mercoledì 28 dicembre 2011

Banca africana di sviluppo (Bad) in primis nell’integrazione regionale

Business Focus Luanda - La Banca africana di sviluppo (Bad) ha messo a disposizione del governo dell'Angola 400 milioni di dollari per appoggiare i progetti pubblici di sviluppo per gli anni 2011-2015. Con questa somma la Bad intende contribuire al mantenimento delle infrastrutture in particolare sei settori energetico e dei trasporti, oltre che per la promozione dello sviluppo del settore privato in particolare delle piccole e medie imprese.

Il responsabile della Bad in Angola, Septime Martin, ha spiegato che la somma ha anche lo scopo di favorire l'integrazione regionale e quello di rendere più efficace l'uso delle risorse naturali e finanziarie del paese.

Ecumene24 | Agenzie

Luto per Giorgio Panariello, muore suo fratello Francesco P.

Giorgio Panariello è arrivato all'ospedale Versilia per il riconoscimento della salma del fratello Franco, trovato morto la notte scorsa sul lungomare di Viareggio. È entrato da una porta secondaria, poi è corso al commissariato di polizia senza dire una parola sulla tragica fine del suo congiunto.

francesco-panariello-giorgio-fratello-morto Francesco Panariello, 50 anni, è stato trovato privo di vita poco dopo la mezzanotte in un'aiuola sulla terrazza della Repubblica di fronte al bagno Zara a Viareggio. Un passante ha visto l'uomo, che in passato aveva avuto problemi di tossicodipendenza, a terra ed ha avvertito il 118. Il medico ha cercato di rianimarlo. È intervenuta anche una volante della polizia.

Giorgio Panariello più volte in passato si era occupato del fratello che aveva avuto problemi di droga e di salute. In un'intervista rilasciata nel 2009 Francesco aveva raccontato che era stato proprio il fratello attore ad aiutarlo a uscire dal tunnel della droga.
Francesco e Giorgio hanno avuto entrambi un'infanzia molto difficile. Abbandonati da una mamma-bambina quando Giorgio aveva poco più di un anno e Francesco era appena nato, erano stati subito separati: il primo affidato ai nonni materni, il secondo messo in un collegio. Lì era rimasto per 12 anni prima di essere adottato da una famiglia benestante.

«Neanche l'affetto della nuova famiglia - raccontò Francesco in un'intervista - riusciva a placarmi. Un giorno mi scoprirono mentre portavo via i loro soldi, così rinunciarono all'adozione. Fui spedito in un collegio a Siena, ma anche lì durai poco: mi scoprirono mentre stavo rubando dei soldi al preside. Fui ritenuto un caso con pochissime probabilità di recupero così mi portarono dai miei nonni al Cinquale, una frazione del comune di Montignoso».

In Toscana, Francesco conobbe il fratello Giorgio ma scappò anche dalla residenza dei nonni per andare in cerca della madre, a Napoli. Finì poi in carcere, si ammalò e cominciò a drogarsi. Fino al momento in cui Giorgio Panariello lo convinse ad andare a disintossicarsi nella comunità di San Patrignano, all'età di 37 anni per uscirne sette anni dopo.

Via | E24 | Agenzie

lunedì 26 dicembre 2011

Tapei: uomo affitta un film porno e scopre che l’attrice è sua moglie!

I film porno rappresentano per molti una piccante fuga dalla realtà, il desiderio di vivere altre forme di eccitazione, non legate per forza al partner, anzi quanti vorrebbero conoscere i protagonisti dell’hard così disinibiti e pronti a tutto? Guai a dire di si…

uomo affitta un film porno e scopre che l’attrice è sua moglie!

A Taipei, capitale del Taiwan, un uomo, di professione carpentiere, dopo aver acquistato un film porno, si è sistemato comodamente in casa per godersi il piccante spettacolo ma, dopo pochi minuti dall’inizio, è rimasto praticamente scioccato dalla visione: tra le attrici è comparsa la moglie!

Invece di staccare il dvd e prenderlo a calci, il protagonista di questa assurda vicenda ha deciso di guardare qualche minuto del film e, sorpresa delle sorprese, ha scoperto che l’uomo, con il quale la mogliettina si è impegnata nelle più assurde acrobazie, era proprio il suo miglior amico. A quel punto, in preda ad un’irrefrenabile ira, ha atteso il ritorno della consorte che, appena giunta a casa, viene aggredita dal marito con un coltellaccio e, per fortuna, ferita solo ad una gamba.

L’uomo, accusato di tentato omicidio, rischia sei mesi di reclusione, mentre la focosa mogliettina è ora libera di svolgere tranquillamente la sua piccante professione. Qual era il titolo del film? Relazioni con le mogli degli altri

Via | CiaoPeople

Ici vs Chiesa: Ragioni perché le accuse al Vaticano sono ingiuste

La politica senza spina dorsale, quella fatta da chi non sa dove si trova e perché la fa, si sta esibendo in una gara a chi la spara più grossa sul tema Ici-Chiesa cattolica. Basterebbe poco per farsi un’idea sul perché alcuni immobili della Chiesa non pagano l’Ici e di conseguenza arrivare alla conclusione che non solo è un bene non fa pagare l’Ici ma se si potesse bisognerebbe incoraggiare la creazione di nuovi luoghi del genere.

cardinal bagnasco capo della cei Prima di dare un giudizio bisognerebbe fare un elenco di tutti coloro che l’Ici non la pagano. Non pagano l’Ici tutti i locali pubblici come per esempio le scuole, le Università, i musei, i teatri lirici, lo stadio comunale, gli impianti sportivi, le Ipab ovvero le case di riposo pubbliche, gli ospedali, le sedi asl. Che senso avrebbe infatti fare pagare l’Ici dei luoghi pubblici. È per la stessa ragione che non pagano l’Ici le scuole paritarie, i teatri degli oratori, l’impianto sportivo di una società dilettantistica, una casa di riposo gestita da una onlus, un circolo ricreativo come le case del popolo o l’Arci, la sede della Misericordia o della Pubblica assistenza. Eppure sembra che il problema sia solo dei locali della Chiesa cattolica o delle realtà vicine.

Non pagano l’Ici tutte le confessioni religiose che hanno stipulato con lo Stato un concordato, dai valdesi, agli avventisti del settimo giorno, eppure il problema sembra solo rivolto alla Chiesa cattolica.

Abolire l’esenzione Ici o Imu alla Chiesa e alle non profit significherebbe far pagare l’Ici alla mensa della Caritas, agli alloggi per i barboni, ai locali che raccolgono i vestiti che non usiamo più per darli a chi ne ha bisogno, alle associazioni che raccolgono i generi alimentari per poi distribuirli alle famiglie.

Insomma non far pagare l’Ici a questi luoghi che operano per il bene di tutti mi sembra più che opportuno.

Sempre per farci un'idea sulla questione e quindi per arrivare a un giudizio, invece niente si dice sugli altri enti non profit che usufruiscono dell’esenzione. Per esempio perché non ricordare che i circoli Arci non pagano l’Ici? Quelle case del popolo diventate casinò del popolo con slot machines e lap dance l’Ici o Imu non la pagano, eppure chi ci va affolla internet per dire che la Chiesa è privilegiata.

C’è un mondo sempre in prima linea per difendere lodevoli associazioni che operano per il bene di tutti come emergency, il Wwf o Legambiente che fanno dichiaratamente politica di parte, e la stessa parte politica  poi chiede solo per la Chiesa cattolica l’abolizione dell’esenzione dell’Ici.

C’e poi tutto il mondo dell’esenzione Ici riguardo alle associazioni, fondazioni e comitati. In questo caso anche i partiti sono e potrebbero essere esenti.
Mi piacerebbe saper se quelli che si stracciano le vesti per far pagare l’Ici alle parrocchie e alla caritas pagano l’Ici per le loro sedi, e sono certo che i radicali che di questa battaglia si sono fatti paladini pagano l’Ici fino all’ultimo centesimo per le loro sedi, le associazioni, la radio e altri comitati, fondazioni e associazioni che organizzano. Sono talmente convinto che pagano fino all’ultimo centesimo che li invito a pubblicare tutti i bollettini.

In questa categoria possono a pieno diritto rientrare anche i sindacati con le loro sedi. Eppure non mi sembra che nessuno abbia aperto una pagina di Facebook per chiedere alla Cgil di pagare tutta l’ici.

