sabato 26 febbraio 2011

La storia di Matteo, bocconiano che lavora per Yunus in Cambogia

Osservare l'Italia dal sud-est asiatico, vivendo quotidianamente un paradosso. Quello di lavorare in un'area geografica che - da qualche anno- ha cominciato a riportare in patria i propri talenti migliori, per coinvolgerli nella "rinascita": «Quando viaggio per lavoro in India e in Cina, guardo con ammirazione e una punta di rammarico i miei coetanei, che sono tornati a cercare di fare e creare qualcosa. Molti ci riusciranno, altri falliranno, ma stanno avendo un'opportunità ineguagliabile: quella di modellare il proprio destino. A casa loro. Io non l'ho avuta, questa possibilità. E mi rattristo per questo. Ho sempre lavorato sodo fuori dall'Italia: ho preso le mie porte in faccia, ma anche tante soddisfazioni. E alla fine il lavoro premia: il talento viene riconosciuto. Farlo in Italia sarebbe bello. Ma forse… in un'altra vita».

Matteo Marinelli, 30 anni, marchigiano, lavora in un settore molto particolare, per molti versi ancora poco sviluppato in Italia: quello della microfinanza e del microcredito. «Si tratta di strumenti che aiutano le persone che vivono in povertà ad aumentare il proprio reddito, creando imprese sostenibili e migliorando le condizioni di vita. E' uno strumento di finanza inclusiva, che combatte la povertà. Dentro la microfinanza troviamo il microcredito, i microrisparmi, e così via. Sono servizi destinati a una particolare categoria economica e sociale». Stando ai dati 2009 di Rete Italiana Microfinanza, l'Italia - in questo rispetto- presenta una situazione abbastanza anomala: 32 organizzazioni censite (stimate invece sono un'ottantina), che nel 2009 hanno erogato 2146 crediti. Un numero relativamente basso, se rapportato ad altri Paesi europei (soprattutto Francia, Finlandia e Spagna). Il prestito medio sfiora i 6000 euro: a beneficiarne sono soprattutto donne e immigrati. Per Bankitalia, si tratta del 10,8% della popolazione al di fuori del circuito bancario.

La storia di Matteo trova il momento di svolta un pomeriggio di dieci anni fa, a Milano: partecipa, da studente dell'Università Bocconi, a un incontro con Muhammad Yunus, storico fondatore della Grameen Bank, istituzione pioniera nel settore del microcredito. «Posso aiutarla?», chiede senza giri di parole Matteo. «Certo, vieni in Bangladesh, lì ti troveremo qualcosa da fare», gli risponde -in modo altrettanto diretto- Yunus. Detto e fatto: l'estate stessa Matteo parte come volontario per il sud-est asiatico.


con il sole24ore

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