sabato 21 gennaio 2012

Kizomba Romana - Dolci Emozioni | Il venerdì Kizomba & Zouk di Roma

Big flyer -  20-01-2012
(Ogni venerdì al Cafè Cretcheu, in via Ancona 13)

Kizomba Romana - Dolci Emozioni | Il venerdì Kizomba & Zouk di Roma
KIZOMBA VS ZOUK | KUDURO VS SALSA | DANCE VS SOUKUSS VS REGGAETON

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Big flyer -  20-01-2012
(Ogni venerdì al Cafè Cretcheu, in via Ancona 13)

Concordia: Palombari recuperano corpo della signora Gabrielli; “è iniziata la contaminazione"

Milano 21 gen. – Nel disastro della Costa Concordia, Isola del Giglio, è stato ritrovato il corpo di una donna all'interno del quinto ponte, ispezionato stamane dai palombari della Marina Militare. In un primo momento sembrava che i corpi fossero due in realtà era uno soltanto.

 

giglio_soccorsi_Concordia: Palombari recuperano corpo della signora Gabrielli; “è iniziata la contaminazione"


Il numero dei morti accertati è ora di 12. Franco Gabrielli, capo del dipartimento della Protezione civile e neo commissario delegato per l'emergenza della Costa Concordia, tranquillizza sulla situazione della nave: "In questo momento - ha spiegato - i dati sono abbastanza rassicuranti, non sta subendo particolari stress, ma è anche un dato fuorviante perché' fa riferimento a condizioni meteo marine particolarmente favorevoli".

Gabrielli torna a parlare del rischio ambientale: "Il rischio ambientale non è rappresentato solo dal carburante presente nella nave, ma anche dagli olii, dai solventi e da tanti altri materiali di cui è equipaggiata la Costa Concordia". Lo ha detto il Capo del dipartimento della Protezione Civile e neo commissario delegato all'emergenza Franco Gabrielli in una conferenza stampa che si sta svolgendo sull'isola. E' stato recuperato l'hard disk della nave Concordia più due telecamere posizionate in plancia. Da quanto si apprende il recupero sarebbe stato fatto dal nucleo del gruppo operativo sommozzatori dei carabinieri di Genova.

 

AL VIA LA PREPARAZIONE PER LO SVUOTAMENTO DEI SERBATOI

 

E' intanto in corso la posa del terzo cerchio di panne intorno al relitto della Concordia, la prima fase di recupero delle 2.400 tonnellate di carburante. Si tratta di cerchi di contenimento e assorbimento, come misura precauzionale nel caso in cui fuoriuscisse del carburante. Dovrà poi arrivare una nave cisterna che si affiancherà al puntone per contenere il carburante estratto pompato attraverso tubi che saranno collegati alle 23 casse di combustibile. Quelle vicine allo scafo saranno facilmente raggiungibili, mentre quelli collegati vicino alla sala macchine lo saranno difficilmente.


  L'operazione di aspirazione del carburante durerà tre settimane. Si stanno valutando varie ipotesi di ancoraggio per tenere la nave in sicurezza. E' intanto arrivato sull'isola un macchinario che sarà montato sulla nave Orione in caso di sversamento in mare di carburante. Un'apparecchiatura che aspira fluidi separando il combustibile dall'acqua di mare, una portata di 100mila litri al giorno. Il macchinario di chiama 'oil sep cc ecology'.

CAN 2012: Al via oggi la Coppa d'Africa, Guinea-Libia aprono i giochi

CAN 2012: Al via oggi la Coppa d'AfricaParte oggi la 28esima edizione della coppa della Nazioni Africane (Can) che si svolgerà in Gabon e Guinea Equatoriale fino al 12 febbraio. Le quattordici squadre qualificate sono Botswana, Costa d'Avorio, Burkina Faso, Senegal, Mali, Guinea, Zambia, Niger, Ghana, Angola, Tunisia, Libia, Marocco, e Sudan a cui si aggiungono di diritto i due paesi ospitanti.