Insomma io difendo la norma che stabilisce l’esenzione dell’imposta sugli immobili per coloro che fanno qualcosa che va a vantaggio della collettività. Difendo quindi l’esenzione che riguarda la Chiesa cattolica perché fa un’attività che riguarda tutti e soprattutto perché è fin troppo evidente che chi ne chiede l’abolizione si muove contro la Chiesa.

Via | Ilsussidiario | Gabriele Toccafondi

Addio Giorgio Bocca: le reazioni del mondo politico e culturale –"Grande combattente e amico"

Roma – Giorgio Bocca se n’è andato lasciando un vuoto incolmabile. Se n’è andato in uno dei peggiori momenti della storia repubblicana del Bel Paese. A volte le profezie si avverano: "Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia", così ripeteva Giorgio Bocca.

Bocca-Giorgio e morto La Giangiacomo Feltrinelli Editore ha diffuso la notizia nel pomeriggio di ieri: “Domenica 25 dicembre è morto Giorgio Bocca, grande giornalista, grande combattente, grande amico. Dalla guerra partigiana fino a questi ultimi giorni della crisi italiana e mondiale, ha vissuto, osservato e raccontato sette decenni di storia del nostro Paese. Le inchieste, i corsivi, i libri di Giorgio Bocca hanno accompagnato e nutrito la formazione civile di molte generazioni di italiani”.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “appresa con commozione la triste notizia”, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ricorda la «figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia». “Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile - prosegue Napolitano - Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro Paese e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività”. “Con sentimenti di riconoscenza per il suo vigoroso impegno - conclude - partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell’informazione”.

Ezio Mauro: “Giorgio Bocca era un grande amico, un uomo di Repubblica ma anche un personaggio appassionato della storia repubblicana incompiuta del nostro Paese. E proprio le vicende di questi giorni ci fanno dire quanto ancora ce ne sarebbe bisogno. La telefonata di Silvia, la moglie, per una delle circostanze straordinarie della vita, mi ha raggiunto a Dronero, nel suo posto da partigiano, con tutte le montagne attorno, in una giornata di freddo e di sole. Pensavo a lui quando sono arrivato, sapevo che non riusciva a difendersi dal male e voleva interrompere questa lunga sofferenza. E in questi giorni a Repubblica abbiamo ricapitolato il significato del suo lavoro nella storia del giornalismo e dell’impegno civile del nostro Paese”.

giorgio bocca con i grandi della culturaGiorgio Bocca con Curzio Maltese, Giancarlo Aneri,
Enzo Biagi e Indro Montanelli il 6 dicembre 1995

Carlo De Benedetti (editore di Repubblica e de L’Espresso): “Giorgio, oltre ad essere da più di trent’anni un caro amico, è una persona che ho molto ammirato, soprattutto per la sua coerenza e per la cocciutaggine piemontese con cui da grande giornalista è sempre stato dalla parte di chi, per una ragione o per l’altra, godeva di meno privilegi e soprattutto di meno libertà. Penso che i lettori ne sentiranno la mancanza; l’impegno civile che lui ci ha insegnato rimarrà una delle più profonde caratteristiche dei nostri giornali”.

Roberto Saviano: “Da lui ho capito che non bisognava mai lasciarsi ferire, né abbassare gli occhi: gli insulti sono spinte ad andare oltre, a entrare più in profondità nei problemi. La mia strada per l'inferno l'ha indicata lui, "Gomorra" si è nutrito della sua lezione: guardare le cose in faccia, respirarle, sbatterci contro fino a farsele entrare dentro e poi scrivere senza reticenze, smussature, compiacenze”.

Franco Siddi (segretario della Fnsi): "Con Giorgio Bocca scompare uno degli ultimi grandi protagonisti del giornalismo dell’epoca repubblicana del nostro paese. Un giornalista e un cittadino libero, coerente sino in fondo, che per denunciare le storture e le deviazioni e il decadimento della democrazia italiana non ha mai avuto bisogno di rinnegare la Resistenza e quanto essa ha costituito per la rinascita del paese liberandolo dal fascismo".

Giuseppe Giulietti (Articolo 21 ): "Giorgio Bocca è stato un grande giornalista, un uomo libero, uno che non si è mai piegato alle mode del momento nè ai facili revisionismi. Di lui avremo ancora modo di parlare, ma ora vogliamo ricordare anche e soprattutto il partigiano che non si è mai pentito e che, per tutta la vita, ha contrastato le dittature, le censure, i bavagli di ogni colore e di ogni natura. Lo accusavano di essere troppo aspro e ruvido, in realtà lo era solo con gli opportunisti, con i voltagabbana, con quelli che erano pronti a tutto pur di conquistare un posto al sole, o meglio uno spazio in video. A differenza di altri Bocca non ha mai smesso di amare la Costituzione repubblicana, di difenderla da ogni oltraggio, di contrastare i facili revisionismi di chi avrebbe voluto cancellare la memoria del passato per meglio dominare il presente".

Paolo Garimberti (presidente della Rai): "Giorgio Bocca è stato un interprete magistrale del mestiere di cronista. Dalle cronache dalla provincia italiana agli esordi, alle grandi inchieste sulla società negli anni del boom, dalle cronache dal Vietnam alle vicende del terrorismo fino ai libri di storia e di denuncia, passando attraverso due grandi laboratori del giornalismo come Il Giorno di Pietra e La Repubblica di Scalfari, Bocca è sempre stato fedele a se stesso: a un rigoroso, a volte ostinato spirito di cronista. Tanti suoi "lead" resteranno impareggiabili, e andranno consegnati alle scuole di giornalismo. Così come impareggiabili resteranno le convinzioni alle quali si sono sempre ispirate le sue rubriche, i suoi commenti: l’antifascismo e il rispetto della costituzione".

Gianni Riotta: "Leggete la cronaca di Giorgio Bocca su Vigevano Fare soldi x fare soldi x fare soldi. Scompare oggi un grande reporter.

Emilio Fede: "Ci ha lasciato un grande giornalista, un grande scrittore. Un grande amico, con il quale ho vissuto l’inizio della mia avventura giornalistica alla Gazzetta del Popolo di Torino. Ci facevamo compagnia, la notte, dopo la chiusura del giornale. Con Ugo Ronfani, Adalberto Minucci, Diego e Pierino Novelli, andavamo alla stazione di Porta Nuova, a Torino, per mangiare pane e mortadella alle bancarelle dove approdavano i nottambuli. Poi, insieme al mio inizio con le reti Mediaset. Insieme quella notte della Guerra del golfo. Lo leggevo nei suoi editoriali su L’Espresso. Non importa quello che era da condividere e quello no. Ciao Giorgio. Molti ti ricordano e ti ricorderanno. Anche Berlusconi - ne sono certo - che qui ti aveva chiamato come voce libera".

Gianfranco Fini: "La scomparsa di Giorgio Bocca è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee, espresse con passione e intelligenza, sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole.Fiero della sua storia partigiana e profondamente ispirato al valore dell’etica pubblica, Bocca si è confermato un analista brillante delle vicende politiche italiane rappresentando sempre una significativa indipendenza di giudizio. Il suo insegnamento rimarrà nel mondo del giornalismo e della cultura dell’Italia come grande fonte di ispirazione di valori civili".

Walter Veltroni: "Giorgio Bocca ha fatto la Resistenza. Sempre".

Massimo D’Alema: "Con Giorgio Bocca scompare un grande protagonista della nostra vita civile, un uomo che ha fatto la storia del giornalismo italiano. Di lui ho sempre ammirato non solo la qualità professionale, ma anche la coerenza e la forza con cui ha difeso i valori fondamentali a cui ha legato la sua esistenza, a partire dall’antifascismo".

Piero Fassino: "Un uomo che ha creduto profondamente nei valori di libertà, democrazia, giustizia legalità e ha speso le migliori energie della sua lunga esistenza per affermarli, ispirando ogni giorno la sua straordinaria passione di giornalista e di scrittore a rigore etico, senso dello Stato, spirito repubblicano".

Renata Polverini: "La morte di Giorgio Bocca lascia un grande vuoto nell’informazione e nella cultura italiana. Un giornalista e scrittore che ha raccontato la storia del nostro Paese, analizzando e approfondendo il contesto sociale e politico nelle sue complesse sfaccettature. Alla sua famiglia rivolgo le più sentite condoglianze, mie personali e dell’amministrazione regionale del Lazio".

