sabato 8 ottobre 2011

Dieci anni di guerra in Afghanistan, le Ong: “La strategia internazionale ora cambi”

Manifestazioni in molte città del mondo per chiedere un cambio di passo. Le organizzazioni non governative: passare dall’intervento militare spesso devastante per i civili, alla ricostruzione sociale, economica e civile di un paese esausto dopo tre decenni e più di guerre ininterrotte

Un enorme aquilone si è alzato oggi nel cielo nuvoloso di Londra, davanti alla sede del Parlamento britannico, a Westminster. Attorno all’aquilone, alcune decine di manifestanti con un cartello: “Afghanistan, 10. Time to get it right”. Più o meno: Afghanistan, 10 anni dopo è tempo di raddrizzare le cose.

Manifestazioni simili si sono svolte in altre capitali europee, come Parigi, Berlino, L’Aja, Oslo e Stoccoloma. L’iniziativa simbolica è stata organizzata da un ampio network di Ong europee presenti in Afghanistan, preoccupate come le loro controparti in loco, che il ritiro delle truppe previsto a partire dal 2014 possa preludere al completo disinteresse della comunità internazionale per le sorti dei cittadini afgani. Che insomma, dieci anni di guerra e intervento internazionale, iniziati con i bombardamenti statunitensi il 7 ottobre del 2001, possano essere passati invano.

La richiesta delle Ong europee ed afgane (in totale un cartello che riunisce circa 120 organizzazioni) è che il Paese, i suoi cittadini, non vengano abbandonati e che la strategia internazionale cambi: dall’intervento militare massiccio e spesso devastante per i civili, alla ricostruzione sociale, economica e civile di un paese esausto dopo tre decenni e più di guerre ininterrotte.

“Nei dieci anni passati dalla caduta del regime dei talebani, miliardi dollari sono stati spesi nel Paese – scrivono sul sito web Together Afghanistan alcune delle organizzazioni coinvolte nella campagna – L’aiuto internazionale ha cambiato qualcosa: ci sono più strade, più scuole, più ospedali di prima. Eppure, l’Afghanistan è ancora classificato come uno dei paesi più poveri e meno sviluppati del mondo”.

Le ragioni di questo fallimento sono complesse: corruzione, appoggio internazionale a discutibili signori della guerra che sono stati capaci di riciclarsi nel nuovo clima politico, attenzione quasi esclusiva agli aspetti militari della sicurezza, violenza. Ma quello che chiedono le Ong è che si parta con un nuovo approccio, molto lontano sia dalle preoccupazioni muscolari dei comandi Nato (l’Alleanza ha annunciato per i prossimi giorni un nuovo piano strategico), sia dalle manovre iper-politiche del governo del presidente Hamid Karzai. “Un approccio che assicuri che gli aiuti internazionali vadano a vantaggio degli afgani e sul lungo periodo – scrivono ancora le Ong – Un approccio che protegga i diritti, i civili e la dignità individuale; un approccio che porti a una giusta e stabile pace nel paese che possa essere accettata da tutti gli afgani”.

Queste richieste, accompagnate da dati raccolti sul campo, come quelli contenuti nella ricerca diffusa ieri da Acbar, un coordinamento di oltre 110 organizzazioni internazionali e afgane, sullo stato dei servizi basici in Afghanistan, saranno portate all’attenzione dei governi e delle agenzie internazionali che si riuniranno il 5 dicembre a Bonn, nella conferenza internazionale sul futuro del Paese.

Lo stesso presidente Karzai, in un’intervista alla Bbc, ha ammesso i fallimenti del suo governo e della coalizione internazionale: “Quello che dovremmo fare è fornire ai cittadini afgani un ambiente più sicuro – ha detto il presidente – Il governo afgano e la comunità internazionale hanno certamente fallito da questo punto di vista”.
Con la prospettiva della Transition strategy – la progressiva estensione del controllo del paese e delle responsabilità di sicurezza alle truppe afgane da parte della Nato – e con quella del ritiro a partire dal 2014, c’è il rischio che il fallimento significhi un ritorno dei talebani al potere o una nuova guerra civile come quella che ha dilaniato il paese dopo il ritiro dei sovietici. Per questo, dicono le Ong di Together Afghanistan e le altre impegnate nel lavoro di ricostruzione sul campo, è tempo di “mettere le cose a posto” e orientare l’aiuto internazionale verso la ricostruzione civile e la tutela dei diritti, a partire da quelli delle donne. È il solo modo per evitare che dietro l’ultimo soldato rimanga solo un campo di macerie.


A dieci anni dall'inizio del conflitto nel paese asiatico, l'organizzazione italiana ha prodotto un filmato dove fornisce alcuni importanti dati sul conflitto in corso: dal numero delle vittime militari e civili fino ai soldi spesi in un decennio di guerra. A differenza dei governi italiani che hanno finanziato la missione con 4 miliardi di euro, nello stesso periodo Emergency ha speso 55 milioni per le sue attività in Afghanistan, poco più dell'1 per cento. Con questo denaro l'associazione ha curato più di 3 milioni di persone.

di Joseph Zarlingo |

giovedì 6 ottobre 2011

VENERDÌ 07 OTTOBRE 2011 || KIZOMBA ROMANA PRESENTA ||✮ KUDURO NIGHT ✮|| al Cafè Cretcheu.

