mercoledì 23 giugno 2010

Gossip Don't cry for me Argentina La parabola della Rodriguez

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Don't cry for me ArgentinaLa parabola della Rodriguez - Belen conquista la copertina di "Vanity Fair" e racconta la sua storia: ("dovevo andare via"), i sogni ("guardo la Ventura e penso che ce la posso fare anch'io"), il sesso (Fabrizio mi ha detto: "Credevo fossi una bomba, invece...")
Don't cry for me Argentina
La parabola della Rodriguez
Notizia del 23 giugno 2010 - 09:15
Belen conquista la copertina di "Vanity Fair" e racconta la sua storia: ("dovevo andare via"), i sogni ("guardo la Ventura e penso che ce la posso fare anch'io"), il sesso (Fabrizio mi ha detto: "Credevo fossi una bomba, invece...")
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di Libero News

Ci aveva provato a modo suo Bikini a raccontare chi è e chi era la donna che ha fatto girare la testa agli italiani. Ma una copertina di Vanity Fair - che per ricostruire la storia inedita delle sue radici l'ha riportata 7 anni dopo proprio in Argentina dove l'ha fotografata nella "sua" pampa - è tutta un'altra storia si sa. Perché Belen Rodriguez può insultare un vigile, può fidanzarsi con un "ragazzaccio" come Fabrizio Corona, può mostrare il lato B all'ora di cena (ma anche no) e restare sempre sulla cresta dell'onda. È lei la donna del momento, c'è poco da fare. Ed ecco che la sua storia diventa quasi una parabola, e lei l'eroina di un romanzo. La trama: giovane e bella, solo 18enne, la Rodriguez lascia la terra natia e la sua famiglia per cercare fortuna in Italia. Belen fugge da un ricordo spaventoso, quello del sequestro in casa sua di tutta la famiglia (mamma Veronica, papà Gustavo, i fratelli più piccoli Cecilia e Jeremías) da parte di tre bandidos incappucciati che minacciano e sventolano le armi.

«Quando quei tre se ne furono andati, in casa non c'erano più nemmeno i piatti - racconta nell'intervista -. E non ci volli rimanere neppure io. Per colpa di quella notte è morto mio nonno Alberto. Di rabbia e d'infarto, tra le braccia di mio padre. Tre settimane dopo, a 18 anni, i miei genitori mi hanno lasciato andare tra le lacrime: addio Argentina. Presi un volo per Roma. Quelli erano ragazzini, resi coraggiosi dalla droga, ma capaci di ammazzarti. La mia famiglia era in ginocchio, come tutto il Paese, piegato dalla crisi economica. Dovevo fare qualcosa, dovevo andare via». Sono passati sette anni, e la giovane Belen ce l'ha fatta, tanto che qualcuno la dà in lizza per un programma di culto come Zelig e addirittura per la conduzione del Festival di Sanremo 2011. Che cosa c'è di vero? «Nulla. Non c'è nessuna trattativa aperta, né per Zelig né per Sanremo. Mi dovesse capitare di salire sul palco dell'Ariston da conduttrice, è la volta buona che mi mettono una bomba in casa per l'invidia». Sente questo genere di pressione intorno a lei? «A volte il successo non ha spiegazioni razionali». «Io non ho fatto nulla di memorabile - prosegue - e questo dà ancora più fastidio». D'altra parte, «Certe qualità umane contano più delle doti artistiche. Se guardo Simona Ventura e Antonella Clerici, vedo grinta che sposta le montagne e cuore che buca lo schermo. E questo convince il pubblico più di qualsiasi performance. Allora penso che ce la posso fare anch'io».

Per una come lei, che potrebbe avere chiunque o quasi, restare caparbiamente con Corona non dev'essere proprio facile. «Non lo nego: spesso penso io stessa che potrebbe finire. Ma poi non finisce, anche perché ho imparato a essere indipendente dal suo amore. Fabrizio è tutto per me: l'amico, l'amante, il comico che ti fa ridere quando le cose sembrano andare a rotoli. Però ti soffoca con i suoi sentimenti. Ho dovuto imparare a respirare. A dirgli: basta, piantala». Dalle foto delle evoluzioni hot alle Maldive non si direbbe, ma l'intesa sessuale tra lei e Corona «non è la cosa principale. Una volta Fabrizio mi ha detto: "Credevo che fossi una bomba, e invece...". Sono passionale, ma del sesso so anche fare a meno». Quanto alla storiaccia del video rubato, Belen racconta: «Avevo 18 anni, facevo l'amore con il mio fidanzato. Era figlio di amici di famiglia, frequentava la nostra casa , giocavamo con il sesso. Abbiamo fatto un video. Lui lo ha portato in Italia, lo ha fatto girare per le redazioni dei giornali. Decine di completi estranei mi hanno visto nuda. Anzi, più che nuda». Come finirà questa storia? «Il mio avvocato ha preparato una lettera di diffida: pubblicare quelle immagini sarebbe una violenza gratuita. E in Argentina, dove all'epoca dei fatti si era minorenni fino ai 21 anni di età, sarebbe anche un reato».

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