sabato 26 febbraio 2011

Gli immigrati potranno fare ricorso. La nuova sentenza del Consiglio di Stato

Anche gli immigrati irregolari condannati per non aver rispettato l'ordine d'espulsione dall'Italia possono chiedere la regolarizzazione. La sanatoria varata nel 2009 dal governo consentiva la regolarizzazione di colf e badanti, attraverso una dichiarazione d'emersione, accompagnata al pagamento di 500 euro di VLADIMIRO POLCHI

Immigrati illegali, ora si può fare ricorso La nuova sentenza del Consiglio di Stato

ROMA  - Si allargano le maglie della sanatoria 2009: anche gli immigrati irregolari condannati per non aver rispettato l'ordine d'espulsione dall'Italia possono ricorrere alla regolarizzazione. L'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha accolto, infatti, il ricorso di un lavoratore straniero escluso dalla sanatoria per colf e badanti. E' l'ennesima falla, che si apre nella linea dura imposta dal Viminale.

Un passo indietro. La sanatoria varata nel 2009 dal governo consentiva la regolarizzazione di colf e badanti, attraverso una dichiarazione d'emersione, accompagnata al pagamento di 500 euro. Quante domande sono arrivate? 294mila, dal primo al 30 settembre 2009. La procedura però non è filata liscia. Come denunciato da Repubblica 1, infatti, ogni questura ha interpretato a modo sua la sanatoria. Nessun problema per tutti quegli immigrati con un semplice decreto d'espulsione alle spalle. Le cose cambiano, invece, per quei lavoratori extracomunitari espulsi, trovati di nuovo sul territorio italiano e condannati per non aver appunto rispettato l'ordine d'allontanamento impartito dal questore. Questi ultimi possono o no essere regolarizzati? Dipende da dove si è presentata la domanda. Alcune questure hanno negato la sanatoria (come quelle di Trieste, Rimini e Perugia), altre invece l'hanno consentita.

La circolare del Viminale. Una situazione a macchia di
leopardo, che ha indotto il ministero dell'Interno a chiarire ciò che prima chiaro non era. Con la circolare spedita il 17 marzo 2010 a tutti i questori, il capo della polizia Antonio Manganelli ha sposato la linea dura già adottata da alcune questure: chi ha avuto una condanna per inottemperanza al provvedimento d'espulsione non può perfezionare la procedura di regolarizzazione. La fattispecie prevista nell'articolo 14, comma 5 ter, della Bossi-Fini infatti prevede la reclusione da uno a quattro anni e quindi rientra tra quei reati per i quali è proibita la regolarizzazione. La circolare di Manganelli contempla anche delle eccezioni a questo divieto di sanatoria. Ma il giro di vite rimane e chi - in buona fede - ha presentato domanda di regolarizzazione di un immigrato espulso e condannato si vede così beffato.

Il Consiglio di Stato. A quasi un anno dalla circolare del Viminale e dopo decine di ricorsi ai Tar, il 25 febbraio 2011 l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha accolto un appello cautelare di Cheikh Iba Seck, la "cui domanda di emersione dal lavoro irregolare era stata dichiarata inammissibile in ragione della condanna riportata da quest'ultimo per essersi trattenuto illegalmente nel territorio dello Stato, in violazione dell'ordine impartito dal questore".

Una questione complessa. L'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha "preso atto della complessità della questione sottopostale e della connesse difficoltà interpretative" e "ritiene che, tenuto anche conto della natura cautelare del provvedimento appellato, sia necessario attendere che l'esame dei profili di diritto sia affrontato nella rituale sede di merito dinanzi al giudice di primo grado, cui la questione viene rimessa". Tradotto: l'appello di Cheikh Iba Seck viene accolto, viene sospesa la decisione di escluderlo dalla sanatoria e il caso viene rinviato al Tar per l'esame di merito. Una vittoria, seppure parziale, per i chi si considera "truffato" dalla sanatoria, che rimanda però ai vari Tar per la risoluzione dei singoli casi.

con repubblica.it

Sta con lui, bacia lei: è la donna flexisexual

È attratta dalla bellezza femminile, frequenta ragazze sexy, ma continua a preferire sessualmente gli uomini


È attratta dalla bellezza femminile, frequenta ragazze sexy, ma continua a preferire sessualmente gli uomini

MILANO - Non sono bisex, ma amano baciare le ragazze. Se la prima decade del ventunesimo secolo sarà ricordata per le profonde trasformazioni nell'immagine dell'uomo (si è passati dal metrosexual - l'uomo eterosessuale, metropolitano e curatissimo nell'aspetto - all'ubersexual - virile, elegante e sicuro di sé - fino ad arrivare ai più moderni heteropolitan - uomini con un fisico da urlo e modi da bravo ragazzo) l'inizio della seconda decade di questo secolo è caratterizzata dall'emergere di una nuova figura femminile: la donna flexisexual. Come ha raccontato in un lungo articolo il sito web dell'Abc questo tipo di donna è attratta profondamente dalla bellezza femminile e ama frequentare ragazze carine e sexy. Tuttavia non è né lesbica, né bisessuale, ma continua a preferire sessualmente gli uomini.

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SESSUALITÀ PIÙ FLESSIBILE - Uno studio realizzato dall'Università di Northwestern (Usa) nel lontano 2003, già preannunciava la futura nascita della donna «flessisessuale». La ricerca affermava che la figura del gentil sesso stava profondamente cambiando e con il passar degli anni la donna avrebbe sviluppato una sessualità sempre più flessibile rispetto agli uomini. La moderna flexisexual ama provocare, gioca con l'ambiguità e spesso si scambia effusioni con altre donne. È attratta dallo stile femminile e ama baciarsi pubblicamente con persone dello stesso sesso. Ciò non toglie che nel momento in cui deve scegliere un partner sessuale, si affida al maschio. Un'anticipatrice della donna flexisexual può considerarsi Madonna che per provocare nel 2003 durante gli MTV Video Music Awards bacio la più giovane Britney Spears, oppure Angelina Jolie che più volte ha confessato la sua passione per la bellezza femminile e che ha avuto anche una lunga relazione lesbo con Jenny Shimizu. Il manifesto della flessisessualità è la canzone del 2008 I kissed a girl di Kate Perry. La cantante statunitense nella canzone afferma che le feste e l'alcol accendono la voglia di provocare delle donne moderne: «Ho baciato una ragazza e mi è piaciuto il gusto del suo lucidalabbra alla ciliegia - canta la Perry - Ho baciato una ragazza solo per provare, spero che al mio ragazzo non importi».

PROVOCAZIONE E PIACERE - Non solo i ricercatori e gli psicologi, ma anche le moderne flexisexual hanno tentato di spiegare i motivi dell'avvento di questo nuovo tipo di figura femminile: «Penso che le ragazze bacino altre donne per attirare l'attenzione dei ragazzi, perché questi ultimi pensano che il bacio saffico sia sexy e seduttivo - spiega al sito della Abc la giovane Lauren DeGiorgi, laureanda in psicologia alla East Carolina University - Di solito noi siamo ubriache quando facciamo cose simili». Lisa Diamond, autrice del libro Sexual Fluidity: Understanding Women's Love and Desire («Fluidità sessuale: capire l'amore e il desiderio delle donne») afferma che oggi «vi è una crescente consapevolezza che non bisogna essere al 100% gay per avere un contatto sessuale con una persona dello stesso sesso. In passato - continua la scrittrice - qualsiasi forma di attrazione per lo stesso sesso è stata bollata automaticamente come un esempio di bisessualità o di omosessualità. Invece ora ci rendiamo conto che le donne sono molto più complesse». Esiste anche un sito web (www.flexisexual.net) che permette alle ragazze «sexy, aperte intellettualmente e desiderose di esplorare la propria sessualità» d'incontrarsi e chattare con altre donne: «Questo - recita la homepage del sito web - è il luogo da dove possono partire le donne che si sentono curiose di passioni bisessuali e di romanticismo».


con corriere.it

Giro di bonifici, assegni e altre feste Le nuove carte dell'inchiesta sulle ragazze

Nella richiesta dei pm intercettazioni e sms legati al caso Ruby. Emerge un quadro di invidie crescenti e sospetti

Accertamenti su 16 incontri serali nella residenza di Arcore

Giro di bonifici, assegni e altre feste
Le nuove carte dell'inchiesta sulle ragazze

Nella richiesta dei pm intercettazioni e sms legati al caso Ruby. Emerge un quadro di invidie crescenti e sospetti

Iris Berardi (Ansa)
Iris Berardi (Ansa)

MILANO - «Ti rendi conto che siamo sputtanate a vita? Ma noi abbiamo il coltello dalla parte del manico, ricordatelo sempre». Ad ascoltare le altre ragazze delle notti di Arcore, così come le svelano la nuova rata di loro intercettazioni inserite non nell'invito a comparire del 14 gennaio a Berlusconi ma nella richiesta dei pm di giudizio immediato, già a fine ottobre il clima tra le papi-girls di Arcore era da ultimi giorni a Pompei. «Sto andando alla festa tesorino, mamma mia è incredibile lo schiffo ke fa il denaro, in questo momento mi sto faccendo schiffo da sola!», si sfoga in un sms della mezzanotte del 25 ottobre la 18enne Iris Berardi. Paradosso vuole che proprio la mattina seguente del 26 ottobre esca su Il Fatto la notizia di una inchiesta sui racconti hard fatti ai pm da una minorenne marocchina, Ruby: «Hai letto?», chiede una. «Sì, però non esiste che non avvisa, anche lui! - risponde l'altra piccata -. Boh, è allucinante 'sta storia, dai!». Tuttavia l'emersione dell'indagine, peraltro intuita settimane prima come già era emerso da alcune fibrillazioni attorno a Ruby (a cominciare dal misterioso «interrogatorio» condotto il 6 ottobre da non si sa chi alla presenza di «un avvocato» e di «un emissario di lui» sulle «scene hard con il pr...»), non interrompe le feste ad Arcore: anzi, rispetto a quelle già indicate negli inviti a comparire a Berlusconi e a Nicole Minetti, ora i pm ne conteggiano altre quattro il 25 ottobre, il 7 e 22 novembre, e il 19 dicembre 2010. Totale sotto esame: sedici.