Giuliano Pisapia: "Giorgio Bocca è stato un testimone attento e appassionato di tutta la storia repubblicana, dalla Resistenza, a cui partecipò aderendo a Giustizia e Libertà, fino ai nostri giorni. Ha raccontato la politica, la cronaca, i vizi e le virtù degli italiani, ha raccontato l’Italia. I suoi libri e i suoi articoli, anche recenti, sono la dimostrazione di un impegno civile che non è mai venuto meno e che ci mancherà. Giorgio Bocca aveva scelto Milano per vivere e lavorare e Milano saprà onorare la sua memoria".

Oliviero Diliberto: "Giorgio Bocca è stato un giornalista acuto, prezioso studioso ed un combattente antifascista per tutta la sua vita. Spietato commentatore della nostra Italia, coerente fino all’ostinazione è stato un autentico e rigoroso interprete dei valori costituzionali. Negli ultimi 20 anni è stato uno dei protagonisti delle battaglie contro il degrado culturale nel quale il nostro Paese è sprofondato".

Vannino Chiti (vice presidente del Senato e parlamentare del Pd): "Perdiamo una parte della nostra storia. Una lunga carriera la sua al servizio della verità. Resterà un punto di riferimento per le giovani generazioni".

Enzo Carra (Udc): "Scompare il miglior cronista italiano dei nostri anni. Fu sempre di parte senza mancare di obiettività".

Fabio Volo: "Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a i cari di Giorgio bocca. Sei stato un grande Giorgio".


Via | la Stampa | Agenzie | Edz. Ecumene24

Giorgio Bocca: Cosa devi sapere sulla vita del partigiano e giornalista italiano

Roma - E' morto Giorgio Bocca, partigiano durante la Seconda guerra mondiale, giornalista di razza e scrittore di grande garbo la cui carriera è durata quasi settant'anni.

E morto Giorgio Bocca, partigiano, giornalista e grande scrittore Bocca era nato a Cuneo il 28 agosto del 1920. Chiaro e sintetico, con i suoi numerosi articoli e libri ha accompagnato raccontandolo gli ultimi 50 anni di vita italiana. I funerali si svolgeranno domani alle 11 a San Vittore al Corpo.

Iniziò a scrivere quando era molto giovane.

Allo scoppio della seconda Grande Guerra, si arruolò come allievo ufficiale negli Alpini. Dopo l'8 settembre 1943, aderì alla lotta partigiana: fu tra i fondatori delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.

Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano la Repubblica. Ha raccontato nei suoi articoli e nei suoi libri l'ultimo mezzo secolo di vita italiana con rigore analitico e passione civile. Nel 2008 gli è stato attribuito il premio alla carriera "Ilaria Alpi". Tra i tanti messaggi di cordoglio anche quello del capo dello Stato.

Tra le sue opere la “Storia dell'Italia partigiana” del 1966, “Storia dell'Italia nella guerra fascista” (1969), “Palmiro Togliatti” (1973), “Storia della Repubblica italiana - Dalla caduta del fascismo a oggi” (1982), “Settant'anni di vita italiana” (1992), “L'inferno. Profondo sud, male oscuro” (1993), “Metropolis” (1994), “Piccolo Cesare” del 2002 (dedicato al fenomeno Berlusconi): è stato il libro che ha segnato il passaggio da Mondadori, suo editore da oltre dieci anni, a Feltrinelli.

Giorgio Bocca partigiano giornalista scrittore2 A gennaio uscirà postumo il suo ultimo libro, "No grazie".

Attestati di stima e cordoglio sono stati espressi dai direttori delle principali testate giornalistiche e da esponenti di tutte le forze politiche.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa con commozione la triste notizia della scomparsa, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ricorda la "figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia". "Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile, Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro paese - si legge - e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività. Con sentimenti di riconoscenza per il suo rigoroso impegno partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell'informazione".

"La scomparsa di Giorgio Bocca - ha affermato il Presidente della Camera Gianfranco Fini- è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee espresse con passione ed intelligenza sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole.

Via | Ecumene24.com

domenica 25 dicembre 2011

Angola/Sviluppo archeologico: Scavi a Mbanza Congo, l’antica città pre-colonial

Luanda - Si sono conclusi la settimana scorsa gli scavi a Mbanza Kongo, nella provincia angolana di Zaire, intrapresi per fornire all'UNESCO tutti gli elementi necessari a far riconoscere le rovine della antica città pre-coloniale nella lista del Patrimonio Mondiale.

L'annuncio è stato dato lunedì scorso a Luanda dal Ministro della Cultura, Rosa Cruz e Silva, durante la cerimonia degli auguri di fine anno.

"Nel 2011 abbiamo compiuto passi notevoli per definire il dossier necessario a includere la città di Mbanza Kongo nella lista del Patrimonio Mondiale", ha detto il ministro, ed ha aggiunto che la ricerca archeologica proverà al mondo che Mbanza Kongo ha un valore eccezionale e universale.

Ha anche detto di ritenere che altri passi saranno compiuti nel 2012 negli altri progetti complementari, tesi a garantire il compimento di tale impresa (il corridoio del fiume Kwanza e i dipinti di Chitundo-Hulo), di modo che i beni culturali angolani possano essere conosciuti dal resto del mondo.

La città di Mbanza Kongo, antica capitale del regno africano pre-coloniale del Congo, ha più di 500 anni e fu anche conosciuta come Sao Salvador del Congo, all'epoca della colonizzazione portoghese.

Via | Agenzie

sabato 24 dicembre 2011

Auguri di Buon Natale in tutte le lingue e/o "Buon Natale" in diverse lingue

Ucraino - Srozhdestvom Kristovym.
Spagnolo - Feliz Navidad.

Natività-buon-natale-gesu-giuseppe-maria

Croato - Sretan Bozic.
Tedesco - Froehliche Weihnachten.
Latino - Natale hilare et Annum Faustum.
Cinese - (Cantonese) Gun Tso Sun Tan'Gung Haw.
Ceco - Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Serbo - Hristos se rodi.
Inglese - Merry Christmas.
Polacco - Wesolych Swiat Bozego Narodzenia o Boze Narodzenie.
Danese - Glaeligdelig Jul.
Francese - Joyeux Noel.
Giapponese - Shinnen omedeto. Kurisumasu Omedeto.
Ebraico - Mo'adim Lesimkha. Chena tova.
Finnico - Hyvaa joulua.
Romeno - Sa'rba'tori Fericite.
Arabo - Idah Saidan Wa Sanah Jadidah.
Bulgaro - Tchestita Koleda.

giovedì 22 dicembre 2011

Certe delizie si trovano solo a Napoli!!

Certe delizie si trovano solo a Napoli!!
Cornetti di ogni tipo, gusto e colori. Pietanze per tutti!!
Napolo che vive, Napoli che cresce!!

mercoledì 21 dicembre 2011

FREE SPINELLO: CHIUDONO I COFFE SHOP DI AMSTERDAM, l'ultima notte DI 2011

Dal prossimo anno per entrare nei locali che hanno reso famosa la città olandese servirà una tessera che sarà rilasciata solo ai residenti ed è boom di turisti per gli ultimi giorni di apertura a tutti.


È pur sempre un momento storico e in tanti non vogliono perderselo. Amsterdam prevede che il 31 dicembre, per chiudere in bellezza il 2011, saranno molti più del solito i visitatori della città. Ad attirare almeno il 15 per cento in più di turisti non saranno i musei con i capolavori di Van Gogh o le illuminazioni suggestive dei canali, ma la possibilità di fumare l'ultimo spinello prima dell'entrata in vigore della nuova legge.

Nonostante la crisi e la necessità di stringere la cinghia, ci sarà chi potrà permettersi di essere parte della festa locale mangiando chicchi d'uva a Madrid, o scambiandosi maialini a Vienna e chi, soprattutto se ha tra i 18 e i 24 anni, sceglierà di salutare il nuovo anno in un coffee shop, celebrando per l'ultima volta il mito dell'Olanda permissiva e libertaria. Dal primo gennaio 2012 Amsterdam sarà un po' meno la patria della beedoogbeleid, la politica della tolleranza, perché non permetterà più che un gran numero dei turisti che la visitano ogni anno - si stima sia il 23 per cento circa - lo faccia soltanto per sballarsi in un coffee shop. La nuova legge, approvata tra mille polemiche e scontri tra il governo centrale e l'amministrazione cittadina, trasformerà i 220 locali dove è consentita la vendita di cannabis in club privati. Per fumare uno spinello si dovrà perciò essere soci del locale, ma per ottenere la tessera si è tenuti a dimostrare di risiedere legalmente in Olanda.

