Morto il pilota Shoya Tomizawa
Dramma in pista: lo schianto di Tomizawa
Nella carambola con la sua moto
è stato colpito il giapponese:
«Un impatto tremendo, non
so davvero come sono salvo»
L'uomo che convivrà con l'idea sbagliata di avere ucciso un ragazzo, è un latin lover di 26 anni. Si chiama Alex De Angelis e ha fatto qualche buona gara. Non è mai stato un campione. Il suo 2010 era già un calvario prima, figurarsi adesso. Sammarinese, teoricamente doveva essere l'idolo di casa nel Gran Premio di San Marino. Ma non c'è spazio per altri idoli nell'era di Rossi, men che meno per un pilota con la valigia pronta. Simpatico. Mai apprezzato fino in fondo. Criticato, anche duramente (e anche da Rossi), per manovre ruspanti che facevano cadere lui e non solo lui. Quasi come una carambola continua.
E' stato De Angelis il primo ad affrontare il corpo, a terra, di Shoya Tomizawa. Stavano lottando per il quarto posto. Neanche il replay ha fugato i dubbi. Nemmeno i medici, osservando il corpo di Tomizawa, su cui verrà effettuata l'autopsia, hanno capito se e dove è avvenuto il primo impatto. Forse Alex ha colpito la moto, che ha poi carambolato sulla testa di Tomizawa. Forse il torace. Forse le gambe, che hanno poi girato su se stesse e spostato il corpo del giapponese sulla traiettoria di Redding. Non si sa, non si capisce.
De Angelis crede di averlo capito. In un primo momento aveva espresso serenità: «E' stato l'incidente più pericoloso della mia vita, non so come ho fatto a salvarmi». Poi, la consapevolezza. «Provo vicinanza e affetto per Redding e De Angelis», ha detto Rossi. «Non solo sono usciti quasi illesi (forte contusione al bacino per Redding, botta al braccio per il sammarinese, ndr) da una situazione incredibile, ma adesso staranno convivendo con pensieri terribili». Pensieri di chi crede di avere ucciso un uomo. De Angelis non ha più rilasciato dichiarazioni, limitandosi a un comunicato: «Sono veramente dispiaciuto per quanto accaduto a Shoya. Sono vicino alla sua famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene. Al momento non intendo dichiarare altro». I pochi che lo hanno visto dopo l'incidente, raccontano di un De Angelis stravolto. Bianco, pallido, devastato. Ossessionato dalle immagini dell'impatto: dal rallenti. Qualcuno, tra gli amici, ha consigliato allo staff medico di dargli calmanti spacciati per antidolorifici: «Siamo preoccupati, è convinto che sia tutta colpa sua».
Alex è il ballerino di seconda fila in un mondo estremo e folle, che sembra scontare quest'anno una messe di iatture. A inizio stagione era uno dei favoriti della Moto2. Alla prima gara in Qatar, lo hanno travolto poco dopo il via. A Jerez gli hanno impedito di correre per un incidente in prova («Ma io stavo benissimo»). A Le Mans è stato addirittura centrato da una moto «scossa», rimasta senza pilota perché quello nel frattempo - un'anonima wildcard - era caduto. Rimasto senza contratto, lo hanno chiamato alla Honda satellite per sostituire in alcune gare il giapponese Aoyama in MotoGp. La massima serie. Quella in cui ha corso e vorrebbe tornare. E' sempre arrivato ultimo o giù di lì. Ieri era tornato in Moto2. Senza ambizioni di classifica generale. Con l'unico obiettivo di far bella figura nella sua terra. E' andata diversamente e ha fatto molto male.
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