mercoledì 28 dicembre 2011

Banca africana di sviluppo (Bad) in primis nell’integrazione regionale

Business Focus Luanda - La Banca africana di sviluppo (Bad) ha messo a disposizione del governo dell'Angola 400 milioni di dollari per appoggiare i progetti pubblici di sviluppo per gli anni 2011-2015. Con questa somma la Bad intende contribuire al mantenimento delle infrastrutture in particolare sei settori energetico e dei trasporti, oltre che per la promozione dello sviluppo del settore privato in particolare delle piccole e medie imprese.

Il responsabile della Bad in Angola, Septime Martin, ha spiegato che la somma ha anche lo scopo di favorire l'integrazione regionale e quello di rendere più efficace l'uso delle risorse naturali e finanziarie del paese.

Ecumene24 | Agenzie

Luto per Giorgio Panariello, muore suo fratello Francesco P.

Giorgio Panariello è arrivato all'ospedale Versilia per il riconoscimento della salma del fratello Franco, trovato morto la notte scorsa sul lungomare di Viareggio. È entrato da una porta secondaria, poi è corso al commissariato di polizia senza dire una parola sulla tragica fine del suo congiunto.

francesco-panariello-giorgio-fratello-morto Francesco Panariello, 50 anni, è stato trovato privo di vita poco dopo la mezzanotte in un'aiuola sulla terrazza della Repubblica di fronte al bagno Zara a Viareggio. Un passante ha visto l'uomo, che in passato aveva avuto problemi di tossicodipendenza, a terra ed ha avvertito il 118. Il medico ha cercato di rianimarlo. È intervenuta anche una volante della polizia.

Giorgio Panariello più volte in passato si era occupato del fratello che aveva avuto problemi di droga e di salute. In un'intervista rilasciata nel 2009 Francesco aveva raccontato che era stato proprio il fratello attore ad aiutarlo a uscire dal tunnel della droga.
Francesco e Giorgio hanno avuto entrambi un'infanzia molto difficile. Abbandonati da una mamma-bambina quando Giorgio aveva poco più di un anno e Francesco era appena nato, erano stati subito separati: il primo affidato ai nonni materni, il secondo messo in un collegio. Lì era rimasto per 12 anni prima di essere adottato da una famiglia benestante.

«Neanche l'affetto della nuova famiglia - raccontò Francesco in un'intervista - riusciva a placarmi. Un giorno mi scoprirono mentre portavo via i loro soldi, così rinunciarono all'adozione. Fui spedito in un collegio a Siena, ma anche lì durai poco: mi scoprirono mentre stavo rubando dei soldi al preside. Fui ritenuto un caso con pochissime probabilità di recupero così mi portarono dai miei nonni al Cinquale, una frazione del comune di Montignoso».

In Toscana, Francesco conobbe il fratello Giorgio ma scappò anche dalla residenza dei nonni per andare in cerca della madre, a Napoli. Finì poi in carcere, si ammalò e cominciò a drogarsi. Fino al momento in cui Giorgio Panariello lo convinse ad andare a disintossicarsi nella comunità di San Patrignano, all'età di 37 anni per uscirne sette anni dopo.

Via | E24 | Agenzie

lunedì 26 dicembre 2011

Tapei: uomo affitta un film porno e scopre che l’attrice è sua moglie!

I film porno rappresentano per molti una piccante fuga dalla realtà, il desiderio di vivere altre forme di eccitazione, non legate per forza al partner, anzi quanti vorrebbero conoscere i protagonisti dell’hard così disinibiti e pronti a tutto? Guai a dire di si…

uomo affitta un film porno e scopre che l’attrice è sua moglie!

A Taipei, capitale del Taiwan, un uomo, di professione carpentiere, dopo aver acquistato un film porno, si è sistemato comodamente in casa per godersi il piccante spettacolo ma, dopo pochi minuti dall’inizio, è rimasto praticamente scioccato dalla visione: tra le attrici è comparsa la moglie!

Invece di staccare il dvd e prenderlo a calci, il protagonista di questa assurda vicenda ha deciso di guardare qualche minuto del film e, sorpresa delle sorprese, ha scoperto che l’uomo, con il quale la mogliettina si è impegnata nelle più assurde acrobazie, era proprio il suo miglior amico. A quel punto, in preda ad un’irrefrenabile ira, ha atteso il ritorno della consorte che, appena giunta a casa, viene aggredita dal marito con un coltellaccio e, per fortuna, ferita solo ad una gamba.

