mercoledì 30 marzo 2011

Scontro Fini-La Russa Sospesa la seduta

Ministro insulta presidente in Aula, poi le scuse. 'Offesa l'istituzione, Montecitorio valuterà'
La Russa, applaude ironicamente l'intervento di Dario Franceschini

ROMA -Momenti di tensione davanti Montecitorio dove il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato duramente contestato da un gruppo di manifestanti del popolo Viola e del Pd che si erano radunati davanti a Montecitorio per un sit in contro la legge sul processo breve. La Russa è uscito dalla Camera e si è avvicinato ai manifestanti che l'hanno raggiunto gridandogli: "Vergogna, mafiosi, fascista" e gli hanno tirato delle monetine. La Russa è stato protetto da un cordone di carabinieri che lo hanno fatto rientrare a Montecitorio. Duramente contestato anche il sottosegretario Daniela Santanché apostrofata con "bugiarda"

SCONTRO CON LA RUSSA, FINI SOSPENDE SEDUTA - Il presidente della camera Gianfranco Fini ha sospeso la seduta della Camera dopo un violento scontro con il ministro della Difesa La Russa. Il capogruppo del Pd Dario Franceschini stava contestando l'operato del ministro della Difesa rispetto alla manifestazione davanti Montecitorio quando La Russa gli ha fatto segno con la mano di stare zitto, avvicinando il dito al naso, e mandandolo platealmente a quel paese. Mentre in Aula si scatena la bagarre, il presidente Fini invita il ministro ad "avere un atteggiamento rispettoso verso l'assemblea". La replica non si fa attendere: il ministro gli batte scherzosamente le mani e gl fa il segno di stare zitto. A quel punto Fini chiede rispetto per la presidenza, e La Russa sembra urlargli "ma che fai". E sembra mandare a quel paese anche lui. Il presidente sospende la seduta, ha un altro scambio di battute con la Russa che, mentre in Aula, dall'opposizione, gli urlano "fascista, fascista", tira in aria i fogli che ha davanti. Fini esce dall'emiciclo esclamando: "fatelo curare".

LA RUSSA CHIAMA FINI; NON TI HO OFFESO, CHIEDO SCUSA - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha telefonato al presidente della Camera Gianfranco Fini per scusarsi per quanto avvenuto oggi in Aula. Il titolare della Difesa, a quanto si apprende, ha spiegato al presidente della Camera di non aver mai voluto offenderlo, ma di aver rivolto il suo gesto al capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini.

FINI A LA RUSSA: E' STATA OFFESA L'ISTITUZIONE - ''Non e' stata una offesa alla persona ma all'istituzione. La gravita' di quanto accaduto sara' quindi valutata dagli organismi di Montecitorio''. Con queste parole, secondo quanto si e' appreso, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiuso la telefonata di chiarimento, dopo la bagarre in Aula del pomeriggio, con il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

LA RUSSA, FUORI CAMERA MANIFESTAZIONE PREMEDITATA - "Si tratta di una contestazione premeditata contro la maggioranza, gli organi costituzionali e la libertà del Parlamento". Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, chiedendo la parola in aula e parlando della manifestazione fuori Montecitorio, dove il titolare della Difesa è stato contestato. Il ministro della Difesa chiede di prendere la parola, volendo "informare l'aula di un fatto grave. Sono stato avvisato da componenti del governo, tra cui la Santanché - dice - che mi hanno detto che era diventato non solo impossibile, ma pericoloso, uscire dal Parlamento. Sono andato a verificare e ho visto che a due metri dal portone d'ingresso di Montecitorio c'era uno schieramento di qualche centinaio di persone appositamente convenute con intento offensivo, intimidatorio e violento". Parole, quelle di La Russa, contestate dall'opposizione: "C'eravate? - dice il ministro rivolgendosi ai banchi dell'opposizione - quello che sta avvenendo fuori non so se sia frutto della vostra predicazione, ma non si è mai vista una cosa del genere fuori dal Parlamento. Mi sono anche meravigliato che le persone fossero arrivate così vicino e colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine presenti".