 

La fase a gironi che inizierà oggi nello stadio di Malabo con la partita tra la Guinea e la Libia si concluderà il 1 febbraio, mentre la finale sarà ospitata nell'impianto sportivo di Libreville. Mancheranno da questa edizione tante squadre importanti come l'Egitto, vincitore di sette edizioni e campione in carica, ma anche l'Algeria e il Camerun di Eto'.

 

Per i Bookmakers le favorite sono il Ghana, la Costa d'Avorio e il Senegal. Mentre è festa per il Niger alla sua prima partecipazione, la nazionale della nuova Libia invece, alla sua terza presenza nel torneo, spera di bissare la sua prestazione del 1982, quando arrivò in finale perdendo contro il Ghana ai rigori dopo un risultato di parità 1-1. Quest'anno, per la competizione che si svolge ogni due anni contrariamente agli Europei e alla Coppa d'America, sarà  l'ultima edizione disputata in un anno pari. Decisione presa per evitare che in futuro le squadre africane giochino i mondiali lo stesso anno della Coppa d'Africa.

Salute donna: Il cancro al seno abbassa la qualità della vita delle giovani

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Roma - Il tasso di sopravvivenza per chi contrae i carcinoma mammario è in aumento, ciononostante tra le pazienti più giovani, rispetto a quelle adulte, la qualità della vita si abbassa e lo stato psicologico peggiora.

A rilevarlo è uno studio condotto University of California, pubblicato dalJournal of National Cancer Institute.

 

Certo, contrarre un cancro non mette di buon umore, ma secondo gli studiosi sono le donne più giovani ad accusarne maggiormente le conseguenze. Aumentano di peso, fanno meno sport e rischiano maggiormente una condizione di sterilità e una menopausa precoce.

Patricia Ganz - che dirige il dipartimento di Prevenzione Ricerca di Controllo del Cancro presso il Jonsson Comprehensive Cancer Centre della University of California a Los Angeles - se ne è occupata prendendo in esame tutti gli studi pubblicati negli ultimi 20 anni (1990-2010) per indagare sulla qualità della vita, sulle condizioni psichiche, sociali e di salute delle donne che hanno vinto la battaglia contro il cancro al seno.

Raffrontando le condizioni delle giovani con quelle delle più anziane la Ganz ha potuto constatare che le prime risultano più soggette a gravi patologie mentali e fisiche.

Nel corso della loro storia clinica le più giovani hanno infatti sofferto maggiormente di depressione rispetto alle donne over 50 anni che hanno condiviso con loro la stessa malattia, ma anche rispetto alle coetanee che il cancro non l'hanno avuto.

Nella casistica rilevata i problemi più frequenti sono stati la sterilità e i sintomi di una menopausa precoce. Secondo la Ganz la soluzione potrebbe risiedere nel mettere a punto un trattamento specifico per la cura del cancro al seno nelle giovani donne.

AGGIORNAMENTO DEL 21/1/2012 - 10,50
Il cancro al seno colpisce una donna su dieci (dati AIRC). E' il tumore che più frequentemente si riscontra nel sesso femminile con una incidenza pari al 25% di tutti tumori contratti dalle donne. Nell'80% dei casi colpisce le donne over 50 anni.

Spettegolare su amici e colleghi fa bene alla salute, ricerca della University of California

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Milano - Spettegolare su amici e colleghi di lavoro fa bene alla salute. Lo rivela una ricerca della University of California, di Berkeley, negli Stati Uniti, secondo la quale la curiosità smorzerebbe lo stress e le tensioni della giornata.

L’unico accorgimento? Deve il gossip essere altruista. I ricercatori hanno dimostrato come un po’ di sano pettegolezzo riesca a stendere i nervi dallo stress accumulato in una giornata di lavoro.

