Belle e sceme. Il binomio classico delle bionde pin-up potrebbe presto trasformarsi in belle e furbe. Una ricerca americana condotta dalla dottoressa Christine Stanik rivela che bellone e donne fatali sono più brave delle altre nella ricerca del partner. Avendo scarse prospettive di carriera cercano uomini in grado di garantire loro un futuro stabile dal punto di vista economico. Il fiuto per il ricco sfondato farebbe parte di quell'istinto di sopravvivenza nei confronti della prole, in modo da garantire anche ai discendenti una solidità economica.
«Si tratta di un istinto fortissimo e innato nella specie – ha spiegato la Stanik – che è difficile scrollarsi di dosso, a maggior ragione per quelle donne che non possono contare su una carriera propria e che, quindi, non hanno una loro indipendenza economica». Per contro, le donne in carriera sarebbero meno brave a scegliere il partner. Nonostante i tempi siano cambiati, l'uomo è infatti sempre poco disposto ad accettare una donna che occupi un ruolo di potere e che soprattutto occupi il tempo dedicandosi a qualcosa che non sia la casa o i figli. Un tratto comune a tutte le donne è invece la capacità di risparmiare e quindi di arricchirsi maggiormente. Grazie alla loro saggezza, le donne sarebbero più ricche degli uomini. Un'altra ricerca, questa volta inglese, ha valutato i sudditi di sua maestà con reddito superiore ai 600mila euro. Certo nell'elenco delle riccone british ci sono anche molte vedove o divorziate illustri, senza considerare tutte le signore che si sono ritrovate titolari di aziende, case e proprietà varie per le strategie fiscali dei loro mariti. In linea di massima però sembra che essere donna vuol dire anche essere un'abile amministratrice di beni materiali.
D'altra parte le donne che guadagnano di più dei loro mariti o compagni sono più esposte alrischio di tradimento. Se l'uomo in questione è del tutto a carico della dolce metà, questa rischierà cinque volte di più di ritrovarsi accanto un compagno infedele. E' una nuova ricerca presentata al convegno della American Sociological Association da Christin Munsch, sociologa della Cornell university a riaprire la questione del gap di genere.
Il motivo dell'infedeltàda parte dei mariti non è legato ai soldi, secondo Munsch (che ha analizzato il comportamento di coppie tra i 18 e i 28 anni, sposate o conviventi da più di un anno, tra il 2002 e il 2007) ma è una questione di identità sessuale. Chi sente minacciata la propria identità metterà in atto comportamenti che tendano a ripristinare il ruolo nella coppia. In sostanza il tradimento sarebbe un meccanismo compensativo per l'uomo che così riafferma la sua funzione di capofamiglia.
Dalla ricerca emerge anche che a tradire più degli altri sono gli uomini che guadagnano bene e più delle loro compagne. Ma le motivazioni sono diverse: lo fanno perché ne hanno la possibilità grazie alle lunghe giornate di lavoro, ai viaggi e redditi più elevati che rendono le scappatelle più facili da nascondere.
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