La vicenda del leader libico tanto amico di Berlusconi è nota a tutti: in occasione del secondo anniversario del trattato Italia-Libia di Bengasi ha di nuovo regalato il suo show, con tanto di fanciulle (stipendiate) intente ad ascoltare la sue parole sull'Islam e il suo invito all'Europa alla conversione.
All'inizio si era detto che ci sarebbero stati solo i cavalli berberi. E invece anche quest'anno ci sono state le hostess (circa 200) convocate da un'agenzia (la Hostessweb) e pagate 80 euro al giorno (due le giornate in programma) per essere introdotte al cospetto del Colonnello e assistere a una sua "lezione" sul Corano nel tentativo di indurre, se non molte almeno qualcuna di loro, ad abbracciare la religione di Allah e del Profeta Maometto. Detto fatto!
Se lo spettacolo in se è stato qualcosa di già visto, di già conosciuto, c'è stato infatti il colpo di scena: tre delle fanciulle intervenute, alla domanda di Gheddafi (cioè se qualcuna di loro voleva convertirsi) si sono fatte avanti rendendo manifesta la propria volontà.
Una di queste, Rea Beko, 27 anni, albanese di Tirana e residente in Italia da 12, ha scelto anche di parlare al Corriere della Sera per spiegare le ragioni della sua "scelta": «Mi sento purificata, ora faccio il digiuno, rispetto il Ramadan» dice al giornalista del Corriere, Fabrizio Caccia, «Il mio ragazzo mi ha detto: finalmente ti sei coperta, prima per strada ti guardavano tutti...». Come a dire che le ragazze islamiche sono meglio delle europee. Più di valore.
Una questione di usi e costumi? Non solo. Chi pensasse che Rea non conosce bene la religione musulmana e ciò che essa professa a proposito della condizione della donna, sbaglierebbe. «Cominciai a leggere il Corano fin da piccola - continua la giovane neomusulmana - Prima ero cristiana ortodossa, ma in realtà tutte le religioni mi hanno sempre interessato, il buddismo, l'induismo, il cristianesimo, ho letto molto, ho studiato molto, forse perché sono nata in un Paese in cui non era così facile professare apertamente il proprio culto. Ma Dio è inspiegabile, non mi potete adesso chiedere di Dio, non è un cielo che si illumina all'improvviso».
L'Islam, dunque, non è arrivato nella sua vita per caso ma dopo un percorso durato un anno che dalle lezioni di Corano di Gheddafi del 2009, attraverso diversi viaggi in Libia ospite, insieme ad altre hostess come lei, del Colonnello, l'ha condotta fino alla conversione.
Rea, occhi verdi e capelli biondi, è laureata in scienze sociali all'università La Sapienza ed è attualmente iscritta a un master in politiche pubbliche. Il suo sogno, è «diventare sindaco di Roma». Un po' per scherzo e un po' per davvero. Chissà se un giorno, dopo un "Papa nero" (come cantavano i Pitura Freska), avremo in Campidoglio una donna albanese, musulmana che indossa un chador. Anche questo sarebbe libertà e democrazia, secondo qualcuno. Secondo altri sarebbe un pericolo per i valori della nostra società e per la condizione femminile in Europa. Che ne pensi? Dì la tua nei commenti
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