sabato 14 gennaio 2012

Africa Povera in Italia: Nigeriano muore di fame e freddo a Lecce

di Davide Stasi | Gazzeta di M.

LECCE - Muore di stenti l'ennesimo immigrato «invisibile». Garin Attaher, 49 anni, nigeriano, è deceduto ieri mattina. Aveva la scabbia, una malattia infettiva della pelle non mortale, ma altamente contagiosa.

Formalmente, era domiciliato nella struttura dei padri missionari comboniani di Cavallino, ma solitamente trascorreva la notte nella stazione di Lecce. Più volte cercato dagli assistenti sociali di Cavallino, non è stato mai rintracciato.

In particolare, il dirigente dei Servizi sociali, Luigi Immacolato, assieme all'assistente sociale, Marcella Minonne, si sono messi, in più momenti, sulle sue tracce. Dopo un primo sopralluogo dai comboniani, si sono recati in stazione ed hanno chiesto informazioni agli agenti di vigilanza. L'immigrato nigeriano non si trovava.

«Avevamo pure il suo cellulare - rivela il dottor Immacolato - ma non rispondeva mai. Il telefono era spento. Purtroppo, non siamo mai riusciti a metterci in contatto con lui per dargli una mano».

I due assistenti sociali avrebbero potuto salvargli la vita. Il loro ufficio, infatti, collabora con i servizi socio-sanitari della Asl che avrebbe garantito la guarigione della scabbia e, soprattutto, non gli sarebbe mancato un pasto caldo per sopravvivere.

Forse, si è lasciato morire. Nemmeno padre Gianni, uno dei comboniani, che lo ha ospitato le prime notti, lo ha più visto da allora. I tentativi di ricerca sono risultati vani. Non si hanno altre notizie prima della sua morte giunta ieri.

Garin Attaher era uno dei tanti «invisibili» che vivono in città. Che trascorrono le notti nelle fredde sale della stazione e, poi, di giorno, sono introvabili.

Sulla tragedia interviene il presidente provinciale di Futuro e libertà, Paolo Pellegrino. «La sua morte - dice - ci lascia attoniti perchè vuol dire che la comunità leccese ha ancora tanti passi in avanti da compiere in ordine all'inclusione sociale dei più deboli.

Non solo in Italia, ma anche a Lecce - sottolinea - gli immigrati rappresentano, ormai, una grande forza che contribuisce alla crescita dell'economia e meritano più attenzione e maggiore considerazione. Futuro e libertà - spiega - sin dalla sua costituzione, si sta battendo per la modifica della legge che attribuisce la cittadinanza. Chi nasce nel nostro Paese, a prescindere dalla pelle e dalla nazionalità può diventare cittadino italiano».


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Lo scontrino questo fantasma italiano di tutte le stagioni

di LINO PATRUNO | la Gazzeta del M.

La prima regola per lo scontrino è come quella per il giornalismo. Mai diventare amico di chi te lo dovrebbe rilasciare, come nel giornalismo non bisogna mai diventare amici di chi devi sbattere in prima pagina. Perché in Italia l'amicizia non è una forma di rispetto reciproco, è una forma di complicità reciproca. Per lo scontrino contro il nemico pubblico numero uno: lo Stato. Per il giornalismo contro il diritto pubblico numero uno: sapere. Ma quando sei amico, come si fa?

Tanto per cominciare, il soggetto da scontrino è sempre uno che piange miseria, come fanno mediamente due italiani su tre. Chi ha mai incontrato qualcuno che abbia mai detto, va tutto bene affari compresi, lo segnali sùbito per l'intervista del secolo. Il massimo che dirà sarà, non ci possiamo lamentare, e col massimo dispiacere. Campione in questo il commerciante: un po' per scaramanzia, un po' perché non potersi lamentare potrebbe significare poco poco che è ricco, quindi bersaglio di tutto. Ma infine perché, se non si può lamentare, lo scontrino non lo fa?

FESSI E DRITTI DELLE TASSE - Il problema è che lo scontrino non è un dovere da parte di chi lo deve emettere, ma una forma di ostilità da parte di chi lo chiede. Se lo scontrino non lo puoi scaricare dalle tue tasse, me lo chiedi perché ce l'hai con me. Quindi sei socialmente pericoloso. Lungi dal commerciante condividere la bislacca teoria del presidente Monti: chi non fa lo scontrino, quindi non paga le tasse, mette le mani nelle tasche di tutti quelli che lo devono ricevere. Cioè di quelli, si presuppone, che le tasse le pagano. E che ne pagano tante più quanto meno ne pagano gli altri. 

Lasciamo stare chi ti vende un gelato: l'ultimo che rilasciava scontrini è finito alla neuro perché parlava da solo. Lasciamo stare quelli coi tavolini fuori dal bar: un pezzo di carta con una cifra sbarrata sopra e un'altra minore sotto, ti ho fatto un trattamento di favore, non ti verrà in mente di chiedermi lo scontrino. Lasciamo il banchetto della bibita in strada, non dovrebbero neanche vendertela. E lasciamo stare il lavaggio rapido dell'auto o la tintoria, hanno sempre un'aria da mensa dei poveri.