L’uomo, accusato di tentato omicidio, rischia sei mesi di reclusione, mentre la focosa mogliettina è ora libera di svolgere tranquillamente la sua piccante professione. Qual era il titolo del film? Relazioni con le mogli degli altri

Via | CiaoPeople

Ici vs Chiesa: Ragioni perché le accuse al Vaticano sono ingiuste

La politica senza spina dorsale, quella fatta da chi non sa dove si trova e perché la fa, si sta esibendo in una gara a chi la spara più grossa sul tema Ici-Chiesa cattolica. Basterebbe poco per farsi un’idea sul perché alcuni immobili della Chiesa non pagano l’Ici e di conseguenza arrivare alla conclusione che non solo è un bene non fa pagare l’Ici ma se si potesse bisognerebbe incoraggiare la creazione di nuovi luoghi del genere.

cardinal bagnasco capo della cei Prima di dare un giudizio bisognerebbe fare un elenco di tutti coloro che l’Ici non la pagano. Non pagano l’Ici tutti i locali pubblici come per esempio le scuole, le Università, i musei, i teatri lirici, lo stadio comunale, gli impianti sportivi, le Ipab ovvero le case di riposo pubbliche, gli ospedali, le sedi asl. Che senso avrebbe infatti fare pagare l’Ici dei luoghi pubblici. È per la stessa ragione che non pagano l’Ici le scuole paritarie, i teatri degli oratori, l’impianto sportivo di una società dilettantistica, una casa di riposo gestita da una onlus, un circolo ricreativo come le case del popolo o l’Arci, la sede della Misericordia o della Pubblica assistenza. Eppure sembra che il problema sia solo dei locali della Chiesa cattolica o delle realtà vicine.

Non pagano l’Ici tutte le confessioni religiose che hanno stipulato con lo Stato un concordato, dai valdesi, agli avventisti del settimo giorno, eppure il problema sembra solo rivolto alla Chiesa cattolica.

Abolire l’esenzione Ici o Imu alla Chiesa e alle non profit significherebbe far pagare l’Ici alla mensa della Caritas, agli alloggi per i barboni, ai locali che raccolgono i vestiti che non usiamo più per darli a chi ne ha bisogno, alle associazioni che raccolgono i generi alimentari per poi distribuirli alle famiglie.

Insomma non far pagare l’Ici a questi luoghi che operano per il bene di tutti mi sembra più che opportuno.

Sempre per farci un'idea sulla questione e quindi per arrivare a un giudizio, invece niente si dice sugli altri enti non profit che usufruiscono dell’esenzione. Per esempio perché non ricordare che i circoli Arci non pagano l’Ici? Quelle case del popolo diventate casinò del popolo con slot machines e lap dance l’Ici o Imu non la pagano, eppure chi ci va affolla internet per dire che la Chiesa è privilegiata.

C’è un mondo sempre in prima linea per difendere lodevoli associazioni che operano per il bene di tutti come emergency, il Wwf o Legambiente che fanno dichiaratamente politica di parte, e la stessa parte politica  poi chiede solo per la Chiesa cattolica l’abolizione dell’esenzione dell’Ici.

C’e poi tutto il mondo dell’esenzione Ici riguardo alle associazioni, fondazioni e comitati. In questo caso anche i partiti sono e potrebbero essere esenti.
Mi piacerebbe saper se quelli che si stracciano le vesti per far pagare l’Ici alle parrocchie e alla caritas pagano l’Ici per le loro sedi, e sono certo che i radicali che di questa battaglia si sono fatti paladini pagano l’Ici fino all’ultimo centesimo per le loro sedi, le associazioni, la radio e altri comitati, fondazioni e associazioni che organizzano. Sono talmente convinto che pagano fino all’ultimo centesimo che li invito a pubblicare tutti i bollettini.

In questa categoria possono a pieno diritto rientrare anche i sindacati con le loro sedi. Eppure non mi sembra che nessuno abbia aperto una pagina di Facebook per chiedere alla Cgil di pagare tutta l’ici.

Insomma io difendo la norma che stabilisce l’esenzione dell’imposta sugli immobili per coloro che fanno qualcosa che va a vantaggio della collettività. Difendo quindi l’esenzione che riguarda la Chiesa cattolica perché fa un’attività che riguarda tutti e soprattutto perché è fin troppo evidente che chi ne chiede l’abolizione si muove contro la Chiesa.

