrati alle attenzioni della stampa nazionale per fatti di cronaca. Non si tratterà di una due giorni di festa, ma di un’occasione di riflessione. La prevista sfilata di abiti realizzati da cittadini immigrati, che da alcuni mesi animano la sartoria sociale, la cui sede è proprio presso la Casa di Alice, è stata annullata.

Una tra le principali artefici del laboratorio di sartoria, la cittadina ghanese Atta Bose, è la mamma di Mary Morad la bambina di sette anni assassinata sabato scorso e ritrovata, poi, in un canale dei Regi Lagni. Sarà sì presentato il laboratorio, “Vestiamo la legalità”, ma soprattutto, sarà espressa vicinanza e solidarietà a Atta affranta e disorientata in questo momento di estrema difficoltà.

La tappa del Festival proseguirà con una ulteriore e significativa riflessione. Si discuterà sul cosiddetto “Modello Caserta”, oramai “diventato uno slogan del buon governo e dell’attacco, messo in atto -si legge nel comunicato- dai vertici delle amministrazioni locali, quella di Trentola Ducenta prima e di Castel Volturno poi, che hanno richiesto la restituzione dei beni confiscati sino ad ora gestiti, con successo, da associazioni del territorio”.

“Solamente pochi giorni fa, il neo sindaco del comune di Trentola, Michele Griffo -si legge in una nota degli organizzatori- ha ufficialmente comunicato di non voler rinnovare l’affido alla Compagnia dei Feliconi della Comunità di Capodarco, della villa che lo Stato ha sottratto al boss del clan dei casalesi, e ora collaboratore di giustizia Dario De Simone. Altrettanto ha fatto il primo cittadino di Castel Volturno Antonio Scalzone che, con una missiva recapitata lo scorso venerdì, ha comunicato che l’associazione Jerry Masslo deve restituire la villa di Baia Verde un tempo di proprietà di Pupetta Maresca. La Compagnia dei Felicioni è accusata dal primo cittadino di non combattere la camorra offrendo ospitalità, sotto quel tetto, a bambini vittime di violenze. Mentre la Jerry Masslo, secondo Scalzone, non riutilizza quella struttura che l’allora commissario ha voluto affidare”.

L’inizio dell’incontro è previsto per sabato 18 giugno (18). Il 19 giugno (ore 20.30),  presso la piazza Castello di Castel Volturno si terrà il concerto promosso dalle associazioni JERRY MASSLO e Black and White, Centro Sociale EX-Canapificio e Caritas Caserta con Jovine feat Zulù, Ciccio Merolla, Kalifoo Ground, Tribe e Sud Eloquent.

Con Volontariatoggi.info

Roma in scena: Dall'Ara Pacis ai Fori, QUANDO La città vive di notte

"Roma in scena", spettacoli di luci e arte. Al Museo della Civiltà il 26 giugno "Italio Balbo cavaliere del cielo" di Edoardo Sylos Labini. Musica e Risorgimento con Barret e Di Clemente il 30 giugno al Museo Napoletano.

roma_il_museo_ara-pacis I musei non devono essere solo luoghi deputati alle mostre ma possono essere utilizzati anche come spazi per spettacoli dal vivo. Da questa idea principale della rassegna, che dal 25 giugno fino alla fine di settembre proporrà 50 eventi nei più importanti musei è nata la rassegna «Roma in scena», giunta alla sua terza edizione, che dal 25 giugno fino alla fine di settembre proporrà 50 eventi nei più importanti musei della città. «Con questa iniziativa – spiega il Presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale Federico Mollicone - abbiamo posto al centro della scena culturale quelle realtà e associazioni che non sempre trovano spazi adeguati per esprimersi». «Roma in scena» propone 30 spettacoli finanziati dal Comune con bando pubblico e 20 progetti autoprodotti, tutti ospitati presso i Musei Civici. Al costo di un solo biglietto sarà possibile, quindi, assistere all'evento e visitare il museo di sera, approfittando del prolungamento dell'orario di chiusura. È molto ricco il cartellone di settembre dei Musei Capitolini, con il concerto jazz di Rossana Casale il 10 settembre, la mise en espace del film Premio Oscar 2007 «Le vite degli altri» a cura di Teresa Pedroni, il 12 e il 13, gli spettacoli «Ritratto di Augusto, il primo imperatore» con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, il 17 settembre e «Il cappello del papa» con Andrea Tidona e Massimo Wertmuller, il 20 settembre.

La Centrale Montemartini, ormai specializzata in eventi musicali, ospiterà il 6 luglio i due pianisti Antonello Salis e Alessandro Gwis, mentre il 22 e il 23 luglio sono in programma due serate dedicate al Jazz Club Music Inn, con il Marcello Allulli Trio e il Giovanni Tommaso Trio. Non mancherà il divertimento, unito alla satira, nella serate dedicate ad Achille Campanile, il 30 giugno e il primo luglio, con Cristina Borgogni, Massimo Fedele e Paolo Lorimer al Museo Carlo Bilotti. Sempre qui si esibiranno, il 10 settembre, la violinista svedese Charlotte Crona e la dj russa Natalia Dolgova in un'inedita rilettura dance di brani classici.

Il Museo della Civiltà Romana renderà omaggio il 26 giugno al più grande aviatore italiano del Novecento con lo spettacolo «Italo Balbo cavaliere del cielo», scritto e interpretato da Edoardo Sylos Labini, diretto dal co-autore Francesco Sala. Poesia, amore e Risorgimento sono gli ingredienti principali di «Se vuoi amarmi: Elizabeth Barrett Browning», spettacolo tra teatro e musica interpretato da Virginia Barrett e Alessio Di Clemente, in scena il 30 giugno al Museo Napoleonico.

Il nuovo Centro Culturale Elsa Morante propone il 12 luglio «La chitarra di Mazzini - Parole e musica dall'esilio», scritto da Emanuele Merlino e interpretato da Marco Zangardi, mentre il 9 settembre sarà rappresentato «Dr. Alton & Mr. Miller», ispirato alla figura del grande Glenn Miller, scritto e diretto da Luca Sinonelli e interpretato da Marco Prosperini, Eleonora Tiberia, Pierre Bresolin e Laura Monaco. Il Museo di Roma Palazzo Braschi, infine, prevede una rassegna di jazz, accompagnata da aperitivo e visite guidate alle sale del museo, che verrà inaugurata il 26 giugno dall'Alice Ricciardi Quartet.

Di Gabriele Antonucci | Il Tempo

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