sabato 22 maggio 2010

[ZI100522] Il mondo visto da Roma

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Il mondo visto da Roma

Servizio quotidiano - 22 maggio 2010

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Educare: una responsabilità, un compito, una gioia
ROMA, sabato, 22 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l'intervento pronunciato dal Cardinale Carlo Caffarra ad Imola il 03 maggio scorso in occasione di un convegno organizzato dalla locale sezione della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM).




* * *

Il Vs. Ecc.mo Vescovo mi ha chiesto di sottoporre alla vostra riflessione alcune considerazioni che prendono spunto dalla Carta formativa della Scuola cattolica dell’Infanzia, un documento che ho pubblicato nel settembre scorso.

1. Essenzialmente il rapporto educativo è un rapporto fra un’autorità ed una libertà.
Il contenuto di questo rapporto è costituito dall’offerta di una proposta di vita fatta dalla persona autorevole alla persona in formazione.
Che cosa si intende per «proposta di vita»? Se paragoniamo la vita alla costruzione di un edificio, ciò che è il progetto per l’edificio è la «proposta di vita» [che costituisce il contenuto del rapporto educativo] per la persona educanda.
In queste semplici osservazioni è racchiuso tutto: il compito, la responsabilità, la gioia di educare. Ma anche i gravi problemi.

2. Esistono alcuni presupposti che implicitamente o esplicitamente devono essere ammessi dall’educatore, altrimenti la relazione educativa non può neppure essere istituita, o rischia comunque di isterilirsi.
→ La libertà ed il suo esercizio non è un assoluto al di sopra del quale e prima del quale non esiste nulla. Mi spiego con un esempio molto semplice. Hitler e Madre Teresa hanno vissuto secondo un progetto esistenziale liberamente scelto e realizzato. Sono sicuro che nessuno di voi però pensa che sia la vita di Hitler che la vita di Madre Teresa meritano lo stesso giudizio, dal momento che ambedue erano liberamente vissute.
L’esempio ci fa capire una cosa di fondamentale importanza. Esistono progetti di vita buoni e progetti di vita cattivi. O – il che equivale – esiste una verità circa ciò che è bene e ciò che è male, che precede l’esercizio della nostra libertà e in base alla quale esso è giudicato.
Perché una persona si assume il compito e la responsabilità di fare ad un’altra una precisa proposta di vita? Perché  ritiene che questa proposta sia vera: dica cioè la verità circa ciò che è il bene e il male della persona. Ed anche perché ritiene che l’altro possa sbagliarsi nel progettare la sua vita: siamo al secondo presupposto.
→ La persona umana nasce avendo nel cuore un desiderio illimitato di beatitudine, e in questo desiderio di beatitudine la mano creatrice di Dio ha seminato una inestinguibile sete di verità e di bontà. La persona umana, quando giunge nel mondo, è come una grande promessa che può essere realizzata e può essere delusa. Non può essere lasciata a se stessa: ha bisogno di essere, e chiede di essere aiutata a realizzarsi nella verità e nel bene. L’atto educativo nasce dalla condivisione del  destino dell’altro. Non una condivisione qualsiasi, ma che  si concretizza precisamente nell’indicazione della via che porta alla beatitudine.
→ Tutto questo comporta da parte dell’educatore una visione della persona umana; l’educatore deve saper rispondere alla domanda: chi è l’uomo? Il rapporto educativo si radica sempre in un’antropologia.

3. A questo punto abbiamo tutti gli elementi per definire il rapporto educativo dal punto di vista della fede cristiana.
Esso si istituisce quando l’educatore fa alla persona educanda la proposta cristiana della vita. È fondamentale capire che cosa significa «proposta cristiana della vita».
Gli storici dell’arte cristiana ci dicono che sui più antichi sarcofagi Cristo era spesso raffigurato sotto la figura del filosofo e del pastore. Tralasciamo la considerazione della seconda raffigurazione, e riflettiamo sulla prima.
Nell’antichità, filosofo era colui che insegnava «l’arte di essere uomo in modo retto – l’arte di vivere e morire». Raffigurando Cristo come filosofo, i nostri fratelli di fede volevano dirci: «Egli ci dice chi in realtà è l’uomo e che cosa egli deve fare per essere veramente uomo. Egli ci indica la via e questa via è la verità» [Benedetto XVI, Lett. Enc. Spe salvi 6].
La proposta cristiana della vita è l’indicazione di come realizzare la nostra umanità secondo la via indicataci da Cristo e sempre presente nella Tradizione della Chiesa.
Due precisazioni importanti. La proposta cristiana non si aggiunge estrinsecamente alla realizzazione della nostra umanità, ma è la modalità della perfetta realizzazione della medesima. Quando poi si parla di “vita umana” si intende tutto ciò che concretamente costituisce la trama della nostra vita quotidiana. L’educazione dunque cristiana si definisce in riferimento alla proposta di vita propria della visione cristiana [cfr. art. 2 della Carta formativa].
Possono sorgere dentro di noi a questo punto due difficoltà nei confronti della definizione cristiana di educazione.
La prima: in un contesto sempre più pluralistico, anche dal punto di vista religioso, non è contrario ad una pacifica convivenza sociale educare la persona ad una forte identità? Questa difficoltà fa parte oggi del comune sentire, e sembra essere come una specie di dogma indiscutibile. In realtà è profondamente disumana e disumanizzante. Per varie ragioni. Ne accenno alcune.
Essa parte da una visione astratta della persona umana, cioè falsa. Ogni persona umana nasce all’interno di una cultura e di una tradizione. Realizza cioè la comune umanità nella molteplice diversità delle culture. La convivenza fra varie persone non si ottiene azzerando le diversità, credendo in questo modo di raggiungere la natura umana “pulita” da ogni incrostazione storica. Sarebbe come se, partendo dal fatto che di ogni uomo è proprio il linguaggio, si ritenesse che esista una sola lingua uguale per tutti.
Poiché è questa una visione astratta, non reale, ideologica, c’è un solo modo per proporla: imporla per legge. [cfr. il tentativo di una Costituzione Europea]. Pensare di creare comunione interpersonale, vera convivenza mediante le regole, è un’illusione. Se non altro perché non esiste regola capace di far rispettare le regole.
La seconda difficoltà: educare nel modo suddetto non è contro la libertà della persona? Anche questa idea che vede l’educazione e la libertà come due grandezze confliggenti è oggi comune, ma va rifiutata.
La libertà umana non è della stessa natura della spontaneità animale. La libertà umana è un auto-determinarsi, e quindi un scegliere in base alla conoscenza di ciò che scelgo. È la verità circa il bene e il male la radice della libertà. Il pensare che la libertà della persona possa nascere come per generazione spontanea da un terreno incolto, e che pertanto vada evitata ogni coltivazione della persona, è ignorare completamente i grandi dinamismi dello spirito.

4. Che cosa muove una persona ad interessarsi del bene di un’altra nel modo proprio dell’educazione? Nulla, se non volere il bene del persona bisognosa di educazione. Cioè: l’amore per essa. L’atto educativo è sempre frutto di amore: “un affare del cuore”, diceva S. Giovanni Bosco.
Esiste in natura una condivisione originaria del destino, del bene dell’altro: la relazione genitori-figlio. È questa la ragione profonda per cui educare la persona è il compito e la responsabilità dei genitori. Altri possono avere compiti e responsabilità educative, ma solamente su delega dei genitori. E pertanto sono da considerarsi non sostituti, ma cooperatori dei genitori medesimi.
Esiste anche una condivisione del destino della persona che è propria della Chiesa. Gesù dice, prima di lasciare visibilmente questo mondo: «Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» [Mt 28,19-20a]. È mediante la Chiesa che Cristo realizza la sua opera redentiva. In questa prospettiva anche la Chiesa ha un compito ed una responsabilità educativa propria ed originaria. Ma essa è di natura diversa di quella della famiglia.
Solo se il genitore intende educare nella fede cristiana il proprio figlio, deve chiedere alla Chiesa – non ad altri – di collaborare e di aiutarlo. La Chiesa, infatti, da quando esiste ha educato; ha pensato e vissuto la propria missione come missione educativa. Ed uno degli strumenti fondamentali di cui si è ben presto dotata, è stata la scuola. Impedire alla Chiesa di educare è impedire alla Chiesa di esistere.
Anche lo Stato ha una responsabilità. Ma è di natura completamente diversa. Esso non ha, non deve e non può avere un compito ed una responsabilità educativa: sarebbe la dittatura. È accaduto storicamente. Lo Stato ha solo un ruolo sussidiario: favorire l’esercizio della libertà educativa dei genitori, e la libera proposta educativa. Esso deve intervenire in “prima persona” solo quando e solo dove diventa necessario per tutelare il diritto delle giovani generazioni ad essere educate.

