martedì 21 dicembre 2010

Salute: Mangia vichingo e ti allunghi la vita

Tra i licheni la cetraria islandica contiene vitamine e proteine ed è usata per
preparare zuppe, biscotti salati, gelatine e pane

Da due anni, dopo il successo di Stieg Larsson, leggiamo solo scandinavo?
Prepariamoci anche a mangiare come i vichinghi, perché fa bene e aiuta a
combattere il freddo, fattore interessante visto l'inverno gelido che stiamo
attraversando. E allora via con pesci grassi (salmone e aringhe, soprattutto),
con rape, barbabietole, aneto ed erba cipollina. Via soprattutto con
ingredienti altrettanto sani anche se un po' più ostici al nostro palato, come
la finora misteriosa Cetraria islandica, che poi è una specie di lichene, e il
cranberry o mirtillo palustre. La dieta nordica è stata rilanciata in tutta
Europa da un libro di gran successo in Francia, «Régime nordique» di Anne
Dufour e Carole Garnier: e già c'è chi prevede, per le ricette scandinave, lo
stesso exploit della dieta mediterranea. Trent'anni fa una parte del mondo si
convertì all'olio d'oliva. Oggi, se è difficile pensare che passeremo in massa
all'olio di colza prediletto dai cuochi del Nord, pare ragionevole pensare che
ci abitueremo a mangiare un po' di più come si fa nei self service dell'Ikea.

Le ragioni per provarci ci sono tutte. Il record dell'aspettativa di vita è
dell'Islanda: 79,4 anni per gli uomini e 82,9 per le donne (polverizzato
perfino il primato del Giappone, con le sue alghe, il suo pesce e il suo riso).
Una ricerca effettuata dal Centro Antidiabete dell'Università di Lund attesta
poi che un regime basato su alimenti tipici della tradizione svedese, ricchi di
antiossidanti, prodotti integrali ricchi in fibre, con un basso indice
glicemico e probiotici, testato per quattro settimane su 44 soggetti sani ma in
sovrappeso, ha ridotto molte spie di un'alimentazione scorretta: la pressione
sanguigna si è abbassata dell'8%, il colesterolo Ldl del 33%, i lipidi nel
sangue del 14%. Aspettando i risultati di uno studio monstre antiobesità varato
dall'Università di Copenhagen su 1600 bambini e sulle loro famiglie, con l'
intervento di uno chef a due stelle Michelin, per verificare l'efficacia della
neodieta nordica. È presto per gridare al miracolo. Non per introdurre, magari
nel menu delle feste, qualche piatto da circolo polare artico.

Ripassiamone le virtù. Il salmone è pieno di omega 3, il merluzzo è una fonte
inesauribile di proteine magre, l'olio di pesce pullula di vitamina D. I
mirtilli sono ricchi di antiossidanti, il pane integrale di fibre, l'avena
aiuta a tenere la glicemia sotto controllo. Pensate a quelle belle prime
colazioni norvegesi (o scozzesi) con l'aringa affumicata, le patate lesse (c'è
la vitamina C, e i carboidrati danno energia!) e, per i più piccoli, un
cucchiaino di olio di fegato di merluzzo. Pensate anche a certi piatti
settentrionali a base di crauti e alle virtù antitumorali delle crucifere, ma
non fate l'errore di giudicare la cucina scandinava come rozza e poco
acculturata: a Copenhagen c'è il Noma, il ristorante che nel 2010 ha vinto il
titolo di «migliore tavola al mondo», punta di diamante di una gastronomia
creativa, che non rinnega le proprie origini ma anzi le fa fiorire con gusto e
intelligenza.

E dopo il merluzzo? Ci vorrebbe un po' di sci di fondo: perché il regime
vichingo è fatto anche di robusto esercizio fisico e di vita all'aria aperta.
Ma le vacanze di fine d'anno sono imminenti e forse ci sarà l'occasione di una
piccola, privata Vassaloppet.

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