Ma c'è il parrucchiere che, tra un "la trovo bene signora", un "tutto bene a casa?", un "questo è un prezzo speciale solo per lei", se la signora chiede lo scontrino non ha capito niente ed è una carogna. C'è il fruttivendolo che ti fa scegliere e ti dice ruffiano, lei mi deve far litigare con gli altri clienti, se gli chiedi lo scontrino la prossima volta ti infila una pera marcia. C'è quello tutto sudato dell'acqua a domicilio, gli devi dare la mancia altro che scontrino. C'è quello della pizza sprint, non basta che sono venuta a portartela, ma se chiedi lo scontrino la prossima volta è meno sprint.

MIRACOLO A CORTINA - Il mancato scontrino è anche una forma di compromesso fra il tuo diritto a essere servito e il tuo privilegio a essere servito con una strizzata d'occhio. Nel Paese in cui la legge non è uguale per tutti, ma è più uguale per chi non chiede lo scontrino. Una forma di autodifesa collettiva che fa dimenticare che chi non fa lo scontrino circola per le strade a spese tue, va alla Asl a spese tue, si gode un giardino a spese tue perché non contribuisce alle spese collettive. Perché in questo Paese il moroso del condominio è moroso, il moroso con lo Stato è un mito. 

Ci sono poi quelli mezzo dritti, quelli dello scontrino con l'auto-sconto, ma se ho speso cento euro perché me ne batte ottanta? E giù il pianto greco delle tasse, sono un fesso a non chiudere, lo faccio anche per affetto verso i miei clienti. E invece è un dritto intero che non solo non chiude ma il suo affetto per i clienti è pari all'affetto di un interista per uno juventino. Ci sono quelli col radar incorporato che battono lo scontrino appena vedono una faccia poco raccomandabile di rispettoso dello Stato. C'è quello che batte tutto tranne l'ultimo tasto che fa uscire lo scontrino. E c'è quello che ti dà uno scontrino che senza un telescopio non vedrai mai la scritta "non valido ai fini fiscali".

Ci sono infine quelli miracolati che da un giorno all'altro battono il 400 per cento in più di scontrini, perché in giro ci sono gli ispettori dell'Agenzia delle entrate che portano fortuna ai loro incassi. E' successo a Cortina. Ma chissà perché tutti sono convinti che il miracolo possa ripetersi anche altrove.

(Ultimissima. Per la prima volta l'altro giorno ha battuto lo scontrino il fioraio del box in strada).


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venerdì 13 gennaio 2012

IL PREZZO DEL POTERE: MADONNA ATTACCA LADY GAGA "MI HA COPIATO BORN THIS WAY"

IL PREZZO DEL POTERE: MADONNA ATTACCA LADY GAGA "MI HA COPIATO BORN THIS WAY"

NEW YORK - «Questo motivetto l'ho già sentito. In un'intervista con la giornalista Cynthia McFadden che andrà in onda questa sera sulla rete televisiva Abc, la cinquantatreenne Madonna si è detta convinta che Lady Gaga abbia copiato una sua canzone del 1989. Davanti alle telecamere della Abc la Material Girl ha parlato dell'ultimo baby fidanzato, delle sue performance artistiche, del nuovo album in uscita a marzo e anche della trasgressiva Lady Gaga. «Cosa pensa di lei?», le ha chiesto la McFidden. «Sono rimasta sorpresa delle assonanze tra 'Born this way' e la mia canzone 'Express Yourself' - ha detto Madonna -. Ho pensato, che modo meraviglioso di riprodurre la mia canzone, voglio dire, è molto interessante». Parole eleganti per dire che la venticinquenne Stefani Joanne Angelina Germanotta ha copiato di sana pianta la sua canzone. E l'accusa ha scatenato una vera battaglia su Twitter. I fan delle due cantanti si sono sfidati a colpi di cinguettii: per alcuni le due canzoni paiono in effetti «quasi identiche», mentre per altri non sono «nemmeno paragonabili».

mercoledì 11 gennaio 2012

Mondo Cane: A 10 anni nuda in foto sul suo profilo Facebook, la polizia postale oscura la pagina

slut-profile[1]Fa discutere il caso di una bambina di dieci anni le cui foto che la ritraveano completamente nuda sono apparse sul suo profilo Facebook. La pagina, dopo esser stata vista da migliaia di persone e commentata sui blog, è stata immediatamente oscurata dalla polizia postale. SI tratterà ora di capire che cosa sia realmente accaduto ovvero se la foto - scattata da un cellulare sia stata pubblicata dalla bambina  o da altri.
Favorita l'ipotesi che sia stata la bambina a pubblicarla - Qualora si concretizzasse la seconda ipotesi, resterebbe infatti da capire come un estraneo sia potuto entrare in possesso dell'immagine. Secondo quanto si è appreso, però, gli investigatori seguirebbero la seconda pista solo per scrupolo. La stessa bambina, infatti, ha risposto al portale Notizie.it, che la sollecitava a rimuovere la foto e che ha diffuso la notizia: "Se la levo finisce sta barzelletta?".