5. Da che cosa oggi l’opera educativa è insidiata, e quindi su che cosa chi ha responsabilità educativa deve vigilare?
In primo luogo deve vigilare che non entri nei luoghi dell’educazione la falsa visione della persona umana che confonde libertà e spontaneità: la spontaneità può essere solo regolamentata; la libertà può essere educata.
In secondo luogo deve vigilare che non sia distrutto il principio di autorità, senza del quale ogni opera educativa è destinata al fallimento. Il rapporto educativo non è fra uguali. L’educatore ha una sua propria autorità che consiste: a) nel fare una precisa proposta di vita; b) nel documentarne la verità e la bontà mediante la testimonianza della vita. Si potrebbe anche dire che l’autorità propria dell’educatore ha la caratteristica propria della testimonianza.
In terzo luogo deve vigilare sul non ridurre l’educazione alla formazione, al know-how come di dice oggi. È una modalità di vita che è trasmessa dall’educatore.

Termino con un riferimento a ciò che accadde nella Chiesa antica, ma che resta paradigmatico per noi anche oggi. Essa [soprattutto con Origene] ha avuto la grande intuizione che la proposta cristiana era l’adempimento e il grado più alto della “paideia” dell’uomo. «Riprendendo questa idea fondamentale e dandone una propria interpretazione, la religione cristiana si mostrò capace di offrire al mondo più di qualsiasi altra setta religiosa» [W. Jaeger, Cristianesimo primitivo e paideia greca, La Nuova Italia ed., Firenze 1966, pag. 93]. L’annuncio del Vangelo aveva individuato la struttura umana in cui radicarsi: l’uomo è un essere che raggiunge la pienezza della sua umanità solo mediante l’educazione. Ed è nella luce di una tale verità antropologica che la Chiesa si prende cura dell’uomo.



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La Chiesa è il soggetto della fede
Seminario di ecclesiologia proposto dalla rivista "Communio" sul tema "Credo Ecclesiam"
VENEZIA, sabato, 22 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l'intervento pronunciato dal Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, il 19 maggio presso la Caserma Cornoldi di a Venezia dove si è tenuto un seminario di ecclesologia proposto dalla rivista “Communio” (Rivista Internazionale di Teologia e Cultura) sul tema “Credo Ecclesiam”.





* * *

«Credo sanctam ecclesiam, sed non in illam credo, quia non Deus sed convocatio vel congregatio christianorum et domus Dei est»1. Con questa formulazione il vescovo medievale Bruno di Würzburg2 esprime, nell’orizzonte del Credo apostolico, in modo sintetico ed efficace la natura della Chiesa. Essa è il soggetto che consente al cristiano la confessione di fede. Professare nel simbolo la propria fede è possibile solo se si è parte del soggetto adeguato a confessare il Credo. Il singolo credente è tale solo se fa propria ogni volta la fede della Chiesa. Per questo la Chiesa viene proposta, in quanto con-vocatio vel con-gregatio christianorum e domus Dei, come l’organismo vitale che confessa la Trinità, Gesù Cristo, lo Spirito, la vita eterna.

È la prospettiva che mi permetto di suggerire in apertura dei lavori di questo Seminario organizzato in occasione dell’incontro delle redazioni della Rivista Internazionale Communio che verte quest’anno sull’ecclesiologia. Nell’ottica del Credo Ecclesiam si comprende bene la presentazione di questo Seminario. A quasi cinquant’anni dall’apertura dell’ultimo Concilio Ecumenico, si riconosce esplicitamente che «l’ecclesiologia del Vaticano II nasce dalla precedente tradizione della Chiesa, certo rinnovata e ringiovanita per opera dello Spirito, ma in ogni caso in continuità con la precedente vita della Chiesa».

L’affermazione si rifà all’ormai celebre discorso di Benedetto XVI alla Curia Romana, in occasione degli auguri natalizi, il 22 dicembre 2005. Da allora si sono moltiplicati gli interventi e le pubblicazioni intorno a quello che in modo generico è stato identificato con il binomio rottura/continuità. Certamente il discorso del Papa non è stato il solo fattore che ha favorito una rinnovata riflessione sulla ricezione del Vaticano II. Basti pensare, ad esempio, alla conclusione della pubblicazione della Storia del Concilio Vaticano II, diretta da Giuseppe Alberigo e all’ampio dibattito che essa ha suscitato3. Ma insieme a quest’opera potremmo citarne altre non meno decisive: l’enciclopedico commento a tutti i testi conciliari diretto da Peter Hünerman e da Hilberath, nonché i contributi di autori come Routhier, Theobald, O’Malley e altri ancora.

Vorrei fare cenno al tema della Chiesa come soggetto della fede ed ambito della confessione del credente partendo proprio da una citazione puntuale di quel discorso di Benedetto XVI. Le sue parole, se lette con la dovuta attenzione, superano il binomio continuità-rottura introducendo la categoria più appropriata di ermeneutica della riforma. Benedetto XVI mostra l’insostenibilità della tesi della rottura ma, nello stesso tempo, è ben lontano dal proporre una scontata “continuità” che, tutto sommato, non resisterebbe agli appunti mossi da una critica equilibrata.

«Tutto dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L’una ha causato confusione, l’altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato frutti. Da una parte esiste un’interpretazione che vorrei chiamare “ermeneutica della discontinuità e della rottura”; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna. Dall’altra parte c’è l’“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino».

Come dicevo qui il Papa identifica nell’ermeneutica la questione-chiave della riflessione circa la ricezione del Vaticano II. E lo fa contrapponendo due ermeneutiche contrarie.

Tuttavia il primo dato molto significativo è che per citare tali ermeneutiche contrapposte non fa ricorso ad una terminologia che oppone simmetricamente “discontinuità-continuità”, “rottura-continuità”, ma parla di: “ermeneutica della discontinuità e della rottura” da una parte e di “ermeneutica della riforma” dall’altra. Ci troviamo, pertanto, di fronte ad una prima indicazione che impedisce di identificare la proposta del Papa con le “ermeneutiche della continuità” di stampo più o meno marcatamente tradizionalista. La proposta del Papa aiuta a comprendere che “continuità” non può significare che il Concilio Vaticano II debba essere letto e assunto semplicemente ricorrendo al magistero precedente come chiave ermeneutica compiuta.

Ma più interessante ancora è la definizione che Benedetto XVI dà dell’ermeneutica della riforma. Egli la descrive come «rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino».

Questa definizione mi sembra contenere tre nuclei decisivi di pensiero.

Anzitutto dice di chi si deve affermare la continuità: dell’unico soggetto-Chiesa;

con la proposizione relativa «che il Signore ci ha donato» il Papa identifica l’origine di tale soggetto e, pertanto, la ragion d’essere della sua permanenza come soggetto dalla chiara identità nel tempo;

infine specifica il chi è questo soggetto: il Popolo di Dio in cammino.