Via | Ilsussidiario | Gabriele Toccafondi

Addio Giorgio Bocca: le reazioni del mondo politico e culturale –"Grande combattente e amico"

Roma – Giorgio Bocca se n’è andato lasciando un vuoto incolmabile. Se n’è andato in uno dei peggiori momenti della storia repubblicana del Bel Paese. A volte le profezie si avverano: "Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia", così ripeteva Giorgio Bocca.

Bocca-Giorgio e morto La Giangiacomo Feltrinelli Editore ha diffuso la notizia nel pomeriggio di ieri: “Domenica 25 dicembre è morto Giorgio Bocca, grande giornalista, grande combattente, grande amico. Dalla guerra partigiana fino a questi ultimi giorni della crisi italiana e mondiale, ha vissuto, osservato e raccontato sette decenni di storia del nostro Paese. Le inchieste, i corsivi, i libri di Giorgio Bocca hanno accompagnato e nutrito la formazione civile di molte generazioni di italiani”.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “appresa con commozione la triste notizia”, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ricorda la «figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia». “Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile - prosegue Napolitano - Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro Paese e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività”. “Con sentimenti di riconoscenza per il suo vigoroso impegno - conclude - partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell’informazione”.

Ezio Mauro: “Giorgio Bocca era un grande amico, un uomo di Repubblica ma anche un personaggio appassionato della storia repubblicana incompiuta del nostro Paese. E proprio le vicende di questi giorni ci fanno dire quanto ancora ce ne sarebbe bisogno. La telefonata di Silvia, la moglie, per una delle circostanze straordinarie della vita, mi ha raggiunto a Dronero, nel suo posto da partigiano, con tutte le montagne attorno, in una giornata di freddo e di sole. Pensavo a lui quando sono arrivato, sapevo che non riusciva a difendersi dal male e voleva interrompere questa lunga sofferenza. E in questi giorni a Repubblica abbiamo ricapitolato il significato del suo lavoro nella storia del giornalismo e dell’impegno civile del nostro Paese”.

giorgio bocca con i grandi della culturaGiorgio Bocca con Curzio Maltese, Giancarlo Aneri,
Enzo Biagi e Indro Montanelli il 6 dicembre 1995

Carlo De Benedetti (editore di Repubblica e de L’Espresso): “Giorgio, oltre ad essere da più di trent’anni un caro amico, è una persona che ho molto ammirato, soprattutto per la sua coerenza e per la cocciutaggine piemontese con cui da grande giornalista è sempre stato dalla parte di chi, per una ragione o per l’altra, godeva di meno privilegi e soprattutto di meno libertà. Penso che i lettori ne sentiranno la mancanza; l’impegno civile che lui ci ha insegnato rimarrà una delle più profonde caratteristiche dei nostri giornali”.

Roberto Saviano: “Da lui ho capito che non bisognava mai lasciarsi ferire, né abbassare gli occhi: gli insulti sono spinte ad andare oltre, a entrare più in profondità nei problemi. La mia strada per l'inferno l'ha indicata lui, "Gomorra" si è nutrito della sua lezione: guardare le cose in faccia, respirarle, sbatterci contro fino a farsele entrare dentro e poi scrivere senza reticenze, smussature, compiacenze”.

Franco Siddi (segretario della Fnsi): "Con Giorgio Bocca scompare uno degli ultimi grandi protagonisti del giornalismo dell’epoca repubblicana del nostro paese. Un giornalista e un cittadino libero, coerente sino in fondo, che per denunciare le storture e le deviazioni e il decadimento della democrazia italiana non ha mai avuto bisogno di rinnegare la Resistenza e quanto essa ha costituito per la rinascita del paese liberandolo dal fascismo".

Giuseppe Giulietti (Articolo 21 ): "Giorgio Bocca è stato un grande giornalista, un uomo libero, uno che non si è mai piegato alle mode del momento nè ai facili revisionismi. Di lui avremo ancora modo di parlare, ma ora vogliamo ricordare anche e soprattutto il partigiano che non si è mai pentito e che, per tutta la vita, ha contrastato le dittature, le censure, i bavagli di ogni colore e di ogni natura. Lo accusavano di essere troppo aspro e ruvido, in realtà lo era solo con gli opportunisti, con i voltagabbana, con quelli che erano pronti a tutto pur di conquistare un posto al sole, o meglio uno spazio in video. A differenza di altri Bocca non ha mai smesso di amare la Costituzione repubblicana, di difenderla da ogni oltraggio, di contrastare i facili revisionismi di chi avrebbe voluto cancellare la memoria del passato per meglio dominare il presente".

