"Mi ero dimenticato di essere stato al matrimonio della figlia del mio ex caposcorta. Mi capita anche questo". Gianni Alemanno punta tutto sul "vuoto di memoria". Una difesa che arriva mentre sulla sua testa infuria la polemica, con il vice capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, che chiede le sue "dimissioni" o almeno "l'impeachment". Due giorni fa, in occasione delle dimissioni di Giancarlo Marinelli, per otto anni caposcorta di Alemanno, il sindaco aveva specificato: "Non mi occupo di assunzioni e poi non ricordavo neanche che quell'agente di polizia avesse una figlia". Ilaria, nello specifico, assunta in Ama per chiamata diretta. Al cui matrimonio, invece, Alemanno ha partecipato con la moglie Isabella Rauti, come testimoniano alcune foto sul profilo Facebook di Giorgio Marinelli, figlio dell'ex caposcorta del sindaco. "Negli Usa, se il responsabile di fatti di questa natura non si dimette scatta l'impeachment", attacca Zanda. Gli fa eco Vannino Chiti, coordinatore dei democratici in regione: "Alemanno ha il dovere di rendere conto di atti gravi che riguardano la sua amministrazione, non solo ai romani ma a tutti gli italiani".
Alle accuse il sindaco replica così: "Tutto questa affare mi sembra una montatura eccessiva. Si sta cercando di montare un caso che diventa un vero e proprio attacco politico". Poi annuncia "altre inchieste all'interno delle altre municipalizzate" perché "non abbiamo nulla da nascondere e vogliamo la massima chiarezza". Ma proprio ieri, sulle altre aziende da Acea a Ater, il senatore dell'Idv Stefano Pedica accusa: "È una vera tangentopoli: ci sono dentro favori, voti di scambio, di tutto. E non solo ad Ama e Atac, ma anche Acea e Ater. Tutte le società di
Comune, Provincia e Regione sono in qualche modo legate a questo sistema".
Le inchieste della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti
Il Pd in Campidoglio chiede un'assemblea straordinaria per discutere della vicenda. Il Psi parla di una "Roma ormai allo sbando". E la Cgil regionale chiede "il rispetto del codice etico che vietava di assumere, all'interno delle società controllate dal Comune di Roma, coniugi o parenti dei dirigenti delle società e degli assessori". A difendere il sindaco ieri è scesa in campo la presidente della Regione Lazio Renata Polverini: "Non conosco i dettagli della vicenda ma sono convinta che l'amministrazione guidata da Alemanno saprà dimostrare che non c'è nessuna parentopoli". E anche il capogruppo Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio ribadisce: "Il sindaco e la sua maggioranza sono i primi a voler fare piena chiarezza. Per questo l'amministrazione darà totale trasparenza".
con repubblica.it
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