Sono stati analizzati i comportamenti di un gruppo di 52 volontari in diverse situazioni, tra cui anche quella di spettegolare sugli atteggiamenti negativi altrui, tenendo sempre monitorata la frequenza cardiaca.

Proprio il mettere in guardia sulla scorrettezza di certe pratiche quotidiane di altre persone, avrebbe effetti positivi sulla nostra salute: una sorta di pettegolezzo altruista per aiutare gli altri, diminuisce il battito cardiaco accelerato in seguito alla situazione di stress precedente.

Se siete un po’ pettegoli però dovete stare attenti: quello fine a se stesso, come la vita dell’ultimo vip di turno, non gioverebbe in nessun modo alla vostra giornata, sarebbe solo una discussione per far passare il tempo. Si può quindi spettegolare sui colleghi che hanno un atteggiamento negativo, sapendo di far del bene anche a voi stessi, con il solito consiglio: mai esagerare o cercare di ferire qualcuno con le proprie parole.

venerdì 20 gennaio 2012

Nasce Huffington Post Italia joint venture col Gruppo Espresso; Huffington Post, un colosso da 36 milioni di lettori 2

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ROMA - Gruppo Espresso e Huffington Post Media Group annunciano l'accordo per la costituzione di una joint venture per il lancio de L'Huffington Post Italia, edizione italiana di The Huffington Post, uno dei più importanti siti web americani di informazione. La partnership nasce dall'unione della potente piattaformadell'Huffington Post 1 con l'autorevolezza del Gruppo Espresso.
La joint venture sta iniziando la selezione di un team editoriale in preparazione del lancio del nuovo sito, che avverrà nel 2012. L'annuncio congiunto viene dato da Arianna Huffington, Presidente e direttore di The Huffington Post Media Group, e da Monica Mondardini, Amministratore delegato di Gruppo Editoriale
L'Espresso.
L'Huffington Post Italia beneficerà delle competenze editoriali e della leadership del Gruppo Espresso nonché della formula di grande successo di The Huffington Post, che miscela cronaca, aggregazione di contenuti e strumenti di interazione all'avanguardia, oltre a una vivace ed evoluta piattaforma di blogging.
Con questa operazione il Gruppo Espresso, che su internet raggiunge un'audience mensile pari a 10,1 milioni di Utenti Unici (Audiweb dati Panel, novembre 2011) e che, con Repubblica.it, già detiene il primato dell'informazione online in lingua italiana, imprime oggi un'ulteriore importante accelerazione al proprio sviluppo sulle piattaforme digitali. Ciò sia per il contributo di innovazione che per il respiro internazionale dell'iniziativa.
The Huffington Post è parte di The Huffington Post Media Group, operatore leader in attività editoriale, intrattenimento, community e informazione digitale, che include, oltre a The Huffington Post, anche Moviefone, Engadget, TechCrunch, Patch e StyleList. Il network di siti del Gruppo unisce giornalismo, tecnologia, "engagement" e video per raggiungere ampie audience in ciascuna piattaforma. Il Gruppo ha più di 20.000 bloggers - politici, celebrità, accademici, opinionisti - che intervengono in tempo reale su molte notizie della giornata. Tra di loro Nora Ephron, Larry Page, Bernard-Henri Levy, Bill Maher, Robert Redford, Madonna, Alec Baldwin, Scarlett Johansson, Bill Gates e Charlie Rose. The Huffington Post ha 36 milioni di visitatori unici al mese (comScore dicembre 2011). The Huffington Post UK e The Huffington Post Canada sono stati lanciati ques'anno. L'Huffington Post francese sarà lanciato lunedì prossimo, l'Huffington Post Quebec in febbraio e l'Huffington Post spagnolo a marzo.

