frutti rossi, vino e agrumi, sono associati a minore probabilità di varie forme
di cancro
(Fotolia)
MILANO - Mele, soia, uva, frutta secca, tè, agrumi. Sono questi alcuni fra gli
alimenti che possono ridurre il rischio di sviluppare un tumore nell'arco della
vita. Più in generale, tutti i cibi ricchi di flavonoidi, soprattutto frutta e
verdura, insieme a soia e tè, hanno una funzione protettiva verso molte forme
di cancro. Lo affermano i ricercatori dell'Istituto di ricerche farmacologiche
Mario Negri di Milano che, in un articolo sull'ultimo numero della rivista
Nutrition and Cancer, tirano le somme di studi condotti su un totale di oltre
26mila persone.
LO STUDIO - I ricercatori hanno raccolto e analizzato i risultati di vari
studi multicentrici condotti da esperti del Mario Negri che, negli anni, hanno
coinvolto circa 10mila pazienti affetti da tumore e 16mila casi-controllo.
Hanno poi confrontato le probabilità di sviluppare un cancro con il consumo di
alimenti che contengono flavonoidi e proantocianidine, composti alimentari che
si trovano prevalentemente in frutta e verdura, noti da tempo come responsabili
della pigmentazione di molti vegetali e da alcuni anni posti sotto la lente d'
ingrandimento dei ricercatori per la loro attività protettiva nei confronti di
varie patologie.
COSA SONO - «I flavonoidi sono in realtà un insieme di oltre 5mila sostanze
che hanno in comune una stessa struttura chimica - spiega Carlo La Vecchia,
capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto Mario Negri e professore
di Epidemiologia all'Università di Milano -. Sono composti alimentari presenti
in micro quantità nei cibi, non hanno funzioni nutritive e una loro carenza,
tanto per intenderci, non causa i problemi che causa per esempio una mancanza
di vitamine. Però hanno effetti biologici rilevanti e per questo sono studiati
con attenzione da alcuni anni, da quando cioè siamo in grado di rilevarne
presenza e quantità negli alimenti».
QUALI SONO E DOVE SI TROVANO - I flavonoidi sono rilevabili prevalentemente
nei vegetali, in alcuni tipi di frutta, mele, pere, uva, frutta secca, a
seconda della sottoclasse (se ne contano sei). Gli agrumi, i piselli, la
liquirizia, il cumino sono ricchi di flavanoni. I legumi, come fagioli e
piselli, e soprattutto la soia sono fonte preziosa di isolavo, presenti anche
nei semi di girasole e in vari tipi di germogli. I flavonoli si trovano
perlopiù in verdure come broccoli, cipolle, porri, in vari frutti, specie nella
buccia, nel vino rosso e nel tè. I flavoni abbondano nelle erbe, nel sedano,
prezzemolo, rosmarino e timo, nei semi dei cereali. Le antocianidine, infine,
si trovano nei frutti e nelle verdure di colore rosso, blu e violetto (frutti
di bosco, uva, melanzane, ciliegie, prugne, melanzane, rape rosse, ravanelli) e
nel vino rosso.
EFFETTO ANTICANCRO - L'analisi dei ricercatori ha tracciato un complessa mappa
di correlazioni fra rischio tumorale e consumo di sostanze alimentari. In
particolare, flavonoidi totali, flavanoni e flavonoli sono risultati
inversamente correlati ai tumori del cavo orale o della laringe, i flavonoli al
cancro della laringe, i flavanoni al cancro dell'esofago. Antocianidine,
flavonoli, flavoni e isoflavoni sono risultati connessi a un rischio ridotto di
tumore colorettale, così come le proantocianidine. Flavoni e flavonoli al
cancro della mammella e del rene. Flavonoli e isoflavoni per il tumore delle
ovaie. Nessuna associazione è invece emersa sul rischio di tumore prostatico.
PIÙ VEGETALI NELLA DIETA - L'analisi ha comportato un lavoro certosino, spiega
Carlo La Vecchia: «Abbiamo esaminato 78 alimenti o gruppi di alimenti. Ciascuno
è stato catalogato tramite una banca dati, che contiene correlazioni fra varie
sostanze alimentari e nutrienti o micronutrienti. È importante sottolineare che
si parla di sostanza assunte in dosi reali e non con forzature da laboratorio:
«È la prova che le persone con la loro dieta quotidiana possono contribuire a
modificare il rischio di ammalarsi di tumore. Il consiglio pratico? Quello
forse più banale, mantenere una dieta ricca di vegetali». E tornare al vecchio
adagio «una mela al giorno…»
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