«Fa le quattro tutte le notti»
Ad aumentare tra le ragazze sono però il risentimento, l'invidia reciproca, le recriminazioni. Una racconta che «c'è chi si è lamentata che voleva più scarpe», un'altra sbuffa che «c'ho le palle girate perché ieri è arrivata quella con la Mini Cooper che gli ha regalato a luglio, e a me m'ha regalato la Smart a giugno... adesso giuro che gliela chiedo un'altra auto». Qualcuna «consiglia di scrivere a lui una lettera di sfogo, parlando anche dei genitori e del fatto che per colpa di quello che è successo sentono dire che la figlia è una prostituta e si vergognano». Tra le papi-girls c'è chi esplode a dire «non ce la faccio più, cavolo, mi ha costretto a dormire lì a tutti i costi, non voleva farmi andar via». Ma altre vogliono sfruttare questa debolezza attribuita al premier: tanto che il giorno di Natale, via sms tra amiche, progettano che «oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso... Domani se è aperto vado in un sexy shop e prendo un po' di cose per me e te: più tr... siamo più bene ci vorrà». Anche perché, lamenta autoironicamente una che all'interlocutrice confida una divorante passione per un nuovo cliente incontrato la notte prima, «a volte penso e dico che mi sembro papi... qua sempre a voler fare l'amore». Appena 5 giorni prima dell'invito a comparire, il 9 gennaio scorso, due delle ospiti di Arcore commentano quanto sia stata «una cosa allucinante» una certa notte: «In effetti, quando siamo noi, fa le 4 tutte le notti... non dorme perché sta tutta la notte lì così con noi una e un'altra. Cioè ti puoi immaginare... sono morta io, cioè lì ci son ragazze di 20 anni che erano distrutte, erano morte, io uguale e anche di più perché ce ne ho di più, e ce ne ho (di anni, ndr) quarantacinque meno di lui». E quando due delle ragazze di Arcore si comunicano l'esito rassicurante dei loro esami del sangue («Tutto a posto?». «Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids»), una sospira: «Se avevo dubbi? Mah, sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai». L'unica costante nelle nottate ad Arcore, di cui le papi-girls nei propri cellulari sequestrati conservano foto di stanze e di arredi (senza però mai Berlusconi ritratto), resta la solita: «Speriamo che torniamo tutte con le tasche piene». Il timore è invece che il premier accentui «la manina stretta», perché «sta peggiorando, eh, con l'invecchiamento si peggiora... Ci ha fatto un discorso pazzesco, ci ha detto che un operaio lo guadagna in cinque mesi (il denaro che dà a noi ragazze, ndr). Dovresti dirgli che ha ragione, però se ci abitui in un modo, scuse moi, è ovvio che...». E l'amica completa la frase fulminante: «...non è che stai uscendo con Gino il calzolaio».

Quattrocentomila euro ad altre dodici ragazze
L'accusa di ingenerosità al premier appare comunque mal risposta alla luce dell'analisi del suo conto personale n.1.29 al Monte dei Paschi di Siena: sul totale di 1 milione e 200mila euro di bonifici e di 10 milioni di euro in assegni nel 2010, infatti, gli inquirenti enucleano versamenti per complessivi 406.000 a 12 ragazze (per lo più show girl o aspiranti tali), tra le quali una sola era sinora emersa nell'indagine e altre due erano già venute alla ribalta delle cronache politiche all'epoca delle voci su progetti di candidature al Parlamento europeo. L'analisi dei conti ha anche confermato un'altra vicenda captata dalle intercettazioni, e cioè un finanziamento di Berlusconi a Lele Mora (tramite il tesoriere del premier, Spinelli) con l'intermediazione del direttore del Tg4 Emilio Fede, che al telefono accennava a «400mila euro» per sé. Per ora, invece, «l'esame congiunto della documentazione bancaria e delle intercettazioni - sintetizza un rapporto della Gdf dell'8 febbraio - ha permesso di individuare tre periodi in cui sono avvenuti passaggi di denaro da Berlusconi a Spinelli, a Mora e quindi a Fede». L'1 settembre 2010 il premier dal suo conto al Monte dei Paschi bonifica 100.000 euro a Spinelli sul conto alla Popolare di Sondrio; Spinelli chiede alla banca di emettere due assegni circolari da 50.000 euro intestati a Mora; l'impresario tv li incassa ed emette dal suo conto presso il Monte dei Paschi un assegno circolare di 50.000 euro a favore di Fede; e il giornalista lo incassa il 3 settembre. Lo schema si ripete con le stesse cifre la seconda volta tra il 21 e il 29 settembre, e la terza volta tra l'11 e il 25 ottobre. Perché? Berlusconi in un videomessaggio ha evocato «un prestito» a Mora. Fede, rifacendosi al tono a suo dire scherzoso di alcune telefonate, ha additato proprio in alcune intercettazioni la prova che i soldi giratigli da Mora fossero non una «cresta» sul prestito elargito dal premier all'impresario tv (ora indagato con l'accusa di aver convogliato prostitute ad Arcore), ma la restituzione di un prestito che Fede aveva a suo tempo fatto a Mora.


con corriere.it

Yara: trovato cadavere nel fiume Brembo

E' stato trovato il cadavere di Yara Gambirasio nel fiume Brembo. E' suo il corpo ritrovato questo pomeriggio nel bergamasco. E' l'epilogo più duro e inaspettato quello che chiude questa triste storia, inziata a novembre. La ragazza infatti non era rientrata a casa, una sera di fine novembre, quando era uscita dalla palestra. La famiglia aveva lanciato l'allarme, continuando a sperare che fosse viva.

Oggi pomeriggio la svolta. Yara è morta

Moda: Sulle passerelle milanesi c'è anche Belen Come testimonial per il marchio Les Copains


Belen in passerella 

MILANO - Dal palco di Sanremo alle passerelle milanesi il passo è breve per Belen Rodriguez, che oggi ha sfilato come testimonial per il marchio Les Copains, guardata a vista dalla sorella Cecilia, seduta in prima fila. Neanche l'ombra, invece, del discusso fidanzato Fabrizio Corona, che pure era al defilé. "Sanremo è stata una mia rivincita", racconta allegra la bella showgirl argentina prima dell'inizio della sfilata, ricordando i momenti salienti dell'esperienza al fianco di Gianni Morandi. "Ero intimorita, su quel palco la paura non passa mai, mi tremavano le gambe anche l'ultimo giorno", confessa Belen, escludendo ancora una volta qualsiasi rivalità con la collega di palco Elisabetta Canalis: "Non abbiamo gareggiato, non c'é stata nessuna vincitrice, ognuna ha fatto il suo compito e io ho cercato di farlo con responsabilità, perché Sanremo è una vetrina importante che ti permette di mostrare ciò che sei e che sai fare".


con ansa.it

Scienza/ Confrontarsi con i Vip "mina la sicurezza personale" Psicologo israeliano conia definizione di "Homo globalis"

Roma, 24 feb. (TMNews) - L'uomo del ventunesimo secolo è
"ossessionato" dal desiderio di diventare ricco e famoso come le
star della tv, e, non riuscendoci, si convince di valere di meno.
È quanto afferma Carlo Strenger, psicologo della Tel Aviv
University (Israele), che, nel libro intitolato "The Fear of
Insignificance: Searching for Meaning in the Twenty-first
Century", descrive le caratteristiche dell'"uomo globale",
definito "dall'intima connessione con la rete mediatica mondiale,
che trasformato il confronto con la ricchezza e la fama degli
altri in un'ossessione". Secondo Strenger, infatti, l'uomo di
oggi tende a confrontarsi non solo con chi lo circonda, ma con i
personaggi più celebri del mondo, e, la consapevolezza di non
essere riusciti ad ottenere gli stessi risultati, ne mina
l'autostima. Di fronte al disagio esistenziale del terzo
millennio, l'esperto offre, tuttavia, un soluzione: "accettare se
stessi tramite un costante approfondimento della conoscenza del
proprio 'io' interiore, attraverso le varie fasi della vita".

NTV: TRENO 'ITALO' DIVENTA ANCHE UN GIOCO PER IPHONE

(AGI) - Roma, 26 feb. - Italo sbarca nel mondo degli
smartphone. Il treno di NTV - Nuovo Trasporto Viaggiatori - e'
da oggi anche un gioco sviluppato per iPhone, iPad e iPod,
scaricabile gratuitamente dall'Apple Store.
    "Italo, il tuo treno", la prima applicazione 'game'
realizzata da un'azienda ferroviaria per mobile, sfida il
giocatore a costruire il treno, vagone dopo vagone, e a
guidarlo sulla rete ad Alta Velocita', mettendo alla prova i
suoi riflessi con 10 diversi livelli di abilita'.
    Nel gioco, sviluppato in collaborazione con Open Reply, il
macchinista virtuale puo' anche spingersi fino alla velocita'
record di 575 km/h, primato detenuto dall'AGV Italo, ma ottiene
piu' punti chi completa il percorso in modalita'
'ecosostenibile', adottando uno stile di guida pulito a una
velocita' costante.
    L'esperienza e' resa ancor piu' realistica grazie all'audio
originale del treno AV e i punteggi possono essere condivisi su
Facebook e sulla community di Italo (www.blogitalo.it). (AGI)

Milleproroghe, cosa cambia

L'Aula del Senato ha definitivamente approvato la conversione in legge del decreto Milleproroghe 1 con 159 voti a favore, 126 contrari e 2 astenuti. Il decreto sarebbe scaduto domani, 27 febbraio.


Contro il testo hanno votato i sei senatori rimasti in Fli; due dei fuoriusciti hanno votato a favore e due non hanno partecipato al voto.

L'ultimo passaggio in Senato del provvedimento, pur senza apportare modifiche al testo, ha consentito di chiarire attraverso alcuni ordini del giorno accolti dal governo alcune misure modificate alla camera tra cui le norme sull'anatocismo, che l'esecutivo chiarirà con una circolare, sul divieto degli incroci stampa-tv, che dovrà essere prorogate almeno fino a tutto il 2012, e su su Poste italiane, che dovrà essere il soggetto deputato all'attuazione della Banca del mezzogiorno. Queste alcune delle principali misure previste dal decreto legge:

Mutui: concessione del diritto di surroga anche nelle garanzie che assistono il mutuo oggetto di sospensione e che è stato cartolarizzato dalla banca, senza necessità e formalità aggiuntive.