Tra le motivazioni per le restrizioni, la necessità di porre fine al "turismo dello spinello", una tendenza che, invece, vedrà la sua apoteosi proprio nel giorno della sua messa al bando. "Stiamo ricevendo centinaia di telefonate di ragazzi che vogliono prenotare e chiedono informazioni", confermano i titolari dei coffee shop, infastiditi dalla pubblicità e ancora furenti contro il governo. La confusione su ciò che saranno tenuti a fare allo scoccare della mezzanotte è tanta: "Ci aspettiamo tolleranza - dicono - non potranno pretendere che ci mettiamo a fare tessere allo scoccare della mezzanotte".

Le agenzie di viaggi italiane confermano la corsa all'ultimo posto per Amsterdam, pur se fornire dati precisi è quasi impossibile. Non si trova più un posto sui voli low cost e negli ostelli della città, ma tracciare le rotte del "turismo dello spinello" è difficile. A mettersi in viaggio verso Amsterdam saranno soprattutto giovani e lo faranno in autostop (basta un giro sui forum di viaggio e sui social network per vedere le richieste di passaggi e l'organizzazione di gruppi per dividere le spese dell'auto), molti non prevedono neanche di dormire in città, pronti a restare svegli il più a lungo possibile e cercare alloggio in località meno costose.

Sono i tratti caratteristici del turismo meno appetibile, quello mordi e fuggi che una parte di Amsterdam vuole scoraggiare e un'altra non vuole perdere, temendo i tempi duri della crisi e la recessione. "Il governo olandese ci ha imposto una legge che non vogliamo - ha dichiarato alla Cnn Machteld Ligtvoet, portavoce dell'Amsterdam Tourism & Convention Board, l'ente turistico locale - i coffee shop non vengono pubblicizzati dalla nostra associazione né usati per attrarre i turisti. L'idea che si possano usare e comprare droghe leggere è parte del fascino di Amsterdam, del suo famoso spirito libertario". Un fascino che frutta parecchio e che con il bando allo spinello non sarà più fonte di reddito. I precedenti spaventano Amsterdam: Maastricht, città olandese che ha vietato il turismo dello spinello dallo scorso primo ottobre, ha perso il 16 per cento di turisti e valuta in 26 milioni di euro le perdite in un anno.

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About: la Repubblica.it | di CRISTINA NADOTTI

SVELATO IL SEGRETO DELLA GRANDEZZA UMANA, il talento degli "Asperger"

Dietro i grandi progressi umani ci sono loro  -  Dopo che per centinaia di migliaia di anni i nostri antenati avevano continuato a costruire sempre gli stessi strumenti di pietra, rudimentali raschietti e punteruoli, a un certo punto, circa centomila anni fa, un'improvvisa rivoluzione tecnologica. Gli strumenti diventano più precisi, sono costruiti con maggior cura, compaiono arpioni, archi e frecce, trappole e tagliole, che rendono possibile cacciare anche gli animali più pericolosi. Una svolta evolutiva che la professoressa inglese Penny Spikins del Department of Archaeology dell'University of York, ritiene potrebbe almeno in parte essere dovuta al contributo innovativo dato da personalità affette da disturbi dello spettro autistico, come riportato recentemente dalla rivista New Scientist. Questi individui hanno infatti la capacità di essere molto sistematici e di applicarsi in maniera focalizzata ai loro compiti, e quindi potrebbero essere stati loro a migliorare l'ideazione e la realizzazione degli utensili. Sorprendente anche il fatto che, proprio nello stesso periodo, si assista anche a un'impennata della creatività artistica, testimoniata dal ritrovamento di collane e decorazioni in osso, o di semplici strumenti musicali. Di lì a poco i nostri antenati avrebbero cominciato a dipingere figure realistiche ed espressive di uomini e animali sulle pareti delle caverne, disegni dei quali è stata rilevata l'estrema somiglianza con quelli effettuati anche oggi da persone affette da autismo. Contemporaneamente, cominciavano a svilupparsi la spiritualità e la religione e a diffondersi gli sciamani, con i loro miti, i loro stati di trance e le loro allucinazioni uditive. Probabilmente persone che oggi sarebbero diagnosticate come schizofreniche, ma che a quel tempo giocarono forse un ruolo fondamentale nel creare le prime comunità e i primi aggregati della civiltà.

IMPULSO CREATIVO - Dunque è possibile che un impulso decisivo allo sviluppo sociale, creativo e tecnologico degli esseri umani sia stato dato proprio da persone portatrici di disturbi psichici appartenenti all'area dell'autismo, della schizofrenia e dei disturbi dell'umore, che sono almeno in parte trasmessi geneticamente. Questo spiegherebbe anche come mai quelle che nella società contemporanea ci appaiono persone in difficoltà e soggette allo stigma sociale, non siano state spazzate via dalla selezione naturale che in teoria dovrebbe fare piazza pulita delle varianti genetiche meno vantaggiose. Ma se sono arrivate fino a noi, queste persone devono aver avuto un ruolo sociale positivo e propulsivo per molte migliaia di anni. «A un certo punto i nostri antenati iniziarono a sviluppare emozioni molto complesse, come la compassione, la gratitudine e l'ammirazione» dice la professoressa Spikins. Questo arricchimento culturale divenne anche uno dei passaggi fondamentali che consentì agli esseri umani di sovrastare gli altri ominidi che ancora si aggiravano sul pianeta, come l'Uomo di Neanderthal presente nell'Eurasia dell'ovest, l'Homo erectus presente in Indonesia, l'Homo floresiensis (meglio noto come "Hobbit"). Paradossalmente, l'elemento vincente fu forse proprio la presenza e la persistenza di geni correlati a quelli che oggi consideriamo disturbi psichici. Magari non proprio quelli più gravi, che possono essere troppo distruttivi per la socialità di un individuo; senza contare il fatto che nelle piccole popolazioni dell'umanità dei primordi il numero di portatori di disturbi psichici doveva essere talmente limitato che è difficile credere che queste persone possano aver plasmato le società nelle quali vivevano.

GRANDI GENI - Forse, quindi, l'elemento vincente furono i disturbi meno gravi, ma sempre appartenenti allo spettro dei disturbi autistici. «Negli anni più recenti c'è stata una crescente attenzione verso altre condizioni autistiche, — precisa Spikins in un articolo pubblicato sul Cambridge Archaeological Journal — «come la sindrome di Asperger che, da una parte crea una chiara differenza nella "mente", ma dall'altra non comporta per forza una significativa esclusione sociale». Le persone affette da questa sindrome condividono con l'autismo vero e proprio la difficoltà a sviluppare relazioni empatiche con gli altri, tuttavia sono capaci di un normale utilizzo del linguaggio e di realizzare un'interazione sociale funzionante. Però, "pensano differentemente" e così possono imporre svolte brillanti alle scienze e alle arti. Attraverso le epoche sono molte le persone di spicco riconosciute come portatrici di queste caratteristiche, ad esempio Charles Darwin, Isaac Newton, Lewis Carrol, Vincent van Gogh e soprattutto Albert Einstein. Quest'ultimo fu spesso considerato una persona incapace di affetti profondi, ebbe relazioni familiari difficili, perse il contatto con alcuni dei suoi figli (uno dei quali, Eduard, trascorse molti anni in ospedale psichiatrico). Però riuscì a pensare l'impensabile, a scardinare le basi della fisica del suo tempo, utilizzando come strumento di lavoro esclusivamente le sue capacità mentali e teorizzando che «l'immaginazione è più importante della conoscenza». E con la sua immaginazione creativa, attraverso esperimenti condotti esclusivamente nella sua mente, nel 1905 arrivò a una serie di idee e modelli rivoluzionari, come il concetto di relatività del tempo e dello spazio, ognuno dei quali avrebbe da solo meritato un premio Nobel (che in effetti gli fu assegnato nel 1922 per l'effetto fotoelettrico) e che per molti decenni rimasero incomprensibili alla stragrande maggioranza dei suoi contemporanei.