KUDURO NIGHT IN ROMA

Una serata piena di sorprese e ballerini scatenati.
L'evento è imperdibile per gli amanti dell'afrosound: KIZOMBA VS ZOUK | KUDURO VS SALSA | DANCE VS SOUKUSS
=> Dalle 22:30 - Lezioni GRATIS di Kizomba
Si segue una serata di musica a 360°.
Il Cafè Cretcheu, in via An**** 13, 00198 Rome - Piazza Fiume/Porta Pia
L'entrata è gratis.
Vieni a vedere!

KIZOMBA IN ROMA - ZOUK A ROMA

LIBYA 06/10/2011: YouTube ha rimosso VSMRK’s per aver raccontato le dura verità sulle bombe della NATO

FROM: Controlled YouTube has removed one of the few Truth on Libya showing accounts after it revealed the results of NATO bombings on Sirte hospital.

If you click at VSMRK’s YouTube account address, as from today you’ll get the following screen and message:

This account has been terminated due to repeated or severe violations of our Community Guidelines and/or claims of copyright infringement.

Those “severe violations” exist of videos which were uploaded on October 5 and which showed the results of the heavy NATO bombings on the hospital of Sirte which has been repeatedly hit over the past few days during the indiscriminate bombardments on Libyan leader Gaddafi’s hometown. The videos showed part of the hospital being blackened by explosions and hit by bullets from the NATO-rebel forces as well as the numerous victims of the criminal NATO bombing and shelling, and included the following descriptions:

Red Cross reported that NATO Mercenaries were directly attacking Sirte hospital, Hichem Khadhraoui said that “Several rockets landed within the hospital buildings while we were there. We saw a lot of indiscriminate fire At the same time, NATO is stopping civilians from reaching the hospital by bombing roads, residential areas, causing hundreds of wounded civilians to die in the process. Khadhraoui reported that “other wounded or ill people cannot get to the hospital because of the fighting and NATO air strikes”.

and (quoting Libya’s spokesman Moussa Ibrahim who visited Sirte on September 26):

The hospital already had stopped working altogether because there is little water, the hospital lacks food and any sort of electricity, it lacks medicine and lots of medical equipment has stopped working. Above that the sewage system of Sirte stopped working so many streets are flooded at the moment, which is of course a ripe environment for diseases, referring to the World Socialist Web Site article The slaughter in Sirte.

One of the last videos VSMRK uploaded included an undated report by a rebel who has been caught by the Libyan army and who told of abductions and killings of Libyan civilians by NATO. Another video mentioned PressTV has become more and more a NATO tool.

During the passed few months the account of VSMRK has shown lots of demonstrations by the five million Libyans who have been protesting against the NATO aggression on Libya which has killed thousands of Libyan men, women and children. Those demonstrations as well as the results and victims of the NATO “humanitarian” bombing of Libya are not showed by the mainstream media and therefore must have been a reason for censorship by Zionist controlled YouTube.

NATO already has tried to cut off any kind of communication in an attempt to hide their criminal actions in Libya by bombing TV stations and phone lines. On the occasion of the anniversary of the Al-Fateh Revolution on September 1, Libyan leader Muammar Gaddafi said about that:

They [NATO] cut off all communications because they can’t breathe. They fear my voice, to only hear me is already dangerous to the colonizers. Those colonizers and agents fear us communicating and being in touch with each other, which proves that the enemy is weak. If they weren’t weak they wouldn’t have bombed our TV and they would have allowed us to communicate with each other.

From: Eccleza.

mercoledì 5 ottobre 2011

Legge Bavaglio: L’auto-sospensione di Wikipedia un grido di allarme

legge-bavaglio-wikipedia-sospesa Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

 

Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:

«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive— di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.

Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".

Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

Sospetti - Sarah Scazzi, Melania Rea e Yara Gambirasio, le difficili analisi

Sarah Scazzi, Melania Rea e Yara Gambirasio sono tre casi molto difficili per gli inquirenti, non perché gli assassini non hanno lasciato tracce e prove, ma perché le interferenze sono tante.

Se l'interesse mediatico ha spinto a proseguire indagini difficili e lunghe è vero che i mass-media e la … politica vogliono i loro colpevoli che li … soddisfino.

Così non accetteranno mai un assassino comune, un orco ovvio, ma lo vogliono con caratteristiche speciali, appartenente a qualche setta satanica, uno zio per bene in apparenza, ma mostro dentro, i bravi ragazzini che fanno un branco e diventano predatori, o soldati e soldatesse tutto sesso e droga in caserma.

Spero e temo per loro che saranno delusi tutti: certi personaggi esistono solo nella loro fantasia un po' malata.

E' morto Gianni Nardi, salvò il Milan dal crac del 1984

Gianni è stato vice-presidente del club rossonero dal 1984, fu decisivo per evitare il fallimento della società rossonera e per il passaggio della proprietà a Berlusconi.

Addio a Gianni Nardi, anima del Milan2 (La foto: Vice-presidente Gianni Nardi con la moglie, la signora Maria)

La famiglia milanista è in lutto per l’imprevista scomparsa di Gianni Nardi, storico vice-presidente del club rossonero. Nardi, che aveva 80 anni, ha ricoperto la carica dal 1984 ed è stato determinante per il salvataggio della società e per il passaggio della proprietà nelle mani di Silvio Berlusconi.

"Il nostro presidente, l'intera dirigenza del club rossonero, lo staff, i giocatori, tutti i dipendenti di via Turati, di Milanello e del Centro Vismara, tutti i collaboratori ne salutano la figura, con infinita commozione", si legge in un messaggio sul sito del club rossonero. ''Il cordoglio di tutto il Milan è lo stesso di tutti i milanisti - continua la nota -.Ogni sportivo rossonero oggi si stringe nell'abbraccio alla famiglia, alla quale rivolgiamo dal sito ufficiale le più sentite e sincere condoglianze. La sua passione e il suo amore per il Milan sono sempre stati fortissimi. Ciao Gianni!''.