Fondi comuni
: dal primo luglio la tassazione dei fondi d'investimento italiani sarà sul realizzato e non più sul maturato.


Banche
: in presenza di una perdita di esercizio, le imposte anticipate iscritte nei bilanci delle banche, relative a svalutazionidi crediti, possono essere trasformate in crediti d'imposta ai fini del calcolo della  patrimonializzazione, vincolo quest'ultimo imposto dalle regole di Basilea3.


Assicurazioni
: le compagnie di assicurazione potranno iscrivere all'attivo di bilancio i titoli di stato emessi o garantiti da paesi europei.

Poste in banca del sud e scorporo bancoposta
: poste italiane, ai fini dell'attuazione della banca del sud, potrà acquistare partecipazioni, anche di controllo, nel capitale di banche. L'attività di bancoposta sarà scorporata.

Banche popolari
: slitta al 2014 il termine per la discesa delle fondazioni bancarie sotto la soglia dello 0,5% delle partecipazioni azionarie nelle banche popolari.

Las
: arrivano norme di coordinamento tra i principi contabili ias-ifrs e la disciplina contenuta nel codice civile.

Parmalat
: sono inefficaci eventuali modifiche della clausola concordataria di Parmalat, che prevede l'obbligo di distribuzione degli utili agli azionisti per una percentuale non superiore al 50 per cento.

Case fantasma: un mese in più, fino al 30 aprile 2011, per denunciarle.

Mutui
: nel caso di sospensione dell'ammortamento le garanzie ipotecarie già prestate per il mutuo continuano ad essere valide ai fini del rimborso del debito esistente.

Tassa sul cinema
: dal primo luglio 2011 a fine 2013 il biglietto del cinema costerà un euro in più.

Tassa terremoto e rifiuti
: le regioni colpite da calamità naturali, per far fronte all'emergenza, potranno aumentare le tasse e le addizionali di propria competenza, comprese le accise sui carburanti. La Campania, per far fronte all'emergenza rifiuti, potrà aumentare l'addizionale sulle accise per l'energia elettrica.

Comuni: In arrivo l'acconto Irpef per i Comuni, in attesa del Federalismo municipale.

Ricorsi licenziamenti: nel 2011 non si applicherà la norma del collegato sul lavoro che fissa a 60 giorni (il 23 gennaio per i rapporti di lavoro antecedenti la sua entrata in vigore) il termine per l'impugnazione dei licenziamenti.

Stop tasse Abruzzo
: il pagamento delle rate relative alle tasse in abruzzo è sospeso fino al 31 ottobre 2011. Slitta anche a dicembre 2011 il termine per gli adempimenti tributari.

Media conciliazione
: rinvio di un anno per l'entrata in vigore della conciliazione obbligatoria, ma solo per le liti di condominio e per i danni da circolazione di veicoli e natanti.

Proroga sfratti
: il blocco degli sfratti per le categorie disagiate è prorogato fino al 31 dicembre 2011.

Acconto irpef comuni
: per i comuni, in attesa del federalismo municipale, arriva un acconto irpef sugli importi comunali incassati.

Quote latte
: slittano dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 i pagamenti delle rate delle multe arretrate per lo sforamento.

Social card
: torna in via sperimentale la "carta acquisti" per le categorie disagiate.

Farmacie: due mesi di retroattività per l'ulteriore sconto di forniture farmaceutiche a carico del servizio sanitario nazionale.

Ferrovie
: è prorogato al 31 marzo 2011 il termine per la stipula dei contratti di servizio per i treni a media e lunga percorrenza di interesse nazionale.

Motorini e minicar
: in arrivo il foglio rosa.

Alluvioni: cento milioni di euro per le regioni e le province colpite dalle recenti alluvioni (Liguria, Veneto, Campania e provincia di Messina).

Editoria: in arrivo 30 milioni in più al fondo per l'editoria e 15 milioni per le tv e radio locali. I fondi per l'editoria avevano subito un taglio nella passata Finanziaria.

 Incrocio tv-stampa
: prorogato sino al 31 marzo 2011 il divieto di partecipazioni in imprese editrici di quotidiani per chi possiede televisioni nazionali con più di una rete su piattaforma. Eliminata la riformulazione dei parametri di regolamentazione. L'ordine del giorno impegna però il governo a spostare "almeno al 2012" il divieto di partecipazione.

Enti lirici: destinati 15 milioni alle Fondazioni liriche. Tre milioni inoltre alla Fondazione Giuseppe Verdi.

Sanatoria per le affissioni abusive
: la sanatoria riguarda le affissioni abusive dei manifesti politici, commesse dal  28 febbraio 2010. La multa viene pagata per il complesso delle violazioni commesse e ripetute: 1.000 euro per anno e per provincia.

Mafia e usura: in arrivo un unico "Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste di estorsione e dell'usura", frutto dell'accorpamento del Fondo per le vittime dell'estorsione dell'usura e quello di rotazione per le vittime della mafia.

Nel maxiemendamento presentato e approvato alla Camera erano state stralciate alcune norme inserite in prima lettura al Senato e che riguardavano i seguenti capitoli e che ora non fanno parte del decreto: le graduatorie degli insegnanti precari con il vincolo per le supplenze legato alla provincia; l'emanazione, entro il 31 dicembre 2011, di un decreto che disponesse regole per i corsi di formazione per addetti al salvamento acquatico; la riorganizzazione della Consob; il blocco delle demolizioni delle case abusive in Campania sino al 31 dicembre 2011; l'esclusione della retrocessione per gli immobili a Roma interessati da procedure di esproprio;  la possibilità di aumentare il numero dei consiglieri comunali e degli assessori per le città con più di 1 milione di abitanti;  la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell'Etna; l'estensione anche al presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici la durata in carica per sette anni senza possibilità di riconferma.

Inoltre è stata modificata la norma sull'anatocismo, la cosiddetta salva-banche, che tiene fermo il principio che "la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall'annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell'annotazione stessa" e prevede che "in ogni caso non si fa luogo alla restituzione degli importi già pagati".


con repubblica.it

Sarah, panico in casa Scazzi "Corona entra da una finestra"

Gli avvocati di Concetta Serrano, la mamma della 15enne uccisa ad Avetrana, denunciano l'intrusione del fotografo. I carabinieri stanno raccogliendo la denuncia per violazione di domicilio, ma Corona assicura: "Mi ha invitato ad entrare e mi ha offerto un caffé"

Sarah, panico in casa Scazzi "Corona entra da una finestra"

Blitz dalla finestra o invito per un caffé? E' giallo sull'intrusione di Fabrizio Corona in casa della mamma di Sarah Scazzi. Il fotografo - secondo la denuncia degli avvocati della donna - è entrato da una finestra in casa di Concetta Serrano, ad Avetrana, spaventando la mamma della 15enne uccisa il 26 agosto scorso, che era sola nell'appartamento al piano terra. Lo riferiscono i legali della famiglia Scazzi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. La signora  Concetta - secondo quanto riferisce l'avvocato Biscotti - "era sola e si è spaventata, è rimasta pietrificata non appena si è accorta della presenza dell'uomo nella sua abitazione. Subito non l'ha riconosciuto". Ma il fotografo assicura: "Mi ha fatto entrare lei e mi ha offerto in caffé".

Stando al racconto del legale, nel momento in cui Corona tentava di entrare in casa della donna, ha suonato alla porta una giornalista di una tv nazionale che ha visto e riconosciuto il fotografo. A quel punto, Corona ha deciso di allontanarsi da casa Scazzi. Si tratta di Filomena Rorro, della trasmissione "Quarto grado" che stava andando in visita da Concetta. La giornalista ha riconosciuto Corona e con lui ha anche scambiato qualche battuta. Sembra che il fotografo fosse a casa di Sarah per proporre alla madre un servizio fotografico.

I due legali condannano "la vigliaccheria, la volgarità, l'essere così spregevoli nei confronti del rispetto delle persone da parte del già giudicato Fabrizio Corona" e "chiedono speranzosi che prima o poi il fotografo torni ad abitare le patrie galere". Sono gli avvocati ad allertare i carabinieri, che si trovano ora sul posto e stanno raccogliendo la denuncia di Concetta Serrano per violazione di domicilio.

Una versione che stride con la dichiarazione del fotografo. "La mamma di Sarah Concetta mi ha fatto entrare in casa, mi ha offerto caffè e acqua, sono rimasto con lei ben trenta minuti: ho immagini che lo possono documentare. Ero ad Avetrana per il mio spazio a 'Domenica 5' - ha aggiunto Corona - sono stufo che ogni volta che faccio qualcosa di serio per il mio lavoro si scrivano cose che non sono vere".


con repubblica.it

Videogiochi: Giovani talenti per i videogiochi

L'industria italiana del videogioco ha bisogno di talenti: per produrre, innovare, fare ricerca. E continuare a crescere. Con un giro d'affari che supera il miliardo di euro all'anno (si veda pezzo a fianco), un migliaio di addetti ad alta specializzazione e prodotti all'avanguardia, il mercato videoludico ha resistito bene all'impatto della crisi economica e ha posto le basi per un proprio rilancio a livello internazionale. Negli ultimi anni i corsi di laurea, i master e le scuole dedicate al digital entertainment sono moltiplicati, e dal Veneto alla Puglia, dal Lazio alla Lombardia è stata formata una nuova generazione di programmatori, grafici, informatici, esperti di marketing e processi produttivi per far fronte alle richieste delle imprese presenti sul territorio. Alcuni grandi nomi, come quelli delle multinazionali Electronic Arts, Sony o Microsoft, ma anche realtà più piccole, nate e cresciute in Italia: Milestone, Cidiverte, Digital Bros, Leader e tante altre. «Queste aziende - spiega Fabrizio Vagliasindi, coordinatore didattico dell'Executive master in Digital Entertainment Media & Design dello Iulm di Milano - hanno bisogno di diverse figure professionali. Ai nostri studenti offriamo quindi una formazione globale sul mondo dei videogiochi: partendo dall'analisi dei diversi prodotti presenti sul mercato, e affiancando a questo lavoro l'insegnamento di materie specifiche come lo Sviluppo di applicazioni o la Gestione delle licenze multimediali, prepariamo dei professionisti che siano in grado di aiutare le imprese a individuare le aree di business potenziale, a leggere il mercato, capirne le tendenze ma anche a seguire i processi produttivi e di vendita dei giochi». Competenze che gli studenti imparano attraverso lezioni teoriche, project works e stage in azienda: «Dal corso dello Iulm escono Game Designer, Brand Manager, Product Manager che trovano un'occupazione già all'indomani del diploma di master - conclude Vagliasindi -. Le statistiche ci dicono infatti che ben l'80 per cento dei nostri studenti viene assunto nelle stesse imprese in cui ha svolto il proprio periodo di tirocinio: numeri che ci fanno ben sperare per i prossimi anni».