PRIMA IL 'VAFFA' DEL MINISTRO, POI FINI, CURATELO - Curatelo", sibila lasciando l'aula di Montecitorio il Presidente della Camera Gianfranco Fini all' assistente del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Poco prima il ministro si era rivolto alla terza carica dello Stato - riferiscono i presenti in aula - levando il braccio ed esclamando "ma vaffa...". E Fini, prima di sospendere la seduta: "Non le consento di insultare la presidenza della Camera". Più tardi, riferiscono ancora fonti parlamentari, La Russa spiegherà che non aveva inteso insultare il presidente della Camera ma che il suo gesto era rivolto a Dario Franceschini. Da registrare - sempre secondo quanto riferisce chi era in aula - anche la dura reprimenda del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto al sottosegretario alla Attuazione del Programma Daniela Santanché, rea di aver 'incendiato' gli animi invitando il ministro ad uscire nella piazza dove poi è stato contestato.

L'Aula della Camera ha approvato l'inversione dell'ordine del giorno proposta dal Pdl per passare all'esame del testo sul processo breve. La proposta è passata per 15 voti di scarto.

RESPINTA SOSPENSIVA OPPOSIZIONE, VIA A ESAME - L'Aula della Camera ha respinto la questione sospensiva presentata dall'opposizione sul testo relativo al processo breve con 290 voti a favore e 306 contrari. L'Assemblea ora passa all'esame del provvedimento. Contro la richiesta di inversione dell'ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Dopo la proclamazione del risultato, dai banchi dell'opposizione si è urlato "vergogna, vergogna!".

SIT-IN BERSANI E PD DAVANTI ALLA CAMERA ALLE 18 
- Immediata reazione del Pd alla "forzatura" della maggioranza in aula sul processo breve. Il segretario Pier Luigi Bersani ha infatti lanciato per oggi pomeriggio alle 18 un sit-in davanti a Montecitorio. Al presidio saranno presenti, oltre a Bersani, il vicesegretario Enrico Letta, la presidente Rosy Bindi, e i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.

'LAMPEDUSA USATA PER TOGLIERE ATTENZIONE QUA' 
- "Abbiamo capito stamattina a cosa serve il viaggio di Berlusconi a Lampedusa: serve a togliere i riflettori da qua, dove per salvare una sola persona si buttano a mare centinaia di processi". Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la decisione della maggioranza in aula alla Camera sul processo breve.

OPPOSIZIONI PROTESTANO, TEMPI DIBATTITO STROZZATI
- I deputati dell'opposizione che compongono il Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti (Pd), Federico Palomba (Idv), Lorenzo Ria (Udc) e Angela Napoli (Fli) protestano in Aula contro la maggioranza per aver "strozzato oltremodo i tempi del dibattito sul testo per la prescrizione breve". Gli esponenti del centrosinistra raccontano che solo ieri sera tardi è stata anticipata la riunione del Comitato dei Nove e che quando si sono presentati, il relatore Maurizio Paniz, non c'era. E' arrivato poco prima che si dovesse andare in Aula e così la discussione sulle proposte di modifica presentate in Comitato dei Nove non c'é stata". "Capisco - spiega uno di loro - che Paniz fosse ad una trasmissione tv a quell'ora, ma i tempi parlamentari non possono essere soffocati solo per consentire alla maggioranza di fare un blitz sull'ennesima legge ad personam per il premier". A rispondere alle critiche dell'opposizione non è Paniz, seduto in Aula ai banchi dei relatori, ma il vicepresidente della Commissione Fulvio Follegot della Lega: "Non c'é stata alcuna anomalia, gli emendamenti sono stati esaminati e tutto si é svolto secondo le regole".

CASINI AD ALFANO, TRADISCE TUO IMPEGNO SU RIFORME 
- Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, critica la decisione della maggioranza di chiedere un'inversione dell'ordine del giorno dei lavori dell'Aula per far approvare subito il testo sulla prescrizione breve e si rivolge direttamente al Guardasigilli Angelino Alfano ricordandogli che si era impegnato a sgombrare il campo dalle leggi 'ad personam' per aprire un dialogo con le opposizioni sulla 'riforma epocale della Giustizia'. "Ha ancora un senso il dibattito politico in questo Paese? - chiede Casini ad Alfano - Si era impegnato a togliere di mezzo provvedimenti minimali e ad personam in cambio di un dialogo sulle riforme e invece ecco spuntare come funghi, nel giro di una settimana, proprio quei provvedimenti che servono solo a placare le ossessioni giudiziarie del premier. E' davvero una vergogna!". Casini se la prende anche con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aveva assicurato la sua presenza nelle Aule giudiziarie per difendersi dai suoi processi e che invece punta comunque a queste misure ad personam che potrebbero salvarlo dai procedimenti che lo riguardano. "E poi - conclude rivolgendosi alla maggioranza nel suo complesso - voi fate questa forzatura proprio nel giorno in cui il presidente della Camera, dimostrando senso delle Istituzioni, ha deciso di far votare l'Aula sul conflitto di attribuzioni".

