martedì 14 dicembre 2010

Parte la corte di Berlusconi a Casini E Bossi apre: "Nessun veto all'Udc"

Il premier Berlusconi alla Camera con il leadr Udc Casini

Il premier: «Venite con noi».
La replica: prima le dimissioni

ROMA
«Ora venite con noi». Con queste parole rivolte a Pier Ferdinando Casini,
Berlusconi avrebbe tentato di ammorbidire la posizione dei centristi che hanno
sempre respinto la richiesta di entrare nella maggioranza.

In aula alla Camera, durante la prima chiama sulle mozioni di sfiducia al
governo, il premier recatosi tra i banchi dell'Udc si è intrattenuto con Casini
ed i deputati centristi ed ha sollecitata l'Udc ad entrare nella maggioranza.
Il leader Udc, secondo quanto riferito, ha detto a Berlusconi che proprio nel
caso in cui il governo avesse avuto la fiducia dei due rami del parlamento il
premier avrebbe potuto dimettersi per aprire una fase nuova.

Una richiesta, questa, sostenuta dai centristi che da tempo pongono la
condizione di un gesto di discontinuità da parte del premier. «Allora,
aspettiamo voi! Vogliamo andare avanti e vogliamo aprire la maggioranza», ha
detto il premier a Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa che di rimando gli
hanno risposto: «Non c'è problema: basta che ti dimetti e noi siamo disponibili
a parlare!».

Comincia così la chiacchierata politica nell'aula della Camera mentre è in
corso la votazione per la fiducia davanti al plenum del gruppo dei centristi e
proprio sotto gli occhi dei giornalisti in tribuna stampa, Berlusconi tende la
mano e Casini che subordina ogni dialogo alle preventive dimissioni del
premier. «Ma perchè devo dimettermi? Oggi ottengo la fiducia, me la confermano
quelli che a loro volta la hanno avuta dagli elettori. Se mi dimettessi, la
fiducia dovrei averla dai partiti. Dobbiamo andare avanti, dobbiamo aprire!».
Ma Casini e Cesa sembrano non sentirci. E Berlusconi parte con la battuta: «Ma
basta con questi capelli bianchi», dice sorridendo al leader dell'Udc.
«Dovresti tingerti i capelli come me, sembreresti più giovane...». Casini
declina, e Berlusconi prova ad allungargli un buffetto che il centrista schiva.

E proprio mentre riparte il corteggiamento di Berlusconi a Casini, un via
libera all'ingresso dei centrisi nella maggioranza arriva da Bossi. «Nessun
veto all'Udc. C'è il problema del federalismo ma non basta», spiega il leader
della Lega. Sulla stessa linea anche Maroni. Quella di oggi è la vittoria del
«primo tempo» di una partita, ora il premier «ha detto anche ieri al Senato che
intende allargare la maggioranza» e bisogna vedere come andrà questa operazione
perchè altrimenti «è meglio andare al voto» perchè tutto bisogna fare tranne
che «replicare la pessima esperienza del governo Prodi», ha detto il ministro
dell'Interno. «È meglio vincere che perdere», spiega Maroni a chi gli chiede se
sia meglio tirare a campare o tirare le cuoia. «La partita - aggiunge -
comunque non è conclusa, abbiamo vinto il primo tempo. Berlusconi ha detto al
Senato che vuole allargare la maggioranza a Fli e Udc, se riuscirà a farlo è
bene, altrimenti non è che si può governare appesi a un voto. Quello che è
certo è che noi non vogliamo fare la fine del governo Prodi». Maroni avverte d'
altra parte che «l'Udc ha votato contro il federalismo» e dunque «la strada non
è in discesa».

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