 

E se a Milano il focus è sulle professioni correlate al digital entertainment una scelta diversa è quella fatta sia a Roma, dove l'Accademia Italiana dei Videogiochi organizza corsi biennali per la preparazione di sviluppatori e grafici, sia soprattutto a Verona, dove il Master di primo livello in Computer Game Development, aperto ai laureati in informatica o ingegneria informatica, mira alla formazione di progettisti e programmatori. Meno di venti posti ogni anno, uno per ciascuno delle imprese disposte a offrire periodi di stage agli iscritti, «il nostro percorso didattico è unico nel panorama accademico italiano - spiega Andrea Fusiello, direttore del master scaligero -: pensato per giovani che hanno fatto della programmazione di software videoludico la propria prospettiva lavorativa, offre la possibilità agli studenti di perfezionare i propri skills in materia di sviluppo, dal game play programming alla costruzione del motore di gioco, fino alle interfacce grafiche più avanzate». Elementi costitutivi sia dei videogames tradizionali per Pc e console sia di quelli destinati ai dispositivi elettronici di ultima generazione, iPhone e iPad in testa: «Le nuove piattaforme digitali spostano le frontiere della programmazione dei giochi e cambiano la natura stessa del lavoro - riflette ancora Fusiello -. Siamo in momento di transizione in cui stiamo passando da un modello di azienda tipo "software house" a uno in cui dei piccoli team di professionisti lavorano su progetti specifici e di immediata commercializzazione nei canali del digital delivery». Scenari lavorativi inediti anche per gli sviluppatori, dunque, che possono produrre direttamente e con costi contenuti i propri software, per poi metterli in vendita. «Il mercato del videoludico nel nostro Paese è molto dinamico - sostiene Margherita Pillan, docente di Design dell'Interazione al Politecnico di Milano - e i prodotti che sviluppa sono di grande valore. Per questo negli ultimi anni abbiamo investito parecchio nella collaborazione con le imprese del settore, anche se la strada da fare è ancora tanta, e gli atenei hanno accresciuto gli sforzi verso la formazione».
Una formazione che prepara i giovani non solo per il lavoro in azienda ma anche per la ricerca accademica, serbatoio di soluzioni e nuove idee per l'industria dei videogiochi: «Uno dei principali problemi per le imprese - spiega Fabio Zambetta, 35enne barese che dopo una laurea in Informatica è volato a Melburne, in Australia, dove oggi coordina il corso di laurea in Game & Graphics Programming - è quello legato ai costi di produzione dei giochi: l'alta qualità dei contenuti richiesti e proposti fa schizzare le spese dei progetti a svariati milioni di dollari. Per questo tra i più nuovi filoni di ricerca c'è quello della generazione automatica di questi contenuti: un tema che coinvolge sia skills legati alla grafica, principalmente in 3D, sia all'intelligenza artificiale». Materie su cui si sta lavorando anche in Italia: «Nel panorama nazionale - conclude Zambetta - ci sono delle realtà che sono esempi di dedizione e qualità e altre, come Indievault.it, che sono degli ottimi aggregatori di talenti. Buone notizie, insomma, per tutto il mondo dei videogames».


con ilsole24ore

Condomini senza carte in regola

Di strada, per arrivare a un condominio "con le carte in regola", bisogna farne ancora molta. Lo dimostrano i risultati dell'ultimo sondaggio svolto dall'Anaci, associazione di amministratori condominiali, in tandem con Censis Servizi.
Spulciando nella ricerca si scopre, tanto per cominciare, che un palazzo su tre non ha il certificato di agibilità. Secondo gli amministratori, nella maggior parte dei casi (63,9%) si tratta di immobili costruiti prima dell'introduzione del l'obbligo. E la percentuale risulta tutto sommato in linea con i dati dell'Istat, che ha censito più di 2 milioni di edifici abitativi – su 11 milioni – costruiti prima del regio decreto 1265/1934 (con cui è stato introdotto l'obbligo di produrre il certificato).
Nel caso degli immobili più recenti, invece, l'assenza della documentazione è attribuita a «difficoltà di ricerca». Una risposta che può avere diverse letture: a) il professionista non si è dato da fare; b) il certificato è andato perso negli anni; c) il certificato non è mai esistito. In tutti i casi, comunque, ci vorrà più rigore quando la riforma del condominio diventerà legge. Il nuovo articolo 1130 del codice civile, infatti, impone all'amministratore di conservare, tra l'altro, «tutta la documentazione inerente (...) allo stato tecnico-amministrativo dell'edificio e del condominio».
Nello stesso fascicolo, quindi, il professionista dovrà conservare anche altri atti come il certificato di prevenzione incendi, la verifica biennale della messa a terra e il documento di valutazione dei rischi. E qui si accende qualche spia d'allarme. Il sondaggio Anaci evidenzia che, in un caso su quattro, gli edifici con riscaldamento centralizzato sono privi dell'attestazione anti-incendio: l'obbligo scatta solo per le caldaie di maggiori dimensioni – e quindi non è detto che si sia sempre in presenza di violazioni – ma certo il dato impone attenzione. Ancora meno diffusa è la verifica biennale dell'impianto di terra in campo elettrico (53% degli edifici, secondo il sondaggio), con un massimo del 57,3% al Nord e un minimo del 40,3% al Sud.
Un discorso a parte va fatto per il documento di valutazione dei rischi, che risulta presente in meno di un palazzo su quattro. Il dato potrebbe sembrare molto basso, ma bisogna considerare che la norma riguarda solo i condomìni che hanno dei dipendenti (si veda l'articolo a fianco).

La ricerca è stata realizzata partendo da 773 questionari compilati online da altrettanti professionisti aderenti al l'Anaci, che hanno in gestione oltre 30mila edifici. Il campione, quindi, rappresenta una base qualificata, perché esclude i 277mila amministratori "fai-da-te" che curano un unico stabile. I risultati, però, mostrano che anche tra i professionisti ci sono ampi margini di miglioramento sotto il profilo della regolarità documentale.
Qualche buona notizia, comunque, arriva dagli ascensori. Praticamente tutti gli impianti sono in regola con le verifiche ordinarie biennali, segno che la minaccia del blocco d'esercizio – previsto in caso di inadempienze – si rivela uno strumento molto efficace.
Inoltre, metà degli ascensori risulta già dotata del dispositivo di livellamento al piano, lo strumento che impedisce la formazione di pericolosi "scalini" quando le porte si aprono. Ebbene, proprio l'installazione di questa apparecchiatura, insieme con il combinatore telefonico per l'allarme in cabina, è uno degli interventi più comuni tra quelli che sarebbero stati imposti dal Dm 23 luglio 2009, poi annullato dal Tar Lazio nella primavera del 2010. Certo, resta il nodo degli impianti più vecchi – 690mila installati prima del 1999 in tutta Italia – ma in quel caso saranno gli amministratori a dover promuovere gli interventi in assemblea.


con il sole24ore

La storia di Matteo, bocconiano che lavora per Yunus in Cambogia

Osservare l'Italia dal sud-est asiatico, vivendo quotidianamente un paradosso. Quello di lavorare in un'area geografica che - da qualche anno- ha cominciato a riportare in patria i propri talenti migliori, per coinvolgerli nella "rinascita": «Quando viaggio per lavoro in India e in Cina, guardo con ammirazione e una punta di rammarico i miei coetanei, che sono tornati a cercare di fare e creare qualcosa. Molti ci riusciranno, altri falliranno, ma stanno avendo un'opportunità ineguagliabile: quella di modellare il proprio destino. A casa loro. Io non l'ho avuta, questa possibilità. E mi rattristo per questo. Ho sempre lavorato sodo fuori dall'Italia: ho preso le mie porte in faccia, ma anche tante soddisfazioni. E alla fine il lavoro premia: il talento viene riconosciuto. Farlo in Italia sarebbe bello. Ma forse… in un'altra vita».

Matteo Marinelli, 30 anni, marchigiano, lavora in un settore molto particolare, per molti versi ancora poco sviluppato in Italia: quello della microfinanza e del microcredito. «Si tratta di strumenti che aiutano le persone che vivono in povertà ad aumentare il proprio reddito, creando imprese sostenibili e migliorando le condizioni di vita. E' uno strumento di finanza inclusiva, che combatte la povertà. Dentro la microfinanza troviamo il microcredito, i microrisparmi, e così via. Sono servizi destinati a una particolare categoria economica e sociale». Stando ai dati 2009 di Rete Italiana Microfinanza, l'Italia - in questo rispetto- presenta una situazione abbastanza anomala: 32 organizzazioni censite (stimate invece sono un'ottantina), che nel 2009 hanno erogato 2146 crediti. Un numero relativamente basso, se rapportato ad altri Paesi europei (soprattutto Francia, Finlandia e Spagna). Il prestito medio sfiora i 6000 euro: a beneficiarne sono soprattutto donne e immigrati. Per Bankitalia, si tratta del 10,8% della popolazione al di fuori del circuito bancario.