Il primo Milan dopo la Stella e dopo i difficilissimi primi anni '80, lo costruì proprio Gianni Nardi. Non era il presidente, ma era come se lo fosse. Fu lui a convincere Nils Liedholm a tornare al Milan nel 1984. Fu lui a promuovere il rafforzamento della squadra con gli acquisti di Terraneo, Di Bartolomei, Virdis, Wilkins e Hateley.

Addio a Gianni Nardi, anima del Milan!

Addio a Gianni Nardi, anima del MilanL’amicizia, l’amicizia prima di tutto! 
Gianni Nardi e moglie con Luther Blissett, estate 1984

Emergenza Milano: Profughi occupano per protesta la piazza di Pieve Emanuele

Il Sindaco: Prima o poi qualcosa doveva succedere

profughi occupano piazze - stiamo stanchi I circa 250 profughi ospitati in un residence a Pieve Emanuele, nel milanese, oggi per protesta hanno occupato la piazza davanti alla struttura bloccando la circolazione di auto e mezzi pubblici. ''Prima o poi doveva succedere qualcosa'' ha detto Rocco Pinto, il sindaco della cittadina che ospita rifugiati dal 15 maggio. Il motivo della protesta riguarda i documenti e il mancato versamento della diaria promessa (2,5 euro al giorno).

La denuncia è di Ettore Fusco, sindaco di Opera, comune confinante con Pieve Emanuele. "Quanto sta accadendo in queste ore era inevitabile - spiega Ettore Fusco - il nostro Stato si è dimostrato ancora una volta debole e inconcludente. Vivendo il territorio e conoscendo la realtà del sud Milano avevamo ampiamente previsto questa rivoluzione frutto dell'abbandono e della non curanza che il governo centrale ha nei confronti degli enti locali".

L’assessore alle Politiche sociali al governo

"Erano stati promessi aiuti e soprattutto tempi certi - prosegue il sindaco - promesse che non sono state mantenute e le cui conseguenze, ora ricadono sulla cittadinanza. Intanto gli agenti della polizia locale presidieranno il confine per evitare che gruppi di profughi si trasferiscano a Opera".

E24 | Agenzie

martedì 4 ottobre 2011

Amanda in partenza per gli Usa. Quando la giustizia serve i poteri forti!

Dopo quattro anni di carcere, Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono assolti con formula piena dalla Corte d'assise d'appello di Perugia per l'omicidio dei Meredith Kercher. Rabbia della folla in piazza; fischiati gli avvocati. Scarcerati, Raffaele sarebbe tornato a Giovinazzo, in Puglia, mentre Amanda ripartirà oggi per gli Usa. Sempre oggi conferenza stampa dei genitori di Mez.

Amanda Knox - Quando la giustizia serve i poteri forti Amanda Knox - Quando la giustizia serve i poteri forti!

AMANDA: 'GRATA A CHI MI E' STATO VICINO' - Amanda Knox e' in procinto di partire per Seattle. La giovane e' giunta all'aeroporto di Fiumicino verso le 9.30 con i genitori: fatta passare attraverso un varco 'protetto', Amanda si trova ora in un un punto di ristoro in attesa di imbarcarsi, poco dopo le 11, su un volo della British Airways diretto a Londra. Da li' proseguira' per Seattle.

''A tenermi la mano e a offrirmi del sostegno e del rispetto attraverso le barriere e le controversie c'erano degli italiani... Chi mi ha scritto, chi mi ha difesa, chi mi è stato vicino, chi ha pregato per me. Vi sono sempre grata. Vi voglio bene. Amanda'': cosi' scrive Amanda in una lettera di cui l'ANSA e' in possesso.

All'indomani della sentenza di assoluzione per l'omicidio di Meredith Kercher e a poche ore dalla sua partenza per gli Usa, Amanda Knox ha fatto avere una sua lettera alla Fondazione Italia Usa, i cui dirigenti sono stati costantemente al suo fianco durante i quasi quattro anni di detenzione. Ecco il testo integrale della lettera: ''A tenermi la mano e a offrirmi del sostegno e del rispetto attraverso le barriere e le controversie c'erano degli italiani. C'era la Fondazione Italia USA, e molti che hanno condiviso il mio dolore e che mi hanno aiutato a sopravvivere con speranza. Sono sempre grata della loro premurosa ospitalità e del loro coraggioso impegno. Chi mi ha scritto, chi mi ha difesa, chi mi è stato vicino, chi ha pregato per me. Vi sono sempre grata. Vi voglio bene. Amanda''.

''Amanda mi ha detto che ci teneva molto a ringraziare pubblicamente i tanti italiani che l'hanno sostenuta ed appoggiata in questi anni di ingiusta detenzione e che hanno creduto in lei e nella sua innocenza. Mi ha confermato che in futuro intende tornare nel nostro Paese", ha detto Corrado Maria Daclon, segretario generale della Fondazione Italia Usa, che l'ha accompagnata ieri sera in automobile dal carcere di Perugia a Roma, dove la ragazza americana ha trascorso la notte. "Durante il viaggio da Perugia a Roma - ha aggiunto - Amanda era serena, pur con tutte le forti e contrastanti emozioni che si possono intuire per una persona che vede la libertà per la prima volta dopo quattro lunghi anni rinchiusa ingiustamente dentro una cella''.