Repubblica & Agenzie

L'Fbi chiude Megaupload e Megavideo offensiva degli hacker contro il governo

Arrestato il fondatore, rischia 50 anni. Si tratta dei più popolari archivi di film e musica online, spesso usati per diffondere materiale protetto da copyright. In manette Kim Schmitz e altre tre persone, gli indagati in totale sono sette. I pirati attaccano il sito della giustizia Usa, dell'Universal, della Riaa e dell'Mpaa.

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NEW YORK - Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale: l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone.
Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright.
Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet 1 per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online.
L'offensiva dei pirati. La risposta degli hacker non si è fatta attendere: anunciando su Twitter l'operazione #OpMegaUpload, l'attacco di alcuni individui legati ad Anonymous ha reso irrangiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).
Cos'è Megaupload? Tecnicamente il sito si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto legittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.
In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".
Di tutt'altro avviso il Dipartimento di Giustizia, secondo il quale Megaupload "ha riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film - anche prima dell'arrivo in sala - musica, programmi televisivi, libri elettronici e software. Le accuse nei confronti degli indagati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Rischiano oltre 50 anni di prigione ciascuno.

CaroVita: Sicilia bloccata, la protesta dei Forconi all’alba del quarto giorno

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Strade bloccate, supermercati vuoti, scorte di benzina terminate. La protesta portata avanti in Sicilia dal Movimento dei Forconi comincia a delinearsi come previsto. Dopo la terza giornata di mobilitazione aumenta il coinvolgimento dei siciliani e parte l’effetto-domino in Calabria.

Articolo di Dario Lo Scalzo – 19 Gennaio 2012

 

Al risveglio del quarto giorno di protesta la fotografia è quella di una regione in ginocchio. Eppure, non si tratta di una fotografia in bianco e nero, ma colorata dal grado di tolleranza dei cittadini che li rende positivi complici di ciò che accade. Così, sebbene da un lato i siciliani corrano a svuotare gli scaffali dei supermercati e subiscano notevoli disagi, dall’altro le ragioni della protesta vengono comprese, legittimate ed appoggiate con la speranza, anche da parte di chi non è attivo in prima persona, che possa essere fruttuosa.

La strategia del Movimento dei Forconi comincia a delinearsi per come previsto: le strade, le autostrade, alcuni porti ed i mercati sono bloccati così come alcuni snodi ferroviari con conseguenti ritardi e soppressioni di treni, i supermercati sono stati assaltati dalla paura della gente e svuotati, i distributori di benzina hanno dato fondo alle scorte rimanenti e gli stabilimenti petrolchimici chiusi. In tale scenario, i prezzi di alcuni beni di prima necessità volano al rialzo, i prodotti da export vanno in deperimento, trionfa, per una volta, il prodotto a ‘km 0′ e le questure hanno attivato le unità di stato di crisi.

Ci sono tutte le condizioni per attirare l’attenzione sulla protesta e ‘nazionalizzare’ le sue cause scaturenti soprattutto se si pensa, un esempio su tutti, che la Sicilia contribuisce per 1/3 alla produzione nazionale di benzina. Eppure, il Governo centrale, quello italiano, per intenderci, fa ancora orecchie da mercante (sarà perché in molti sono banchieri?) mentre solo dopo l’ennesima accesa dimostranza di protesta di ieri davanti l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), le orecchie le ha ben sturate il Governatore che stamattina, insieme ai Prefetti siciliani, riceverà una delegazione dei movimenti di protesta. Si tratta di una prima in senso assoluto quella di un governo siciliano che riceve alcune categorie lavorative senza la presenza e l’intermediazione dei sindacati.

Nel frattempo al grido “azzeriamo la classe politica e combattiamo il sistema corrotto”, i Forconi raccolgono le simpatie dei pescatori, degli artigiani, degli edili, quelle degli studenti che prevedono di scendere in piazza con uno sciopero regionale per venerdì prossimo, dei pensionati, di tante donne, di alcuni centri sociali e di altre categorie della società civile.

