Due lettere inviate alla vigilia di Natale alle figlie Sabrina e Valentina potrebbero in qualche modo far rivedere il puzzle costruito con pazienza dalla Procura di Taranto per far luce sull'omicidio di Sarah Scazzi. Le ha scritte Michele Misseri, il protagonista dell'inchiesta, attualmente in carcere a Taranto così come Sabrina.
Secondo fonti vicine alla difesa, soprattutto nella lettera inviata a Sabrina, Michele scagionerebbe di fatto la secondogenita scusandosi per averla accusata del delitto. Nelle lettere l'uomo non avrebbe fatto i nomi di altre persone che avrebbero partecipato all'omicidio. Il contenuto della lettera inviata a Sabrina, sempre secondo fonti vicine alla difesa della ragazza, sarebbe «molto più forte di quello della lettera fatta recapitare all'altra figlia Valentina».
Le missive sono state consegnate alla Procura che le esaminerà nelle prossime ore. Quello delle lettere è stato, di fatto, l'unico argomento sul quale Michele Misseri ha fornito risposte nell'interrogatorio al quale è stato sottoposto oggi in carcere dai legali di Sabrina, gli avvocati Franco Coppi ed Emilia Velletri, insieme all'avv.Vito Russo, nell'ambito di indagine difensive. Interrogatorio svoltosi, come disposto dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati, alla presenza dei magistrati inquirenti, nella fattispecie il procuratore Franco Sebastio e il procuratore aggiunto Pietro Argentino. Quando le domande hanno riguardato elementi dell'inchiesta sul delitto di Sarah, Michele non ha risposto o è stato "stoppato" dai suoi legali (Daniele Galoppa e Francesco De Cristofaro) per non incorrere nella violazione delle norme sulla rivelazione di atti secretati, come gli ha imposto per due mesi la Procura dall'8 gennaio scorso.
«Le due lettere - ha commentato Coppi - composte da due-tre paginette, scritte in un italiano approssimativo ma sufficientemente decifrabile, sono nella mani dei magistrati che dovranno valutarle», facendo intendere che ora la difesa di Sabrina aspetterà le mosse della Procura. «Quello che conta è ciò che ha detto Michele nell'incidente probatorio e null'altro» dicono gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali della famiglia di Sarah Scazzi, ricordando invece la ricostruzione fatta in quella occasione da Michele Misseri, che accusò del delitto la figlia assumendosi la responsabilità dell'occultamento del cadavere. E il contenuto dell'incidente probatorio, fanno intendere i due legali, ha la sua valenza e peso processuali. Quanti altri aspetti l'inchiesta debba invece ancora chiarire è testimoniato dalla convocazione, oggi in caserma ad Avetrana, di Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri, e di sua sorella Emma. Oggetto: la visita fatta nei giorni scorsi a casa di Carmine Misseri, fratello di Michele, mostrando un telefonino che apparterebbe a Sabrina e parlando di un secondo cellulare appartenuto a Sarah che sarebbe rimasto incastrato nell'auto di Cosima. Audizione durata poco più di un'ora, con breve intermezzo per ispezionare l'auto. Tra lettere natalizie e telefonini dell'ultima ora, l'inchiesta sull'uccisione di Sarah sembra voler riservare sempre sorprese.
con lastampa.it
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