Sigilli al night club «Pussycat» (Fotogramma)
Sigilli al night club «Pussycat» (Fotogramma)
IL SISTEMA DEL TAPPO - Per appartarsi con una delle escort, assunte nei night in qualità di «figuranti di sala», il cliente pagava la prestazione (500-600 euro) direttamente al cameriere Giorgio Amodio Galli o al direttore di sala Mario Preti. Le ragazze prendevano una provvigione per ogni «tappo stappato» dai clienti, vale a dire per ogni consumazione pagata dal cliente durante la serata, ma la prestazione sessuale veniva pagata direttamente ai gestori dei locali. Secondo gli inquirenti, gli indagati «pensavano in questo modo di aggirare la legge Merlin, ma erano ben consapevoli della natura sessuale degli incontri con i clienti, e per garantirsi una clientela di alto livello si procuravano ragazze di bella presenza». Sul sito internet del «Dolcevita» c'era anche una sezione «Casting» per reclutare nuove entreneuse. Nell'ipotesi di reato formulata dal pm Antonio Sangermano, si sostiene che l'attività di sfruttamento sarebbe cominciata al «Pussycat» e proseguita al «Dolcevita» attraverso Galli, che è passato a lavorare da un night all'altro nel corso dell'anno.
IL PRECEDENTE - Il 9 luglio 2008 si era verificato un blitz analogo nei confronti dei due titolari (ritenuti semplici prestanome) e dei due ex titolari, presunti soci occulti, del «William's Club Le Roy» di via Manzoni 40, uno dei più noti night club d'Italia. Anche in quel caso le accuse erano riferite allo sfruttamento della prostituzione. I due ex titolari, rimasti come soci occulti e veri coordinatori di tutte le attività, erano già stati arrestati in una precedente operazione antiprostituzione avvenuta nell'aprile del 2005. Entrambi condannati, avevano poi beneficiato dell'indulto.
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