MILANO - Finisce in pareggio tra la Sampdoria e Antonio Cassano. E, come si usa dire, potrebbe essere un pareggio che non soddisfa nessuno. Il collegio arbitrale ha infatti stabilito che il calciatore dovrà essere reintegrato nella rosa della squadra blucerchiata a partire dall'1 gennaio 2011. Ma ha anche disposto la riduzione dello stipendio del calciatore fino al 50% (1,5 milioni di euro) a decorrere dalla data della sanzione sino alla fine del contratto.
Uno dei tanti striscioni pro-Cassano esposti allo stadio di Genova (Ansa)
Uno dei tanti striscioni pro-Cassano esposti allo stadio di Genova (Ansa)
OFFESE - La controversia tra il giocatore e la società nasce il 29 ottobre di quest'anno. Cassano viene messo fuori rosa dopo una lite di tre giorni prima con il presidente della società Riccardo Garrone. Secondo il dirigente, Fantantonio lo avrebbe insultato con insulti gravissimi e irripetibili. Da quel giorno Cassano non ha più giocato né è stato convocato, nonostante le scuse pubbliche di Antonio e i numerosi appelli al perdono da parte dei tifosi e i tentativi di mediazione dei compagni di squadra. Deciso a non far vestire mai più la maglia blucerchiata a Cassano, il presidente Garrone si è rivolto al Collegio arbitrale della Lega calcio per ottenere la rescissione del contratto.
MORATTI - Questa sentenza non chiude comunque il discorso di una cessione del calciatore al mercato di gennaio. La squadra più interessata al momento appare il Milan. Anche perché l'Inter, per bocca del suo presidente Massimo Moratti da Abu Dhabi, è stata esplicita: «L'ipotesi che Cassano possa venire all'Inter per il momento non sta in piedi. È un bravo ragazzo, un ottimo elemento ma a noi non interessa un giocatore con quelle qualità».
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