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About: Corriere della Sera | Danilo di Diodoro
Cfr. + Agenzie
Keywords: 
Le persone che pensano in modo diverso producono salti concettuali decisivi. Per questo l'evoluzione se le tiene strette

LIBERALIZZAZIONI 2012 - Intervista con Antonio Catricalà: "Le lobby non ci fermeranno, a gennaio ripresentiamo tutto"

LIBERALIZZAZIONI 2012 - Intervista con Antonio Catricalà: "Le lobby non ci fermeranno, a gennaio ripresentiamo tutto"

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio amareggiato per lo stop alle liberalizzazioni. "Anche Monti è seccato". "A gennaio interverremo su farmacie, taxi, liberi professionisti, autostrade e servizi pubblici. Basta brutte figure"

di CLAUDIO TITO
ROMA - "Arrabbiato? Certo che sono amareggiato. La forza delle lobby in Parlamento è ancora potente. Io vengo dall'Antitrust, Monti è stato commissario europeo per la concorrenza. Vuole che non siamo delusi? Lo siamo, ma non ci arrenderemo". Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà, non ci è rimasto affatto bene dopo la pesante retromarcia imposta dal Parlamento sul terreno delle liberalizzazioni. Soprattutto il passo indietro sui farmaci di fascia C rappresenta un colpo all'esecutivo. Ad una squadra che considera la concorrenza e le aperture dei mercati un "segno distintivo" della sua attività. Per questo "non ci fermiamo". Promette battaglia e avverte: "Batteremo le lobby e da gennaio andremo avanti. Non intendiamo più fare brutte figure. Ripresenteremo tutto".

Nello studio che per tanti anni è stato di Gianni Letta, il nuovo sottosegretario non ha cambiato nulla nell'arredamento. Ad accezione di alcune foto di famiglia. "Sa, su queste cose è inutile spendere. Vogliamo risparmiare e comunque, noi tecnici siamo di passaggio. Nel 2013 torneremo ai nostri lavori. Io non ho portato nemmeno i miei libri". Sulla scrivania, però, ne campeggia uno. È messo lì in bella vista. Settanta pagine scritte l'anno scorso proprio da Catricalà e che fino a un mese fa erano un tabù a Palazzo Chigi. Un atto di accusa contro caste e corporazioni dal titolo che adesso sembra 
un presagio: "Zavorre d'Italia". La prima pagina del libro si apre con una frase di Friedrich Von Hayek, premio Nobel per l'economia nel 1974, che sembra fatta su misura per descrivere quello che è successo mercoledì alla Camera: "La competizione è il terrore di tutti i conservatori di destra, di centro e di sinistra. Uno dei tratti fondamentali dell'atteggiamento conservatore è il timore del cambiamento". "Del resto - si sfoga il sottosegretario - le lobby sono forti e in questo caso sono state anche aiutate dalla disattenzione di alcuni parlamentari. Una vicenda che ci ha fatto riflettere".


In effetti lei era presidente dell'Antitrust, Monti commissario europeo alla concorrenza, e siete stati battuti proprio nel vostro campo.

"Ed è una cosa che ci fa star male. Però alcune liberalizzazioni le abbiamo fatte. I servizi pubblici locali, ad esempio. L'Antitrust potrà impugnare i cosiddetti servizi "in house" (gestiti direttamente dagli enti locali). Ma abbiamo proceduto pure per i porti, gli aeroporti e le autostrade. Per le banche e le assicurazioni cadrà quel flusso informativo che non permetteva la concorrenza. Per gli ordini professionali abbiamo facilitato l'accesso bloccando l'abilitazione a 18 mesi e sei si possono compiere nell'ultimo periodo di laurea. Insomma ci sono stati passi avanti importanti".
Però anche dei passi indietro su questioni che venivano considerate da molti una bandiera.
"Sono stati oscurati dall'insuccesso sui farmaci di fascia C. È vero, si tratta di un vulnus alla coerenza del nostro intervento. Non c'è dubbio. Sono le famiglie ad essere danneggiate, il prezzo dei medicinali così non potrà calare. Ma questo vulnus, che ci fa star male, non sarà permanente. Noi abbiamo il dovere di fare una legge annuale sulla concorrenza e tutto ciò che non è stato possibile approvare ora, lo porremo presto all'attenzione dei partiti e dell'opinione pubblica".

Scusi, ma il presidente Monti che a Bruxelles ha sconfitto addirittura Bill Gates, qui si è fatto fermare dal RadioTaxi.
"Sui taxi, però, fin dall'inizio avevamo ritenuto che dovessero essere regolamentati da una Authority ad hoc. Non ci poteva essere una liberalizzazione immediata e in Parlamento ci si è limitati a chiarire questo aspetto".

Eppure il vostro è un esecutivo di tecnici. Avete il vantaggio di non dovervi candidare alle elezioni. Non potevate fare di più?
"Siamo tecnici ma vogliamo rispettare il Parlamento. Sappiamo che non avendo il vincolo elettorale, possiamo fare più di altri. Non rispondiamo alle lobby e siamo svincolati dai partiti, ma non dalle Camere. Le brutte figure, però, non vogliamo farle più".

Ma lei si aspettava tanta resistenza?
"Sì, so che è difficile ammorbidire le lobby. Per le farmacie si sono dimostrare molto forti. Ho dovuto cedere qualche centimetro al perimetro chilometrico delle loro esclusive. Ma so che nessun privilegio cade al primo colpo. Certe cose, poi, sono radicate nella convinzione politica di molti parlamentari".

Scusi, la soluzione l'altro ieri poteva essere semplice: il governo avrebbe potuto esprimere parere contrario a quell'emendamento?
"Lo stavamo per fare ma nella concitazione del momento non ci siamo riusciti. Anche nella maggioranza, molti si sono accorti dell'emendamento all'ultimo momento. Comunque, probabilmente anche con il nostro parere contrario, sarebbe passato ugualmente".

Quella modifica è stata opera del Pdl.
"So solo che Monti e io ci siamo resi conto di quell'emendamento in una fase avanzata e mentre si discuteva sulla remunerazione dei manager pubblici. Una norma, quello dello stipendio aumentato del 25% che - vorrei precisare per evitare spiacevoli equivoci - si applica solo ai manager e ai dirigenti, non ai ministri e ai sottosegretari. I quali continuano a percepire lo stipendio fissato dalla legge e che fa riferimento all'indennità dei parlamentari. Insomma, nessuno di noi si è alzato lo stipendio. Sui farmaci, comunque, anche il presidente del consiglio che solitamente non mostra i suoi sentimenti, mi è sembrato piuttosto seccato".

Non teme che i centri di pressione vi possano bloccare ancora?
"La forza delle lobby dipende dalla vicinanza ai portatori di privilegi e non dalla tutela fornita dall'intero Parlamento. Alla fine prevarrà la logica di togliere le rendite di posizione per favorire tutti i cittadini. Il difficile è convincere che un sacrificio di pochi può diventare un beneficio di tutti".

Anche sulle Autostrade avete subito uno stop?
"Nascerà - entro fine anno - un'Agenzia che vigilerà e regolamenterà il settore. Abbiamo ritenuto di non dover turbare la nascita di questo nuovo organismo. Viviamo una fase di work in progress. Dobbiamo pur sempre tenere presente che siamo qui da un mese".

La cancellazione del divieto per le banche di vendere le coperture assicurative abbinate ai prestiti e ai mutui, non è stata però letta come una fase dei "lavori in corso".
"Ma non era una proposta del governo. Ci torneremo quando affronteremo la legge sulla concorrenza. Ma in quel settore ci sono altri aspetti che semmai destano qualche preoccupazione. Quell'1,5% fissato come tetto massimo di commissione per le carte di credito rischia di trasformarsi nella soglia cui tutti si adegueranno. È una questione che va risolta".

E il governo quando riproporrà concretamente le questioni non risolte?
"A gennaio, nella legge per la concorrenza faremo tutto quello che ci sarà consentito. Interverremo sulle farmacie e sul commercio. I taxi verranno liberalizzati dall'Authority per i Trasporti che, sempre gennaio, attende solo il varo di un regolamento per ufficializzare la nascita. Il punto è che troppi lacci e troppe leggi bloccano il mercato".

