lunedì 17 ottobre 2011

Libia/Nuova Colonizzazione 2011: La città di Sirte distrutta come Stalingrad

Libia - crimini contro l'umanita - Sirte come Stalingrad

LA GUERRA. La guerra che Sarkozy, Cameron, Obama (in modo nascosto) hanno voluto in Libia continua a dare i suoi frutti: frutti di grandi dolori alle popolazioni, di distruzione di intere città e suoi abitanti, di sistematiche violazioni dei diritti umani, frutti di odio e di molto desiderio di vendetta. Come ogni guerra in stile coloniale, siamo in grado di dire che la in Libia produrrà ancora molto dolore, e chissà quante conseguenze si abbatteranno su ogni paese che ha bombardato quelle popolazioni.

I DIRITTI UMANI. Molti amici occidentali, italiani ed in inglesi prevalentemente, molte organizzazioni no-profit con le quali sono in contatto, molti politici ed intellettuali sul piedistallo del pensiero liberal  democratico con i quali ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parole, spesso  si abbelliscono la bocca parlando dei diritti umani. Molto di questi sono dei veri campioni dei discorsi circa l’inviolabilità della vita umana, però, ripeto, però, non riesco a capire con quale SPUDORATEZZA riescono a chiudere un occhio alle disgraziate azioni militari che i rispettivi paesi compiono in altri terre con la scusa della lotta al terrorismo.

LA MANIPOLAZIONE SOCIALE. L’intervento militare occidentale in Libia si è fatto precedere da una longa e vasta campagna di disinformazione, cioè,  la propaganda è passata in tutte le tv, radio e giornali come informazioni sicure riguardanti le azioni del “dittatore sanguinario” Muammar Gheddafi. Un piano quasi perfetto per legittimare una guerra sporca e odiosa. Ecco alcuni elementi collaudati del piano d’attuazione: a) Uomini sul terreno che producono (false) notizie di repressione in tempo reale; b) Organizzazione dei diritti umani pagate per diffondere condannando quei presunti fatti di violazione sistematiche dei diritti umani; c) Uomini di vari spessore politico, religiosa e morale pronti a condannare e richiedere uno intervento urgente dell’Occidente/ONU a fine di evitare un genocidio al modello ruandese; d) Dulcis in fundo. Un centro di comunicazione che coordina la manipolazione di tutte le informazioni da far passare in tutte le reti televisive e radiofoniche in occidente. Sul ruolo dei media, distacchiamo l’Al Jazeera, la BBC e la CNN come le punte di diamante di questa azione propagandistica degna delle SS del regime nazista.

Con questa strategia gran parte dell’opinione pubblica occidentale è stata manipolata e portata a legittimare un intervento urgente dell’ONU in Libia. Al Jazeera, il canale arabo conosciuto inizialmente come l’anti CNN e BBC per il mondo arabo,  si è rivelata lo strumento di disinformazione per eccellenza. Sin dall’inizio faceva parte del piano e seguiva la rivolta (colpo di Stato fallito) in ogni suo dettaglio, arrivando a diffondere in tutto il mondo i suoi “finti scoop” e inventando persino l’idea che Gheddafi avrebbe danno ordini di reprimere con aerei i manifestanti della finta “primavera araba” libica in salsa francese. A ragion veduta, il finto “scoop” dell’uso dell’aereo è stato ampiamente progettato, visto che così dava alla Francia l’alibi di proporre “dunque” una No fly zone sulla Libia. E’ il caso di dire: nel mondo della politica niente accadde per caso.

I PACIFISTI INGANNATI. Come l’aria umida anticipa la pioggia, così ogni guerra “per materie prime e controllo geo-politico-strategico” è preceduta da una massiccia disinformazione manipolatrice tesa a legittimare l’intervento militare “delle "potenze” occidentali. Per la guerra in Libia lo script è stato lo stesso, e persino le organizzazione pacifiste e i suoi intellettuali di punta sono caduti in errore. Non si è vista una manifestazione contraria ad una sporca guerra in più, tutti erano d’accordo che bisognava intervenire sul presunto conflitto altrimenti Gheddafi avrebbe finito per ammazzare il suo proprio popolo. Sarkozy & CO hanno usato il format collaudato in Iugoslavia “R2P”, il diritto di proteggere, che possiamo tradurre in “Diritto di bombardare”. Molti come me, hanno sofferto più per il silenzio di coloro i quali si sono sempre affermati come pacifisti, come difensori dei più deboli, come i veri democratici visto che tengono il dialogo come strumento precipuo per la risoluzione di ogni guerra. Costoro, questa volta non c’erano, se c’erano, dormivano. Così la guerra in Libia è andata in scena, 50.000 morti in sei mesi ed il paese che vantava il PIL per-capita più alto dell’intero continente africano è stato ridotto a brandelli.