La storia di Matteo trova il momento di svolta un pomeriggio di dieci anni fa, a Milano: partecipa, da studente dell'Università Bocconi, a un incontro con Muhammad Yunus, storico fondatore della Grameen Bank, istituzione pioniera nel settore del microcredito. «Posso aiutarla?», chiede senza giri di parole Matteo. «Certo, vieni in Bangladesh, lì ti troveremo qualcosa da fare», gli risponde -in modo altrettanto diretto- Yunus. Detto e fatto: l'estate stessa Matteo parte come volontario per il sud-est asiatico.


con il sole24ore

Il successo? Più leadership

Il segreto delle imprese di successo? «Una dirigenza e una leadership aziendale forte e preparata». Che deve essere costruita con buone pratiche, protocolli flessibili, politiche organizzative attente a valorizzare e far crescere i talenti. Quelli che aiuteranno le imprese a rispondere sempre meglio e sempre più velocemente alle sfide di un mercato ogni giorno più complesso, multiculturale e globale.
Ma come si formano questi talenti? Come si creano le condizioni per attrarre nuove professionalità da mettere al servizio dell'azienda? Quali sono le best practices che le moderne organizzazioni devono adottare per migliorare la preparazione dei propri dipendenti e l'efficacia del proprio management? A fare l'analisi di queste strategie, e di conseguenza a tracciare l'identikit dei leader dell'oggi e del futuro, ci ha pensato la società di consulenza Hay Group, che anche quest'anno come da sei a questa parte ha stilato la classifica mondiale delle società più virtuose nella ricerca, gestione e valorizzazione dei talenti. Uno studio che ha preso in esame aziende e organizzazioni sparse in 96 Paesi e che ha consentito di stilare una Top 20 delle Best Companies for Leadership: in testa, per la quarta volta dal 2005, il colosso statunitense General Electric, seguito nelle prime dieci posizioni da Procter & Gamble, Intel, Siemens, Banco Santander, Coca Cola, Mc Donald's, Accenture, Walmart e Southwest Airlines. Società multinazionali (nemmeno un'italiana ha raggiunto una posizione di vertice né nella classifica mondiale né in quella europea), diventate modelli da seguire su scala planetaria e che hanno fatto della costruzione dei leader uno dei propri asset strategici. Un obiettivo, quello di sostegno ai migliori cervelli, «raggiunto - sostiene la ricerca, che è stata costruita attraverso l'analisi di oltre cinquemila questionari - grazie a percorsi di formazione specializzati, incentivando la collaborazione tra i lavoratori, favorendo sinergie interne all'organizzazione, creando valore dalla diversità sia geografica sia di funzione presente in azienda, assicurando la successione dei leader nell'organigramma decisionale, basando il rapporto di lavoro non solo sulla dimensione economica ma anche sulla dinamicità». Addio al modello verticale di organizzazione, dunque, non più decisioni prese dall'high management e applicate in tutta l'azienda senza feedback, ma sempre più comunicazione, lavoro in team, condivisione di obiettivi e strategie. «La ricerca Best Companies for Leadership 2010 - sostiene Luis Reis, amministratore delegato di Hay Group per l'Italia - evidenzia che le aziende più attente allo sviluppo della leadership stanno affrontando un grande cambiamento: il passaggio da una struttura organizzativa tradizionale in cui la strategia viene definita ed implementata dall'alto, con una modalità strettamente gerarchica, ad un modello decisionale e organizzativo più simile a un network globale, in cui la leadership è diffusa a tutti i livelli dell'organizzazione». E infatti secondo Hay Group la totalità delle imprese presenti nella Top 20 garantisce la possibilità, a tutti i dipendenti e a qualsiasi livello, «di sviluppare e mettere in pratica le proprie doti di leadership (contro una media del 69,2% delle altre aziende), coinvolge i dirigenti locali nella definizione delle decisioni prese nelle sedi centrali delle rispettive organizzazioni (contro il 71,8%), promuove condizioni di lavoro che consentono un buon bilanciamento tra vita e lavoro».


 

Pratiche che se da un lato caratterizzano le migliori realtà produttive del pianeta dall'altro tracciano il quadro delle qualità necessarie a un lavoratore per diventare leader. A questi talenti le imprese chiedono innanzitutto multiculturalità, fondamentale per gestire i processi di cambiamento e innovazione, propensione ad assumere sempre maggiori responsabilità anche se non si è investiti formalmente dell'autorità, capacità di aggregare attorno a sé una squadra di colleghi da portare verso un obiettivo, curiosità verso ruoli in settori diversi da quelli di appartenenza e specializzazione. «Le società si aspettano che tutti i dipendenti portino all'interno dell'organizzazione valore, idee e novità - prosegue la ricerca - e per fare questo sviluppano strumenti e sistemi di ricompense in grado di incentivare questi processi». Processi che nel nostro Paese stanno cominciando a dare buoni frutti ma che devono strutturarsi e crescere: «In Italia ci sono molti programmi volti a migliorare i comportamenti dei leader - conclude Reis -: spesso, però, questi sforzi non vengono sostenuti da interventi organizzativi che abilitano la leadership e quindi ottengono un impatto minore. C'è meno cultura nella diffusione e preparazione dei piani di successione rispetto all'estero e minore attenzione alle modalità di alimentazione della pipeline; negli ultimi tempi, però stiamo osservando un'attenzione crescente».


con il sole24ore

Arriva dai giovani la spinta a far nascere nuove imprese

I giovani provano a fare impresa. Per aspirazione o, soprattutto, per necessità. La strada del lavoro dipendente è oggi più che mai accidentata, come dimostrano i dati sulla disoccupazione giovanile che veleggia verso quota 30%. E così aumenta il numero di chi scommette sul lavoro autonomo. Nella sua forma più semplice, la ditta individuale, anche se il rischio di fallimento è dietro l'angolo.
Delle oltre 230mila nuove iscrizioni al registro imprese nel 2010 - secondo l'elaborazione della Camera di commercio di Monza e Brianza per Il Sole 24 Ore - una su quattro è guidata da un under 30, trend in crescita rispetto al 2009 quando i titolari dai 29 anni in giù erano uno su cinque. Se poi si allarga la classe fino ai 39 anni, la fotografia dei novelli imprenditori tratteggia il dominio assoluto delle nuove leve: il 59% di chi ha deciso di mettersi in proprio ha meno di 40 anni, il 3% in più rispetto all'anno precedente.
«La categoria dimostra grande dinamicità - commenta Renato Mattioni, segretario generale della Camera di commercio di Monza - grazie anche alla crescita massiccia dei giovani imprenditori extracomunitari, che sono spesso obbligati ad aprire la partita Iva per poter lavorare».
Sul totale delle nuove aperture quelle con passaporto "internazionale" sono il 20%, con punte di oltre il 30% in Toscana e livelli superiori alla media in molte regioni del nord. Restringendo l'obiettivo sul territorio, si scopre che la voglia d'impresa tra i giovani italiani è invece a livelli record nel Mezzogiorno: il primato spetta alla Calabria, dove su 8mila nuove aziende una su tre è capeggiata da un under 30, ma anche Campania (31,8%), Puglia (30,8%, con una crescita di oltre sette punti rispetto al 2009) e Sicilia (29,7%) si mantengono sopra la media. In linea con la performance nazionale Piemonte e Valle d'Aosta, mentre si collocano al di sotto quasi tutte le regioni del centro Italia e buona parte di quelle del nord, anche se tutte hanno comunque registrato incrementi sull'anno precedente.
Segnali di intraprendenza che a volte nascondono scelte obbligate. «Ai giovani che riescono a cogliere nuove opportunità di business - osserva Paolo Gubitta, direttore scientifico Mba imprenditori della Fondazione Cuoa -, mettendo in pratica un'idea ragionata, si contrappone chi approda alla decisione di aprire la partita Iva come ultima spiaggia per restare ancorato al mercato del lavoro».

Gossip: Nasce l’amore tra Emma e Kekko Silvestre, leader dei Modà?

Occhi negli occhi e mano nella mano: dopo averli così vicini e complici durante questo tanto osannato Festival di Sanremo 2011 che si è appena concluso, in molti si sono chiesti qualche tipo di rapporto legasse Emma Marrone a Kekko Silvestre, voce della band Modà.
Insieme hanno avuto modo di conquistare il prestigioso secondo posto al Festival, subito dietro al trionfatore Roberto Vecchioni, ma nella vita privata che succederà?

Alcune voci parlerebbero di un vero colpo di fulmine tra loro, ma nessuno ovviamente ha ancora confermato (o smentito!) la notizia.
Sul fronte amoroso abbiamo avuto modo di seguire la relazione precedente di Emma, vincitrice di Amici 9, dove ha conosciuto il ballerino Stefano De Martino, attualmente uno dei ballerini profession
isti del programma, con il quale decise di fidanzarsi.
Sui due però non si fa altro che parlare di crisi, anche se Emma ha spesso sostenuto che vi sia molta solidità nel loro rapporto. In merito a Francesco sappiamo che è fidanzato da molti anni con una ragazza di nome Laura.
Insomma questa coppia non s'ha da fare, ma l'importante è vederli cantare insieme sulle note di "Arriverà".


UeD – Valentina Cuboni distrutta dopo la scelta di Samuele Nardi


E finalmente è giunto alla fine il faticoso percorso televisivo a "Uomini e Donne" di Samuele Nardi, ennesimo "uomo" che si è rivelato essere un bambinetto terrorizzato di ricevere l'ennesimo no!
Il tronista ha fatto la sua scelta razionale, senza seguire il cuore e i suoi
sentimenti, lasciandosi intimidire da alcune risposte date da colei che preferiva, la bella sarda Valentina Cuboni.
Dopo aver incassato il rifiuto di Samuele, Valentina ha reagito di impulso, con rabbia e dolore, rimproverando al ragazzo di non aver avuto alcun rispetto per lei e per i suoi genitori.

Samuele messo alle strette risponde alla bella Valentina alzando la voce e spiega di essersi sempre dovuto umiliare per ottenere attenzioni e sentimenti; ma la vera accusa del tronista è rivolta alle frecciatine che la corteggiatrice gli avrebbe lanciato durante l'ultima puntata.
Valentina continua a piangere e in lacrime termina un percorso finito malamente: "Non c'ho perso niente! Chi non mi ama non mi merita".
Noi voliamo solo mettere in rilievo una dichiarazione fatta da Samuele, che riferendosi a Claudia, la sua scelta ha detto: "In qualsiasi situazione la dovessi mettere lei si sa comportare".
La dovessi mettere? Brutta caduta di stile e dimostrazione che non tutti gli uomini hanno davvero gli attributi per seguire i propri sentimenti a prescindere dal rischio di inciampare in un rifiuto.

Amici 10 – Tutti contro Francesca? Anche Denny difende Annalisa


Mentre Giulia e Virginio continuano a festeggiare per il passaggio diretto alla finale, nell'ex squadra Blu si sono presentati non pochi problemi. Il ballerino Denny ha voluto schierarsi a favore della cantante Annalisa, puntando il dito contro il comportamento infantile che ha mostrato in diretta domenica scorsa Francesca.
La giovane rocker era infastidita dall'eccessivo spazio regalato ad Annalisa in puntata mentre il televoto era ancora aperto.