RAFFAELE E' TORNATO A CASA SUA IN PUGLIA - E' a casa del padre in Puglia, Raffaele Sollecito, uscito nella notte dal carcere di Terni dopo l'assoluzione in appello per l'uccisione di Meredith Kercher. E' arrivato poco dopo le 5 nella villa dove vive il padre, a Bisceglie, comune a una trentina di chilometri da Bari.

Raffaele Sollecito e' arrivato insieme a suo padre ed era sdraiato sul sedile posteriore, nascosto da una coperta. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti che lo attendevano. Poco prima nella villetta erano entrati alcuni parenti: cugini e zii di Raffaele, che lo hanno aspettato all'interno. Da Raffaele sono andati anche alcuni amici che sono poi usciti dalla villetta intorno alle 6, anche loro senza parlare con i giornalisti. Solo uno zio di Raffaele ha riferito che il ragazzo ''e' molto, molto provato''.

Ansa | Edz. E24

Libia/Guerra: Sirte la "resistenza che non dorme", pur mancando tutto, Mons. Martinelli

“Ringrazio il governo italiano per i feriti accolti negli ospedali italiani. Anche altri Paesi dovrebbero compiere simili gesti umanitari” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli. La scorsa settimana 25 feriti, vittime degli scontri ancora in corso in Libia, sono stati imbarcati su aerei dell’aeronautica italiana per essere ricoverati in strutture ospedaliere romane.

Il popolo eroico di sirte blocca nato e ribelliNon sono le arme che fanno un esercito, ma le ragioni della lotta.
(Nella foto un gruppo di ribelli)

La Croce Rossa Internazionale definisce “disperata” la situazione di Sirte, la città natale di Gheddafi, dove si concentrano i combattimenti tra le forze del Consiglio Nazionale di Transizione e i fedeli del deposto leader libico. Secondo la Croce Rossa, oltre ad acqua, luce e cibo, nella città cominciano a scarseggiare le medicine. Fino ad oggi circa 10 mila persone hanno lasciato Sirte, che contava 70 mila abitanti. Di questi 10 mila, almeno un terzo ha deciso di allestire accampamenti nelle aree desertiche a pochi chilometri dalla città, così da non allontanarsi troppo dalle proprie case. Intanto si aggrava la situazione negli ospedali dove i malati continuano a morire per mancanza di ossigeno e carburante per i gruppi elettrogeni.

“Il fatto che si continui a combattere mi rattrista molto” prosegue Mons. Martinelli. “Qui a Tripoli sono ottimisti sulla rapida conclusione dell’assedio a Sirte e a Beni Walid, ma di fatto esiste una resistenza che non dorme. Il nostro auspicio è che si trovi al più presto una soluzione pacifica che eviti altre vittime”.

Per quanto riguarda Tripoli, Mons. Martinelli afferma che “i servizi essenziali sono bene o male garantiti. Siamo inoltre felici che sia stato annunciato entro i primi di novembre il riprestino dei collegamenti aerei dall’aeroporto di Tripoli”.

“La vita della Chiesa prosegue, e abbiamo la gioia di aver qui con noi Sua Ecc. Mons. Tommaso Caputo, Nunzio Apostolico a Malta e in Libia, in visita a Tripoli per contatti con le nuove autorità” conclude Mons. Martinelli.



Thousands of civilians are fleeing the city of Sirte in Libya, as fighting between pro and anti-Gaddafi forces there rages. Dubeh Sakhr from the international Committee of the Red Cross, says with the city critically short of water, food and medicine, the refugees have little choice but to head into the desert.
E24 on Twitter http://twitter.com/Ecumene24

E24 | Agenzie |

Libia/Guerra Nato: A Sirte una "resistenza che non dorme", ma manca tutto. Mons. Martinelli.

Tripoli (Agenzia Fides)- “Ringrazio il governo italiano per i feriti accolti negli ospedali italiani. Anche altri Paesi dovrebbero compiere simili gesti umanitari” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli. La scorsa settimana 25 feriti, vittime degli scontri ancora in corso in Libia, sono stati imbarcati su aerei dell’aeronautica italiana per essere ricoverati in strutture ospedaliere romane.

La Croce Rossa Internazionale definisce “disperata” la situazione di Sirte, la città natale di Gheddafi, dove si concentrano i combattimenti tra le forze del Consiglio Nazionale di Transizione e i fedeli del deposto leader libico. Secondo la Croce Rossa, oltre ad acqua, luce e cibo, nella città cominciano a scarseggiare le medicine. Fino ad oggi circa 10 mila persone hanno lasciato Sirte, che contava 70 mila abitanti. Di questi 10 mila, almeno un terzo ha deciso di allestire accampamenti nelle aree desertiche a pochi chilometri dalla città, così da non allontanarsi troppo dalle proprie case. Intanto si aggrava la situazione negli ospedali dove i malati continuano a morire per mancanza di ossigeno e carburante per i gruppi elettrogeni.

“Il fatto che si continui a combattere mi rattrista molto” prosegue Mons. Martinelli. “Qui a Tripoli sono ottimisti sulla rapida conclusione dell’assedio a Sirte e a Beni Walid, ma di fatto esiste una resistenza che non dorme. Il nostro auspicio è che si trovi al più presto una soluzione pacifica che eviti altre vittime”.