LE RESPONSABILITA DELLA NATO. L’Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO) ha violato sistematicamente la risoluzione dell’ONU che la permetteva di attuare in Libia. Tutto parte della risoluzione 1973 (2011) dell’ONU, proposta dalla Francia. Secondo essa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, assegna ad un gruppo di paese volenterosi la missione di imporre una “No fly zone” sulla Repubblica della Libia col fine di evitare che Muammar Gheddafi usi i suoi aerei per reprimere i manifestanti. Il gruppo di volenterosi è costituito inizialmente dall'a Francia, Inghilterra, Italia, Qatar, Norgegia, Spagna ed altri con meno interesse. Questi paesi presto passano la missione alla NATO. La NATO è andata oltre: ha imposto la “No fly zone”, ha distrutto tutte le difese aeree della Repubblica della libica ed è entrata a fare parte della guerra. Azioni contrarie allo statuto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU),  che vieta severamente la ingerenza in affari interni delle nazioni associate.

RELAZIONI TRA STATI. Secondo le regole internazionali: è severamente vietato prendere parte nella guerra civile di uno Stato sovrano; è vietato vendere armi in territori contesi visto che incrementa le azioni di guerriglia e le vittime civili;  è vietato l’uso delle bombe chimiche; è vietato l’uso delle bombe a grappolo considerando che triplicano il numero di morti nel post-guerra;  è vietato l’uso di armi con alto componente di plutonio ed uranio arricchito; è vietato il supporto ad organizzazioni che praticano la tortura, le fucilazioni sommarie, la cacia all’uomo, le violazioni dei diritti umani in genere. Tutto questo la NATO l’ha fatto. Chi è la NATO? Come considerare dunque lo status di questa organizzazione nel contesto delle nazioni di diritto?

Mentre chiudo questa riflessione, la guerra in Libia continua. Molti uomini e donne continuano a morire sotto le bombe di coloro che li dovevano difendere, salvare, aiutare ad uscire dalla crisi.  Ieri l’Iraq, dopo l’Afghanistan, oggi la Libia e domani? Una cosa è certa, prima o poi i responsabili di queste guerre per il petrolio dovranno pagare per le vite umane perse nelle loro avventure. Ogni vita vale quanto le altre, chi risponderà per la morte di tanti civili libici? Obama? Sarkozy o Cameron?

  • Il numero di morti nella guerra libica continua a salire, cosa fa la NATO in Libia?
  • La NATO doveva proteggere i civili o fare parte di una guerra?
  • Chi pagherà alla NATO le bombe usate in Libia contro i libici?
  • Chi controlla l’azione della NATO?
  • Con quali diritti la NATO interviene nelle guerre interne al continente africano senza confrontarsi con l’Unione africana?
  • Chi sono i ribelli?
  • Quale è il progetto politico e cultura che i ribelli/NATO hanno per la Libia?
  • Chi risponderà per il genocidio dei neri libici? (Cfr. Reportage del Corriere)
  • Perché mai le organizzazioni dei diritti umani non dicono nulla contro il massacro che i ribelli appoggiati dalla NATO compiono in Libia?
  • Una volta che si è verificato che la NATO viola ogni legge internazionale, chi può portare la NATO sul banco degli imputati?
  • Perché l’Italia ha dovuto accettare questa guerra anche se perdeva lei stessa tutti i previlegi che aveva sul mercato energetico libico?
  • Quanti milioni la NATO spende in Libia? Chi li pagherà?
  • Ma chi è la NATO?

Di Kingamba Mwenho
”L'ignoranza è forza, la guerra è pace, la libertà schiavitù.” George Orwell 1984.

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