Paolo Garimberti (presidente della Rai): "Giorgio Bocca è stato un interprete magistrale del mestiere di cronista. Dalle cronache dalla provincia italiana agli esordi, alle grandi inchieste sulla società negli anni del boom, dalle cronache dal Vietnam alle vicende del terrorismo fino ai libri di storia e di denuncia, passando attraverso due grandi laboratori del giornalismo come Il Giorno di Pietra e La Repubblica di Scalfari, Bocca è sempre stato fedele a se stesso: a un rigoroso, a volte ostinato spirito di cronista. Tanti suoi "lead" resteranno impareggiabili, e andranno consegnati alle scuole di giornalismo. Così come impareggiabili resteranno le convinzioni alle quali si sono sempre ispirate le sue rubriche, i suoi commenti: l’antifascismo e il rispetto della costituzione".

Gianni Riotta: "Leggete la cronaca di Giorgio Bocca su Vigevano Fare soldi x fare soldi x fare soldi. Scompare oggi un grande reporter.

Emilio Fede: "Ci ha lasciato un grande giornalista, un grande scrittore. Un grande amico, con il quale ho vissuto l’inizio della mia avventura giornalistica alla Gazzetta del Popolo di Torino. Ci facevamo compagnia, la notte, dopo la chiusura del giornale. Con Ugo Ronfani, Adalberto Minucci, Diego e Pierino Novelli, andavamo alla stazione di Porta Nuova, a Torino, per mangiare pane e mortadella alle bancarelle dove approdavano i nottambuli. Poi, insieme al mio inizio con le reti Mediaset. Insieme quella notte della Guerra del golfo. Lo leggevo nei suoi editoriali su L’Espresso. Non importa quello che era da condividere e quello no. Ciao Giorgio. Molti ti ricordano e ti ricorderanno. Anche Berlusconi - ne sono certo - che qui ti aveva chiamato come voce libera".

Gianfranco Fini: "La scomparsa di Giorgio Bocca è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee, espresse con passione e intelligenza, sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole.Fiero della sua storia partigiana e profondamente ispirato al valore dell’etica pubblica, Bocca si è confermato un analista brillante delle vicende politiche italiane rappresentando sempre una significativa indipendenza di giudizio. Il suo insegnamento rimarrà nel mondo del giornalismo e della cultura dell’Italia come grande fonte di ispirazione di valori civili".

Walter Veltroni: "Giorgio Bocca ha fatto la Resistenza. Sempre".

Massimo D’Alema: "Con Giorgio Bocca scompare un grande protagonista della nostra vita civile, un uomo che ha fatto la storia del giornalismo italiano. Di lui ho sempre ammirato non solo la qualità professionale, ma anche la coerenza e la forza con cui ha difeso i valori fondamentali a cui ha legato la sua esistenza, a partire dall’antifascismo".

Piero Fassino: "Un uomo che ha creduto profondamente nei valori di libertà, democrazia, giustizia legalità e ha speso le migliori energie della sua lunga esistenza per affermarli, ispirando ogni giorno la sua straordinaria passione di giornalista e di scrittore a rigore etico, senso dello Stato, spirito repubblicano".

Renata Polverini: "La morte di Giorgio Bocca lascia un grande vuoto nell’informazione e nella cultura italiana. Un giornalista e scrittore che ha raccontato la storia del nostro Paese, analizzando e approfondendo il contesto sociale e politico nelle sue complesse sfaccettature. Alla sua famiglia rivolgo le più sentite condoglianze, mie personali e dell’amministrazione regionale del Lazio".

Giuliano Pisapia: "Giorgio Bocca è stato un testimone attento e appassionato di tutta la storia repubblicana, dalla Resistenza, a cui partecipò aderendo a Giustizia e Libertà, fino ai nostri giorni. Ha raccontato la politica, la cronaca, i vizi e le virtù degli italiani, ha raccontato l’Italia. I suoi libri e i suoi articoli, anche recenti, sono la dimostrazione di un impegno civile che non è mai venuto meno e che ci mancherà. Giorgio Bocca aveva scelto Milano per vivere e lavorare e Milano saprà onorare la sua memoria".

Oliviero Diliberto: "Giorgio Bocca è stato un giornalista acuto, prezioso studioso ed un combattente antifascista per tutta la sua vita. Spietato commentatore della nostra Italia, coerente fino all’ostinazione è stato un autentico e rigoroso interprete dei valori costituzionali. Negli ultimi 20 anni è stato uno dei protagonisti delle battaglie contro il degrado culturale nel quale il nostro Paese è sprofondato".

