Al PalaRuffini torna la grande boxe. Dopo il trionfo di Gianluca Branco, vincitore del titolo europeo superleggeri nel 2008, venerdì 10 dicembre, alle ore 21, il pugile calabrese Benoit Manno sfiderà il nicaraguese Micael Isac Carrero. La serata si preannuncia ricca di emozioni. I due atleti si sono già conosciuti a marzo, sul ring di Calolziocorte, in provincia di Lecco. In quell'occasione la spuntò il mancino di Acquaro, andando però in affanno nelle ultime due riprese. All'epoca Manno vantava appena quattro match e Carrero diciannove: l'esperienza del latino-americano fece soffrire non poco il giovane talento italiano.
Manno, 28 anni compiuti, pratica la boxe da quando è adolescente: «All'inizio fu un modo per sfogare la rabbia, picchiare il sacco mi faceva star bene. Poi, col passare degli anni, capii che quello sport era la mia vita». Oggi Benni - così lo chiamano gli amici - vanta alle spalle nove anni da dilettante e quasi due da professionista. Con casco e canotta è stato due volte vicecampione italiano. Nel 2007 e 2008 è salito sul gradino più alto del podio ai Campionati Nazionali Universitari. Poi, dopo lo stop ai quarti di finale dei Mondiali in Russia, ha deciso di cambiare guantoni: «L'uomo di punta dei leggeri era Valentino, ho preferito non perder tempo». Come dargli torto: sei incontri vinti e il quinto posto nella classifica per il titolo superpiuma. Tra i "grandi della boxe" Benoit è già una leggenda. La sua tecnica è veloce, avvincente, spiazzante per gli avversari. Gambe sempre in movimento, piccoli passi laterali, pochi pugni ben piazzati, Manno regala al pubblico una danza incantevole. I rivali lo inseguono, ne studiano i movimenti, ma a confronto appaiono goffi burattini.
La forma fisica della giovane stella è inoltre eccellente. Da se stesso Benoit pretende il massimo, e lo dimostra sul ring. Grazie ad allenamenti in montagna, nuoto - sua seconda passione - e diete ferree riesce ad ottenere una preparazione completa: per questo match si è confrontato con sparring neo-prof e prima serie dilettante. «Il mio stile viene spesso criticato» - racconta però il pugile di Acquaro - «"Troppo movimento, difficile reggere sei riprese con quel ritmo", mi dicono in tanti. Parole al vento, finchè i risultati arrivano non intendo cambiare». Dall'angolo lo sostengono il maestro Bruno Vottero e l'immancabile fratello Florian. Ad ogni gara quest'ultimo scende da Parigi per fare il secondo: «Senza di lui non sarebbe lo stesso», spiega l'atleta.
Benoit ha fretta, vuole combattere. In un periodo di crisi economica anche nel mondo della boxe contatta sponsor e organizza incontri. L'evento di venerdì è stato interamente ideato da lui. Ha pensato all'accoppiamento dei pugili dilettanti, ha trovato i soldi e ha contattato l'assessore allo Sport per l'affitto del Palazzetto. Con i match d'apertura fra giovani audiolesi ha poi guadagnato il patrocinio del Comune di Torino. «Il mio sogno? Conquistare perlomeno un Europeo». Intanto, in caso di vittoria contro Carrero potrà già guardare al Tricolore.
con lastampa.it
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