Dal punto di vista del Movimento il bilancio si fa ancor più positivo sia per il fatto che di giorno in giorno è aumentato il numero – ormai difficilmente quantificabile – di chi si affianca ai Forconi moltiplicando i presidi dislocati sul territorio, che continuano la loro opera di informazione della popolazione anche attraverso il volantinaggio, sia per il tanto atteso interessamento dei mass media che hanno infine cominciato a dare le prime informazioni al resto del paese sulla mobilitazione siciliana (stasera anche la trasmissione di Michele Santoro, Servizio pubblico, sarà in Sicilia).

 

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Ci sono tutte le condizioni per attirare l’attenzione sulla protesta e 'nazionalizzare' le sue cause scaturenti

 

Probabilmente la giornata di oggi con il vertice a Palazzo d’Orleans rappresenterà una cartina di tornasole, un momento decisivo per l’evoluzione della protesta e le sue prossime iniziative; secondo indiscrezioni, per questo incontro, adottando un approccio step by step, all’ordine del giorno vi sarebbero alcuni punti prioritari come la defiscalizzazione del carburante, un differente utilizzo dei fondi europei, il meccanismo di tracciatura e controllo dei prodotti e le procedure Serit-Equitalia. La tensione e le aspettative sono altissime.

Nell’attesa, la Sicilia è stata svegliata e scossa dal Movimento dei Forconi e adesso spetta alla popolazione decidere se cogliere questo assist attivandosi unitamente e liberamente o se delegare ad altri come spesso accaduto in passato.

Nel frattempo la protesta isolana diventa contagiosa e si estende oltre lo stretto, inCalabria, dove da ieri numerosi Tir hanno iniziato una mobilizzazione bloccando alcune strade statali, l’accesso ad alcune uscite autostradali, l’ingresso di alcune città e pianificando di creare disagi a Villa San Giovanni.

 

 

Forconi, Terroni e rivoluzioni

 

Articolo di Debora Billi * Link

 

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Foto - I Forconi a Catania

 

Finalmente la rivolta siciliana deiForconi, che si sta estendendo anche alla Calabria, si affaccia sui media. Naturalmente viene ribattezzata “Blocco dei Tir” o“Protesta degli autostrasportatori”, scegliendo con cura la meno simpatica tra le numerose categorie che sono scese in strada e stanno bloccando l’isola con le loro rivendicazioni. “Protesta deicontadini“, o dei pastori, o dei pescatori avrebbe rischiato di destare qualche sentimento di solidarietà.

Qualcuno è andato a fare le pulci ad amici e parenti dei rivoltosi ancor prima che la stampa ne parlasse,bollando con dovizia di post la protesta come roba fascista e forzanuovista. Chissà. Però i centri sociali palermitani, che forse se ne intendono più di noi blogger al calduccio, hanno dichiarato il loro appoggio e la loro partecipazione. Sembra insomma che i cittadini stufi appartengano un po’ a tutte le idee politiche, il che è anche abbastanza normale direi.

Questa rivolta in corso probabilmente non porterà a nulla, come quasi sempre accade, anche se gli attivisti sperano che si estenda a tutto il Paese. Però offre a me la possibilità di consigliarvi una lettura indispensabile: il libro “Terroni” dello scrittore e storico Pino Aprile. E’ uno di quei libri che cambiano il modo di vedere il mondo, che cambiano la nostra visione della storia, che incidono profondamente sui nostri pregiudizi acquisiti. E’ un libro che piacerà ad ogni complottista perché dimostra che a pensar male ci si azzecca, anche se nessuno di noi era mai neppure lontanamente arrivato a “pensar male” fino a questo punto, per quanto riguarda la vera storia del Sud.