Vannino Chiti (vice presidente del Senato e parlamentare del Pd): "Perdiamo una parte della nostra storia. Una lunga carriera la sua al servizio della verità. Resterà un punto di riferimento per le giovani generazioni".

Enzo Carra (Udc): "Scompare il miglior cronista italiano dei nostri anni. Fu sempre di parte senza mancare di obiettività".

Fabio Volo: "Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a i cari di Giorgio bocca. Sei stato un grande Giorgio".


Via | la Stampa | Agenzie | Edz. Ecumene24

Giorgio Bocca: Cosa devi sapere sulla vita del partigiano e giornalista italiano

Roma - E' morto Giorgio Bocca, partigiano durante la Seconda guerra mondiale, giornalista di razza e scrittore di grande garbo la cui carriera è durata quasi settant'anni.

E morto Giorgio Bocca, partigiano, giornalista e grande scrittore Bocca era nato a Cuneo il 28 agosto del 1920. Chiaro e sintetico, con i suoi numerosi articoli e libri ha accompagnato raccontandolo gli ultimi 50 anni di vita italiana. I funerali si svolgeranno domani alle 11 a San Vittore al Corpo.

Iniziò a scrivere quando era molto giovane.

Allo scoppio della seconda Grande Guerra, si arruolò come allievo ufficiale negli Alpini. Dopo l'8 settembre 1943, aderì alla lotta partigiana: fu tra i fondatori delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.

Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano la Repubblica. Ha raccontato nei suoi articoli e nei suoi libri l'ultimo mezzo secolo di vita italiana con rigore analitico e passione civile. Nel 2008 gli è stato attribuito il premio alla carriera "Ilaria Alpi". Tra i tanti messaggi di cordoglio anche quello del capo dello Stato.

Tra le sue opere la “Storia dell'Italia partigiana” del 1966, “Storia dell'Italia nella guerra fascista” (1969), “Palmiro Togliatti” (1973), “Storia della Repubblica italiana - Dalla caduta del fascismo a oggi” (1982), “Settant'anni di vita italiana” (1992), “L'inferno. Profondo sud, male oscuro” (1993), “Metropolis” (1994), “Piccolo Cesare” del 2002 (dedicato al fenomeno Berlusconi): è stato il libro che ha segnato il passaggio da Mondadori, suo editore da oltre dieci anni, a Feltrinelli.

Giorgio Bocca partigiano giornalista scrittore2 A gennaio uscirà postumo il suo ultimo libro, "No grazie".

Attestati di stima e cordoglio sono stati espressi dai direttori delle principali testate giornalistiche e da esponenti di tutte le forze politiche.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa con commozione la triste notizia della scomparsa, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ricorda la "figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia". "Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile, Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro paese - si legge - e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività. Con sentimenti di riconoscenza per il suo rigoroso impegno partecipo al cordoglio della famiglia e del mondo dell'informazione".

"La scomparsa di Giorgio Bocca - ha affermato il Presidente della Camera Gianfranco Fini- è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee espresse con passione ed intelligenza sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole.

Via | Ecumene24.com

domenica 25 dicembre 2011

Angola/Sviluppo archeologico: Scavi a Mbanza Congo, l’antica città pre-colonial

Luanda - Si sono conclusi la settimana scorsa gli scavi a Mbanza Kongo, nella provincia angolana di Zaire, intrapresi per fornire all'UNESCO tutti gli elementi necessari a far riconoscere le rovine della antica città pre-coloniale nella lista del Patrimonio Mondiale.

L'annuncio è stato dato lunedì scorso a Luanda dal Ministro della Cultura, Rosa Cruz e Silva, durante la cerimonia degli auguri di fine anno.

"Nel 2011 abbiamo compiuto passi notevoli per definire il dossier necessario a includere la città di Mbanza Kongo nella lista del Patrimonio Mondiale", ha detto il ministro, ed ha aggiunto che la ricerca archeologica proverà al mondo che Mbanza Kongo ha un valore eccezionale e universale.

Ha anche detto di ritenere che altri passi saranno compiuti nel 2012 negli altri progetti complementari, tesi a garantire il compimento di tale impresa (il corridoio del fiume Kwanza e i dipinti di Chitundo-Hulo), di modo che i beni culturali angolani possano essere conosciuti dal resto del mondo.

La città di Mbanza Kongo, antica capitale del regno africano pre-coloniale del Congo, ha più di 500 anni e fu anche conosciuta come Sao Salvador del Congo, all'epoca della colonizzazione portoghese.

Via | Agenzie

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