ROMA - Una volta, erano prevalentemente proletari. Spesso di sinistra (o anche di destra non cambia...), comunque con idee ben precise in testa. Appartenevano per lo più alle classi povere: contadini in cerca di affrancamento dal duro lavoro della terra (e per questo preferivano la fatica della bici), operai, lavoratori del braccio più che della mente. Anche perché per tanto tempo studiare è stato un lusso. Oggi li vedi ugualmente ignorantelli, ma affrancati e felici. Con la Ferrari (o la Porsche) in garage, il conto in banca (possibilmente estera) ben nutrito e un benessere esibito senza tante remore. La testa vuota di idee, ma piena di furbizia, secondo clichet che derivano direttamente dall'alto dei nostri beneamati governanti. Alla categoria dei "furbetti" si iscrive di autorità anche Pippo Pozzato che è finito nel mirino della Guardia di Finanza di Vicenza per una presunta evasione fiscale. Secondo le Fiamme Gialle l'atleta avrebbe portato all'estero, nel Principato di Monaco, circa due milioni di euro. Vecchio il trucchetto: si prende la residenza nel Paese del Bengodi fiscale, si finge di abitare lì e così si aggirano i doveri del comune cittadino. Si svicola elegantemente dalle tasse dello Stato italiano. Talvolta con la sfrontatezza di denunciare al fisco cifre irrisorie a fronte di milioni di euro incassati. Ma corrono tempi duri, oggi che lo Stato è alla canna del gas quanto a contributi dei cittadini e per i furbetti la situazione si fa difficile. Il fatto di essere delle
star del movimento sportivo non è più una garanzia di impunità. Caso mai è un indice di sospetto. Così anche il bel Pozzato, campione tricolore 2009, che, dopo aver firmato un contratto milionario con la russa Katusha, decide di prendere la residenza a Montecarlo, finisce nella rete.
La storia dei tentativi di elusione o evasione fiscale di personaggi dello sport o dello spettacolo affonda nella notte dei tempi. Dal motociclista Valentino Rossi fino a Mario Cipollini, l'indimenticato "re leone" e lo stesso Paolo Bettini, il popolare "grillo" de La California, attualmente ct della nazionale azzurra, per restare agli esempi più recenti. Ciò che colpisce adesso è la stupidità. Vogliono fare i furbi e dimostrano di essere sciocchi. Perché solo uno sciocco di natura (o uno mal consigliato) può decidere di "esporsi" al rischio di accertamenti fiscali in momenti in cui anche i bambini sanno che il Fisco è sul piede di guerra. Ma non si può pretendere molto da gente che giù di sella ha in testa solo la fica, la discoteca, la musica "a palla", gli abiti, l'auto di lusso, la villa hollywoodiana. Quanto al resto, una volta un episodio del genere sarebbe costato il posto in nazionale. Questione d'immagine, ovviamente. Chissà se al Coni ci fanno caso... Oggi, invece, Pippo Pozzato è candidato ad essere leader della nazionale ai mondiali di Australia, a fine mese. E' in buona compagnia quanto ad evasioni (non quelle dal plotone, purtroppo...), perfetto testimonial di un'Italia dove impera il "furbetto". Anche se stavolta non l'ha fatta franca. "Solo Dio mi può giudicare" questa la scritta che si era fatto tatuare sulle spalle per giustificare il suo essere anticonformista e reclamare (giustamente) il diritto a vivere la sua vita come crede. "E' il messaggio per tutta quella gente che mi vuole giudicare senza conoscermi. E' facile finire sotto giudizio, ma la verità è che c'è una sola persona che ti può giudicare", aveva detto. A parte la confusione di testa evidente (Dio una persona??), ora, però, gli toccherà il giudizio degli uomini. Infatti si può essere anticonformisti ANCHE pagando le tasse. (04 settembre 2010)
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