Continuità e rinnovamento non sono in alternativa proprio perché stiamo parlando della Chiesa, Popolo di Dio, soggetto la cui origine è nel disegno salvifico della Comunione Trinitaria ma che è ancora in cammino verso la patria definitiva.

Mi sembra che queste indicazioni aprano prospettive feconde per il lavoro teologico nei prossimi anni. Ne cito tre: 

a. L’elaborazione di una ecclesiologia del soggetto Chiesa, riprendendo l’indicazione balthasariana sul Chi è la Chiesa? Personalmente sono convinto che questo esiga una doppia concentrazione dell’ecclesiologia in chiave antropologica e sacramentale4.

b. La peregrinatio, e quindi tutta la dimensione storica ed escatologica, come forma della vita della Chiesa, con le relative, talora scottanti implicazioni.

c. La centralità della fede: la Chiesa è il soggetto della fede. Da qui la necessaria attenzione al legame esistente tra Dei Verbum e Lumen gentium, per un’adeguata ermeneutica del corpus dottrinale del Vaticano II. 

Sono semplici suggerimenti per il lavoro comune.

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SABATO 22 maggio 2010
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La relazione tecnica nel progetto dell'opera pubblica. Volume Primo e Volume secondo

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LA RELAZIONE TECNICA NEL PROGETTO DELL'OPERA PUBBLICA. VOLUME PRIMO. II EDIZIONE
Autore: Mauro Cappello
Editore: Grafill
Anno: maggio 2010
Codice ISBN: 88-8207-391-6
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Il volume è un ausilio professionale per tutti coloro che svolgono attività di progettazione di opere pubbliche o per conto di committenti privati. Si tratta di una raccolta di relazioni tecniche che riunisce le principali attività da svolgere nella realizzazione di una nuova opera e quelle contenute nel volume sono:

- Generale
- Geologica
- Geologica-geotecnica
- Strutturale
- Impianto igienico-sanitario, acque nere e aggottamento
- Impianto elettrico
- Impianto audio sala conferenze
- Impianto antintrusione
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- Impianto di spegnimento Sprinkler
- Impianto di spegnimento Gas NAF s III blend A
- Impianto di spegnimento Gas Argon.

Il volume si apre con un esempio di relazione geologica che definisce le caratteristiche del terreno sul quale graverà il manufatto; segue un esempio di relazione tecnica di natura strutturale ed una lunga serie di relazioni di natura impiantistica utilizzabili come traccia di partenza per la stesura di una relazione tecnica di tipologia affine. È chiaro che ogni intervento viene definito da un progetto a sé stante, che affronta e risolve delle problematiche del tutto particolari e quasi mai standard; tuttavia, spesso, nella pratica giornaliera, può rivelarsi utile disporre di una base di partenza così da potere stendere velocemente - specie se per la prima volta - una relazione tecnica generale oppure una relazione tecnica specialistica.
Le relazioni tecniche riportate nel volume sono uno strumento di ausilio al professionista, il quale, trova la possibilità di colmare il vuoto di una esperienza specifica in alcuni settori ed è agevolato nella stesura della relazione tecnica.

Il Cd-Rom allegato contiene le relazioni tecniche riportate nel volume ed un software di gestione che ne consente l'utilizzo per le proprie esigenze di progetto.

REQUISITI MINIMI HARDWARE E SOFTWARE
Processore ad 1.00 GHz; Microsoft Windows XP/Vista/7 (per utenti Microsoft Windows Vista e Microsoft Windows 7 sono necessari i privilegi di "amministratore"); 256 Mb di RAM; 100 Mb liberi sull'HD; Microsoft Word 2000.


INDICE
Presentazione

INTRODUZIONE
- Generalità
- Il progetto dell'opera pubblica
- La relazione tecnica
- Il progetto preliminare
- Il progetto definitivo
- Il progetto esecutivo
- Il quadro economico dell'intervento

LA RELAZIONE TECNICA GENERALE
- Oggetto dell'appalto
Descrizione generale
Descrizione stato attuale dell'edificio
Caratteristiche degli interventi
- Descrizione sommaria: lavori edili ed impiantistici
Opere di riqualificazione ambientale e restauro
Opere di risanamento del complesso
Opere di adeguamento funzionale ed impiantistico e dotazioni previste in varie parti dell'edificio indispensabili ai fini dell'utilizzo e della destinazione d'uso dell'immobile
- Descrizione tavole progettuali
- Riepilogo conteggi superfici di intervento e descrizione parametrica dei costi

LA RELAZIONE GEOLOGICA
- Premessa
- Riferimenti normativi
- Inquadramento geografico e morfologico
- Inquadramento geologico generale
Inquadramento geologico dell'area
Descrizione litologica
- Idrologia superficiale e idrogeologia
Complesso idrogeologico dei depositi alluvionali
Complesso idrogeologico dei terreni di riporto
- Conclusioni
La relazione geologica - geotecnica
- Premessa
- Riferimenti normativi
Ubicazione
Inquadramento geologico ed assetto geomorfologico
Idrologia e idrogeologia
Condizioni meteorologiche dell'area
Analisi dei dissesti nella zona d'intervento
Campagna geognostica
Stratigrafie sondaggi
Modello geotecnico locale
Cause, dinamica ed evoluzione dei dissesti
- Conclusioni
Riferimenti cartografici
Allegati

LA RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE
- Oggetto del lavoro
- Norme di riferimento
- Caratteristiche meccaniche dei materiali
- Modalità di esecuzione
- Descrizione dell'intervento
Generalità
Regione degli appoggi
Considerazioni sulle modalità realizzative
Fasi realizzative
- Analisi dei carichi
Struttura a tre ponti
- Struttura delle vele
Carichi elementari
- Ipotesi di progetto e modello di calcolo
- Scheda di descrizione dei programmi di calcolo utilizzati
Approccio numerico agli elementi finiti
- Calcoli di dimensionamento e verifica delle strutture di progetto
Premessa
Struttura a tre ponti
Verifiche di resistenza
Verifiche di instabilità
Verifiche di deformabilità
Vela con frangisole
Verifiche di resistenza
Verifiche di instabilità
Vela con rivestimento in rete
Verifiche di resistenza
Verifiche di instabilità
Travi di appoggio
Appoggio e mensola di appoggio
Verifica dello stato tensionale indotto nei pilastri
- Verifica collegamenti
Verifica cerchiatura pilastri
Verifica collegamento trave IPE140 - IPE360
Verifica collegamento trave IPE120 - IPE240
Verifica collegamento profilo cavo 220x220x8 - piastra cerchiatura pilastro
Verifica collegamento IPE360 - HEB100
Verifica flangiatura profilo cavo 220x220x8

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO IGIENICO-SANITARIO, ACQUE NERE E AGGOTTAMENTO
- Generalità
- Riferimenti normativi
- Alimentazione idrica
- Rete impianto idrico-sanitario
- Criteri di calcolo
- Scarico acque bianche e nere
- Aggottamento e sollevamento delle acque bianche e nere
- Collettore di connessione alla fogna
- Specifiche tecniche elettropompe sommergibili
Acque nere
Acque bianche

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO ELETTRICO
- Premessa
- Riferimenti normativi
- La fornitura di energia elettrica
- Descrizione dell'impianto
Tipologia di cavi utilizzati
Impianto di terra
Criteri per il dimensionamento delle protezioni da sovraccarichi e da corto circuiti
Misure di protezione da contatti diretti ed indiretti secondo la norma CEI 64-8

PROGETTO ILLUMINOTECNICO
- Descrizione componenti, distribuzione luce forza motrice
Cavi
Conduttori rete di terra
Quadri di distribuzione
Canaline portacavi
Tubi portacavi
Scatole di derivazione
Pressacavi
Interruttori e pulsanti luce
Prese a spina f.m.
Apparecchi di illuminazione
Impianto allarme antincendio

