mondo. Presenti quasi tutti gli azzurri dell'impresa spagnola e il presidente
della Figc Giancarlo Abete
Bruno Conti e Dino Zoff portano la bara di Bearzot
MILANO - I suoi ragazzi del 1982 e Giancarlo Abete per l'ultimo saluto ad Enzo
Bearzot. Presso la parrocchia di Santa Maria al Paradiso nel quartiere
Vigentino di Milano, si sono svolti i funerali di Enzo Bearzot, il commissario
tecnico della nazionale campione del mondo nel 1982, deceduto martedì all'età
di 83 anni. "I tuoi ragazzi dell'82", questa la scritta nella corona di fiori
che Zoff, Cabrini, Rossi, Tardelli e tutti gli altri campioni che trionfarono
in Spagna, gli hanno dedicato.
Presenti, oltre a quasi tutti gli azzurri della sua Nazionale, il presidente
della Federcalcio, Giancarlo Abete, il responsabile delle competizioni Uefa,
Giorgio Marchetti, ma anche Cesare Maldini, il suo ex collaboratore Brighenti,
e ancora Casarin, Braida e molti giornalisti sportivi che hanno seguito la
carriera del "Vecio". Ad affollare la piccola chiesa anche gente comune che ha
voluto dare l'ultimo saluto a Berazot che verrà seppellito a Paderno D'Adda, il
paese della moglie. "Per lui il compromesso non valeva nulla di fronte alla
verità", ha dichiarato il parroco, don Claudio, che durante l'omelia ha
spiegato che Bearzot avrebbe voluto una cerimonia semplice. Il "Vecio" è stato
accontentato.
RICORDO DI ZOFF - "Quando si hanno dei principi come li aveva lui diventa
facile compattare un gruppo, lui era un esempio per tutti". Dino Zoff, uno dei
tanti azzurri dell'82 che hanno partecipato ai funerali di Enzo Bearzot,
ricorda con queste parole il grande "Vecio",
scomparso martedì all'età di 83 anni. "Era un uomo vero, una grande persona.
Ricordo - continua Zoff - che dopo le partite si fermava a parlare con i
tifosi, spiegava le sue scelte, parlava di calcio, spesso rischiava di farci
perdere il volo, allora mi toccava scendere dal pullman per portarlo su e
partire".
COLLOVATI AMARO - "E' stato un maestro di vita e di calcio, precursore per
molti versi del calcio moderno. Forse avrebbe meritato di più, più
riconoscimento, l'Italia lo ha un pò dimenticato".
BERGOMI E I VALORI - "Bearzot mi ha insegnato ad avere rispetto per gli
avversari". Beppe Bergomi, 18enne ai Mondiali dell'82, ricorda come il suo
commissario tecnico gli avesse ricordato ad avere sempre rispetto per gli
avversari. "Ricordo un mio gol all'Ascoli, l'ultimo di un 5-0. Fare gol per me
non era facilissimo ed esultai in maniera un pò esagerata. Bearzot , quando lo
incontrai alcuni giorni dopo mi ricordò che quella squadra stava retrocedendo e
quindi che c'era modo e modo per esultare perchè meritava rispetto.
L'insegnamento dei suoi valori è stato fondamentale per me e per la mia
carriera".
con repubblica.it
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