venerdì 10 dicembre 2010

Nobel a Liu Xiaobao, tensione a Pechino Obama: "Suoi valori universali, liberatelo"

Giro di vite delle forze dell'ordine cinesi per prevenire contestazioni. La polizia disperde una dimostrazione davanti alla sede delle Nazioni Unite. Black out tv e internet sulle notizie della cerimonia del premio ad Oslo

Nobel a Liu Xiaobao, tensione a Pechino Obama: "Suoi valori universali, liberatelo" Una manifestazione a sostegno di Liu Xiaobao
PECHINO - Tensione a Pechino nel giorno della cerimonia per la consegna del Premio Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo. I servizi televisivi trasmessi sulla vicenda da Bbc, Cnn e altre emittenti internazionali risultano oscurati mentre sul web la censura è pressochè totale: i siti delle stesse testate sono irraggiungibili da giovedì, quello della Commissione per il Premio Nobel è bloccato da settimane. Oscurato, naturalmente, anche l'appello rivolto da Barack Obama che ha chiesto oggi la liberazione dell'intellettuale cinese spiegando che rappresenta "valori universali" e "merita il Nobel molto più di me lo scorso anno".

Represso, dalle autorità cinesi, anche un tentativo di manifestazione. Pechino è pattugliata come non mai da forze dell'ordine e poliziotti in borghese. Sotto controllo in particolare Piazza Tien An Men, la casa dove due mesi fa la moglie di Liu Xiaobo, Liu Xia, è stata sottoposta agli arresti domiciliari. Qui le forze dell'ordine hanno allontanato anche un gruppo di diplomatici tedeschi che voleva incontrare la donna. Sotto sorveglianza anche gli uffici delle Nazioni Unite. Proprio davanti alla sede dell'Onu sono stati visti arrivare dei mezzi della polizia che hanno disperso un gruppo manifestanti che si erano dati appuntamento per dimostrare in favore di Liu Xiaobo. "C'era un nutrito gruppo di persone davanti alla nostra sede", ha dichiarato un responsabile dell'Onu che ha chiesto l'anonimato, sottolineando che erano "molti di più
rispetto agli anni passati". Sorvegliati con discrezione anche i dintorni dell'ambasciata norvegese.

L'ulteriore giro di vite scattato oggi fa seguito a un'azione di repressione e controllo che nelle ultime settimane è andata via via crescendo. Tutti i relatori cinesi - soprattutto avvocati esperti di diritti umani - invitati al "Rule of Law Dialogue" promosso ieri dalla rappresentanza Ue a Pechino sono stati trattenuti dalle autorità; una piccola pattuglia che va ad aggiungersi ai circa 250 attivisti dei diritti umani che secondo Amnesty International la polizia cinese ha fermato o sottoposto a sorveglianza negli ultimi due mesi, impedendo loro di lasciare il Paese nel timore che potessero recarsi a Oslo a manifestare solidarietà a Liu, detenuto in una prigione del nordest della Cina, dove sta scontando una pena di 11 anni per "incitazione alla sovversione".

Alle 13 a Oslo si terrà la cerimonia di premiazione del Nobel della pace al dissidente cinese che, ristretto in carcere, non sarà in Norvegia. La Cina, come detto, ha vietato qualsiasi trasmissione 1 della cerimonia, sia televisiva che su internet. Sul nostro sito potrete seguire la cerimonia.

A fare da sfondo alla repressione delle forze dell'ordine cinesi, una campagna stampa che in questi giorni ha dipinto la scelta di premiare Liu Xiaobo come "un tentativo di processare la Cina". "Oggi in Norvegia andrà in scena una farsa intitolata 'La Cina sotto processo' - si legge nel numero in edicola stamattina del quotidiano cinese Global Times - stanno tentando di imporre alla Cina valori stranieri, cercano di descrivere 'l'imbarazzo cinese' ma, per quanto siano forti le opinioni dell'Occidente, non riusciranno a imbrogliare il popolo". "L'assegnazione del premio a Liu Xiaobo dimostra le sinistre intenzioni dell'Occidente- si legge invece in un editoriale del Quotidiano del Popolo - e se quei pochi galantuomini che stanno ad Oslo, godendo dell'appoggio di alcune potenze occidentali, pensano di ottenere un applauso per via della fama che circonda il Premio Nobel, si sbagliano di grosso!".

con repubblica.it

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