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO AUDIO SALA CONFERENZE
- Premessa
- Riferimenti normativi
Linee guida e aspetti caratterizzanti
Riferimenti documentali
- Generalità
Criteri progettuali
Struttura del progetto
- La sala e la sua acustica
Tempo di riverberazione
Indice RASTI
Considerazioni sull'acustica della sala
- La matrice audio-video
Caratteristiche principali della matrice
Connessioni alla matrice
- Il sistema video
La catena video CVBS
La distribuzione del segnale SVGA
La distribuzione del sincronismo
L'impianto video
Acquisizione delle immagini
Ricezione immagini TV
Registrazione e riproduzione immagini
Sala regia
Sistema di diffusione del video
- Il sistema audio
I diffusori acustici per la sala
La catena audio
La distribuzione del segnale audio
L'impianto audio
Amplificazione
Acquisizione dei segnali audio
Registrazione e riproduzione audio
Sala regia
Sistema di diffusione dell'audio
Segnali stereofonici e monofonici
- Il sistema DCN
L'impianto centrale
Le postazioni conferenzieri
L'impianto microfonico
Le postazioni traduttori
La sala regia
Il software applicativo
- L'impianto di traduzione simultanea
La diffusione della traduzione
- Interventi dalla platea
Il sistema di chiamata/prenotazione degli interventi
Radiomicrofoni
- La sala regia
La consolle di regia
- Le funzioni automatiche del sistema
- Il cablaggio audio video e l'impianto elettrico
- Il foyer
- Le Sale Conferenza remote
- Note

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO ANTINTRUSIONE
- Generalità
- Riferimenti normativi
- Unità centrale
- Gestione sensori
- Predisposizioni di impianto ed interfacce
Interfaccia con il sistema di supervisione e controllo
Interfaccia con il sistema di alimentazione elettrica
Interfaccia con il sistema antincendio
Caratteristiche tecniche
Unità centrale
Rivelatori a contatti magnetici
Elementi di indirizzamento

IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI
- Generalità
- Riferimenti normativi
- Principio di funzionamento
- Rivelatore di fumo interattivo
- Rivelatore di calore interattivo
- Pulsante interattivo
- Modulo ingressi
- Modulo comando
- Unità di campionamento aria
- Centrale
- Stazioni di monitoraggio

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO DI SPEGNIMENTO SPRINKLER
- Generalità
- Riferimenti normativi
- Zone soggette a rischio di incendio
- Alimentazione idrica
- Gruppo di spinta
- Caratteristiche impianto Sprinkler
- Criteri di calcolo
Tubazioni
- Specifica tecnica gruppo di pressurizzazione antincendio
Caratteristiche tecniche

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO DI SPEGNIMENTO GAS NAF S III BLEND A
- Titolo dell'intervento
- Riferimenti normativi
Descrizione dei luoghi
Quadro economico
- Prezzi applicati
- Lavorazioni non prevedibili
- Sistema di rivelazione incendio
Interventi previsti per rimettere in servizio il sistema
- Locale magazzino casermaggio - archivio
- Sistema di spegnimento a NAF S III
- Rete idrica antincendio
- Porte tagliafuoco ed uscite di sicurezza
- Intervento tecnico sull'impianto di ventilazione

LA RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTO DI SPEGNIMENTO GAS ARGON
- Titolo dell'intervento
- Riferimenti normativi
Descrizione dei luoghi e motivazioni dell'intervento
Quadro economico dell'intervento
- Prezzi applicati per la stima delle lavorazioni
- Descrizione del sistema di spegnimento ad estinguente gassoso IG01 (Argon)
Agente estinguente IG01 - Argon - proprietà chimiche e fisiche
Effetti dell'agente estinguente Argon sull'uomo
Alcune semplici precauzioni da adottare per la sicurezza delle persone
Effetti dell'agente estinguente Argon sull'ambiente
Progettazione degli impianti a Gas Argon
Concentrazione di spegnimento della sostanza estinguente
Posizionamento degli ugelli
Il tempo di scarica dell'estinguente
Tempo di permanenza dell'agente estinguente nel locale dopo la scarica
Descrizione generale dell'impianto
- Elenco delle lavorazioni da eseguire per singolo locale
Trasporto in cantiere dei materiali
Installazione delle batterie di bombole
Installazione della tubazione
Integrazione dell'impianto di spegnimento realizzato con il presente sistema di rivelazione incendi

INSTALLAZIONE ED UTILIZZO DEL SOFTWARE
- Introduzione
- Requisiti minimi hardware e software
- Procedura per la richiesta della password utente
- Procedura per l'installazione del software
- Registrazione ed utilizzo del software

Licenza d'uso
Scheda di registrazione

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LA RELAZIONE TECNICA NEL PROGETTO DELL'OPERA PUBBLICA. VOLUME SECONDO. II EDIZIONE
Autore: Mauro Cappello
Editore: Grafill
Anno: maggio 2010
Codice ISBN: 88-8207-392-3
Prezzo di copertina Libro+Cd-Rom: 30,00 Euro
Prezzo archimagazine (sconto del 10%) Libro+Cd-Rom: 27,00 Euro

Il secondo volume dell'opera nasce dall'esigenza di dare corso ad una nuova continuità all'opera La relazione tecnica nel progetto di opera pubblica - Volume Primo.
Considerato il gradimento ottenuto presso i Colleghi dalla prima edizione dell'opera, l'Autore ha deciso di riconfermare la formula adottata nella precedente edizione, nella quale la linea guida generale adottata è stata quella di descrivere tutte le attività necessarie per realizzare, ex-novo, un'opera pubblica.
Per ognuna di tali attività, cominciando dall'analisi dei terreni e proseguendo con il progetto della struttura e degli impianti necessari, l'Autore ha presentato il relativo schema di relazione tecnica da utilizzare come punto di partenza per opere consimili, pur segnalando con estremo vigore che ogni opera rappresenta un caso a sé stante e quindi gli schemi di relazione proposti costituiscono unicamente un punto di partenza, pertanto debbono necessariamente essere modificati ed eventualmente ampliati dal Professionista.
Con questo secondo volume si è cercato di ampliare il campo di osservazione del Tecnico, tramite l'inserimento di nuovi schemi di relazione tecnica descrittivi di interventi anche molto complessi e, fanno il loro ingresso schemi di relazione tecnica relativi ad opere di grande attualità, quali ad esempio gli interporti e le strade.
La relazione tecnica generale questa volta non si limita alla descrizione delle opere da realizzare su un singolo edificio, per quanto complesse esse possano essere, ma analizza e descrive le opere necessarie per la realizzazione di un sistema complicato quale può essere un interporto.
Segue uno schema di relazione tecnica relativo ad opere di natura impiantistica, in particolare le reti esterne a servizio della struttura interporto, in tale schema vengono trattate le reti per l'acqua potabile, la rete delle acque nere e di quelle pluviali, nonché la rete per innaffiamento e lavaggio dei piazzali.

Il Cd-Rom allegato contiene le relazioni tecniche riportate nel volume ed un software di gestione che ne consente l'utilizzo per le proprie esigenze di progetto.

Requisiti minimi hardware e software
Processore ad 1.00 GHz; Microsoft Windows XP/Vista/7 (per utenti Microsoft Windows Vista e Microsoft Windows 7 sono necessari i privilegi di "amministratore"); 256 Mb di RAM; 100 Mb liberi sull'HD; Microsoft Word 2000.