Ad esempio?
"I vincoli regionali e comunali. Ma lo sa che se lei volesse aprire una palestra a Roma dovrebbe fare riferimento a sei leggi regionali. Ci metterebbe un anno per fare tutto".

Interverrete anche sugli ordini professionali?
"Se ne sta occupando il ministro Severino. Farà un tavolo per tutti. Il problema lì resta la tariffa minima. Esistono ancora dei riferimenti legali e vanno tolti".

martedì 20 dicembre 2011

RICORDARE Simonceli, acquista online il libro delle memorie

MILANO - Sic è una storia, triste, ma da raccontare. Da tramandare e da non dimenticare, magari agganciandola a uno scopo di beneficenza. E' stato questo lo spirito che ha indotto la redazione della Gazzetta a confezionare il libro "Ciao Sic" (128 pagine, 9.99 euro più il prezzo del quotidiano), i cui ricavi, al netto dei costi, saranno devoluti in beneficenza. E da oggi il libro è disponibile anche in versione eBook su LibreriaRizzoli.it.

L'OPERA — Un'opera che ricorda Marco Simoncelli, con testi inediti e fotografie che raccontano un ragazzo come tanti altri: i suoi riccioli, l'amicizia con Valentino Rossi e un innato talento a pilotare le moto, che lo ha portato a laurearsi campione del mondo in 250 nel 2008. Vi racconteremo anche la famiglia, gli inizi, gli anni in Gilera e i duelli con i rivali. Per sapere chi era Sic, fuori e dentro i GP.

L'opera che racconta Simoncelli, in vendita a 9,99 euro col ricavato in beneficenza, disponibile anche su LibreriaRizzoli.it

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Sic e' una storia triste
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La vita riparte!!

Ecco alla fiera del caprone!
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Bellissimi Auguri di BUON NATALE, di Ilaria Taglieri

Penso che a Natale i regali non contino. Non importa cosa doni, il pacchetto in sé ma importa cosa auguri. Cosa speri. Se ci speri soprattutto ancora, in qualcosa.
Conta se sei in grado di emozionarti nonostante il passare del tempo, per ogni minima e piccola cosa.
Conta se sei ancora capace di versare una lacrima, ridendo o piangendo.
Conta se hai ancora la voglia di vivere che ti scorre insieme ...al tuo sangue.
Contano i brividi che partoriscono e fioriscono sulla pelle.
Conta se hai ancora lo stupore d'un bimbo alla scoperta del mondo; se hai ancora voglia di vedere mille, magnifici soli sorgere e tramontare.
Conta se hai voglia di navigare mari sconosciuti e nuotare in acque straniere.
Conta se trovi nel dolore la forza di reagire.
Se hai il coraggio di voltare pagina, spiegare le tue ali e toccare il cielo.
Se nel buio d'ogni attimo, sei capace di vedere anche la più flebile delle luci.
Se stringi ancora i denti per trionfare, emozionato.
Se da ogni avversità, trai la bellezza di combattere per la vita.
Conta se dai ancora peso ad un abbraccio, ad una carezza, ad un bacio.
Se chiedi in prestito le braccia d'un amore per proteggerti dalle tempeste e gli occhi del tuo angelo per perderti nel suo immenso.
Conta se hai ancora la voglia, il coraggio, la forza d'amare ma soprattutto d'amarti.
Conta se hai ancora il coraggio di soffrire ancora, di avere lividi sul cuore e cicatrici che saranno a prova d'eterno.
Conta se vuoi ancora viverti la vita e accettarla per quell'oceano di gioie e dolori che è.
Conta se vuoi sentirti ancora esplodere il cuore dentro il petto dalle emozioni.
Conta che tu sia onesto, con te stesso e con gli altri. Che tu sia felice.
Non importa dove, quando, come e con chi. Conta che tu lo sia e basta.

Ilaria Taglieri

Buon Natale | Ilaria Taglieri

domenica 11 dicembre 2011

CONSIGLI per I REGALI DI NATALE


Usando un pò di ingegno si riesce a trovare dei regali utili, sfiziosi e che soprattutto non costino una fortuna. Di seguito vi diamo delle dritte per riuscire a trovare il giusto regalo di Natale e districarsi tra la jungla di idee e novità che si vedono in giro.

  • Azzeccare il regalo: ad ogni persona va preso il giusto regalo di natale. Prima di partire in quarta alla ricerca dell'oggetto più originale e sfizioso dell'inverno, fermiamoci un attimo a riflettere e chidiamoci se il regalo di Natale a cui stiamo pensando piaccia più a noi o al destinatario... Cercate di focalizzarvi sulla personalità della persona, sui suoi gusti e sulle cose che prefersice: solo in questo modo si riesce a selezionare al meglio i regali di natale da fare.

  • Visitare i mercatini: nei banchi si trovano spesso delle idee molto originali e di solito i prezzi sono più bassi che nei negozi.

  • Visitare gli Outlet: ormai gli outlet sono presenti in tutte le città ed offrono prodotti di marca con sconti molto alti (dal 30% al 70 %).

  • Comprare i regali di Natale su Internet: ormai è appurato che acquistare online è molto conveniente. Vi consigliamo di acquistare online specialmente nel caso in cui vogliate regalare libri, videocassette, cd e prodotti elettronici ma anche abbigliamento ed accessori. La cosa fondamentale è di selezionare siti seri e tenere conto dei tempi di consegna.

  • Non cercare i regali di Natale all'ultimo minuto: la cosa migliore da fare è di programmare l'acquisto dei regali di Natale molto in anticipo in modo da essere sicuri di trovare quello che si cerca e di evitare le corse deleterie dell'ultimo minuto.

 

mercoledì 30 novembre 2011

Libia: le vere ragioni di una guerra

Presentazione del libro:”Libia 2011”
(Jaka book edizioni)
Giovedì, 1 Dicembre 2011 ore 21.00
Sala AVIS Via Serraglio Cesena


Intervengono:
- Paolo Sensini (autore del libro/saggista)
- Marinella Correggia (giornalista/collaboratrice de “Il Manifesto”)
La serata sarà aperta dalla proiezione di alcuni brevi video
Dopo mesi di devastanti bombardamenti della NATO la Libia è un paese distrutto . Migliaia di tonnellate di bombe e missili hanno causato migliaia di vittime civili per vincere la strenua resistenza di chi non voleva un ritorno al passato “coloniale” e all'oscurantismo religioso delle bande di Al CIAida.
L'Italia ha partecipato, contro i suoi stessi interessi, a questo macabro banchetto organizzato dagli imperialisti anglo -americani e francesi, bombardando con la benedizione del Presidente Napolitano Costituzione in mano.
Gli stessi poteri forti, fautori della guerra, hanno tolto di mezzo l'”infedele” Berlusconi per insediare Monti: un ragioniere di loro fiducia. Sancendo così la fine di ogni sovranità nazionale politica e democratica del nostro paese; imponendo ai lavoratori italiani ulteriori sacrifici per pagare i costi delle loro folli guerre e le truffe finanziarie delle loro banche. Il centro-sinistra dopo aver invocato la bombe su Tripoli e Sirte applaude al nuovo governo e ai suoi programmi di macelleria sociale. I pacifisti e buona parte dei NO global , salvo qualche eccezione, hanno preferito scambiare mercenari, tagliagole integralisti e razzisti per “rivoluzionari”.
Libri come “Libia 2011” in un clima di censura mediatica, senza precedenti, possono aiutarci a capire la posta in gioco della partita che si sta giocando in tutto il Medio Oriente; e le conseguenze sulle nostre vite e sul nostro futuro.

Organizza: Volenterosi contro la guerra Cesena

Contatti

martedì 22 novembre 2011

KIZOMBA IN ITALIA (IL MEGLIO)| SABATO 26.11.011 | WHITE COCKTAIL

SAB 26.11.011 |► WHITE COCKTAIL - SERATA DI BIANCO

“il meglio della kizomba in Italia”

Dress Cod: Tutti vestiti di bianco.

 Kizomba Romana - Kizomba & Zouk in Italia

Arriva l'evento più atteso di Roma,

il momento clue per gli amanti della

KIZOMBA * KUDURO * ZOUK * LATIN *
HIP-HOP * COUPE' DECALE' * FUNANA!