Credo che “Terroni” dovrebbe esser letto da ogni italiano, anche perché è scritto in modo semplice, ironico, garbato e arrabbiato al punto giusto. Colpisce al cuore. E se ritenete che ciò che racconta non vi riguardi, pensateci bene. Ecco cosa scrive infatti Aprile:

Non ci sono dubbi che l’operazione avesse il solo scopo di ridurre il Mezzogiorno in stato coloniale: rapina dei suoi beni; distruzione della sua capacità industriale e produttiva; drenaggio dell’oro e del denaro circolante; trasformazione di un Paese produttore e concorrente, in mercato di consumo delle merci settentrionali; riserva prima di braccia ed ora di teste.

Vi ricorda niente? Una descrizione quanto mai attuale, se sostituite la parola “Mezzogiorno” con la parola “Italia”.

D’altronde, siamo tutti meridionali di qualcuno.

 

LINK UTILI:
Sicilia, la rivolta contadina del movimento dei forconi.

Movimento dei Forconi: manifestazioni e blocchi in Sicilia dal 16 al 20 gennaio 2012.

 

Con | Stampa Libera

giovedì 19 gennaio 2012

La Kodak porta i libri in tribunale - FINISCE OGGI L’ERA DELLA FOTO A PELICOLA

Come ampiamente previsto da settimane, Eastman Kodak entra a far parte del nutrito elenco di aziende hi-tech americane che si servono del Chapter 11, la procedura di bancarotta assistita. Lo storico marchio della fotografia, da mesi in difficoltà finanziarie – chiusi in perdita sei degli ultimi sette esercizi con una liquidità scesa a 862 milioni di dollari alla fine del terzo trimestre 2011 rispetto agli 1,4 miliardi di un anno prima - e in cerca di liquidità per non affossare definitivamente, continuerà quindi ad operare grazie a un finanziamento da 950 milioni di dollari assicurato da Citigroup.

La richiesta del Chapter 11 è stata depositata ieri presso un tribunale di Manhattan e la compagnia ha dichiarato al proprio attivo asset per 5,1 miliardi di dollari e un debito pari a 6,75 miliardi. La speranza profusa dai vertici di Kodak, ha detto in proposito in una nota ufficiale il ceo Antonio M. Perez, «è quella di uscire dallo stato di bancarotta nel 2013». Per raggiungere tale obiettivo verranno dismesse varie attività, a cominciare probabilmente dai brevetti (oltre 1.100 quelli in portafoglio e relativi a tecnologie utilizzate in fotocamere digitali, telefonini e altri device elettronici). A gestire il piano di rilancio è stato nominato in qualità di chief restructuring officer un vice chairman della FTI Consulting (società che fu advisor di Kodak fino all'anno passato), che avrà ampi poteri sulle finanze e sulle operazioni della compagnia e il compito di rastrellare nuovi finanziamenti.

Dopo aver significativamente ridimensionato la struttura (con la chiusura dal 2003 a oggi di 13 impianti produttivi e il taglio di decine di migliaia di posti di lavoro), la società ha quindi intrapreso il definitivo cambio di pelle. E in quest'ottica vanno inserite le cause legali avviate contro Htc, Apple e Samsung (quest'ultima depositata proprio ieri presso la Corte federale di Rochester, nello stato di New York, sede del quartier generale di Kodak) per la presunta violazione da parte dei tre produttori in questione di diversi brevetti relativi a tecnologie per la cattura e la trasmissione di immagini digitali su smartphone e tablet.(G.Rus.)

domenica 15 gennaio 2012

Addio alla buona cultura: Dieci motivi per non aprire una casa editrice in Italia

Visto che questo genere di post sta attirando molte attenzioni, sono lieto oggi di dare un terzo contributo alla causa attraverso il presente guest post.
L'autore è Luca A.Volpino, responsabile editoriale della Wild Boar Edizioni, che si occupa anche di giochi di ruolo, ponendoli in stretta relazione con la letteratura di genere.
Il decalogo di Luca, dieci motivi per non aprire una casa editrice, ci proietta dall'altro lato della cortina, giusto per confermare il più classico proverbio sul rovescio della medaglia.
Ammettiamolo: molti aspiranti scrittori (e molti scrittori già affermati) sono delle vere lagne, dei palloni gonfiati che credono di essere unici interpreti dell'Arte Massima e Unica. Avere a che fare con loro può essere estenuante, specialmente per un editore
Ancor più estenuante è confrontarsi con un certo tipo di concorrenza.
Insomma, ne leggerete delle belle…