INDICE
PRESENTAZIONE
RELAZIONE TECNICA GENERALE
- Premessa
- Localizzazione
- Inquadramento urbanistico
- Lo stato attuale
- Modifiche apportate al Layout in fase di redazione del progetto esecutivo rispetto al progetto definitivo
Piattaforma intermodale
Magazzini di tipo F1 e D
Magazzini di tipo F2
Edifici direzionali A1 e A2
Edificio C1
Albergo (O) e Sala Conferenze (SC)
Sistemazione Plano-altimetrica globale
Variante raccordo ASI
Connessione pedonale con la Fermata metropolitana
- Opere relative all'intervento di completamento
Primo stralcio funzionale
- Piattaforma intermodale
Settore stradale
Settore ferroviario
Settore di stoccaggio
- Dimensionamento della piattaforma intermodale
Situazione attuale
Situazione futura
- Nuovo raccordo ASI
- Variante strada comunale Via …
- Nuovo collettore AQP
- Rete di illuminazione esterna e Cabina Cd4
- Recinzione
- Sistemazione a verde
Fasce di schermatura
Superfici a prato
- Quadro economico

RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTI IDRICO-FOGNARI
- Premessa
- Riferimenti normativi
- Impianto idrico sanitario a servizio dei magazzini
Generalità
Impianto idrico
Criteri di scelta dei diametri e determinazione della portata
Reti di distribuzione idrica
Reti di scarico
Apparecchi di utilizzazione
- Impianto idrico-sanitario edificio direzionale A2
Premessa
Impianto idrico
Criteri di scelta dei diametri e determinazione della portata
Reti di distribuzione idrica
Reti di scarico

RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTI ELETTRICI NECESSARIA REALIZZARE NODI DI SCAMBIO
- Generalità
Oggetto del progetto
Scopo del progetto
Descrizione del sito
Esclusioni
Elenco elaborati grafici
- Norme di riferimento
Direttive
Conformità
Prescrizioni e richieste
Componenti elettrici
Norme per l'esecuzione degli impianti
Norme specifiche legate alla classificazione dell'ambiente
Classificazione dell'ambiente
- Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Campo di applicazione
Definizioni
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Criteri di esecuzione degli impianti elettrici negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio
- Ipotesi di progetto verifica linee elettriche
Fornitura dell'energia
Protezione contro i contatti diretti
Protezione contro i contatti indiretti
Selettività di intervento delle protezioni
Gradi di protezione
Caduta di tensione
Conduttori e cavi elettrici
Sezione di calcolo elettrico
Dimensionamento cavi elettrici in BT
Scelta e coordinamento cavi e interruttori
- Descrizione degli impianti
Dimensionamento dell'impianto elettrico
Locale contatori
Quadri elettrici di distribuzione
Distribuzione principale
Distribuzione secondaria
Distribuzione terminale
Impianto di illuminazione normale e di emergenza
Impianto di forza motrice
Gruppi di rifasamento
Inquinamento elettromagnetico
Impianto di terra
Impianto di rilevazione fumi
Impianto di cablaggio strutturato
Impianto televisivo terrestre e satellitare
Impianto citofonico
Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche
- Prescrizioni generali a carico dell'impresa
Prove e collaudi
Documentazione tecnica
Oneri a carico dell'impresa

RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTI ELETTRICI NECESSARI ALLA TRASMISSIONE DI DATI
- Introduzione
- Riferimenti normativi
- Distribuzione
- Potenza elettrica di progetto
Criteri di dimensionamento
- Impianto di messa a terra
- Quadri elettrici
- Sistema di distribuzione
- Caratteristiche dei cavi e dei conduttori
- Sezioni minime dei conduttori: criteri di dimensionamento
- Canalizzazioni
- Contatti indiretti

RELAZIONE TECNICA PER ACQUEDOTTO
- Riferimenti normativi
- Premessa
- Modellazione idraulica del sistema di adduzione
Stato di fatto
Modello idraulico utilizzato e ipotesi generali di calcolo
Calibrazione del modello
Modellazione idraulica in condizioni attuali
Modellazione idraulica in assetto futuro
Dimensionamento dell'impianto di pompaggio
- Stazione di pompaggio
- Serbatoio di accumulo
- Connessioni idrauliche
- Sistemazione aree esterne e lavori vari
- Area interessata dai lavori
- Cronoprogramma indicativo
- Previsione di spesa

RELAZIONE TECNICA PER CABINA DI TRASFORMAZIONE
- Riferimenti normativi
- Premessa sulle scelte progettuali
- Norme di riferimento
- Relazione tecnica quadri
- Caratteristiche di progetto
- Caratteristiche costruttive
Generalità
Cella sbarre
Cella linea
Cella strumenti
Scomparto con interruttore in esafluoruro di zolfo
Scomparti con sezionatore di linea (interruttori di manovra o rotativo)
Unità arrivo cavi con sezionatore di terra
Apparecchiature
- Prove e certificazioni
- RELAZIONE TECNICA TRASFORMATORI
Caratteristiche dell'impianto
Generalità
- Condizioni di funzionamento
- Caratteristiche di progetto
Generalità
- Dati principali
- Caratteristiche costruttive
Caratteristiche principali
- Accessori elettrici
- Termoresistenze
- Centrali di termocontrollo del trasformatore
- Accessori meccanici
- Targa
- Cella di contenimento del trasformatore
Generalità
Verniciatura
- Prove
- Prove e collaudi in fabbrica
Generalità
Prove sui componenti
Prove di accettazione
- Impianto elettrico locali cabina
Impianti elettrici
Quadro elettrico
Cavi e conduttori
Rete di distribuzione
Posa dei cavi delle tubazioni
Scatole e cassette di derivazione
Impianto di illuminazione ordinaria
Impianto di F.M.
Impianto di terra
- Opere civili

RELAZIONE TECNICA PER IMPIANTI DI DEPURAZIONE
- Riferimenti normativi
- Premessa
- Tipologie di reflui da inviare al trattamento
- Gli scenari ipotizzati
Scenario a breve termine: reflui civili di … e mattatoio, reflui caseari
Scenario 2: reflui zootecnici, reflui da lavaggio mungitrici e da lavaggio sale di stazionamento del bestiame;
reflui civili di … e borgate; reflui dal mattatoio di …
- Lo scenario a breve termine
I reflui civili provenienti da …
I reflui provenienti dal mattatoio di …
I reflui di natura casearia, scotta e siero
Trattamento del refluo precedentemente alla sua entrata nella sezione biologica
Portata, carichi e concentrazioni totali
Dimensionamento e verifica della sezione del trattamento biologico
Dimensionamento della sezione biologica dello scenario a breve termine
- Lo scenario a medio termine
Reflui provenienti da … centro, dal mattatoio di … e dalle aziende casearie (reflui già in arrivo nello scenario a breve termine)
Reflui provenienti dalle Borgate
Reflui zootecnici e reflui provenienti dal lavaggio delle sale di stazionamento del bestiame
Reflui provenienti dal lavaggio degli impianti di mungitura
Portate e carichi totali
Dimensionamento delle sezioni necessarie
Dimensionamento della sezione biologica dello scenario a medio termine
Verifica del sedimentatore secondario
- Parametri di progetto
- Processo di trattamento proposto
- Interventi di progetto
- Stato attuale del depuratore
Vasca di accumulo siero e scotta e alimentazione ai digestori
Digestione anaerobica
Disidratazione meccanica
Trattamento biologico
Clorazione
Trattamento terziario
Stoccaggio e dosaggio additivi
- Disponibilità ed acquisizione delle aree
- Descrizione tecnica dei trattamenti integrativi proposti
Vasca di equalizzazione
Reparto con rotostacci
Sedimentazione primaria
Sedimentazione secondaria
Chiariflocculazione con rimozione combinata del fosforo
Filtrazione su sabbia
Disinfezione finale di acque reflue con ozono e raggi UV
Biofiltrazione dei reflui gassosi
- Lo scarico dell'attuale impianto …
- Riutilizzo dei reflui e flessibilità di esercizio del depuratore
- Interventi di risanamento ambientale in corso di attuazione
Stato di attuazione degli interventi di risanamento
fognario depurativi
Stato di attuazione degli interventi di salvaguardia nelle zone umide
- Conclusioni
- Calcoli idraulici
Premessa
Riepilogo delle formule utilizzate nei calcoli
Calcolo delle perdite di carico
- Descrizione delle principali varianti introdotte con la progettazione esecutiva
Vasca di equalizzazione e omogenizzazione
Reparto rotostacci e flocculazione
Vasche di sedimentazione primaria e ricircolo fanghi primari e secondari
Vasche di denitrificazione, ossidazione e ripartizione
Vasca di sedimentazione secondaria
Reparto di chiariflocculazione ed ispessimento fanghi
Reparto disinfezione, raggi UV e campionamento finale
Reparto reagenti
Reparto calce
Reparto produzione aria
Adeguamento vasca arrivo siero e scotta
Adeguamento ispessitori esistenti
Adeguamento locale trasformatori
Adeguamento collettore di scarico
Collegamenti idraulici ed elettrici
Sistema di deodorizzazione
Sistemazioni esterne dell'area di intervento
Lavoro diversi
Impianti elettrici

