Tornano a casa anche i due giornalisti tedeschi che erano accusati di
spionaggio. La gioia della comunità internazionale
Sakineh finalmente libera fuori anche il figlio e l'avvocato
TEHERAN - Sakineh Mohammadi Ashtiani è salva, ed è già tornata a casa. A
Tabriz" nel nord ovest dell'Iran dove abita e dove adesso è insieme al figlio.
La donna condannata alla lapidazione per adulterio, suo figlio Sajjad
Qaderzadeh e l'avvocato Javid Hutan Kian "sono stati liberati ieri", hanno
riferito varie fonti del Comitato Internazionale contro la lapidazione. "Non
abbiamo ancora parlato con lei", ha detto Mina Ahadi, presidente del comitato.
Ma sulla tv di Stato iraniana la notizia del ritorno a casa di Sakineh è
continua. Insieme a Sakineh, a suo figlio e al suo avvocato sono stati liberati
anche i due giornalisti tedeschi arrestati il 10 ottobre mentre intervistavano
Sajjad e il suo legale. I due erano accusati di spionaggio.
L'incubo di una lapidazione che per anni ha sconvolto e mobilitato la comunità
internazionale, ha avuto un lieto fine. E finalmente il volto della donna che
tutti hanno sempre visto nascosto da un velo e in una sola foto ingiallita, ha
contorni netti.
Le acque hanno cominciato a calmarsi già il 19 novembre quando la Farnesina
aveva accolto con ottimismo le dichiarazioni rilasciate 2 al Wall Street
Journal da Mohammad Javad Larijani, il capo del Consiglio dei diritti umani
della Repubblica islamica iraniana che aveva detto di essere al lavoro "assieme
al sistema giudiziario per salvare la vita di Sakineh Ashtiani". In quegli
stessi giorni i familiari del marito di Sakineh, secondo l'accusa ucciso da
lei, avevano infatti perdonato la donna e per la legge islamica, questo è
quanto necessario perché una prigioniera sia liberata.
Alla notizia della liberazione oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini
ha immediatamente commentato: "E' una bella giornata per i diritti umani".
"L'Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo
ha fatto nell'esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano", ha
continuato il titolare della Farnesina. "Di questo diamo atto, consapevoli che
le prospettive di dialogo anche sui diritti umani con l'Iran si possano
riaprire con spirito di rinnovata fiducia reciproca", ha concluso. Come lui,
anche Renato Schifani ha espresso a suo nome e dell'intera assemblea di Palazzo
Madama la più viva soddisfazione.
L'intellettuale francese Daniel Salvatore Schiffer, che si è battuto a lungo
per questa causa, è raggiante: "Le parole mi mancano. E' un'enorme,
fondamentale, vittoria per la libertà, per diritti dell'uomo e della donna, di
cui Sakineh è il simbolo mondiale, La nostra lotta, continua, giorno e notte,
non è stata vana".
Mina Ahadi, presidente del Comitato internazionale contro la lapidazione.
"Siamo felici", ha detto. Ahadi ha poi sottolineato l'intervento, nel percorso
che ha portato alla rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio
Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff, eletta di recente.
La storia. Sakineh stava scontando la condanna nella prigione di Tabriz. Il
Comitato Internazionale contro la Lapidazione aveva già reso noto, lo scorso 11
ottobre, che il figlio di Ashtiani era stato arrestato dalla polizia iraniana
insieme all'avvocato di sua madre e a due giornalisti tedeschi che volevano
intervistalo. Nel 2006 a Sakineh erano state inflitte 99 frustate 3 per una
"relazione illecita" con due uomini, poi era stata condannata a morte per
adulterio. Il caso ha suscitato le reazioni e le dure rimostranze 4 della
comunità internazionale e una martellante campagna della stampa straniera. Le
autorità iraniane avevano deciso a luglio, di commutare la lapidazione in
impiccagione.
Ma la vicenda di Sakineh nel corso del tempo ha diverse volte assunto
connotati poco chiari. Il 16 novembre in una trasmissione andata in onda sul
canale della tv pubblica iraniana 'Channel 2', Sakineh coperta in volto aveva
parlato in video dicendo: "Non voglio aiuto. Ho peccato 5". Durante lo stesso
programma erano apparsi anche i due reporter tedeschi arrestati a ottobre e
detenuti per spionaggio a Teheran (video) 6: "Siamo stati ingannati, abbiamo
commesso atti illeciti", avevano spiegato. Mentre il figlio Sajjad aveva
incalzato dicendo: "Ho mentito ai media". Tutti sembravano dare la colpa
proprio all'attivista Mina Ahadi. Lei aveva replicato duramente: "E' tutto
falso. Hanno estorto le loro parole con le minacce". Oggi alcuni blog iraniani
annunciano che Sakineh dovrebbe comparire in un'intervista alla televisione
iraniana.
con repubblica.it
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