Denny non si è trattenuto ed ha spiegato: "Sei fortunata che Annalisa abbia questo carattere, un'altra ti avrebbe preso a calci in culo. La tua uscita è stata fuoriluogo e quei tre minuti in cui Annalisa ha parlato di sè è stato l'unico momento da quando è qui dentro la scuola".
Domani sera conosceremo chi andrà in finale, la finale del 6 marzo in diretta su Canale 5 dal Teatro 8 del Centro di Produzione Titanus Elios in Roma.

Berlusconi attacca: 'Ruby è pazza E parla di festini con Belen-Carfagna'


Belen

Si avvicina il processo di Milano e Berlusconi prepara le strategie difensive. Tesi che sono state testate proprio nelle scorse ore di fronte a pubblico di poche e fidate persone, quello delle sue deputate.

Una quindicina è stata ricevuta nella saletta del governo per ascoltare le parole del premier. Per dimostrare l´infondatezza delle deposizioni di Ruby ai magistrati, il capo del governo ha tirato in ballo due delle ministre più in vista. E non solo loro, ma pure... Belen Rodriguez.

"Guardate che queste rivelazioni a puntate non sono finite qua. Pensate che Ruby avrebbe raccontato ai pm di aver visto a casa mia Belen, la Carfagna e la Gelmini che ballavano nude. Ora, vi pare possibile? Oltretutto la Gelmini in quel periodo era incinta, aveva un pancione così!", la ricostruzione di Berlusconi.

La sua idea è che di fronte a queste rivelazioni di Ruby, "un magistrato non in malafede cosa avrebbe fatto? Le avrebbe detto: cara signorina, lei non può dire queste cose senza prove. Si fermi, perché altrimenti procediamo per calunnia. Invece questi hanno messo sotto processo il sottoscritto!". Poi l'attacco alla Magistratura, "è eversiva. Là dentro c´è un´associazione a delinquere. Presto al Senato daremo vita a una commissione d´inchiesta per fare luce su questo tentativo eversivo".


Carfagna e Gelmini

Berlusconi è anche tornato sulla famosa vicenda della nipote di Mubarak: "Davvero, in buonafede, credevo che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Tanto che quando l´ho incontrato a Roma, gli ho detto: lo sai che ho conosciuto una tua parente in Italia? E lui faceva di sì con la testa, diceva: davvero? Io intendevo Ruby, lui pensava a una cantante egiziana che sta a Roma. Insomma, un grosso equivoco, ma mi ha rafforzato nella mia convinzione".Secondo le carte dei pm ler la show girl Alessandra Sorcinelli, meteorina di Rete 4 e poi madrina di 'Affari tuoi', va quasi un terzo dei bonifici, 115 mila euro, ed è la prima in classifica. Anche perché, due anni prima, il 16 aprile 2008 aveva avuto come regalo una Land Rover modello Range Rover Sport 3600 cc, di quasi 74 mila euro saldato alla concessionaria Monzacar da un conto della Banca popolare di Milano con 'ordinante' Giuseppe Spinelli.

Sul podio Adelina Escalona Maria Alonso - con ben 50 mila in un'unica tranche, a luglio - e Valentina Costanzo, 40 mila, anche lei in una sola volta, nel maggio del 2010. Con 36 mila euro, il 18 maggio, tocca a Mariagrazia Veroni. Per Anna Restivo un solo bonifico da 32 mila e a Konstanze Girth, 31mila euro, ma in tre rate. A pari merito, Albertina Carraro ed Erminia Salmieri, con 30 mila. Scendiamo con Anna Palumbo, la madre di Noemi Letizia. Si conosceva l'importo di 20 mila euro, spediti il 10 marzo. A quota 19mila euro, in più tranche Beatrice Concas, e 17 mila vanno a Eleonora Gaggioli. Infine, maglia nera a Monica Cheorleu, 6 mila, e Sabrina Valentina Frascaroli, 5 mila.


con libero.it

venerdì 25 febbraio 2011

Ostelli in giro per il mondo... da Londra a New York

Da Firenze a Melbourne, da Londra a New York, le classifiche degli alloggi ideali per l'utenza femminile. Per servizi, tutela della privacy, posizione strategica rispetto a teatri o vie dello shopping

Addio stanze spoglie stipate di letti a castello grigi e coperte marroni. Ora gli ostelli si sono aggiornati: un po' di colore, qualche comfort e le strutture spartane di un tempo sono diventate un lontano ricordo. Qualche esempio? Internet wifi, colazione, servizio lavanderia, oggetti di design e arredamenti tematici. Inoltre ci sono ostelli particolarmente sensibili alle esigenze delle ospiti. Molte ragazze, infatti, se viaggiano da sole non se la sentono di pernottare in un dormitorio misto; ecco allora piani, stanze o addirittura intere strutture dedicate solo al gentil sesso, vietate agli uomini e dotate di qualche accessorio in più come l'asciugacapelli. Se decidete di celebrare la Festa della donna con un viaggio da sole o con le amiche scoprite 10 tra i migliori ostelli in rosa scelti tra quelli proposti da Hostelsclub.com e Hostelbookers.com

 
1) Comfort da Firenze a Praga Un ostello a 5 stelle: così si definisce il Plus Florence nel centro storico di Firenze. E non ha torto. Basti sapere che tra i servizi offerti ci sono piscina, sauna, bagno turco, wifi, area fitness e ristorante con menù italiano. E per gli ospiti femminili? Un intero piano definito Plus Girls Only con ancora più comfort: bagni più ampi, camere comode pensate per rispettare la privacy, telo da bagno, set doccia, kit per la cura del corpo e asciugacapelli. Letti a partire da 24 euro. Stessi servizi al Plus Prague, un ostello "boutique" nella capitale ceca a 11 euro a notte.

2) Le stelle di Piccadilly. Scendiamo di una stella, ma saliamo in latitudine. L'ostello a 4 stelle Piccadilly Guest House di Londra non ha solo un piano dedicato alle donne, ma l'intera struttura è men forbidden. Servizio di portineria, ristorante e nightclub nel seminterrato e internet wifi sono alcune delle comodità offerte, ma il vero lusso in questo caso è poter soggiornare a 28 euro a notte in pieno centro a Londra. L'ostello si trova infatti a Jermyn Street a due passi da Piccadilly Circus.



3) Un'oasi a Londra. Addio dormitori misti con tanto di baritono russante nel letto accanto. Questo è uno degli aspetti positivi sottolineati dalla catena St Christopher's Inn per il suo The Oasis, un ostello o come lo definisco loro "un santuario" femminile a London Bridge, sopra il negozio di caffè Orient Espresso. Cuscini e materassi morbidi, armadi più grandi, bagni dotati di asciugacapelli, lozioni per il corpo, gel doccia e shampoo per qualche notte da Mille e una notte low cost. Prezzi per notte a partire da 26 euro.

4) Patio a Madrid. Un palazzo del diciottesimo secolo, un patio interno, una birreria e la movida madrilena a due passi. Tutto questo al Cat's hostel, da un anno inserito nella lista degli Europe's Famous Hostel. La struttura dispone di camerate solo per donne a partire da 16 euro a notte.

5) L'opera di Budapest. Silenzio, prestate attenzione, potreste sentire le prove generali del vicino teatro dell'opera. Infatti, l'ostello I Love Budapest è situato proprio al centro della capitale ungherese. La struttura si compone di tre dormitori: uno maschile, uno femminile e uno misto ed è dotata di una cucina comune a disposizione degli ospiti. I letti in camerata femminile con bagno partono da 19 euro.



6) Parigi vista Sacre Coeur. Dormire a pochi passi da Montmartre, in una stanza con vista sul Sacre Coeur, in una camerata solo femminile a partire da 29 euro, già questo sembra più che sufficiente. Ma il Village Hostel mette a disposizione dei suoi ospiti anche un café aperto fino alle 2 di notte, una sala comune, una cucina accessoriata, colazione gratuita e una biblioteca.

7) New York power. Tutto in questo ostello di Manhattan grida "girl power". Muri rosa, porta rosa e in occasione di Halloween persino zucche rosa. L'Hostel Pink a nord di Central Park è l'unica struttura per sole donne della Grande Mela, con lavatrici e asciugatrici, reception aperta 24 ore su 24, sistema di sicurezza, cucina comune e soggiorno con tv. Prezzo da 21 euro

8)  Melbourne a tutto champagne. Vicinanza alla spiaggia e servizi esclusivi solo per ladies caratterizzando l'ostello Base St Kilda, nell'omonimo quartiere di Melbourne. Soggiornare nel dormitorio femminile di questo ostello chic significa avere a disposizione shampoo, balsamo, asciugacapelli, piastre, caffè e thè a letto nei fine settimana e... champagne gratuito dalle 20 alle 21. Prezzi per un letto nella camerata femminile a partire da 21 euro

9) Bangkok, design e deluxe. Un piccolo ostello nel cuore di Bangkok, ideale per le donne che, da sole o con le amiche, vogliano visitare la capitale tailandese. Il Lub D  è una struttura accogliente e protetta nel quartiere di Silom, dotata di Lady Deluxe Dorm con ampi bagni forniti di crema corpo e shampoo, bar, sala per godersi un film adagiati su comodi cuscini, grande balcone, internet wifi e lavanderia. Posto letto in camera di sole donne a partire da 15 euro

10)
Jaipur, vera cucina indiana.  Un ostello familiare stile B&B per donne e giovani coppie a Jaipur, India. E' il Cutie's Girl Hostel che offre camere sicure, con aria condizionata e acqua calda 24 ore su 24. Inoltre vi dà la possibilità di assaporare la vera cucina indiana a pranzo e a cena e la struttura si trova in zona centrale a pochi minuti da tutte le attrazioni turistiche. Costo di un letto: da 11 euro a notte.


con repubblica.it

Versace: una cascata di sex appeal

Donatella rende omaggio alla passione da collezionista di Gianni cospargendo di dettagli dorati i suoi abiti. Vestiti che tra poche settimane vedremo addosso alle dive di Hollywood, ricchi di piccole piume, intarsi e fiori astratti in un caleidoscopio di tessuti o pelli di rettile a colori sgargianti. Ad applaudire in prima fila i Duran Duran

