Non basta mettere tovaglia, piatti e bicchieri per preparare la tavola quando si organizza una cena. Apparecchiare è un'arte, che richiede un solo requisito: stile. Non necessariamente formale ed elegante. «Qualunque soluzione stilistica è valida, dalle riletture barocche al neominimalismo, alla tavola tecnologica: l'importante è creare un insieme armonico che sia traduzione di un ben preciso tema e sia rivelatore dello stile e della personalità di ciascuno». Parola di Ettore Mocchetti, direttore di AD Architectural Digest nonché curatore della mostra AD: L'Arte della Tavola. Lo abbiamo intervistato per farci rivelare trucchi e segreti per una tavola di grande effetto. E ci ha risposto che la parola d'ordine è una sola: la creatività.
Come nasce l'idea di una mostra su questo tema?
AD è sempre stata vicina all' arte della tavola , e questa mostra è un evento unico nel suo genere. Si tratta di dieci tavole imbandite - non in modo museale - che declinano il tema del convivio in modo sempre diverso: contemporaneo, country o classico e via di questo passo.
Qual è il messaggio sotteso dall'esposizione?
La mostra vuole comunicare che ogni soluzione stilistica è valida, dalle letture barocche al neominimalismo, o alla tavola tecnologica purché si crei un insieme armonico che traduca un ben preciso tema che rivela lo stile e la personalità di chi apparecchia. La tavola deve rispecchiare la cultura e lo stile di vita della famiglia: è lo specchio dell'anima.
Cosa fare, in concreto, per apparecchiare una tavola ben riuscita? Quali accorgimenti suggerisce?
A monte di tutto sta il buon gusto. Se uno ce l'ha, può accostare pezzi classici a pezzi moderni, d'altra parte anche nell'arredamento oggi trionfa la contaminazione. Tutto quello che conta è non strafare, ma avere delle tavole che rispecchino chi le realizza oppure le stagioni dell'anno. È chiaro chein autunno, per esempio, possiamo ispirarci ai colori delle foglie autunnali.
Sono necessari prodotti e materiali costosi e pregiati per una tavola di sicuro effetto? Quanto conta il costo delle cose utilizzate?
No, anche con materiali proverissimi si possono ottenere splendidi risultati. Ci sono tavole di stile per i giovani fatte con posate colorate di plastica o di metacrilato. Si possono comporre tavole gradevolissime anche con poca spesa. La tavola diventa bella se ci si mette un pizzico di creatività e la creatività sta soprattutto in un bel centrotavola.
Ecco, parliamo del centrotavola. Come dev'essere?
È un pezzo fondamentale, perché è quello che racchiude un po' l'idea della tavola, l'anima della tavola. Se è marino, country o tecnologico, da lì dipende a catena tutto il resto dell'apparecchiatura.
Errori da evitare, quando si cerca di creare una tavola di stile?
La sciatteria e la banalità. Almeno quando si riceve qualcuno, ci dev'essere una nota che dia un tonoalla tavola, basta un segnaposto, un fiore, dei bicchieri colorati, tutti elementi che possono rendere una tavola speciale.
Ma il buon gusto è innato. E chi non ce l'ha?
Deve guardare, copiare, imparare, se non ha talento.
Una tavola realizzata con creatività può arrivare a destrutturare le regole del galateo su come apparecchiarla?
Sì, chiaramente le posate e i piatti devono essere posizionati in modo "grammaticamente" corretto, ma c'è senza dubbio una certa tolleranza a favore di una maggior fantasia e nel segno di uno stile.
Quale tavola dà una resa migliore quando apparecchiata? Rotonda, quadrata o rettangolare?
Personalmente amo le tavole rotonde, perché favoriscono una miglior conversazione che coinvolge tutti i commensali.
Qual è il numero ideale di commensali per una tavola perfetta?
Di solito sei o otto. Ma si possono realizzare belle tavole anche con più ospiti.
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