DIECI MOTIVI PER NON APRIRE UNA CASA EDITRICE

Tanto non ci guadagnerete. Inutile guardare con occhioni luccicanti quei due o tre che, negli ultimi 10 anni, sono passati da "piccoli editori" a "grandi editori" grazie a una botta di culo, a un autore azzeccato o magari alla loro bravura. Fateci caso: appena hanno potuto, TUTTI hanno venduto la loro casa a un grosso gruppo editoriale.

Gli autori italiani sono dei rompicoglioni. A parte qualche serio professionista (che, tanto, è già pubblicato da una qualche grossa casa…) avrete a che fare con ragazzine brufolose che cercano di piazzare la loro tri-penta-decalogia fantasy con gli splendidi (barrare la casella): Elfi [] Vampiri [] Personaggi della loro serie manga preferita []. E peggio ancora, spesso queste ragazzine brufolose sono maschi.

Dichiarare di essere editore equivale a chiedere di essere molestati intellettualmente, come dichiarare di essere superdotato in un raduno di ninfomani. Grossomodo 5 italiani su 6 scrivono, hanno scritto o hanno un amico che scrive – "ma bravo eh!". E ti chiedono di pubblicare. E se non lo fai vedi (5).

Dovrete fare un altro lavoro, un lavoro "vero", per mantenervi. Solo che fare l'editore occupa un casino di tempo, proprio tanto. Se riuscite a stare tre giorni senza dormire, ok. Altrimenti lasciate perdere.

Sarete editori. Ovvero quelli che appartengono al Malvagio Sistema che Pubblica Solo gli Amici (e, al limite, gli Amici degli Amici). Ci sarà gente disposta a criticarvi perché "a pag. 3.423 dell'edizione italiana del libro avete spostato la virgola in una frase. Ci sarà gente che, non trovando altro, vi chiederà come mai le immagini del vostro libro illustrato sono ridotte dello 0,003% rispetto a quello americano, affermando che questo "impedisce di godere appieno il libro".

Vi verrà un fegato così a vedere le cosiddette "associazioni culturali con diritto d'edizione" che pubblicano libri, come voi, ma che non pagano nemmeno la metà dei balzelli che pagate voi. Certo, loro non hanno "scopo di lucro", voi sì – ma fidatevi, rimarrà uno scopo irraggiungibile comunque.

Vi farete tanti, tanti, taaaanti nemici – soprattutto tra la gente che avrete aiutato. Magari, mossi da sincera convinzione che "più siamo meglio stiamo", aiuterete qualcuno ad aprire una nuova casa editrice, gli presenterete tipografi e scrittori. Poi vi troverete coloro che avete aiutato saltarvi alla gola sui forum, perché voi siete "editori vecchio stile" mentre loro representano il nuovo che avanza…

Non riuscirete a smettere. "Ancora un libro, poi si chiude." Oppure: "Se quest'anno non vendiamo almeno tot, basta.". Ok. Ci credete davvero che chiuderete? Leggetevi La Coscienza di Zeno…

Andrete in rovina. A meno che il vostro lavoro "normale" non produca redditi pari al bilancio del Dubai, userete tutti i vostri soldi per "tappare" i buchi della casa editrice. E, se l'avete aperta con degli amici, presto avrete amici in meno.

Ogni anno, a gennaio, vi verrà una botta di depressione perché "Lo avevo detto io, l'anno scorso, che bisognava chiudere, ma i miei soci me lo hanno impedito…" Salvo poi ricordarvi che non avete soci.

Source: Plutonia Experiment



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