Per quanto riguarda Tripoli, Mons. Martinelli afferma che “i servizi essenziali sono bene o male garantiti. Siamo inoltre felici che sia stato annunciato entro i primi di novembre il riprestino dei collegamenti aerei dall’aeroporto di Tripoli”.
“La vita della Chiesa prosegue, e abbiamo la gioia di aver qui con noi Sua Ecc. Mons. Tommaso Caputo, Nunzio Apostolico a Malta e in Libia, in visita a Tripoli per contatti con le nuove autorità” conclude Mons. Martinelli. (L.M.) (Agenzia Fides 3/10/2011)

lunedì 3 ottobre 2011

Crimini di guerra: Nato e Cnt bombardano l'ospedale di Sirte, ma la colpa è di Gheddafi.

Se in Libia ci sono i famosi " RATTI", di certo che le PANTEGANE, le vere assine, virulente portatrici di LEPTOSPIROSIS non sono criminale & genocida ma anche quella FINANZIARIA è proprio l'Occidente.
Nato e Cnt bombardano l'ospedale di Sirte, ma la colpa è di Gheddafi.

Carissimi, carissime,
la Croce Rossa a Sirte sta consegnando sacchi per cadaveri perché non riesce a raggiungere l'ospedale che è sotto i colpi della Nato e delle truppe del nuovo Governo transitorio libico.
Sta avvenendo un attacco terroristico per costringere i civili ad una fuga di massa. Non riesco ad immaginare i bambini che vivono in questo momento sotto le bombe e che non possono sperare di raggiungere l'ospedale.
Diceva il grande giornalista Joseph Pulitzer che “una stampa cinica e mercenaria prima o poi creerà un pubblico ignobile”.
E' quello che rischia di avvenire, purtroppo. Non si avverte il sussulto morale, l'indignazione necessaria. L'opinione pubblica che cerca informazione non manipolata fa grande difficoltà a trovarla.
Persino Rainews ha giustificato questa guerra, ed è tristimmo dirlo.
Anche tutto questo movimento degli "indignati" - così in voga in Italia - è un movimento che mi sembra sospetto, un coreografico depistaggio dell'attenzione. Tutti questi "indignati" che non trovano un attimo per indignarsi di fronte alla guerra... che strana cosa!
Cliccate qui
http://www.facebook.com/pages/Peacelink/91048861525 e troverete il nostro sforzo per seguire e decifrare le bugie di guerra. L'opinione pubblica oggi viene manipolata da vari giornalisti con orientamento politico misto ma convergente verso la menzogna.

La Croce Rossa non riesce ad arrivare nell'ospedale di Sirte. Ma di chi è la colpa? Non di chi bombarda l'ospedale ma di chi non si arrende.
"Fuggite, arrendetevi, e avrete salva la vita!"
Questo è il messaggio della Nato agli assediati.
Questo è TERRORISMO.
Nessuno ha il diritto di assediare e minacciare la vita di altri.
L'Italia sta sostenendo un'azione militare che si inquadra a tutti gli effetti non nel diritto bellico ma nella categoria del CRIMINE DI GUERRA con adeguata copertura mediatica.
Quello che sta avvenendo è terrificante, è un martellamento di fuoco e di esplosioni che segnerà la vita di migliaia di persone per tutta la vita, anche se sopravviveranno.
Migliaia di bambini sopravviveranno con cicatrici psichiche e traumi irreversibili, del tutto simili a stupri. Si chiama "psicosi traumatica da bombardamento". Il DSM IV, manuale psichiatrico descrittivo delle varie patologie, individua lo stupro e le violenze sessuali alla pari dell'essere esposti alla guerra.
Per Misurata tutti si commuovevano, perché ad essere assediati erano i buoni e ad assediare era Gheddafi. E ora? Dove sono tutti i coltivatori di nobili sentimenti ora che ad assediare e a bombardare è la Nato? Gli assediati di ieri che assediano oggi hanno ragioni più umanitarie?
Devo dire che è impressionante il modo con cui le bugie di guerra sono offerte, da destra, centro e sinistra. Quella che leggiamo online su tante pagine web è una grande bugia raccontata con perfida professionalità da giornalisti che hanno gettato la coscienza alle ortiche.
Invito tutti a cercare ogni giorno le bugie di guerra e a smascherarle.
Da questa guerra usciranno quelli con la coscienza a posto e quelli con la coscienza macchiata di sangue.
Noi non possiamo essere complici.
Ciò che distingue un'epoca storica non è il governo che ci regge, ma la coscienza che ci guida.
Non basterà un cambio di leader per riparare il disastro intellettuale e morale creato da questa guerra, da questa informazione manipolata che si indigna a senso unico, che piange a intermittenza e che fa finta di non vedere quando le bombe della Nato o dei "ribelli" arrivano sugli ospedali.
Non abbiamo altri strumenti che la nostra intelligenza e la nostra passione.
Dobbiamo agire subito denunciando colpo su colpo, giorno per giorno, le bugie di guerra: se non ora, quando?
Sirte è allo stremo.

Alessandro
www.peacelink.it

“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. Joseph Pulitzer

Obama, sarkozy, cameroon, napolitano, ONU, UE, NATO, giornalisti del sistema, altri, e soprattutto la demagogica sinistra italiana sono e siete:
tutta una massa di criminali di guerra. Norimberga è stata superata, la rete vi seppellirà nella fogna della storia.. 02-10-2011

Chi spara sui civili in fuga e sull'ospedale di Sirte?

Ancora notizie manipolate sulla guerra in Libia. Secondo RaiNews sarebbero i lealisti a sparare sui profughi in fuga da Sirte. Ma è plausibile che i lealisti bombardino l'ospedale della città in cui essi stessi sono asserragliati?

