interpretazioni (e reinterpretazioni). La primavera-estate 2011 non è fatta di
aut-aut ma di spunti. Per una moda che sia ispirazione, e non imposizione
Il bianco virginale di Dolce & Gabbana- quasi da corredo, ma forse proprio per
questo sensuale come non mai -, il total look blu tuareg di Giorgio Armani- che
nobilita i leggings e reinventa il fourreau, quasi una sottogonna di tulle
stretch -, la yippie di lusso di Roberto Cavalli- tutta frange e pitone -,
l'animalier pop di Blumarine, il giallo vitaminico di Max Mara, le guerriere
chic di Gaetano Navarra, le eteree donzelle di Alberta Ferretti, i tubini
grafici di Versace, le monelle raffinate di DSquared, gli abiti scultura di
Krizia, l'etnico pittorico di Missoni, le linee morbide e gli accostamenti (il
polvere, il pesca, il giada...) di Fendi, il rigore morbido di Bottega Veneta,
le dee in bianco&nero di Laura Biagiotti, l'oro e le frange di Gucci...
Dalle sfilate Milano Moda Donna primavera-estate 2011 non arrivano diktat, ma
suggerimenti. Non emergono colori must-have, o tagli e lunghezze dominanti, ma
interpretazioni (e reinterpretazioni) di forme e di sfumature. La moda torna a
essere ispirazione, e non imposizione: un "liberi tutti" creativo in cui
convivono i pantaloni a vita alta e gli abiti impalpabili che sfiorano il
pavimento di Ferragamo, quelli da bambola di Ermanno Scervino, gli hot shorts a
palloncino di Costume Nationale, le lunghezze retrò di Moschino, la tutina
leggiadra di Etro, le trasparenze sexy di Frankie Morello, i tubini al
ginocchio di Lorenzo Riva, i miniabiti di Ferrè, le linee scivolate di Marras.
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