Dj's | Jacky, Ketson, Marcy, Hary, Andrea Pisano



"CENTRAL" è in Via dei Sabelli, 2 (S. Lorenzo)

ATTENZIONE
[ I nostri amici sono sempre educati e cortesi sia fuori che dentro al locale! ]
[ Si consiglia di arrivare presto altrimenti che senso c'è arrivare alla fine della serata.]
[ Tutti sono invitati a creare un ambiente famigliare, amichevole, e molto "kizombeiro". Tutti sul palco a ballare!]

Ulteriore informazione:
a) Cliccare su “Invita persone a partecipare” dal menu a destra.
b) Selezionare tutti i tuoi contatti
c) Clicca su “Invia Inviti”
+ siamo e + ci divertiamo!

La ► White Cocktail - Serata di Bianco, è promosso da

| CABOVERDEMANIA - 3385220486
| KIZOMBA ROMANA - 338.4994766 * 320.5320188 |
| CABOVERDE NIGHT – 3398042156


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Kizomba Romana - Dolci Emozioni | Il venerdì Kizomba & Zouk di Roma
(Ogni venerdì al Cafè Cretcheu, in via Ancona 13)
♣Informazioni: 338.4994.766 ♦ 320.5320.188♣

IL MEGLIO DELLA KIZOMBA IN ROMA | SABATO 26.11.011 | WHITE COCKTAIL |

SAB 26.11.011 |► WHITE COCKTAIL - SERATA DI BIANCO

“il meglio della kizomba in Italia”

Dress Cod: Tutti vestiti di bianco.

Arriva l'evento più atteso di Roma,

il momento clue per gli amanti della

KIZOMBA * KUDURO * ZOUK * LATIN *
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Dj's | Jacky, Ketson, Marcy, Hary, Andrea Pisano



"CENTRAL" è in Via dei Sabelli, 2 (S. Lorenzo)

ATTENZIONE
[ I nostri amici sono sempre educati e cortesi sia fuori che dentro al locale! ]
[ Si consiglia di arrivare presto altrimenti che senso c'è arrivare alla fine della serata.]
[ Tutti sono invitati a creare un ambiente famigliare, amichevole, e molto "kizombeiro". Tutti sul palco a ballare!]

Ulteriore informazione:
a) Cliccare su “Invita persone a partecipare” dal menu a destra.
b) Selezionare tutti i tuoi contatti
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La ► White Cocktail - Serata di Bianco, è promosso da

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| KIZOMBA ROMANA - 338.4994766 * 320.5320188 |
| CABOVERDE NIGHT – 3398042156


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Kizomba Romana - Dolci Emozioni | Il venerdì Kizomba & Zouk di Roma
(Ogni venerdì al Cafè Cretcheu, in via Ancona 13)
♣Informazioni: 338.4994.766 ♦ 320.5320.188♣

“Cittadinanza ai ragazzi nati o cresciuti in Italia”, una opportunità per il paese!

Di qualche giorno fa orami  l'incontro di Napolitano con una rappresentanza di giovani nati o cresciuti in Italia, con genitori di origine straniera. Non era la prima volta se non sbaglio, ma ha avuto un diverso impatto sull'opinione pubblica, o comunque se ne è parlato di più. Credo che la novità sia stata che nell' incontro il Presidente Napolitano abbia messo l'accento con forza su come essi siano portatori di una ricchezza  più profonda di quanto numeri o statistiche possano rilevare. Credo poi che la maggiore attenzione discenda anche dalla tempistica scelta. Non credo sia un caso aver voluto incontrare queste ragazze e ragazzi  in una fase tanto delicata nella vita politica ed economica del Paese.  La scelta del momento e il taglio innovativo dato nell’approcciare la questione le ha assegnato una forte centralità nell’agenda politica .

Sicuramente è da apprezzare il taglio che ha evitato una lettura solamente quantitativa del fenomeno migratorio,  preferendo invece parlare di come questi giovani “contribuiscano all’energia vitale” che rende più forte il nostro Paese. Considerandoli   in primis un arricchimento sotto il profilo culturale e sociale. Non solo una risorsa ma una opportunità da coltivare. Importanti  per dinamizzare la nostra società e renderla più coesa . Positivo anche che si sia evitato l’equivoco di parlare solo di immigrazione a ragazzi che si sentono italiani . Saggiamente il Presidente ha invece  affrontato la grande questione della nuova società italiana che essi rappresentano e di come da essi si debba ripartire per dare prospettiva e serenità all’Italia. Una grande nazione come la nostra deve tornare a considerare i propri giovani  cittadini  la priorità. Una risorsa indispensabile su cui investire per valorizzarne le potenzialità e i talenti , troppo spesso mortificati dalle condizioni famigliari o da situazioni che nulla hanno a che fare con le loro capacità e meriti.

Forte e chiara è stata l’esortazione alla politica affinché si faccia carico di rimuovere questi ostacoli affinché anche il figlio di una donna delle pulizie possa aspirare a diventare Presidente dell’organismo di controllo della Borsa, come fu per Guido Rossi. Il merito come strumento di affermazione  anche per i tanti giovani artisti, scrittori, ricercatori di origine straniera che quotidianamente rendono più ricca la cultura italiana, innovandola e  aprendola a nuove influenze. In questa ottica va colta la citazione fatta dal Presidente nell’accenno a un brano della scrittrice italo somala  Igiaba Scego,  recentemente premiata con il prestigioso premio Mondello per la letteratura italiana. Essa rappresenta una sintesi  naturale di questo mix di culture e identità ed è al momento stesso esempio di una trasformazione nella società italiana già in corso da anni ma che stenta a essere narrata nella sua normalità. A volte nel tentativo di raccontare questa trasformazione si scelgono “scorciatoie”. Si  prendono  a simbolo alcuni famosi sportivi, in altri casi invece si utilizza un approccio riduttivo e avvilente, che pur con intenti condivisibili, presenta i migranti e i loro figli soprattutto per la loro indiscutibile utilità  al sistema economico, quasi fossero “un male necessario”. Non basta ! Non è cosi che si può pensare di costruire  il senso di appartenenza a una comunità. Dovremo invece riprendere  a raccontare di queste persone anche a partire dal contributo che quotidianamente danno nelle scuole, nella musica, nel cinema , in letteratura o nelle professioni.  Dire come siano ormai parte fondamentale di quella “energia vitale” che ha reso l’Italia un paese amato e apprezzato in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico e culturale. Patrimonio che ieri come oggi   si arricchisce dall’incontro di popoli e culture.

Questa implicita esortazione fatta dalla più alta carica dello Stato alla politica, non è più eludibile. Questo ci dice il grande applauso con cui  piazza San Giovanni ha accolto il passaggio di Bersani sulla necessità di riconoscere la cittadinanza a quei ragazzi nati o cresciuti in Italia ci dice questo. Averlo poi  ribadito anche in occasione della dichiarazione di voto per la fiducia a Monti è un segnale importante di attenzione e comprensione di quella esortazione.

I tempi sono quindi   maturi per riconoscere a questi “nuovi italiani” la cittadinanza e la possibilità di votare alle elezioni amministrative come già accade diffusamente in Europa, con l’obiettivo di costruire una convivenza civile basata su una effettiva reciprocità di diritti e doveri. Idee che nella campagna L’ITALIA SONO ANCH’IO hanno trovato forma e concretezza nelle due proposte di Legge di iniziativa popolare a sostegno delle quali  il Forum immigrazione del PD ha raccolto migliaia in tutta Italia. Una mobilitazione che è una opportunità da cogliere per incontrare centinaia di migliaia di nostri concittadini a cui raccontare una Italia nuova che già esiste ma che spesso è ignorata.

Di Marco Pacciotti

domenica 13 novembre 2011

L’addio di Silvio Berlusconi: Ecco le pagelle dei suoi ministri

Una immagine di alcuni dei ministri del governo Berlusconi sui banchi del governo a Montecitorio Milano - Il governo Berlusconi se ne va senza gloria, almeno a leggere le pagelle davvero impietose che la Stampa dedica oggi a ogni singolo ministro. Eccole, in sintesi.

Giulio Tremonti (Economia): ha distrutto la sua credibilità.

Franco Frattini (Esteri): la sua Italia non è più nemmeno una potenza intermedia.

Roberto Maroni (Interni): pessimi rapporti con i sindacati, l'opposizione l'ha spesso appoggiato perché era una spina nel fianco del Pdl.

