MILANO - Starà fuori per 5-6 mesi. Ma è pronto a tornare. Mosso dalla passione
per il calcio forte oggi allo stesso modo di quando era bambino. Operato a
Barcellona per la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio
sinistro, Pippo Inzaghi «potrà tornare in campo fra 5-6 mesi» ha detto il
medico sociale del Milan, Gianluca Melegati. «L'intervento è andato bene ed è
perfettamente riuscito», ha detto Melegati. «I tempi di recupero sono quelli
classici per questo tipo di infortuni, sarà una normale riabilitazione,
facilitata dalla tempra e dalle motivazioni del giocatore». Inzaghi si è
infortunato lo scorso 10 novembre nel corso del match vinto dal Milan per 3-1
sul Palermo a San Siro, il posticipo dell'undicesima giornata del campionato di
Serie A.
IL SEGRETO - «Il mio segreto è la passione» racconta Inzaghi un'intervista
pubblicata sul sito dell'Uefa nel quale spiega come riesce ad essere ancora
decisivo ai massimi livelli a 37 anni suonati. «Il boato di San Siro quando
sono sceso in campo, fare il record dei gol segnati nelle competizioni europee.
Sono state emozioni bellissime che porterò sempre con me», ha detto Inzaghi,
che difficilmente riuscirà a essere ancora in campo prima della fine della
stagione. Anche se una speranza che possa farcela per essere presente
nell'eventuale finale di Wembley del 28 maggio c'è. Lui che ha perso il trofeo
all'ultimo ostacolo due volte - con la Juve nel 1998 e con il Milan nel 2005 -
ma si è rifatto alzando la coppa più ambita due volte con i rossoneri - nel
2003 e nel 2007, quando ha segnato una doppietta nella finale di Atene contro
il Liverpool. «Sono state entrambe bellissime, ma ho sempre detto che la
Champions nella quale sono stato più decisivo è stata quella del 2003», ha
spiegato Inzaghi. «Anche se quella che i tifosi ricordano è quella del 2007, il
che dimostra quanto sia importante segnare in finale. Non posso sceglierne una
delle due, sono due partite che non dimenticherò mai. Ma come ho detto prima se
segni due gol in una finale di Champions è qualcosa di unico». Qualcosa di
altrettanto unico è ricevere un abbraccio caloroso dal tecnico alla cui squadra
hai appena impedito di vincere con una doppietta. Eppure, è proprio quello che
è successo a Inzaghi con il tecnico delle Merengues Josè Mourinho la sera del 3
novembre. «Ha sempre speso belle parole per me e c'è molto rispetto tra di noi,
anche se non l'ho mai avuto come allenatore» ha detto Inzaghi. «Penso che
venire qui, affrontare un pubblico ostile, e abbracciare un giocatore che ti ha
appena fatto due gol, farmi i complimenti, è stato un bel gesto di fairplay».
Nessun commento:
Posta un commento