C'è un Gianni Versace privato, lontano dalle cronache di moda e completamente sconosciuto. All'apice del successo, aveva dato finalmente sfogo a una grande passione: il collezionismo. Accumulava molte cose, soprattutto per le sue case. Manufatti dallo stile impero al Barocco, spesso affidandosi a consulenti e antiquari per imparare meglio e più in fretta. A questo fratello curioso ha guardato Donatella per la nuova sfilata di Versace. Per l'esattezza, ha cercato tra i cassetti dei suoi tesori alcune monete che sono diventate bottoni e fibbie della nuova collezione. Così, mentre tanti pescano qua e là nell'estetica sexy e glamour della Medusa che fu (l'ultimo a farlo in modo eclatante è stato il poco conosciuto Fausto Puglisi, scelto da Belen sul palco di Sanremo), in passerella arrivano abiti neri, tagliati al coltello, pieni di dettagli dorati presi in prestito dal bottino di Gianni.
Tutto è asciutto, squadrato, rifinito al millimetro. Persino un decoro floreale, preso in prestito da una collezione couture del 1990, viene stilizzato e ridotto a pura forma. Questo fiore astratto si tatua poi sui vestiti in un caleidoscopio di tessuti o pelli di rettile a colori sgargianti che disturbano gli abiti come un lampo farebbe con un cielo sereno. Grande proposta di cappotti che annoverano i tagli militari nella parte superiore e quelli di un kilt in quella inferiore. Abito dopo abito, come in un crescendo Rossiniano (nell'attesa, prima della sfilata, Maria Callas canta un'aria di Rosina dal Barbiere di Siviglia) il lusso prende piede sul tessuto portando in scena soprabiti di pitone e pelliccia o intarsi di pellicce diverse intrecciati come nelle cattedrali rinascimentali.
Il finale vede questo compito, aguzzo come un arco acuto, sciogliersi in una cascata di sex appeal: gli abiti che, tra poche settimane, vedremo già indossati dalle star di Hollywood (il resto del mondo deve aspettare almeno luglio) saranno divisi in tre parti: il busto che si sviluppa in vortice di nastri (quasi fossero il mostro marino che ha rapito Laocoonte e i suoi figli); la vita segnata da una teoria di impunture e giochi di bustier; e la gonna, che si fa leggera e si impreziosisce di piccole piume come fanno le ruote di un pavone che, invece di guardare al cielo, strisciano sul tappeto rosso.

"Guasti" in Borsa, stavolta si ferma Londra "Problemi tecnici sul flusso dei dati"

Le operazioni della piazza britannica bloccate poco dopo l'apertura e fino alle 13. Lse: "Stiamo indagando". Martedì lo stop di 6 ore aveva riguardato Milano e ieri c'e stata un'ora di interruzione del Cac40 a Parigi

"Guasti" in Borsa, stavolta si ferma Londra "Problemi tecnici sul flusso dei dati"

LONDRA - Dopo Piazza Affari anche la Borsa di Londra va in tilt per problemi tecnici. Le attività si sono bloccate  pochi minuti dopo l'apertura e solo alle 13 il London Stock exchange ha annunciato la ripresa delle operazioni per le 13,15. In mattinata Lse aveva diffuso una nota in cui spiegava di "continuare a indagare sui motivi che hanno provocato l'incidente tecnico sul mercato". Le quotazioni sono state interrotte pochi minuti dopo l'apertura, quando il mercato segnava un rialzo in linea con le altre piazze europee.

Il problema sembra riguardare la continuità del flusso informativo e sembra della stessa natura di quello che martedì ha fermato per sei ore Borsa Italiana. Ieri, inoltre, per un'ora si era fermato anche il Cac40 alla Borsa di Parigi.

Nel periodo del blocco tutti gli ordini già eseguiti sono stati annullati, quelli in attesa di esecuzione sono stati cancellati dal sistema mentre è stato deciso di non prolungare la durata della seduta oltre l'orario consueto di chuisura (16,30 locali). Al momento dell'interruzione il Footsie 100 segnava un più 0,24 per cento, alla riapertura è balzato subito al più 0,90 per cento.

Lo smartphone come un Pos E' la rivoluzione di "Square"

In pochi mesi la start-up, creata da uno dei fondatori di Twitter, è diventata testa di diamante della Silicon Valley. Ecco come funziona una tecnologia che, insieme all'NFC, vuole farci dire addio al caro vecchio contante 

Lo smartphone come un Pos E' la rivoluzione di "Square"

UN SISTEMA per consentire a chiunque  -  dal maestro di pianoforte all'idraulico  -  di accettare pagamenti con carta di credito, utilizzando come terminale uno smartphone. E' questa la trovata di Square 1, start-up con base a San Francisco creata alla fine del 2009 da Jack Dorsey, cofondatore di Twitter insieme a Evan Williams e Biz Stone. La tecnologia è così semplice da lasciare a bocca aperta: basta collegare un piccolo quadrato al jack audio di un dispositivo Apple (iPhone, iPad o iPod Touch) o di un cellulare Android. Con poche mosse il pagamento è effettuato, senza bisogno di firmare alcun contratto o acquistare l'apposito macchinario, il famoso Pos o "point of sale". Per ora il sistema è limitato agli Stati Uniti e la sua diffusione è ancora marginale, ma diversi analisti sono certi del suo successo. Di sicuro l'idea è piaciuta molto a grandi investitori come Sequoia Capital, Khosla Ventures e J. P. Morgan Chase, che hanno fatto di questa start-up una testa di diamante della Silicon Valley. Facile intuire il perché: potenzialmente, infatti, quel quadratino bianco apre le porte a un'enormità di informazioni, il bene più prezioso per i mercati del ventunesimo secolo.

Square: dall'idea al prodotto. Come spiega Tecnology Review 2 in uno speciale intitolato "The New Money", Square è "figlia" di due tendenze emerse negli ultimi

anni: da un lato la proliferazione di smartphone e altri dispositivi mobili, dall'altro la diminuzione dei pagamenti in contanti rispetto a quelli con carta di credito. Per Dorsey, oggi 34enne, si è trattato (anche) di una sorta di rivalsa a quella che molti, nella Silicon Valley, hanno percepito come un'ingiustizia: la sua estromissione, nell'ottobre del 2008, dal ruolo di CEO di Twitter, a vantaggio del cofondatore più ricco e famoso, Evan Williams. Nella nuova avventura Dorsey si è gettato insieme all'imprenditore Jim McKelvey, il primo a commissionargli, all'età di 15 anni, un software per CD-ROM. "Tutto ha avuto inizio nel Natale del 2008", spiega oggi il CEO di Square. "McKelvey aveva cominciato a lavorare come soffiatore di vetro. Un giorno mi telefonò, raccontandomi di come aveva perso un affare da 3.000 dollari perché non poteva processare una American Express. Stavamo parlando da iPhone ad iPhone: a un certo punto sono rimasto colpito dal pensiero che, in realtà, stava tenendo in mano quasi tutto l'hardware di cui aveva bisogno per completare la vendita".

Come funziona. Con l'aiuto di un programmatore, i due si sono messi all'opera per creare Square: un lettore magnetico in guisa di quadratino bianco (2,5 centimetri circa) da inserire nel jack audio dello smartphone. Poi sono passati alla scrittura del software e della relativa applicazione per iPhone. Il sistema funziona in maniera estremamente semplice: dopo aver "strisciato" la carta, il lettore trasforma i dati magnetici in segnale elettrico; l'applicazione, a questo punto, traduce le informazioni in un file criptato e le invia ai server di Square. E' qui, infine, che viene completata la transazione attraverso il network globale. La persona che effettua l'acquisto è chiamata a firmare direttamente sul cellulare, per poi decidere se preferisce la ricevuta via e-mail o sms. Creare un account ed entrare a far parte del "non-circuito" è altrettanto facile: basta scaricare l'applicazione dall'Apple App Store o (novità degli ultimi giorni) dall'Android Market, installarla sul proprio dispositivo, accettare i termini di servizio e inserire alcuni dati personali. Et voilà: il quadratino arriva per posta entro 48 ore, ma fin da subito è possibile accettare pagamenti digitando sull'iPhone o sul Droid poche, essenziali informazioni sulla carta e il suo proprietario.

I costi. Ovviamente, convertirsi a Square ha il suo costo: il sistema, infatti, "mangia" il 2,75% di ogni transazione, una percentuale che comprende i guadagni dell'azienda e i rimborsi per le compagnie di carte di credito. In termini assoluti, la spesa può sembrare maggiore rispetto all'attivazione e gestione di un terminale "tradizionale", ma  -  almeno nel mercato statunitense  -  la cosa non è così scontata. "Ci sono diverse ragioni per cui le persone comuni non accettano carte di credito", spiega ancora Dorsey. "Il sistema di pagamento è straordinariamente complesso, opaco e costoso. Innanzitutto bisogna richiedere un account da commerciante tramite una banca o un'organizzazione indipendente. La sola domanda implica un controllo del credito, che può richiedere fino a una settimana. Poi bisogna comprare l'hardware, che per i macchinari wireless si aggira attorno ai 900 dollari. Senza contare i costi mensili: tra i 15 e i 25 dollari, anche se i clienti non comprano nulla". Per tutte queste ragioni, aggiunge Keith Rabois, COO della start-up ed ex business manager a PayPal e LinkedIn, "ai commercianti Square conviene: è un modo di potenziare il loro giro d'affari".

Qualche numero. Ad oggi, Square conta più di 200.000 account e processa una cifra compresa tra i 2 e i 10 milioni di dollari a settimana. Al programma pilota, lanciato agli inizi del 2010, hanno partecipato in 50.000. Dal rilascio ufficiale del sistema, avvenuto lo scorso ottobre, fino al mese di dicembre, gli utenti sono aumentati di 100.000 unità. Altri 65.000 si sono aggiunti solo a gennaio. Ma le ambizioni dei creatori di Square sono ben altre: processare transazioni per un miliardo di dollari soltanto nel 2011. Ampissimo, d'altronde, è il bacino d'utenza a cui mira la start-up: come ha spiegato Rabodis, ne fanno parte "i 27 milioni di esercizi commerciali statunitensi che non possono accettare pagamenti con carta di credito, così come i 33 milioni di americani che vendono merci e servizi solo occasionalmente e i 7 milioni di commercianti che, pur possedendo già un terminale, desiderano un sistema più efficiente per il mobile payment".