INSTALLAZIONE ED UTILIZZO DEL SOFTWARE
- Introduzione
- Requisiti minimi hardware e software
- Procedura per la richiesta della password utente
- Procedura per l'installazione del software
- Registrazione ed utilizzo del software

Licenza d'uso
Scheda di registrazione

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In ogni momento, sarà possibile essere rimossi dall'elenco dei destinatari rispondendo a questa mail con scritto CANCELLAMI nella casella dell'oggetto.

Valutazioni Ambientali. Le procedure di VAS, VIA, AIA e VI

NOVITA' MAGGIO 2010

SCONTO DEL 10%

VALUTAZIONI AMBIENTALI. LE PROCEDURE DI VAS, VIA, AIA E VI NEL GOVERNO DEL TERRITORIO. SCHEMI-BASE DI ATTI, DOCUMENTI ED ELABORATI INERENTI ALLE PROCEDURE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE E REPERTORIO DISCIPLINARE DI RIFERIMENTO
Autore: Massimo Aleo
Editore: Grafill
Anno: maggio 2010
Codice ISBN: 88-8207-390-9
Prezzo di copertina Libro+Cd-Rom: 38,00 Euro
Prezzo archimagazine (sconto del 10%) Libro+Cd-Rom: = 34,20 Euro

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PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.archimagazine.com/bookshop/ltvaluvasvia2.pdf

Tra le istanze maggiormente condizionanti le odierne politiche urbane e territoriali, vi sono quelle che concernono la salvaguardia delle risorse ambientali (aria, acqua, suolo, ecosistema, paesaggio, cultura, ecc.). Esse, in quanto beni comuni, costituiscono un patrimonio collettivo fondamentale da non disperdere, da tutelare e valorizzare secondo i principi dello "sviluppo sostenibile".

Le disposizioni del Codice dell'Ambiente, D.Lgs. n. 152 del 2006, con le successive modifiche e integrazioni, hanno reso indissolubili le procedure di valutazione ambientale dalle procedure di valutazione tecnica finalizzate all'approvazione di determinati progetti e di tutte le forme di strumenti o programmi urbanistici di tipo generale. Tutto ciò comporta, inevitabilmente, sensibili ricadute anche sotto il profilo dell'aggiornamento formativo/conoscitivo nel mondo delle professioni tecniche.

Questo testo si propone, pertanto, come ausilio e compendio strumentale per i tecnici che quotidianamente operano sul territorio. Lo sviluppo del tema si articola attraverso un percorso logico in quattro passaggi che corrispondono alle quattro parti del libro.

La prima parte, di carattere introduttivo, ripercorre sinteticamente i principali temi che connettono in maniera sempre più stringente e intima la questione ambientale e del governo del territorio.

La seconda è costituita dalla rassegna delle procedure valutative ambientali (VAS, VIA, VI, AIA) cui possono essere sottoposti i piani e i programmi di governo del territorio, nonché i progetti di singoli interventi.

Nella terza sono annotate alcune linee guida applicative desunte dallo sviluppo dei principali modelli metodologici, utili per la comprensione dell'impostazione e la compilazione degli studi ambientali.

La quarta e ultima parte, riporta un formulario per la predisposizione di atti, documenti ed elaborati inerenti alle varie procedure di valutazione ambientale ed il repertorio disciplinare di riferimento che si caratterizza, a conferma dell'attualità degli argomenti trattati, per la prevalenza dei richiami alla normativa comunitaria.

Il Cd-Rom allegato, utilizzabile in ambiente Microsoft Windows, consente l'installazione di un software per gestire:
- oltre 30 schemi-base per la predisposizione di atti, documenti ed elaborati inerenti alle procedure VAS, VIA e VI;
- repertorio disciplinare di riferimento.

REQUISITI MINIMI HARDWARE E SOFTWARE
Processore ad 1.00 GHz; Microsoft Windows XP/Vista/7 (per gli utenti Microsoft Windows Vista e Microsoft Windows 7 sono necessari i privilegi di "amministratore"); 256 Mb di RAM; 30 Mb liberi sull'Hard Disk; Microsoft Word 2000.


INDICE
Presentazione

PARTE PRIMA - INTRODUZIONE ALL'ARGOMENTO
1. LA QUESTIONE AMBIENTALE NEL GOVERNO DEL TERRITORIO
1.1. Dal diritto all'ambiente al diritto al risarcimento ambientale
1.2. Il complicato rapporto tra interessi ambientali e processi economici delle trasformazioni territoriali
1.3. Il duplice problema della sostenibilità e gestione degli effetti ambientali dovuti allo sviluppo
1.4. VAS e VIA: due diversi strumenti di gestione delle questioni ambientali
1.5. Il problema della governance dei processi decisionali connessi all'uso del territorio
1.6. Processi decisionali partecipativi
1.6.1. Uno strumento per la governance del processo decisionale: la conferenza di servizi
1.7. Il nuovo Codice dell'Ambiente

2. AMBITI DELLA TUTELA AMBIENTALE
2.1. Beni ambientali e paesaggistici
2.2. Beni culturali
2.3. Aree naturali protette
2.4. Tutela dell'aria
2.5. Tutela delle acque
2.6. Difesa del suolo
2.7. Rifiuti
2.8. Tutela dal rumore
2.9. Protezione dall'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
2.10. Rischio sismico
2.11. Elevato rischio ambientale
2.12. Rischio di incidente rilevante

3. L'ORGANIZZAZIONE DEGLI ASSETTI TERRITORIALI
3.1. Dall'urbanistica razionalista alle "buone pratiche"
3.2. Strumenti urbanistici di livello territoriale o d'area vasta
3.2.1. Piani territoriali di coordinamento
3.2.2. Piani regolatori intercomunali
3.2.3. Piani paesistici e piani paesaggistici
3.2.4. Piani comprensoriali
3.2.5. Piani urbanistici delle Comunità montane
3.2.6. Piani urbanistici regionali
3.2.7. Piani territoriali di coordinamento delle province
3.2.8. Piani urbanistici delle aree metropolitane
3.3. Strumenti urbanistici di livello locale
3.3.1. Vincoli e zonizzazione negli strumenti urbanistici di livello comunale
3.3.2. Opere di urbanizzazione
3.3.3. Piano regolatore comunale
3.3.4. Regolamento edilizio
3.3.5. Programma di fabbricazione
3.3.6. Il piano strutturale
3.3.7. Il piano operativo
3.4. Strumenti urbanistici attuativi
3.4.1. Piani particolareggiati
3.4.2. Piani di lottizzazione
3.4.3. Comparto edificatorio
3.4.4. Piani per l'edilizia economica e popolare
3.4.5. Piani per insediamenti produttivi
3.4.6. Piani di recupero del patrimonio edilizio
3.4.7. Programmi pluriennali di attuazione
3.5. Strumenti urbanistici di settore
3.5.1. Piani per le aree e i nuclei di sviluppo industriale
3.5.2. Piani di bacino e Piani stralcio di bacino (PAI)
3.5.3. Pianificazione dei trasporti
3.5.4. Pianificazione dell'urbanistica commerciale
3.5.5. Piani dei parchi
3.5.6. Piano parcheggi
3.5.7. Piani urbani del traffico
3.5.8. Piani di gestione dei siti di Natura 2000
3.5.9. Sistema di gestione ambientale e piano di gestione ambientale
3.5.10. Piani regolatori dei porti
3.6. Sistema infrastrutturale
3.7. Insediamento di attività produttive