Sabato 1 ottobre, due bambini hanno perso la vita mentre tentavano di fuggire da Sirte sotto assedio. Sono stati colpiti da un razzo e ridotti a brandelli. Per RaiNews non ci sono dubbi: il colpo è stato sparato dalle forze di Gheddafi.

nato-mercenaries-morte-in-libia Abbiamo verificato la stessa notizia data dall'Agence France-Presse e non ne siamo più così sicuri.

Non è scritto da nessuna parte che i due bambini siano stati colpiti deliberatamente né è chiaro chi li abbia colpiti. Ciò che invece risulta chiaro è che i civili scappano da Sirte perché sono tra due fuochi: quello della NATO, “che colpisce a casaccio edifici civili” e quello dei ribelli. Il CNT ha interrotto gli attacchi allo Ouagadougou Centre, il centro conferenze di Gheddafi che è vicino ad un ospedale pieno di feriti, solo quando sono arrivati gli ispettori della Croce Rossa, per il resto non sembra che si si siano fatti alcuno scrupolo.
Riportiamo di seguito la notizia dell'AFP, tradotta in italiano.

SIRTE,Libia (AFP) – La città natale di Gheddafi, Sirte, ha vissuto sabato uno dei combattimenti più pesanti della settimana, raccontano i reporter dell’AFP, mentre la campagna delle forze del nuovo regime si fa più incalzante per ottenere la resa della città da parte dei lealisti ferocemente determinati dell’ex uomo forte libico.

Mentre aumentavano le perdite tra i militari, un razzo ha ucciso due bambini nel momento in cui la loro famiglia si univa all’esodo disperato di migliaia già in fuga da una città che soffre per una crescente crisi umanitaria.

L’obiettivo degli ultimi combattimenti è stato lo Ouagadougou Conference Centre, un centro conferenze che era il fiore all’occhiello di Gheddafi, dove quest’ultimo aveva ospitato il lancio dell’Unione Africana, e vicino al quale vi è un ospedale nel quale la Croce Rossa aveva portato dei rifornimenti assolutamente necessari.

Una grande forza di circa 100 veicoli del Consiglio nazionale Transitorio (CNT), compresi cannoni anti-carro e lanciamissili multipli, è entrata in città da sud intorno a mezzogiorno (1000 GMT) e ha accerchiato il campo.

“Stiamo circondando lo Ouagadougou Centre," ha detto il combattente Osama Blao all’AFP di ritorno dal fronte.

Diversi combattenti del CNT hanno detto che la Mezzaluna Rossa aveva chiesto loro di interrompere gli attacchi perché gli ufficiali della Croce Rossa stavano ispezionando l’ospedale vicino.

Alcuni dei combattenti si sono ritirati dopo due ore di scontri intensi durante i quali le forze lealiste hanno usato cecchini e colpi di mortaio.

A Ginevra, un portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa ha detto che una squadra aveva trascorso circa due ore nella consegna di forniture mediche e carburante per un generatore all’ospedale vicino al complesso dello Ouagadougou prima di lasciare la città.

Il portavoce ha detto che gli ufficiali hanno detto che c’erano circa 200 feriti all’interno, e se ne attendevano altri.

Alcune delle centinaia di persone in fuga da Sirte hanno detto che c’erano state vittime civili lì quando sono stati colpiti edifici residenziali, o dall’artiglieria delle forze assedianti del nuovo regime o dagli attacchi aerei della NATO.

“Sono andato via con la mia famiglia perché siamo in mezzo ai bombardamenti NATO e quelli dei ribelli. La NATO, in particolare, sta bombardando a casaccio e spesso colpisce edifici civili,” ha detto un uomo che vuole farsi chiamare solo Ali.

La strada costiera ad ovest di Misurata, la terza città della Libia per estensione, era intasata da convogli di civili in fuga, riporta un corrispondente dell’AFP.

I due bambini uccisi “sono stati ridotti a brandelli”, ha detto Ahmed Abu AUD, un medico di campo sul versante occidentale di Sirte. “Hanno raccolto le parti dei loro corpi in dei sacchetti.”

Il capo del CNT Mustafa Abdel Jalil ha detto che ai civili era stata data la possibilità di lasciare Sirte.

"Una possibilità di due giorni di tempo è stata data dai rivoluzionari vicino Sirte in modo da poter permettere ai civili di lasciare la città…A partire da ieri (Venerdì),” ha detto durante una conferenza stampa a Bengasi.

Comunque, Abdel Jalil non ha dato indicazioni che questo potesse essere in alcun modo un ultimatum o che un assalto maggiore si sarebbe verificato alla fine di quel periodo.

Abdel Jalil ha dichiarato che i combattimenti per Sirte e per l’altra roccaforte rimanente a sostegno di Gheddafi, la città desertica di Bani Walid, stavano procedendo bene.

"Le battaglie per Sirte e Bani Walid stanno andando molto bene e attualmente si combatte sulla base di un piano organizzato tra le due aree, ha detto il leader del CNT.

Tra coloro che fuggono, Redwan Abdulrahim, il cui piccolo camion era colmo di valigie e altri possedimenti, ha detto che la situazione a Sirte era sempre più difficile.

"E’ stato davvero brutto. Non sapevamo da dove venivano i razzi e i proiettili,” ha detto.

Hassan Duha, comandante nella sala del consiglio delle operazioni militari a Misurata, ha detto che un numero crescente di truppe di Gheddafi stava cercando di nascondersi tra i civili in fuga.