INCREDIBILE, nel carcere, una coppia fan un figlio attraverso un BUCO nel Muro

Nell'aprile del 2003 una coppia di detenuti Seylan e Kadriye hanno avuto un figlio tra le mure della prigione, il fatto curioso è riportato dal giornale Vatan al Hurriyet. 

bambini_in_carcere_appello[1]I due amanti hanno fatto un buco di nove centimetri nel muro che divide le loro celle e da li "consumavano" i loro rapporti sessuali.

La storia si è conclusa con una nuova condanna, i due amanti hanno accumulato altri 4 mesi di condanna e sono stati costretti a pagare una multa di 42 euro per "danneggiamento di Pbene pubblico" vale a dire il piccolo buco scavato tra le mure della prigione.

Restauri al Colosseo: l'accordo con Della Valle oggetto di indagini di Procura e Corte dei Conti

Colosseo: una gru per verifiche sulla stabilità (Eidon)

Dopo le contestazioni dell'Antitrust, nuovo ostacolo all' apertura del cantiere sponsorizzato da Tod's con 25 milioni

 

ROMA - Nuovi guai e rischio rinvii per il restauro del Colosseo. Sull'accordo firmato con Diego della Valle per la sponsorizzazione da 25 milioni di euro dei lavori all'Anfiteatro Flavio indagano la Procura di Roma e la Corte dei Conti. Lo rende noto la Uil, che all'indomani della convenzione siglata dall'allora commissario straordinario per il monumento Roberto Cecchi (oggi sottosegretario del ministero dei Beni culturali), aveva presentato un esposto alla magistratura.
La notizia arriva a soli tre giorni dalle contestazioni dell'Antitrust che ha rilevato alcune «irregolarità» nell'accordo con il Gruppo Tod's. Prima fra tutte, l'eccessiva durata dei diritti d'immagine assegnati allo sponsor.

Transenne dopo un piccolo crollo al Colosseo (Jpeg)

ALEMANNO: «RISCHIO CROLLI» - Intanto martedì sulla vicenda del contratto per i restauri del Colosseo è intervenuto il sindaco della Capitale: «Le osservazioni dell'Antitrust sono di carattere generale e quindi non ci preoccupano, non sono osservazioni tali da bloccare il progetto e io anzi mi auguro che presto si superi la fase del contenzioso e si aprano i cantieri, perchè - ha detto Gianni Alemanno -, se avendo 25 milioni privati disponibili non facciamo partire subito i cantieri, non ci possiamo lamentare se poi ci sono i crolli nel Colosseo. Questo è un appello che faccio a tutti: facciamo partire subito i cantieri per restaurare il monumento più famoso del mondo».

Diego Della Valle al Colosseo con il sindaco Alemanno (Lapresse)

CONCORRENZA VIOLATA - A detta degli esperti dell'autorità di vigilanza - che erano stati interpellati dal Codacons «in merito alla correttezza della procedura che ha portato ad affidare la sponsorizzazione dell’Anfiteatro Flavio al gruppo» - l'accordo tra le autorità comptenenti per l'area archeologica del Colosseo e la società di Della Valle violerebbe le norme sulla concorrenza. L'Antitrust contesta in particolare «i tempi ristretti entro cui si è svolta la trattativa privata con i soggetti interessati: una volta ricevuta la proposta del gruppo Tod’s, l’amministrazione appaltante ha infatti assegnato agli altri soggetti interessati un termine inferiore a 48 ore per la presentazione delle offerte; una scadenza così imminente è inadeguata a consentire l’esperimento di una effettiva competizione tra i soggetti convocati, risultando addirittura in una esclusione degli stessi». Insomma, si sarebbe fatto tutto in fretta per non dar tempo ad altri di presentare offerte migliori.

RESPONSABILITA' DEL CANTIERE - Un altro punto che mete in dubbio la validità dell'accordo è la mancata responsabilità dell'«appaltatore» sui lavori. «L’Avviso ha ad oggetto il reperimento di sponsor per il finanziamento e la realizzazione degli interventi sul Colosseo - scrive l'authority -. Ciò comporta che lo sponsor si debba assumere la responsabilità del completamento dell’attività di progettazione e direzione dei lavori, il coordinamento della sicurezza, l’appalto a terzi o l’esecuzione diretta dei lavori, anche mediante imprese esecutrici dei lavori. L’Accordo, invece, prevede il mero finanziamento dell’opera, che si risolve nella semplice messa a disposizione di una somma di denaro, a fronte della possibilità di avvalersi dei diritti di sfruttamento dell’immagine del Colosseo».

Via | Corriere

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