PARTE SECONDA - PROCEDURE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE
4. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
4.1. Obiettivi della VAS
4.2. Piani e programmi assoggettati
4.3. Piani e programmi sottoposti a verifica di assoggettabilità (screening)
4.4. Piani e programmi esclusi
4.5. Sistema di attori e competenze
4.6. La procedura di valutazione
4.6.1. Verifica di assoggettabilità (screening)
4.6.2. Elaborazione del rapporto ambientale
4.6.3. Consultazione
4.6.4. Valutazione del rapporto ambientale ed esiti delle consultazioni
4.6.5. Decisione
4.6.6. Informazione sulla decisione
4.6.7. Monitoraggio
4.7. Aspetti di semplificazione amministrativa
4.7.1. Rapporti tra gli attori della procedura
4.7.2. Misure di coordinamento tra VAS e VIA
4.7.3. Misure di coordinamento tra VAS e VI
4.8. Approfondimento: il cronoprogramma VAS
4.9. Approfondimento: le varie tipologie di rapporto preliminare
4.10. Approfondimento: mancato rispetto delle procedure VAS
4.11. Riferimenti normativi

5. VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (VIA)
5.1. Premessa: la nozione di impatto ambientale
5.2. Obiettivi della VIA
5.3. Progetti assoggettati
5.4. Progetti sottoposti a verifica
5.5. Progetti esclusi
5.6. Il sistema di attori e competenze
5.7. La procedura di valutazione
5.7.1. Verifica di assoggettabilità (screening)
5.7.2. Definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale
5.7.3. Presentazione e pubblicazione del progetto
5.7.4. Consultazioni
5.7.5. Valutazione dello studio ambientale e degli esiti delle consultazioni
5.7.6. Decisione
5.7.7. Informazione sulla decisione
5.7.8. Monitoraggio
5.8. Aspetti di semplificazione amministrativa
5.8.1. Rapporti tra gli attori della procedura
5.8.2. Misure di coordinamento tra VIA e VAS
5.8.3. Misure di coordinamento tra VIA e AIA
5.8.4. Misure di coordinamento tra VIA e VI
5.9. Approfondimento: il cronoprogramma VIA
5.10. Approfondimento: gli oneri istruttori
5.11. Approfondimento: mancato rispetto delle procedure VIA
5.12. Riferimenti normativi

6. VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (VI)
6.1. Premessa: la rete Natura 2000
6.1.1. Zone di protezione speciale (ZPS)
6.1.2. Siti di importanza comunitaria (pSIC e SIC)
6.1.3. Zone speciali di conservazione (ZSC)
6.1.4. Misure di conservazione dei siti di Natura 2000
6.2. Caratteri della VI
6.3. Il sistema di attori e competenze
6.4. Impostazione normativo-disciplinare
6.5. Approfondimento: il cronoprogramma VI
6.6. Approfondimento: il giudizio sulla significatività degli effetti
6.7. Approfondimento: mancato rispetto delle procedure VI
6.8. Riferimenti normativi

7. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)
7.1. Obiettivi dell'AIA
7.2. Progetti assoggettati
7.3. Il sistema di attori e competenze
7.4. La procedura
7.5. Controlli e monitoraggio
7.6. Approfondimento: le autorizzazioni assorbite nell'AIA
7.7. Approfondimento: cronoprogramma AIA
7.8. Approfondimento: il concetto di "migliori tecniche disponibili"
7.9. Approfondimento: mancato rispetto della normativa AIA
7.10. Riferimenti normativi


PARTE TERZA - LABORATORIO
8. LA VAS DEI PIANI URBANISTICI
8.1. Il rapporto preliminare
8.1.1. Impostazione metodologica per la redazione del rapporto preliminare
8.1.2. Contenuti del rapporto preliminare
8.2. Il Rapporto Ambientale del piano
8.2.1. Impostazione metodologica per la redazione del RA
8.2.2. Contenuti del RA
8.2.3. La sintesi non tecnica
8.3. Il piano di monitoraggio
8.3.1. Impostazione metodologica per la redazione del documento
8.3.2. Contenuti del piano di monitoraggio
8.4. Piano di governance per la formazione di un PRG ambientalmente sostenibile

9. LA VIA DI PROGETTO
9.1. La relazione di verifica preliminare
9.1.1. Contenuti della relazione di verifica
9.2. Lo Studio di Impatto Ambientale
9.2.1. Indirizzi metodologici per la redazione del SIA
9.2.2. Contenuti del SIA

10. LA VI DI PIANI E PROGETTI
10.1. Indirizzi metodologici per la redazione dello studio di incidenza
10.2. Il rapporto preliminare di verifica
10.3. Lo studio di incidenza
10.3.1. Contenuti dello studio di incidenza
10.3.2. Analisi delle possibili soluzioni alternative
10.3.3. Definizione delle misure di compensazione


PARTE QUARTA - FORMULARIO
Formulario VAS
- Modello 1 Trasmissione del rapporto preliminare all'autorità competente
- Modello 2 Avviso pubblico di verifica di assoggettabilità
- Modello 3 Avviso pubblico di avvio del procedimento VAS
- Modello 4 Modello di convocazione della Conferenza di servizi
- Modello 5 Struttura indice di rapporto preliminare
- Modello 6 Struttura indice di rapporto ambientale
- Modello 7 Struttura indice di sintesi non tecnica del rapporto ambientale
- Modello 8 Trasmissione del PP e del RA all'autorità competente
- Modello 9 Comunicazione del PP e del RA ai soggetti competenti in materia ambientale e al pubblico interessato
- Modello 10 Avviso di pubblicità
- Modello 11 Osservazione/obiezione/suggerimento
- Modello 12 Parere motivato
- Modello 13 Nota di trasmissione del parere motivato all'autorità procedente
- Modello 14 Avviso pubblico di emissione del parere motivato
- Modello 15 Struttura indice di dichiarazione di sintesi

Formulario Via
- Modello 16 Istanza di verifica ambientale
- Modello 17 Avviso sintetico di pubblicazione
- Modello 18 Provvedimento di esclusione/assoggettamento
- Modello 19 Struttura indice di Studio di Impatto Ambientale
- Modello 20 Struttura indice di sintesi non tecnica dello Studio
- Modello 21 Istanza di VIA
- Modello 22 Avviso pubblico
- Modello 23 Giudizio di compatibilità ambientale
- Modello 24 Osservazione/obiezione/suggerimento
- Modello 25 Trasmissione del progetto ai soggetti competenti
- Modello 26 Richiesta di accesso ai documenti amministrativi
- Modello 27 Richiesta di accesso alle informazioni ambientali ai sensi del D.Lgs. n. 195/2005

Formulario Vi
- Modello 28 Struttura indice di rapporto preliminare di incidenza
- Modello 29 Struttura indice di studio di incidenza
- Modello 30 Istanza VI di un piano/progetto
- Modello 31 Richiesta della VI

Appendice disciplinare

Normativa VAS-VIA
- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152
Norme in materia ambientale (stralcio)
- Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4
Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (stralcio)
- Legge 7 agosto 1990, n. 241
Nuove norme sul procedimento amministrativo (stralcio)
- Direttiva 42/2001/CE 27 giugno 2001
Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 dicembre 1988
Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale
e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'articolo 6, legge 8 luglio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1988, n. 377
- Decreto Ministeriale 1 aprile 2004
Linee guida per l'utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale

Normativa VI
- Ministero dell'Ambiente
Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357
Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche

Normativa AIA
- Direttiva 2008/1/CE 15 gennaio 2008
Sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (versione codificata) - Testo rilevante ai fini del SEE
- decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59
Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento

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Biografia di oggi sabato 22 maggio 2010

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Harvey Milk


Oggi: sabato 22 maggio 2010 » S. Rita da Cascia, S. Giulio, S. Folco



Diritti maturandi



Harvey Milk
Harvey Bernard Milk è stato il primo gay dichiarato a ricoprire una carica pubblica, assassinato a soli 49 anni. Nato il 22 maggio 1930 a New York in una famiglia ebrea di origini lituane, dopo aver terminato gli studi si arruola nel 1951 nella marina militare statunitense e parte per la guerra in Corea. Lascia la marina nel 1955 con il grado di luogotenente e comincia a insegnare alla George W. Hewlett High School di Long Island.