ALFANO, OGGI A ODG CAMERA INDIGNAZIONE PROGRAMMATA  - "Sapete cosa c'era al primo punto dell'ordine del giorno alla Camera se non si fosse votata l'inversione degli argomenti in discussone? La legge comunitaria che contiene la norma sulla responsabilità civile dei magistrati. Anche in quel caso l'opposizione si sarebbe scandalizzata. Quindi possiamo dire che oggi all'ordine del giorno c'era un'indignazione programmata". Così, con una battuta, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha risposto, in Transatlantico, ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dure critiche riservate dall'opposizione alla decisione di far votare in Aula l'anticipazione al primo punto dell'ordine del giorno dei lavori, la norma sul processo breve.

LEGA: SI' INVERSIONE ODG, ATTACCA CONSULTA  - La Lega "si associa" la richiesta del Pdl di invertire l'ordine del giorno dell'Aula della Camera per passare subito all'esame del ddl sul processo breve, che contiene il taglio della prescrizione per gli incensurati. Lo annuncia Luciano Dussin che si lancia in una filippica contro i magistrati e la Corte costituzionale, fermato solo dal ministro Roberto Calderoli, che lo ha raggiunto al banco e, tra le urla delle opposizioni che gli gridavano "servo, servo!", gli ha detto di smettere toccandolo sul braccio. "In Puglia dove controllate i giudici, questi hanno rottamato 11mila intercettazioni salvando Vendola e i vostri. E attacca, chiedendo l'intervento del presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale: "ha stabilito, contro la nostra legge, che non si possono rimpatriare gli immigrati indigenti... ma allora chi comanda in Italia?".

In precedenza i deputati dell'opposizione avevano abbandonato la riunione del Comitato dei Nove della Commissione Giustizia per protesta contro la decisione della maggioranza di "strozzare i tempi del dibattito sul testo per la "prescrizione breve". "Loro vogliono strozzare al massimo i tempi del dibattito su questo provvedimento - spiega il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - perché vogliono votare al massimo entro domani il testo. Ma questo è un blitz inaccettabile e noi in Aula daremo battaglia.

COMITATO 9, NO A PROSCIOGLIMENTO PER TENUITA' REATO
- Il Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera ha dato parere negativo all'emendamento presentato dall'opposizione al testo sulla prescrizione breve che prevedeva di dare la possibilità al magistrato di pronunciare sentenza di proscioglimento in caso di tenuità del reato e di lievi conseguenze penali. Per la complessità della materia e per le polemiche che ne sono nate, la maggioranza ha deciso di non inserire questa misura nel provvedimento che dovrebbe essere già da oggi all'esame dell'Aula di Montecitorio. Molto probabilmente questa norma, proposta dal Pd, diventerà oggetto di un provvedimento 'ad hoc'.
Dal Comitato dei Nove hanno ricevuto parere positivo solo alcuni emendamenti per lo più proposti dal relatore Maurizio Paniz. Si tratta di proposte di modifica che puntano a cambiare il nome del provvedimento: non ci sarà più il riferimento alla "ragionevole durata dei processi" come elemento essenziale del titolo. Il capo dell'ufficio giudiziario che dovrà fare la segnalazione contro il magistrato 'lumaca' dovrà trasmetterla direttamente al Guardasigilli e al Consiglio superiore della magistratura. Non ci sarà più l'obbligo di inoltrarla al Procuratore generale della Corte di Cassazione. Per quanto riguarda la durata del primo grado del processo, fissata nel provvedimento a 3 anni, si sta studiando la possibilità di dare più tempo, prima di fare la segnalazione per il ritardo, per procedimenti penali particolarmente complessi.

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