Quanto al futuro, le intenzioni sono di iniziare a esportare il sistema di pagamento al di fuori del Nord America già nel 2012, anche se i piani rimangono ancora segretissimi. La competizione - per ora - non è un problema. Recentemente, infatti, grandi aziende come VeriFone, Intuit e TF Payments hanno lanciato prodotti simili (chiamati, rispettivamente, Payware Mobile, GoPayment e Focus Pay) che consentono agli utenti di accettare carte di credito fissando dei lettori magnetici agli smartphone. In questi casi, tuttavia, si tratta semplicemente di nuovo hardware, e non di un sistema di pagamenti completamente nuovo: i singoli venditori, infatti, devono comunque richiedere un account specifico e passare dunque attraverso le banche o i loro intermediari.

Se piovono "Business angels". Le potenzialità del settore non sono sfuggite ai tanti cercatori d'oro  -  o meglio, di ciò che potrebbe diventare oro  -  che si aggirano nella baia di San Francisco. Negli ultimi mesi, infatti, Square ha visto saltare alle stelle gli investimenti sia da parte di singoli business angels che da colossi del venture capital. A gennaio, ad esempio, Sequoia Capital e Khosla Ventures sono entrati nel consiglio d'amministrazione della società, portando con sé oltre 27,5 milioni di dollari e l'esperienza di Roelof Botha, anche lui ex-dirigente di Paypal. Così, in poco più di un anno, l'azienda è passata da una valutazione di 40 milioni di dollari  -  a dicembre 2009  -  agli oltre 240 milioni attuali (fonte Wall Street Journal).

L'altra faccia del mobile payment. Per la sua semplicità e il fatto di essere potenzialmente aperto a ogni persona dotata di conto in banca e smartphone, Square si pone come il gemello antagonista del mobile payment basato su tecnologia Near Field Communication (NFC), dove il cliente paga usando il cellulare al posto della carta di credito. Da un lato si potrebbe pensare che, nella Silicon Valley, alcuni non credano più di tanto a questa "svolta tecnologico-economica" che, secondo una recente indagine di Aite Group, dovrebbe fare dello smartphone "l'unica forma di pagamento entro il 2015" 3. O forse, più semplicemente, si tratta di due trend complementari verso un unico destino, percorso parallelamente da realtà emergenti come Square e giganti del calibro di Google, fin dall'inizio in prima fila per quanto riguarda l'NFC 4. Intanto, sulla scia dell'applicazione che il mese scorso ha fatto diventare 2.0 il caffè di Starbucks 5, una cosa è certa: anche se non è possibile prevedere la tempistica con cui evolveranno queste tecnologie, il soldo da toccare con mano  -   o da ascoltare, come faceva l'Arpagone di Molière interpretato da Alberto Sordi - sarà sempre più raro.

"Le elettriche inquinano come le altre auto"

La denuncia di uno studio inglese: la differenza principale tra i due sistemi a motore starebbe, secondo gli esperti della Which?, più nell'apparenza che nella sostanza: nell'auto a benzina le emissioni nocive fuoriescono dal tubo di scappamento, in quella elettrica vengono emesse direttamente dalla centrale che produce elettricità


"Le elettriche inquinano  come le altre auto"

Costa molto di più ma chi la compra si consola pensando che non dovrà più fare il pieno in vita sua. L'auto elettrica esiste da più di un secolo ma non è mai riuscita a scalzare la cugina a combustione interna. A mettere in ginocchio le sue speranze di rivincita ci si mette ora anche uno studio della Which?, agenzia al servizio del consumatori, secondo il quale l'automobile a motore elettrico inquinerebbe quasi quanto quella a benzina.

Se infatti è vero che queste macchine non emettono CO2 durante l'utilizzo, è anche vero che l'elettricità necessaria per ricaricarne le batterie deve essere prodotta da centrali elettriche. E il biossido di carbonio (il cosiddetto "gas verde", secondo gli scienziati colpevole del surriscaldamento globale) prodotto da questi stabilimenti sarebbe pari a quello creato dalla combustione interna. Mettendo a confronto auto elettriche e "normali" dello stesso segmento di mercato, l'agenzia ha notato che, a fronte di un costo decisivamente più alto (10mila euro in media) le prime non garantiscono una emissione di CO2 di troppo inferiore rispetto alle seconde. La differenza principale tra i due sistemi a motore starebbe, secondo gli esperti della Which?, più nell'apparenza che nella sostanza: nell'auto elettrica le emissioni nocive provengono direttamente dalla centrale che produce elettricità, in quella a benzina dal tubo di scappamento. In Paesi come l'Italia si stima, ad esempio, che per ogni kWh di energia prodotta si provochi una emissione


Non è la prima volta che un'organizzazione punta il dito contro il mercato delle auto elettriche. Due anni fa uno studio condotto in Germania dal WWF insieme all'Izes, istituto tedesco che si occupa di ricerche sui sistemi energetici, mise un freno alla decisione del governo Merkel di mettere in strada un milione di veicoli elettrici o ibridi entro il 2020, spiegando che il progetto avrebbe ridotto solo marginalmente le emissioni di biossido di carbonio nell'ambiente. Sulla stessa linea gli appelli lanciati di recente da Greenpeace, Friends of the Earth Europe e Transport & Environment, che hanno chiesto ai Paesi europei l'adozione di obiettivi nazionali per le energie rinnovabili, in modo da assicurare che i veicoli elettrici siano realmente a "zero emissioni".

Va detto che le auto elettriche, non emettendo gas di scarico, sono particolarmente adatte alla mobilità urbana. Lo smog rilasciato nell'aria dai residui della combustione è infatti tra i primi responsabili di malattie respiratorie e tumori alla pelle, senza contare i danni che provoca ai monumenti dei centri storici italiani. Da questo punto di vista l'auto elettrica, comunque si produca l'energia, rappresenta un vantaggio. Non sarà quello che tutti si aspettavano da quel prototipo che, nel 1899, superò i 100 km/h con la sola forza dell'elettricità, ma è sempre un dato su cui riflettere.


con lastampa.it

Isola dei Famosi, Matteo Materazzi abbandona il reality della Ventura

L'Isola dei Famosi perde il suo primo naufrago: è Matteo Materazzi, componente del gruppo dei "Parenti Di". Dopo giorni di ripensamenti e sfoghi con gli altri naufraghi che hanno cercato in tutti i modi di dissuaderlo, il fratello del calciatore non torna più sui suoi passi.

Motivo principale di questa scelta la forte nostalgia della famiglia, la moglie Maura e i due figli, oltre naturalmente alla difficoltà della vita sull'isola di Cayo Paloma che quest'anno è particolarmente dura.

Un duro colpo per Simona Ventura: Matteo Materazzi, oltre a essere un "Parente Di", è anche uno di casa visto che faceva già parte del gruppo di lavoro di "Quelli che il calcio..." e, almeno per questo, c'era una conoscenza più personale delle sue caratteristiche da parte della conduttrice.

Berlusconi incassa 127 milioni in dividendi

Le assemblee delle holding che controllano Fininvest-Mediaset staccano maxicedole per il premier e figli

Trentotto milioni e seicentomila dalla Holding Italiana Prima, 31,3 dalla Seconda, 15,4 dalla Terza e 42,1 dalla Ottava. E' quanto ha incassato quest'anno Silvio Berlusconi sottoforma di dividendi dalle sue holding personali, alle quali fa capo il controllo del gruppo Fininvest e, a cascata, Mediaset, Mondadori e Mediolanum. Il totale fa 127,4 milioni di euro, una somma straordinaria anche per il premier - terzo uomo più ricco d'Italia, giova ricordarlo, dietro Michele Ferrero e Leonardo Del Vecchio. La prassi degli ultimi anni voleva infatti che la maggior parte delle somme venissero accantonate a riserva. Cedole ricche anche per i figli, ai quali fa capo ciascuno poco più del 7 per cento di Fininvest. Per Marina, il dividendo della "sua" Holding Italiana Quarta è di 12,043 milioni. A Piersilvio (la Quinta) vanno 5,016 milioni. Mentre ai soci della Quattordicesima, che fa capo a Barbara, Eleonora e Luigi, vanno complessivamente poco più di 30 milioni di euro.

Anticipazioni Uomini e Donne, Trono L’Amore Non Ha Eta’: anche Gianfranco esce con Alessandra

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Ieri pomeriggio e' stata una grande giornata per i fan di Uomini e Donne e, oltre al ritorno del Trono Rosa con Giulia Montanarini e Teresanna Pugliese, e' stata registrata anche una nuova puntata del Trono L'Amore Non Ha Eta', con i due nuovi tronisti Marco Meloni e Gianfranco Apicerni. Nelle prossime righe troverete tutte le anticipazioni di questa nuova puntata!  

- Esterna Alessandra – Marco: Dopo l'entrata dei tronisti e delle corteggiatrici, arriva Alessandra, protagonista di un'esterna con Marco Meloni. La ragazza appare sin dai primi momenti molto sofisticata agli occhi del pubblico, perche' nel ristorante in cui svolge l'esterna ordina pate' di tonno con una crema di avocado. Come spesso accade nel mondo di U&D, l'accusa e' quella di essere interessata esclusivamente alla visibilita'e di non avere un reale interesse per il tronista. Anche le altre corteggiatrici sono della stessa opinione.

- Marco in esterna con Sara: Si tratta di un'uscita semplice: la ragazza e' senza trucco e va a correre con il tronista, parlando con lui di Alessandra e delle altre corteggiatrici.

- Rita e Gianfranco: Dopo appena qualche puntata ecco le prime segnalazioni. Nell'occhio del ciclone c'e' Rita, che sembra conoscere Giorgio Alfieri. L'ex tronista di Uomini e Donne e' molto amico di Apicerni, che per questo lo chiama per un chiarimento. Durante l'esterna, Rita e Gianfranco discutono di questa particolare conoscenza.

- Gianfranco in esterna con Federica: Dopo la questione Rita e Giorgio Alfieri, tocca a Federica e alla sua esterna con il tronista. L'uscita avviene il giorno del compleanno di Gianfranco e per questo al suo arrivo la corteggiatrice porta un regalo per lui. Si tratta di un libro dedicato ai cani, dei quali Apicerni e' molto appassionato. La ragazza non nasconde il suo grande interesse per il tronista.

- Prossime esterne: Marco sceglie di uscire con Sara e due ragazze, mentre Gianfranco sceglie Alessandra e altre due corteggiatrici.

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