"Buttano via le loro carte d’identità e cercano di uscire insieme alle famiglie,” ha detto.

Un ufficiale di Gheddafi arresosi sabato, il Maggiore Mohammed Usba Hanish, ha detto ai suoi carcerieri del CNT che le truppe ancora fedeli al dittatore rovesciato stanno affrontando carenze sempre maggiori.

Per giorni si è detto che la città era senza elettricità, con poca acqua, e cibo e forniture mediche in diminuzione.

A mezzogiorno (1000 GMT), le forze del CNT hanno aperto uno sbarramento di artiglieria da est verso gli uffci amministrativi del centro della città.

"Stiamo bersagliando gli edifici dove sono asserragliati gli uomini di Gheddafi. Le nostre squadre di esplorazione ci hanno informato che molti mercenari sono ancora lì dentro e noi stiamo colpendo anche loro,” ha detto il Colonnello Hussein Idris da supervisore dello sbarramento.

Non è stato possibile ottenere dati sulle vittime generali.

Il dottor Ahmed Bushrya ha detto dal suo ospedale da campo che “più di ventiquattro combattenti feriti sono stati portati qui, dove ci sono stati tre martiri finora nei combattimenti di oggi.”

In un’ospedale da campo ad ovest di Sirte, i medici hanno detto di aver avuto 11 feriti sabato.

Decine di lavoratori migranti pachistani erano tra le centinaia di residenti di Sirte in fuga verso est.

"La NATO ha colpito un grande edificio, Imarat Tamim, due giorni fa, con 12 o 13 bombe,” ha detto Ashiq Hussein, fuggito dalla città con 11 membri della sua famiglia, inclusi sei bambini.

"L’intero edificio con quasi 600 appartamenti è raso al suolo adesso”.

In altri sviluppi, il CNT ha detto che quasi 7.000 missili anti-aerei SAM-7 dell’arsenale di Gheddafi sono scomparsi, mentre un uomo che dichiara di essere il portavoce di Gheddafi, Mussa Ibrahim, ha negato che egli sia stato catturato dalle forze del CNT.

E un ufficiale dell’aeroporto Mitiga di Tripoli ha detto che un aereo passeggeri della Turkish Airlines è atterrato lì, il primo volo commerciale verso la capitale dalla cacciata di Gheddafi.

E24 | PeaceReporter | Afp

Libia/Guerra: Un appello contro il rifinanziamento della guerra di Libia ‎

Governo e parlamento stanno per decidere sul rifinanziamento della partecipazione italiana alla guerra in Libia (Nient'affatto finita e anzi caratterizzata in questa fase da feroci assedi e bombardamenti a città piene anche di civili) e da immensi pericoli e disagi per la popolazione civile della Libia "liberata" grazie alla Nato. Il precedente impegno di spesa scadeva l 30 settembre. Dunque è urgente far pressione contro il rifinanziamento. Se l'Italia esce dalla guerra la Nato non potrà più usarne le basi.
Se siete d'accordo, qui sotto troverete una lettera modello e, al fondo, la lista degli indirizzi email da copiare-incollare (tre email distinte).

Potete ovviamente ritoccare/rifare la lettera.

Marinella Correggia

_________________ Lettera_________________________


NB. E' IMPORTANTE METTERE NELL'OGGETTO "NO AL RIFINANZIAMENTO E AL PROLUNGAMENTO DELLA GUERRA IN LIBIA"


TESTO


AL GOVERNO E AL PARLAMENTO
"L'ITALIA ESCA DALLA GUERRA IN LIBIA"

Vi chiediamo di porre fine alla costosa, immorale e inopportuna partecipazione italiana alla guerra Nato/Qatar/Emirati in Libia. La Norvegia è uscita dalla missione mesi fa. Questa guerra in Libia, a 100 anni dalla colonizzazione, è iniziata grazie alle menzogne dei media, perché non c'era alcun genocidio di civili. Nei
mesi di guerra la Nato, come ben sapete, ha violato la risoluzione 1973 in tutti i modi possibili e continua a farlo. E ha commesso crimini di guerra per i quali sono già in corso azioni penali. Attualmente la Nato appoggia con devastanti bombe gli assedi alle città, verso le quali si lanciano dichiaratamente missili Grad, ritenuti dalla stessa Nato armi indiscriminate e dunque minaccia ai civili...

Dunque la Nato non esercita alcuna funzione di protezione dei civili, al contrario. La guerra in Libia è stata un grave danno per anche per l'Italia. Continuare a perpetrare questo crimine è immorale oltre che sbagliato, come presto si vedrà. La guerra oltre a morti e distruzioni ha creato quasi un milione di disoccupati in gran parte stranieri di paesi impoveriti i quali hanno dovuto fuggire dal paese.


VI CHIEDIAMO PERTANTO DI NON RIFINANZIARE LA PARTECIPAZIONE E DI NON CONCEDERE PIU' L'USO DELLE BASI.


