David Chapman spiega perchè
trent'anni fa sparò all'ex Beatles
Voleva diventare qualcuno. Per questo un ventenne delle Hawaii si fa prestare 5mila dollari dal suocero, parte alla volta di New York, si apposta di fronte all'abitazione dell'ex cantante dei Beatles, John Lennon, e quando lo avvista spara cinque colpi nella sua direzione, ferendolo a morte davanti agli occhi esterrefatti della moglie Yoko Ono.
Tutto ciò accadeva trent'anni fa, l'8 dicembre del 1980. Ora, Mark David Chapman, condannato all'ergastolo nella prigione Attica di New York, è apparso per la sesta volta davanti al comitato che decide se premiare i detenuti con la libertà condizionata. Durante la seduta, il ragazzo di allora divenuto ormai cinquantenne, ha spiegato le motivazioni che lo portarono a commettere l'omicidio. «Sentivo che uccidendo John Lennon sarei diventato qualcuno. Invece sono diventato un assassino e gli assassini non sono nessuno», ha commentato, aggiungendo di «aver preso la decisione terribile di porre fine alla vita di un altro essere umano per motivi di puro egoismo».
Chapman, che all'epoca si era subito dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado, ha inoltre raccontato alle autorità americane che inizilamente aveva preso in considerazione la possibilità di uccidere Elizabeth Taylor o Jhonny Carson ma l'ex-Beatles appariva un bersaglio più accessibile. «Ho stilato un elenco di persone e lui era in cima alla lista perchè sembrava il più accessibile per me», ha risposto infatti quando gli hanno chiesto come mai avesse scelto proprio Lennon. «L'appartamento a Manhattan non era così sorvegliato come i luoghi in cui potevo trovare gli altri - ha aggiunto - Ma quello che ho fatto non era per loro necessariamente. Era solo per me. Se non fosse stato Lennon, avrebbe potuto essere qualcun altro».
Chapman ha anche spiegato al Comitato di godere di buona salute e di lavorare come facchino e impiegato in una biblioteca legale. Anche questa volta la libertà gli è stata negata.
Nessun commento:
Posta un commento