Nel 1956 incontra Joe Campbell, con il quale ha una relazione che dura sei anni. Dopo la rottura con Campell, Milk frequenta in maniera clandestina Craig Rodwell, attivista gay. Quando Craig viene arrestato per aver preso parte a una delle prime rivolte dei gruppi omosessuali, Milk pone fine alla loro relazione, contrario alle posizioni politiche del compagno. Intanto comincia a lavorare a Wall Street come ricercatore per la Bache & Company. Il lavoro però non lo soddisfa, soprattutto perché costretto a nascondere la propria omosessualità.

Stanco del conservatorismo del mondo finanziario e attratto, come tanti giovani dell?epoca, dal movimento hippie, nel 1972 si trasferisce a San Francisco, dove apre un negozio di macchine fotografiche nel quartiere Castro, che a partire dagli anni Sessanta è diventato punto di riferimento per la comunità gay e lesbica di tutto il paese.

Nella città californiana, Milk si sente rinascere, spinto sempre più dal bisogno di vivere apertamente la propria vita. Nel 1973 Milk si candida per la prima volta come consigliere comunale, convinto della necessità di dare visibilità alla comunità omosessuale. Per questo motivo, incontra non poche resistenze anche nella stessa comunità gay. Senza soldi, senza staff e senza particolare esperienza politica, il primo tentativo di Milk si rivela un completo insuccesso: ottiene solo 16.900 voti, la maggior parte provenienti da Castro e da altri quartieri più liberali della città.

L'impegno politico di Milk però non si ferma. Nello stesso anno fonda la Castro Village Association, di cui diviene il presidente. L'associazione ha il compito di sostenere l'economia che ruota attorno alla comunità gay, appoggiando bar e favorendo l'assunzione di lavoratori omosessuali. Secondo Milk, infatti, i gay devono fare acquisti nei negozi gay. L'America degli anni '70 è profondamente omofobica e a San Francisco, i negozi gestiti da omosessuali sono boicottati e osteggiati dalla popolazione più conservatrice.

Nel 1974 organizza la Fiera di Castro Street, per attirare più consumatori nel quartiere, guadagnandosi così l'appellativo di Sindaco di Castro. L'anno dopo si candida per la seconda volta come consigliere comunale. Il negozio di macchine fotografiche diventa il centro della sua campagna elettorale, conquistando il sostegno di tutti i negozianti del quartiere. Il liberale George Moscone viene eletto sindaco, e riconosce l'impegno di Milk offrendogli la carica di commissario, nonostante, per la seconda volta, non sia riuscito a essere eletto consigliere.

Tra le prime innovazioni del nuovo sindaco, vi è la nomina di Charles Gain a capo della polizia, il quale apre il dipartimento anche alle persone omosessuali. Secondo quanto pubblica il New York Times nella città californiana, negli anni '70, risiedono tra i 100 mila e i 200 mila omosessuali (su un totale di 750 mila abitanti). Milk è il maggiore esponente della comunità gay e per la terza volta si candida come consigliere, ma perde nuovamente per soli 4.000 voti.

In quegli anni, contro la comunità omosessuale si schiera la cantante country Anita Bryant, alla guida di un movimento cristiano fondamentalista che al grido di "Save our Children" (Salviamo i nostri figli), accusa gli omosessuali di essere un pericolo per la società, forte anche dell'appoggio da parte del senatore conservatore della California, John Briggs, in corsa per la nomina di governatore (fulcro della sua candidatura è proibire l'insegnamento nelle scuole pubbliche a gay e lesbiche). Intanto a Castro aumentano le aggressioni, e il 21 giugno dello stesso anno un ragazzo, Robert Hillsborough, muore dopo essere stato accoltellato, solo perché gay. Alcune settimane dopo, 250.000 persone si radunano a San Francisco per il Gay Pride più numeroso mai organizzato fino ad allora.

Milk prova ancora a candidarsi. Le sue posizioni diventano più radicali, non si accontenta soltanto del sostegno dei liberali, ma vuole che i gay siano rappresentati dai gay, come unico modo per rivendicare eguali diritti e porre fine a centinaia di anni di persecuzione. Ma i temi della sua campagna riguardano anche sovvenzioni per l'assistenza sanitaria, trasporti pubblici gratuiti e la creazione di una commissione cittadina per supervisionare l'operato della polizia.

Milk ottiene il sostegno del San Francisco Chronicle e riesce a vincere le elezioni con il 30% dei voti in più rispetto agli altri sei candidati. Come prima cosa fa approvare dal sindaco Moscone una legge per rendere illegale ogni forma di discriminazione basata sull'orientamento sessuale. Durante il Gay Pride del 1978, con quasi 350 mila persone, Milk tiene un famoso discorso, invitando i manifestanti a fare foto, filmare e dichiarare apertamente la propria omosessualità.

Ma dieci mesi dopo la vittoria elettorale, Milk viene assassinato assieme al sindaco. L'assassino è Dan White, ex consigliere comunale, dimessosi dopo l'entrata in vigore della proposta di legge sui diritti dei gay a cui si era opposto. White sperava di essere reintegrato, ma Moscone aveva deciso di nominare al suo posto un politico più liberale. Il 27 novembre 1978, un'ora prima della conferenza stampa che avrebbe annunciato la nomina del nuovo consigliere, White entra nel municipio attraverso una finestra del seminterrato, con una pistola e 10 pallottole. Arriva all'ufficio del sindaco e lo uccide. Dopo si dirige verso il suo vecchio ufficio dove incontra Milk, lo invita a entrare dentro e gli spara alla testa. Milk aveva 48 anni e Moscone 49.

White viene riconosciuto colpevole di omicidio volontario (non premeditato), con l'attenuante della seminfermità mentale. È condannato a sette anni e otto mesi di prigione, e molti considerano la pena troppo lieve, a causa proprio di una strisciante omofobia. Del resto, gli avvocati di White impediscono a chiunque fosse favorevole ai diritti dei gay di far parte della giuria e lo psicologo ritiene il consumo di "cibo spazzatura" (quello dei fast food) da parte dell'imputato, in genere molto attento alla forma fisica, il sintomo di forte disagio psicologico.

Dopo la sentenza, la comunità gay, inferocita, invade le strade con delle violente sommosse notturne, in cui finiscono in ospedale più di 160 persone, ricordando una delle frasi celebri dello stesso Milk: "Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese".

Nel 1984, White viene messo in libertà vigilata, torna a San Francisco e un anno dopo si suicida nel garage della casa di sua moglie, asfissiandosi con i gas di scarico.

Nel 2008 è uscita il film "Milk", del regista americano Gus Van Sant, in cui Sean Penn interpreta Harvey Milk, e Matt Damon, il suo assassino, Dan White.

Testo originale a cura di Milena Cannavacciuolo
ultimo aggiornamento: 05/12/2008




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