Firmato,
nome e data

MAILGOVERNO
caposegreteria.ministro@interno.it,caposegreteria.ministro@tesoro.it,centromessaggi@palazzochigi.it,segreteria.calderoli@governo.it,segreteria.castelli@mit.gov.it,segreteriaministroriformefederalismo@governo.it,segreteria.frattini@esteri.it,segreteria.ministro@difesa.it,segreteria.ministro@minambiente.it,segreteria.presidente@governo.it,segreteriaministroriformefederalismo@governo.it,
EMAIL CAMERA
bersani_p@camera.it,commissioni.pdl@camera.it,dipietro@antoniodipietro.it,evangelisti_f@camera.it,franceschini_d@camera.it,idv_segreteria@camera.it,lucia.abballe@camera.it,maran_a@camera.it,narducci_f@camera.it,orlando_l@camera.it,pd.difesa@camera.it,pd.esteri@camera.it,pini_g@camera.it,presidente.bindi@camera.it,reguzzoni_m@camera.it,sammarco_g@camera.it,stefani_s@camera.it,touadi_j@camera.it,veltroni_w@camera.it,
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alberto.filippi@senato.it,barbara.contini@senato.it,battista.caligiuri@senato.it,belisario_f@posta.senato.it,bugnano_p@posta.senato.it,cantoni_g@posta.senato.it,carlino_g@posta.senato.it,carrara_v@posta.senato.it,claudio.micheloni@senato.it,detoni_g@posta.senato.it,dinardo_a@posta.senato.it,federico.bricolo@senato.it,franco.marini@senato.it,giambrone_f@posta.senato.it,giampaolo.bettamio@senato.it,giorgio.tonini@senato.it,giulio.andreotti@senato.it,giuseppe.caforio@senato.it,lannutti_e@posta.senato.it,luigi.compagna@senato.it,marcello.pera@senato.it,marcenaro_p@posta.senato.it,mario.gasbarri@senato.it,mascitelli_a@posta.senato.it,massimo.livibacci@senato.it,oreste.tofani@senato.it,pardi_f@posta.senato.it,pietro.marcenaro@senato.it,pinotti_r@posta. senato.it,roberta.pinotti@senato.it,roberto.digiovanpaolo@senato.it,salvatore.piscitelli@senato.it,silvana.amati@senato.it,stefano.pedica@senato.it,vincenzomaria.vita@senato.it,vladimiro.crisafulli@senato.it,info@achilletotaro.it,negri_m@posta.senato.it,marinaro_f@posta.senato.it,cabras_a@posta.senato.it,pegorer_c@posta.senato.it,scanu_g@posta.senato.it,caforio_g@posta.senato.it,pedica_s@posta.senato.it,

Mandiamo una email a governo e parlamento contro il rifinanziamento della partecipazione italiana

Governo e parlamento stanno per decidere sul rifinanziamento della partecipazione italiana alla guerra in Libia (Nient'affatto finita e anzi caratterizzata in questa fase da feroci assedi e bombardamenti a città piene anche di civili) e da immensi pericoli e disagi per la popolazione civile della Libia "liberata" grazie alla Nato. Il precedente impegno di spesa scadeva l 30 settembre. Dunque è urgente far pressione contro il rifinanziamento. Se l'Italia esce dalla guerra la Nato non potrà più usarne le basi.
Se siete d'accordo, qui sotto troverete una lettera modello e, al fondo, la
lista degli indirizzi email da copiare-incollare (tre email distinte).
Potete ovviamente ritoccare/rifare la lettera
Marinella Correggia
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TESTO


AL GOVERNO E AL PARLAMENTO
"L'ITALIA ESCA DALLA GUERRA IN LIBIA"

Vi chiediamo di porre fine alla costosa, immorale e inopportuna
partecipazione italiana alla guerra Nato/Qatar/Emirati in Libia. La
Norvegia è uscita dalla missione mesi fa.
Questa guerra in Libia, a 100 anni dalla colonizzazione, è iniziata grazie
alle menzogne dei media, perché non c'era alcun genocidio di civili. Nei
mesi di guerra la Nato, come ben sapete, ha violato la risoluzione 1973 in
tutti i modi possibili e continua a farlo. E ha commesso crimini di guerra
per i quali sono già in corso azioni penali.
Attualmente la Nato appoggia
con devastanti bombe gli assedi alle città, verso le quali si lanciano
dichiaratamente missili Grad, ritenuti dalla stessa Nato armi
indiscriminate e dunque minaccia ai civili...Dunque la Nato non esercita alcuna funzione di protezione dei civili, al contrario.
La guerra in Libia è stata un grave danno per anche per l'Italia.
Continuare a perpetrare questo crimine è immorale oltre che sbagliato, come
presto si vedrà.
La guerra oltre a morti e distruzioni ha creato quasi un milione di
disoccupati in gran parte stranieri di paesi impoveriti i quali hanno
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VI CHIEDIAMO PERTANTO DI NON RIFINANZIARE LA PARTECIPAZIONE E DI NON CONCEDERE PIU' L'USO DELLE BASI.
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Libia/Neo-colonizzazione: Continuano i bombardamenti della NATO

Si continua a combattere a Qasr Abou Hadi il villaggio dove è nato l'ex leader libico Gheddafi. Secondo il Consiglio Nazionale di transizione comunque le forze ribelli hanno ormai il controllo di tre quarti del paese.

NATO-bombs-Libya’s-Nasser-University-kills-staff-0611-by-student-Mohammed-Al-AlamIl frutto delle bombe di precisione targate NATO

"Circa il 75% di Qasr Abou Hadi è sotto il nostro controllo. Abbiamo avuto tre giorni di scontri molto intensi" ha detto Moufbah Raslan, un comandate del Cnt che ha sottolineato come la situazione in zona sia complicato dal fatto che "molti civili sono armati".

A Sirte, invece, poco più a nord, la Croce rossa ha avuto l'autorizzazione a entrare in città per portare cibo, medicine e aiuti agli abitanti della città da settimane assediata dalle forze del Cnt.

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