Con l'arrivo del nuovo ct Cesare Prandelli, la sua presenza in azzurro sembra stabile. «Esco ed entro in nazionale da anni, la maggior parte della colpe sono mie», ha detto Cassano. «Mi prendo la responsabilità per gli errori che ho fatto. Ora sono partito bene, spero di proseguire sulla strada giusta. Ma non sono un terrorista, non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Eppure passo per quello che rovina lo spogliatoio». Di Prandelli di che che è «una persona fantastica», mentre dell'ex ct Marcello Lippi è meglio non parlare. «Pensiamo al presente, bello, e al futuro, speriamo ancora migliore, non al passato. Prandelli a Roma l'ho messo in difficoltà, ma quando mi ha ritrovato cambiato era l'uomo più felice del mondo. Sta credendo in me come uomo, non posso che ringraziarlo».
Quindi, Cassano è veramente maturato? «Sono cambiato, assolutamente sì. L'età ti fa maturare. I primi anni di Serie A ho fatto disastri inenarrabili. Per diventare un giocatore serio ho deciso di cambiare, altrimenti torno a fare il salumiere. Sono cambiato a Genova, anche grazie allo staff tecnico che mi segue e che mi aveva messo a disposizione Beppe Marotta (il direttore generale ora passato alla Juventus, ndr.). Ora sono 4 anni che non faccio una stupidaggine. Perciò, se sbaglio una volta non gettatemi la croce addosso dicendo che sono tornato quello di un tempo». In Estonia ha indossato il numero 10. «Non mi importa, va bene anche il 22, quello del matto», ha detto Cassano. «Poi mi ha fatto piacere che De Rossi mi abbia detto di prendere quella maglia perché ho qualità. Se dovessi consegnarla a Totti in caso di ritorno? Certo, lui fa vincere le partite. Con Totti mi piacerebbe tanto giocare in nazionale. Ma adesso non mettete Prandelli in croce perché dite che Cassano vuole Totti in Nazionale. L'uomo e il calciatore Totti non si possono discutere».
L'amicizia con Balotelli. «È un ragazzo fantastico, ha 20 anni. È un grandissimo giocatore, se fa qualche errore, pace. Io qualche consiglio glielo do, però non sono certo io il più adatto a fare da chioccia». Tra gli errori del passato, il rapporto con Fabio Capello, «gliene ho fatte veramente tante, è stato il mio periodo peggiore tra Roma e Madrid», tra i segni della maturazione quello con Gigi Delneri alla Samp: «Lui mi ha convinto a fare la seconda punta. Da uomo vero mi ha detto: 'o fai questo, o sei fuorì. Mi ha fatto capire, anche tenendomi fuori un pò, che più avanti possono essere devastante».
Il momento decisivo però nella sua vita e nella carriera è un altro, quello del matrimonio: «Mia moglie Carolina mi ha cambiato la vita, la ringrazierò per l'eternità», ha detto Cassano. Che ora sogna nuovi orizzonti azzurri. «Il mio sogno calcistico è fare parte del gruppo della nazionale per 4-5 anni. Io sono l'uomo degli Europei , voglio diventare anche quello dei Mondiali. Prima pensavo più ai miei colpi, alle cavolate. Ora penso alla squadra, perché l'unico che vinceva le partite da solo era Maradona e io non sono Diego, anche se prima pensavo di esserlo. Ora mi sento più forte, perché ci sono 10 compagni che mi aiutano».
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