martedì 12 agosto 2008

Biografia del giorno: Mario Balotelli

Giorno per giorno i profili di star, miti e personaggi famosi che si sono meritati un posto nella nostra storia oggi: 12/08/08 » S. Cassiano
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Mario Balotelli 12 agosto 1990
Talento esplosivo

Mario Balotelli
Mario nasce a Palermo il 12 agosto 1990. Dall'età di quasi due anni vive a Brescia nella famiglia Balotelli, a cui viene affidato. Da subito mamma, papà e i fratelli Corrado e Giovanni (di molti anni maggiori di lui) si prendono cura del piccolo Mario.
A soli cinque anni Mario vuole giocare a calcio e inizia a vestire la maglia nella società dell'oratorio parrocchiale di Mompiano (Brescia). Subito viene aggregato ai ragazzini più grandi grazie alle eccezionali doti tecniche. Nel 2001 approda alla Lumezzane e a 15 anni esordisce nella prima squadra. Anche grazie a una deroga speciale concessa dalla Lega di serie C (per giocare tra i professionisti occorre aver compiuto 16 anni), Mario è il più giovane esordiente nella storia della categoria.

Il talento è evidente ed esplode: nell'estate del 2006 intorno a Mario Balotelli si scatena una vera e propria asta tra squadre di Serie A e B. Tutti vogliono il giovane, alto 188 centimetri, dotato di un ottimo dribbling, doti acrobatiche e una straordinaria visione di gioco. Il Lumezzane Calcio chiude la trattativa con la Fiorentina. Nel frattempo Mario ottiene un provino di cinque giorni allo stadio Camp Nou di Barcellona. Mario segna 8 gol e vive emozioni indimenticabili: i dirigenti catalani rimangono sbalorditi. I fratelli Corrado e Giovanni, partners di una società di consulenza per l'estero, s'incaricano di trovargli la squadra ideale e iniziano una serie di difficili e ponderate trattative. Il loro obiettivo è trovare una squadra che possa garantire al fratellino la continuità degli studi e allo stesso tempo gli permetta di crescere e diventare un claciatore professionista.

A causa di cavilli giuridici l'affido tramite Tribunale dei Minori di Brescia alla famiglia Balotelli tarda a trasformarsi in adozione. Mario è vittima di un'anomalia: nonostante sia nato in Italia e vi abbia sempre vissuto, non ha ancora la cittadinanza italiana, cosa che causa vari problemi per le squadre estere interessate al giocatore e per le partecipazioni ai tornei oltre confine. Per ottenere la cittadinanza si dovrà attendere la maggiore età.

Intanto nelle trattative si inserisce l'Inter di Moratti che offre un progetto serio di crescita professionale e personale. Il 31 agosto 2006 Balotelli passa ufficialmente all'F.C. Internazionale. Gioca con la squadra degli Allievi Nazionali e ne diventa perno insostituibile. Segna gol a raffica, la sua media è di 19 gol in 20 partite. Dopo soli quattro mesi passa alla categoria Primavera. Nonostante la sua giovanissima età lascia un segno indelebile: 8 gol in 11 partite. Segna 90° minuto nella finale Scudetto di Bressanone, contro la Sampdoria, permettendo all'Inter di aggiudicarsi lo scudetto Primavera.

A 17 anni arriva l'esordio in prima squadra nel finale della partita di campionato Cagliari – Inter (17 dicembre 2007). Mario entra in campo a due minuti dalla fine. L'occasione per giocare da titolare arriva poco dopo, in Coppa Italia. Il 19 dicembre 2007, a Reggio Calabria, Mario gioca novanta minuti (Reggina-Inter) e firma una doppietta.

Le vacanze di Natale sono un'occasione per volare in Brasile, ospite del Progetto Mata Escura-Mata Atlantica a Salvador de Bahia. Con i bambini brasiliani Mario socializza e improvvisa partite di calcio. Dalle favelas bahiane dove ha trascorso il Capodanno, Mario si trova poi catapultato a Dubai, negli Emirati Arabi, per il ritiro con la prima squadra. La Dubai Cup lo vede in campo contro l'Ajax. Prima colpisce la traversa con un destro, poi segna un gol ai rigori.

I media parlano di Mario Balotelli come di un nuovo fenomeno. Si tratta di uno dei primi cinque giovani più valutati in Europa e a detta degli esperti uno dei 90 più forti al mondo.


«Non penso all'importanza o alla tensione della partita, ma alla voglia che ho di divertirmi e il calcio per me è tutto, quindi mi impegno al massimo sempre, in allenamento o in partita non fa differenza.»
«Credo che nella vita si debba aver paura di altre cose, non certo di una partita.»
«Sin da piccolissimo, mio fratello Giovanni, che ora è il mio manager insieme all'altro fratello Corrado, mi sfidava con una palla di carta e scotch nel corridoio di casa. Poi passavo tante ore a giocare nei parchi di Brescia, accompagnato sempre da papà: era in pensione e mi dedicava tutti i pomeriggi dopo la scuola.»
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