sabato 25 giugno 2011

Corsi per escort per trovare un milionario

Un piccolo portoncino di legno in una strada trafficata di San Pietroburgo. Un gruppo di ragazze più o meno giovani si intrattiene prima di entrare a lezione. Non è una scuola, ma un corso per la formazione di escort. Sono loro le protagoniste del documentario Bitch Academy di Alina Rudnickaja, in programma alla 47esima Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro nella sezione dedicata ai documentari russi. Malgrado il titolo, c'è poco di sensuale o erotico nelle immagini che scorrono, a cominciare dal docente che dovrebbe insegnare come sedurre un uomo e stuzzica le sue allieve per tirare fuori motivazioni ed eventuali doti nascoste. La macchina da presa si mette dalla parte delle ragazze e ne registra gli sguardi spaesati e interrogativi, la finta ostentazione di alcune, la fragilità di molte.

La prima lezione è incentrata sulle motivazioni, il "docente di seduzione", un cinquantenne brizzolato del tutto asessuato e molto gigione, chiede alle ragazze perché si trovano lì: nessuna sa rispondere a tono, poi la più estroversa dichiara spudorata che vuole sedurre un milionario. E per raggiungere lo scopo deve imparare a muoversi, vestirsi, comportarsi tanto da convincere un uomo ricco a spendere i suoi soldi per lei, e magari a sposarla. Non è molto, ma è abbastanza per cominciare.

Il corso prevede anche lezioni di danza o ballo pseudo sexy durante le quali le ragazze indossano solo completini intimi, neri. Ma anche nella sequenza più hard del documentario, quando le ragazze giocano in maniera morbosa con una banana da sbucciare, non c'è nulla di scandaloso. Nessuna Lolita tra queste giovani russe che, pur di conquistarsi l'ambita posizione di moglie o amante di uomini ricchi, decidono di frequentare un corso di formazione per aspiranti seduttrici. Poco più di pudiche provinciali a confronto anche alle più timide e caste ragazze italiane selezionate per un qualsiasi reality show televisivo.

"Le ragazze a San Pietroburgo tornano a scuola. Vogliono imparare a sedurre, a sposare e a controllare gli uomini - si legge nella nota che accompagna il film, - sono alla ricerca di una condizione di stabilità, prosperità e di benessere. Vogliono imparare a diventare puttane di successo. La puttana non è una persona isterica e stupidamente gelosa, ma una donna che sa esattamente quello che vuole dalla vita e dall'uomo. E' affascinante, autonoma e sentimentalmente libera".

Ma nel corso dei trenta minuti del film, le varie Ivanova, Olga, Pavlova non sembrano acquistare la fiducia e l'autostima necessarie, non si cancella dai loro volti quell'aria spaesata e nei loro occhi non compare nessuno sguardo ammiccante, ma solo lacrime silenziose di chi si rende conto che non ce la farà mai, ma deve inventarsi qualcosa per poter sfuggire dalla triste condizione che le aspetta. Il loro insegnante ripete in maniera ossessiva "non si può essere sexy se si è spaventate". Si capisce che loro continueranno ad avere paura anche quando il corso sarà finito. Intanto un altro gruppo di ragazze si prepara davanti al portoncino, pieno di speranze prima di oltrepassare quel varco.
da Repubblica.it

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