Nitto Palma (Giustizia): non ha lasciato grandi tracce di sé. Angelino Alfano: le sue riforme sono rimaste tutte sulla carta o bocciate.

Ignazio La Russa (Difesa): il suo principale vanto i pannelli solari sui tetti delle caserme.

Umebrto Bossi (Riforme): ha perso consensi riuscendo a stento a tenere a freno la rabbia delle camicie verdi.

Paolo Romani (Sviluppo): sarà ricordato per aver continuato l'opera di difesa delle aziende di famiglia.

Maurizio Sacconi (Welfare): annunci, proclami ideologici, la criticatissima uscita sul rischio terrorismo.

Mariastella Gelmini (Istruzione): ha trasformato il ministero in un campo di battaglia.

Altero Matteoli (Infrastrutture): ha dovuto guidare un dicastero che senza soldi non può fare quasi nulla.

Raffaele Fitto (Regioni): l'unico che è riuscito a strappare una delega a Tremonti

Roberto Calderoli (Semplificazione): ha subito le ire dei comuni per i primi effetti del federalismo.

Renato Brunetta (Funzione pubblica): eccesso di zelo verbale e normativo.

Ferruccio Fazio (Sanità): nessuna riforma.

Giancarlo Galan (Beni culturali): è riuscito a litigare perv il festival di Roma e Pompei continua a crollare. Sandro Bondi: piazza al ministero figlio ed ex marito della compagna.

Saverio Romano (Agricoltura): più noto agli uffici giudiziari che al pubblico. Luca Zaia: le quote latte pesano ancora sulle casse pubbliche.

Annamaria Bernini (Ue): non tocca palla. Andrea Ronchi: liberalizza i servizi pubblici locali ma l'acqua è cassata dal referendum.

Stefania Prestigiacomo (Ambiente): budget ridotto dei due terzi, buona parte destinata al dissesto idrogeologico.

Michela Brambilla (Turismo): da ricordare il suo spot sull'Italia con Berlusconi testimonial.

Giorgia Meloni (Gioventù): vaso di coccio tra due vasi di ferro, Tremonti e Sacconi.

Mara Carfagna (Pari opportunità): ricorderemo una legge (stalking), una marcia indietro sui gay e un tentativo di dimissioni rientrate.

Elio Vito (Rapporti col Parlamento): un calvario.

Gianfranco Rotondi (Attuazione del programma): del programma pochissimo è stato fatto.

E24 | Agenzie

venerdì 4 novembre 2011

Manifestazione nazionale del PD 5/11/2011: "L'Italia è di chi ci nasce (e cresce), l'Italia è di chi l'ama"

"L'Italia è di chi ci nasce (e cresce), l'Italia è di chi l'ama", cosi recitava lo striscione orgogliosamente portato da un gruppo di ragazzi del Forum immigrazione di Brà alla scorsa manifestazione. A distanza di poco più di un anno e con la campagna" L'Italia sono anch'io" in corso, quelle parole sembrano avere più senso di allora e anche trovare concretezza nelle battaglie che stiamo sostenendo. Battaglie politiche che però non possono prescindere da un quadro politco più generale, che vede il nostro Paese messo all'angolo da un "governo" ciarliero e irresponsabile.
Per questo è importante dare come Forum Immigrazione un contributo alla buona riuscita della manifestazione del 5 novembre. Sarà importante in queste ore, coinvolgere le comunità, le associazioni, i singoli cittadini di origine straniera e non a partecipare. Da quella piazza vogliamo ribadire un'idea di società diversa e più aperta di quella che questo governo e la Lega teorizzano. Una società di cui già fanno parte oltre 4,5 milioni di donne e uomini che hanno scelto l'italia come seconda patria, e che pur contribuendo in modo decisivo al benessere e alla crescita sociale ed economica delle comunità dove vivono, sono ancora cittadini di serie B.
Rappresentare questa Italia, darle visibilità, diritti e voce è anche il compito che come Forum vorremmo continuare a perseguire. Per queste ragioni sarà importante che i "Nuovi Cittadini" scendano in piazza aderendo allo slogan della maniìfestazione IN NOME DEL POPOLO ITALIANO! Popolo del quale vorrebbero sentirsi parte ma dal quale ancora troppe cose li separa ingiustamente. La presenza forte e visibile del nostro forum, la partecipazione numerosaa di tanti cittadini stranieri , non sarà quindi una semolice testimonianza, ma una rappresentazione dell'Italia che già c'è e che in troppi fingono di non vedere, non affrontando i nodi ineludibili che essa pone.

Saturday, November 5 · 2:00pm - 5:30pm


Location: Roma, piazza San Giovanni

https://www.facebook.com/event.php?eid=306420802701688

Ricordando Miriam Makeba - “Festa dell’arte” il GIOVEDÍ 10 NOVEMBRE ORE 21

Per il terzo anno, la nostra Associazione ANIWE' (per tutti)
ricorda M. MAKEBA nel giorno in cui ci ha lasciati.
GIOVEDÍ 10 NOVEMBRE, presso l'ex cinema Volturno
organizziamo una serata di musica, poesia, danza e fotografia,
in ricordo di questa grande artista e per festeggiare il Premio Nobel per la Pace alle donne africane.
Per l'ingresso è prevista una sottoscrizione di 3€
Programma di massima
Fotografia, Roberto Cavallini - ROMA SUNU SENEGAL
Filmaker and rock music, Iolanda Corruga e Amedeo Morrone
Musica, alla kora Madja Djabate
Danza, Eugene Dimilieu accompagnato alle percussioni da Laurent del Togo
Moda e artigianato africano, Ngiasse (Africacreation)
UN PRIMO CONTRIBUTO?... DIFFONDETE QUESTO APPUNTAMENTO E PARTECIPATE..VI ASPETTIAMO
GIOVEDÍ 10 NOVEMBRE ORE 21
EX CINEMA VOLTURNO, Via Volturno, 37 - ROMA
http://volturno.noblogs.org/
http://www.aniwe.altervista.org/

 

Evento su Facebook: https://www.facebook.com/event.php?eid=174939039259774

giovedì 3 novembre 2011

Yorkshire inglese, ritorno “dolce” alle vere tradizioni

Yorkshire inglese, ritorno “dolce” alle vere tradizioni2 L’INDUSTRIA DOLCIARIA. Punto di partenza per un tour nello Yorkshire inglese, cittadina affascinante e vivace dai duemila anni di storia conosciuta soprattutto per la sua cattedrale, York Minster, fra gli edifici gotici più grandi del Nord Europa. C'è però un lato "dolce" della città che solo i veri golosi possono apprezzare fino in fondo: l'industria dolciaria di York, che ne ha fatto la fortuna economica dal XIX secolo fino ad oggi.

SWEET HISTORY OF YORK. Cioccolato, dolci, aneddoti alla Willy Wonka, foto e confezioni d'epoca. Con questo e tanto altro materiale York si prepara a fare della sua industria dolciaria una vera e propria attrazione turistica che aprirà i battenti la prossima primavera. Il nome è solo provvisorio ma già promette bene,"Sweet History of York". Nel cuore della città la York House sarà trasformata in tre piani di golosità, una sorta di museo con immancabile negozio e bar-caffè dove addentare un brownie o un pezzo di cioccolato. Un modo per andare anche dietro le quinte e scoprire le storie degli uomini e delle donne che dal 1800 hanno lavorato dietro a una barretta al cacao o a dei biscotti. In più l'attrazione sarà aperta nella Shambles (mappa), la strada che nel 2010 vinse il premio di Google come via più pittoresca del Regno Unito Sweethistoryofyork.

GOLOSITA’ ALL’INGLESE. Se la prossima primavera vi sembra troppo lontana ma l'idea che a York si passeggi tra folate di cacao e cannella vi fa impazzire, allora si può ipotizzare una capatina Oltremanica a partire dalle prossime settimane: la stagione delle iniziative e dei sapori del Natale sta per iniziare. Si comincia il 24 novembre, con la celebre St Nicholas Fayre, con commercianti in costume vittoriano, cori natalizi e un profumo irresistibile di caldarroste e cioccolata calda. Dal primo dicembre in poi è tutto un susseguirsi di mercatini, dall'artigianato alla gastronomia. Un'occasione per abbandonarsi alla dolcezza, e – perché no – per acquistare regali di Natale più che originali.

Via |  www.ecumene24.com

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