per l'omicidio del figlio Samuele,
ha ottenuto un permesso per
assistere ai funerali del suocero
Per la prima volta da quando è stata condannata a 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele, Annamaria Franzoni è uscita dal carcere di Bologna, dove è detenuta dal 21 maggio 2008.
Un permesso che le è stato accordato dal giudice di sorveglianza per assistere ai funerali del suocero, Mario Lorenzi, morto in ospedale dopo una lunga malattia. La donna, che aveva già chiesto, senza successo, di andare a trovarlo durante il ricovero, ha lasciato la Dozza sotto scorta e ha raggiunto la chiesa di San Procolo, in via D'Azeglio, entrando da una porta laterale.
In jeans e felpa nera, si è seduta in prima fila, con i due figli, Davide, 15 anni, e Gioele, 7, nato dopo la morte del fratello, e il marito Stefano, che ha letto una lettera rivolta al padre, sempre presente durante le indagini sul delitto e la lunga vicenda processuale, convinto dell'innocenza della nuora. A Cogne prima, poi a Torino durante il giudizio di secondo grado. Era stato lui il primo ad arrivare in prigione, con un borsone di abiti ed effetti personali, dopo che la Cassazione aveva confermato la sentenza d'appello, rendendo definitiva la condanna e aperto alla mamma di Cogne le porte della cella.
Il parroco, don Marco Baroncini, nell'omelia, ha parlato di «tragedia nella tragedia», del fatto che, anche se in un triste momento, per una volta la famiglia è riuscita a riunirsi. La salma sarà tumulta nel cimitero di Ripoli Santa Cristina, dove i Lorenzi si erano trasferiti dopo la tragedia, e dove è sepolto anche il piccolo Samuele. Il bimbo, morto nel letto dei genitori il 30 gennaio del 2002, nella sua casa di Montroz, è stato più volte ricordato durante la cerimonia. A lui e all'anziano padre Stefano Lorenzi ha chiesto di guidare la ricerca della verità, ribadendo ancora una volta che la moglie Annamaria è stata punita, da innocente, per una colpa ingiusta.
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